rowiz ha scritto: 30/10/2018, 12:39
Dietto ha scritto: 30/10/2018, 12:10
Madoona Sloan, se avessi studiato uno di questi, soprattutto uno, poi avrei fatto un colpo di stato penso
EDIT:
Ovviamente parlo di Saviano
Però attenzione, per me ha ragione Sloan. Studiare non vuol dire venerare, ma analizzare, capire, e se necessario criticare. Per cui, la dico forte,
studiere anche Fabio Volo o
il libro di Condò. E farei pure un bello studio del cantautorato, italiano in particolar modo ma anche straniero
Sì, ma studiare Camilleri piuttosto che Saviano, cosa aggiunge alla qualità della mia istruzione?
Nulla, anzi la impoverisce probabilmente. E lo dice uno che Montalbano li legge tutti.
Però dobbiamo capire che, per una serie di motivazioni non banali, la letteratura italiana* di fine 900 inizio 2000 non è semplicemente rilevante a fini scolastici. E quindi non ha senso inserirla nel programma.
Mi spiego, studiare Saviano, o lo stile di Saviano, o le opere di Saviano, nel 2018, che senso ha? Da un punto di vista letterario non ha certo questo stile innovativo o particolare, da un punto di vista di contenuti mi pare che come minimo ci siano delle cotroversie, da un punto di vista del personaggio... non mi esprimo.
Stessa cosa, leggermente mitigata dal genere, per De Luca. Purtroppo la letteratura italiana contemporanea si porta dietro l'enorme "svantaggio" di essere enormemente politicizzata e di portarsi dietro i giudizi di chi scrive. Un po' come è sempre stato, ma essendo fatto in un momento "attuale", il provare ad analizzare questi autori/opere porterebbe inevitabilmente ad analizzare il pensiero politico dell'autore, spesso monocorde, e spesso in coincidenza con quello dei professori (almeno secondo la mia esperienza) e quindi non ad analizzare ma a cercare di inculcare (almeno secondo la mia esperienza)
my 2 cents ovviamente.
*un'ottima parte, non tutta.
Ovviamente scrivo questa roba avendo letto molta della produzione di molti se non tutti gli autori citati. Forse mi manca giusto totti