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da Dazed and Confused » 13/05/2010, 23:30
Visto che mi avete tirato in causa... sarò breve: sì, a parer mio Mahor bestemmi. Robe che al confronto Mosconi appare un dilettante. :D
Mulholland Drive è secondo me uno dei film più geniali, affascinanti e originali dell'ultimo ventennio, partorito dalla mente di un cineasta senza eguali nel panorama mondiale. Se non si fosse capito, sono un lynchano convinto. :D
E' difficile esprimere giudizi sul cinema di Lynch, in quanto al di là di capacità tecniche innegabili, si parla di un cinema che fa della non-razionalità il proprio fulcro. Si veda ad esempio INLAND EMPIRE, il vertice estremo ed estremizzato di questa ars poetica. Mulholland Drive è un film decisamente meno criptico, più accessibile e, personalmente, in generale più riuscito.
Ritengo che cercare di dare una spiegazione razionale ai film di Lynch non sia propriamente la cosa migliore da farsi (intendiamoci, è tutt'altro che impossibile) ma credo che la forza dei suoi film stia proprio nella straordinaria capacità di trascinare la mente dello spettatore in un mondo diverso, spesso surreale, che non obbedisce in modo categorico alle leggi del mondo che conosciamo. Mulholland Drive è un film unico, estremamente complesso, che gioca con l'ambiguità e che si diverte a far credere determinate cose allo spettatore per poi spiazzarlo di punto in bianco. Niente è come sembra e tutto ha un significato. La simbologia di Lynch è però tutt'altro che superficiale e immediatamente comprensibile.
Però come ripeto, Mulholland Drive è estremamente diverso da INLAND EMPIRE: diciamo che in questo caso lo stream of consciousness è decisamente più legato a determinati binari, risultando conseguentemente più semplice da seguire. Motivo per cui la pellicola è fruibile a diversi livelli: fondamentalmente potrebbe anche essere letta semplicemente come un normale thriller. Si potrebbe cercare di ricostruire la storia nell'ordine cronologico in cui gli eventi si svolgono, non ho intenzione di spoilerare ma basta cercare un attimo in internet per trovare la sinossi esemplificata e decisamente plausibile alla base del plot.
Quello che davvero buca lo schermo è il vortice di emozioni, il tunnel audio/visivo che il regista porta sullo schermo, utilizzando la macchina da presa come nessun altro. Espressività allo stato massimo, allontanamento dagli archetipi del cinema (con i quali volutamente si gioca: la mora, la bionda, l'intrigo tipico del noir...) per rovesciarli in una dimensione a metà fra il cinema e l'opera d'arte pura, che si rigira su se stesso diventando a tratti metacinema (non casuale la frase incubo per qualsiasi regista "Questo non è più il tuo film!"). Ecco, l'ho detto: penso che in questo caso incubo sia una delle parole chiave: incubo o sogno, realtà o illusione? Sono questi i temi di Lynch, è questo continuo rincorrersi ambiguo che rende grande il suo cinema, questo continuo disseminare segnali e false piste. Una prima parte tremendamente onirica e un'ultima così strettamente reale (o è il contrario, qualcuno si starà chiedendo...).
Insomma, la spiegazione c'è: se volete un racconto della trama per come l'ho interpretata io (e non è detto che sia la versione corretta eh :D) posso anche passarla via pm, ma non qui. Insomma, mai come in questo caso spiegare è abbruttire.
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