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Nel 1978 gli Argentini col Perù fecero un discreto biscotto.....

Rasheed ha scritto:

lebronpepps ha scritto:Bè tra il 78 e il 94 c'è stato soprattutto uno ad alzare il livello più che l'intero movimento, il Brasile in quegli anni come livello medio era forse pure migliore, anzi nell'82 sicuro per dire

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Invece il Brasile che è sempre stato pieno di grandi giocatori quanti Mondiali ha vinto senza Pelè fino al 1994?

aspetta che controllo

Si ma anche escludendo i due campionissimi credo che come livello medio il Brasile sia superiore, o comunque di sicuro il gap non è mai stato ampio come in questi anni

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Personalmente metto l'Argentina anche dietro alla Germania e a noi a livello globale.

la Germania per me è la nazionale traino nella storia del calcio moderno...diciamo dal 1950 in poi,anche più del Brasile...

il mio podio è Germania,Brasile,Italia

e cmq anche per me il Brasile è superiore all'Argentina,globalmente...ma li ha già presi anni abbastanza bui...

adesso qualche "punta" la esprime ancora...Neymar,TS,Dani Alves che è ancora il migliore nel ruolo...fa fatica a tirar fuori la qualità...ma anche tra il 1986 e il 1994 di numero 10 di altissimo livello ha fatico a trovarne per dire...

In compenso aveva un numero 9 molto forte. Romario è un pò troppo sottovalutato nella considerazione globale. Il mondiale 94 è molto suo

Se non erro l'argentina rinunciò a parecchie edizioni del mondiale in cui poteva dire la sua, altre volte partecipò senza convocare quelli che giocavano fuori dai confini. Nazionale che ha raccolto meno del dovuto.

Se é per questo anche gli inglesi hanno rinunciato ai primi 3 mondiali

L'anno scorso in concomitanza con il Mineirazo molti parlavano di un calcio brasiliano che negli ultimi vent'anni si era progressivamente troppo "europeizzato", con i giovani talenti inseriti prestissimo in contesti come quelli europei in cui il loro estro viene in qualche modo "normalizzato" a favore di una visione più organica del gioco.

Non ho idea se sia vero o no, però fa certamente specie vedere una nazione che per ottant'anni ha prodotti i più straordinari funamboli della storia del gioco ridotta ad attaccarsi a pallonari come Fred o Hulk.

Bluto Blutarsky ha scritto:L'anno scorso in concomitanza con il Mineirazo molti parlavano di un calcio brasiliano che negli ultimi vent'anni si era progressivamente troppo "europeizzato", con i giovani talenti inseriti prestissimo in contesti come quelli europei in cui il loro estro viene in qualche modo "normalizzato" a favore di una visione più organica del gioco.

Non ho idea se sia vero o no, però fa certamente specie vedere una nazione che per ottant'anni ha prodotti i più straordinari funamboli della storia del gioco ridotta ad attaccarsi a pallonari come Fred o Hulk.

C'è anche da dire che negli ultimi anni la disciplina tattica e' diventata una componente fondamentale del gioco e questo e' sempre stato un tallone d'Achille dei brasiliani.
Unisci una fase storica con pochi talenti assoluti e ne viene fuori un'armata Brancaleone che gioca (male) con i reparti distanti kilometri che fanno ognuno il caxxo che gli pare.

PS: Dimenticavo, Dunga sarebbe stato in grado di far perdere l'oro al dream team usa nel 1992.

Il Brasile ha fatto 11 semifinali al Mondiale, solo la Germania ne ha di più, l'Argentina ne ha 5 (tutte vinte peraltro), direi che complessivamente sono una Nazionale più forte.

Ora probabilmente hanno il loro picco più negativo. In più secondo me sono sempre stata una Nazionale che ha costruito le sue vittorie sulla fase offensiva, segnando molto (i Mondiali vinti sono tutti stati all'insegna di un gran numero di goal), ora da qualche anno hanno una fase offensiva pessima e legata quasi esclusivamente all'estro di Neymar.

In generale però nelle grandi competizioni da quando cominciano gli scontri diretti si segna molto meno di un tempo.
L'Argentina l'anno scorso è arrivata in finale segnando due gol in tre partite (di cui uno al 118'), la Germania poco di più se si esclude il Mineirazo. La Spagna è diventata campione del mondo con quattro gol in quattro partite, la stessa Italia del 2006 ha costruito la sua fortuna sulla solidità difensiva più che sui gol.

Forse è tempo di rivedere il vecchio luogo comune per cui le difese vincono i campionati e gli attacchi le coppe.