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Cinema: Quotes & Anecdotes

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RizzK8
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da RizzK8 » 03/07/2013, 15:37

Seguo anch'io il suo blog, Doc Manhattan :notworthy: :notworthy: :notworthy:
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Hank Luisetti
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 15:52

Blade Runner

Titolo originale Blade Runner
Lingua originale inglese
Paese di produzione USA
Anno 1982
Durata 117 min (international cut, 1982)
116 min (director's cut, 1992)
Colore colore
Regia Ridley Scott
Soggetto Philip K. Dick
Sceneggiatura Hampton Fancher, David Webb Peoples
Produttore Michael Deeley
Casa di produzione The Ladd Company, Sir Run Run Shaw, Tandem Productions
Distribuzione (Italia) Warner Bros.
Fotografia Jordan Cronenweth
Montaggio Terry Rawlings
Effetti speciali Douglas Trumbull
Musiche Vangelis
Scenografia Jordan Cronenweth

Interpreti e personaggi

Harrison Ford: Rick Deckard
Rutger Hauer: Roy Batty
Sean Young: Rachael
Daryl Hannah: Pris
Brion James: Leon
Joanna Cassidy: Zhora
Edward James Olmos: Gaff
M. Emmet Walsh: Cap. Harry Bryant
Joe Turkel: Dott. Eldon Tyrell
William Sanderson: J.F. Sebastian
Morgan Paull: Holden
James Hong: Hannibal Chew
Hy Pyke: Taffey Lewis
Ben Astar: Abdul Ben Hassan

Ok, le scene del finale posticcio prese dal girato di Shining. Le lacrime nella pioggia. Deckard che è un replicante. Sean Young che la odiavano tutti e poi diventa un'alcolizzata. Va bene... ma c'è altro..


1 - Partiamo dal titolo: sì, le unità Blade Runner sono squadre speciali della polizia che si occupano di "ritirare" i replicanti, lo sappiamo, ma perché diavolo hanno quel nome? Di che tipo di lama si sta parlando? Di un bisturi. Il titolo del film deriva infatti da uno script realizzato dallo scrittore beat William S. Burroughs - "Blade Runner (a movie)" - tratto a sua volta da un romanzo di Alan E. Nourse, The Bladerunner (tutto attaccato). La versione molto breve è che Scott e la produzione comprarono solo i diritti di quel titolo, fregandosene del resto, e che si arrivò a utilizzarlo dopo aver scartato una serie pressoché infinita di altre proposte, tra cui Android, Mechanismo, Gotham City (!) e soprattutto Dangerous Days. Nel romanzo di Nourse, a ogni modo, i bladerunner erano per l'appunto trafficanti di attrezzi chirurgici.

2 - Tra le tante fonti d'ispirazione usate da Scott per dar corpo alla sua visione del mondo di Blade Runner, c'erano anche alcuni lavori di Moebius, in particolare la storia breve "The Long Tomorrow". Scott tentò quindi di coinvolgere l'autore francese nella produzione della pellicola, ma Moebius rifiutò, perché impegnato con il film d'animazione Les maîtres du temps. L'industrial designer Syd Mead, invece, avrebbe dovuto occuparsi solo dei veicoli, ma i suoi bozzetti includevano sfondi e scenari che colpirono molto Scott, che gli chiese così di occuparsi anche del design degli ambienti.

3 - La geisha che ingoia una pillola sul cartellone pubblicitario gigante? Secondo il supervisore degli effetti speciali del film, David Dryer, si trattava di una pillola anticoncezionale. In sottofondo, si sente una frase di uno spettacolo del teatro Nō: "Iri Hi Katamuku," il sole tramonta.

4 - Il primo script del film fu realizzato dall'attore Hampton Fancher: tra i fautori del progetto, fu lui a convincere personalmente Dick a opzionare il suo romanzo per una trasposizione cinematografica. Una volta ingaggiato dalla produzione, Scott non gradì però il lavoro di Fancher, gli fece rimetter mano allo script almeno dieci volte, tra i due non nacque esattamente l'ammmore, e alla fine il regista tirò dentro al suo posto David Webb Peoples (poi premio Oscar nel '93 per Gli Spietati, sceneggiatore anche de L'esercito delle 12 scimmie e LadyHawke, e regista di Giochi di Morte, sempre con Rutger Hauer). Il povero Fancher rischiò seriamente a quel punto di darsi fuoco.

Subtrivia: il termine "replicante", non presente nel romanzo di Dick, è stato suggerito a Peoples dalla figlia, che stava studiando in biologia la teoria della replicazione delle cellule. O qualcosa del genere. Alcuni spunti bocciati per Blade Runner, come una scena iniziale che Peoples aveva previsto in una colonia extramondo, sono stati riciclati dallo sceneggiatore per Soldier (1998), film che Peoples considera ambientato nello stesso universo di Blade Runner.

5 - Scott si impegnò con grande dedizione per riuscire a litigare ferocemente in pratica con tutte le persone impegnate nella realizzazione del film. Le condizioni estreme delle riprese - come 33 giorni consecutivi di riprese notturne trascorsi a ingoiare il fumo sparato sul set - e gli atteggiamenti del regista gli alienarono praticamente da subito le simpatie della crew. Un'intervista rilasciata alla stampa inglese, in cui Scott dichiarava di preferire le maestranze inglesi, perché abituate ad eseguire gli ordini senza far storie, rispondendo solo un “Yes, gov’nor", fece il resto. Gli uomini della troupe, capeggiati dal responsabile del trucco Marvin G. Westmore, che aveva letto l'intervista, si fecero stampare delle magliette con la scritta “Yes, gov’nor, my ass” sul davanti e altre robe goliardico-fescennine sul retro, e le indossarono sul lavoro. Scott reagì facendosene realizzare una con su scritto “Xenophobia sucks”. La tensione si tagliava ogni giorno sul set con un grissino tagliatonno, e molti membri della crew presero a chiamare il film Blood Runner.

6 - Quella scena in cui Deckard spinge Rachael contro il muro, per impedirle di lasciare il suo appartamento? Non era prevista dal copione. Scott la suggerì ad Harrison Ford per ottenere una reazione di sorpresa da Sean Young, ma l'attore ci mise un po' troppo zelo e la Young a) si fece male sul serio, b) subito dopo si mise a piangere e piantò un casino che mollala.

7 - Il monologo finale di Roy Batty è molto diverso da come l'aveva pensato David Webb Peoples. Hauer lo trovò poco drammatico perché troppo lungo, perciò decise di usarne solo un pezzo e di aggiungere le ultime due frasi, scritte da lui: "E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire". Anche la colomba era un'idea di Hauer, solo che il pennuto era talmente zuppo di pioggia che anziché volare come previsto, nel momento in cui Batty lo lascia andare si limita a zompettare via. Fot*uti pennuti autarchici.

8 - Quella specie di esperanto parlato nella Los Angeles del 2019, il Cityspeak, è invece un'idea di Edward James Olmos, all'epoca molto colpito dal melting pot culturale in cui si stava trasformando la sua Los Angeles. Per interpretare al meglio Gaff, il futuro comandante Adama ha seguito dei corsi alla Berlitz Language School. Quanto alla città, Scott aveva in mente di ambientare il film in una San Angeles, mega agglomerato urbano esteso tra le attuali San Francisco e Los Angeles. L'idea sarebbe stata riciclata dieci anni più tardi dai film Demolition Man e Double Dragon. Ve lo ricordate quel capolavorotfl di Double Dragon? No?

Beati voi.

9 - Nell'interpretare la replicante Zhora, Joanna Cassidy si portò il pitone da casa. Il serpente con cui la vediamo nel film era infatti suo, e si chiamava Darling. Nei piani originali di Scott, Zhora si sarebbe dovuta esibire in una danza nel fango con il suo pitone, con tanto di trasformazione alla Manimal. Ma costava troppo, e ciao. La Cassidy è tornata a indossare il costumino di Zhora 25 anni più tardi per girare delle nuove riprese per la Final Cut di Blade Runner: nella pellicola originale, infatti, quando Zhora sfonda le vetrate si vede chiaramente che si tratta di una stunt double. Le nuove riprese realizzate con blue screen hanno permesso di sostituire i due volti, e voilà, George Lucas non sei nessuno.

10 - L'idea per Il cacciatore di androidi/Ma gli androidi sognano pecore elettriche? venne a Dick nel 1962, mentre cercava del materiale per La svastica sul sole/L'uomo nell'alto castello. Scavando tra dei documenti della Gestapo conservati all'università di Berkley, Dick lesse i racconti disumani delle SS di stanza in alcuni campi di concentramento. Lo scrittore si chiese come potessero degli uomini all'apparenza come gli altri essere talmente spietati, sembrare esseri umani solo esteriormente. Prima dell'uscita del film, fu proposto a Dick un contratto da 400mila dollari per realizzarne la novelization. L'autore rifiutò, le case editrici che detenevano i diritti del suo romanzo si fregarono le mani, e presero a ripubblicarlo come Blade Runner e con la locandina del film in copertina. E tante grazie.

11 - Nel 1969, Philip K. Dick venne contattato da Martin Scorsese e dallo sceneggiatore Jay Cocks per discutere una trasposizione cinematografica del romanzo. Non se ne fece niente. In seguito, neanche Dick gradiva lo script originale di Hampton Fancher. In un'intervista pubblicata su una guida TV nel febbraio del 1981, lo definì un incrocio tra Phillip Marlowe e La fabbrica delle mogli, e già che c'era se la prese con Ridley Scott e il suo Alien. In seguito la Warner cercò di coinvolgere lo scrittore, ignorato fino a quel momento dalla compagnia che stava sviluppando il progetto, Filmways Inc, tenendolo aggiornato sui suoi sviluppi. Dick, che ebbe modo di incontrare Scott solo al termine delle riprese, riuscì a vedere soltanto i primi 20 minuti della pellicola prima della sua scomparsa (marzo 1982), e ne fu entusiasta. "Hanno catturato perfettamente il mio mondo interiore", dichiarò. La cosa incredibile è che né Ridley Scott né lo sceneggiatore David Webb Peoples avevano letto il romanzo di Dick, limitandosi all'adattamento di Fancher.

12 - Anche il coinvolgimento dello stesso Ridley Scott è stato piuttosto travagliato. Quando gli venne offerto per la prima volta il progetto, rifiutò, perché aveva iniziato a occuparsi di Dune. Poi la scomparsa improvvisa di suo fratello Frank lo spinse ad abbandonare quella regia (in seguito affidata a Lynch). Alla fine delle riprese di Blade Runner, Scott e il produttore Michael Deeley vennero inoltre LICENZIATI dalla produzione, perché si era sforato sul budget e i piani alti si erano incazzati. In seguito i powers-that-be Warner tornarono sui propri passi, Scott e Deeley furono richiamati, ma i nuovi produttori esecutivi Jerry Perenchio e Bud Yorkin rimasero al loro posto, imponendo le proprie scelte. Furono proprio loro a pretendere il voiceover di Harrison Ford e il finale bucolico, dopo che due screening della pellicola erano andati malissimo e molti spettatori avevano dichiarato di non aver capito il film. Scott non era contrario di per sé alla voce narrante di Deckard, come molti credono, solo che non voleva una roba spiegona di quel tipo. È stato Ford a odiare il voiceover sin dall'inizio, anche se l'attore ha negato di aver interpretato quella parte così dimmerda di proposito.

13 - Per molto tempo nessuno seppe che una copia con il montaggio originale del film era ancora in circolazione. Solo nel 1989 un dipendente della Warner trovò una copia su 70mm della pellicola mentre cercava dell'altro in archivio. L'autore della scoperta, Michael Arick, e la stessa Warner pensavano si trattasse semplicemente della versione internazionale del film, nessuno controllò il contenuto della pizza e la stessa fu spedita a un festival dedicato al 70mm qualche mese dopo. Immaginate la faccia degli spettatori, quando si trovarono di fronte un Blade Runner differente. Scott si fece avanti a quel punto per apportare alcune modifiche al film e farlo uscire in una nuova versione, ma non c'era voglia di aspettare i suoi tempi perché c'era il decennale da sfruttare per farci il soldo, e perciò Warner buttò fuori quella cut originale così com'era, ribattezzandola Director's Cut. Non soddisfatto, Scott restò lì a rimuginare fino al 2007, quando, dopo una lunga battaglia legale sui diritti del film, è arrivata sul mercato home video la SUA versione definitiva, la Final Cut. L'elenco delle differenze rispetto alla Director's Cut, chi volesse, lo trova qui:

http://en.wikipedia.org/wiki/Versions_o ... .282007.29

14 - La prima scelta di Scott per la parte di Deckard era, tenetevi, Dustin Hoffman. L'attore si disse interessato, ma non era molto convinto di risultare adatto a un ruolo del genere, propose dei cambi, gli risposero Guarda, già qui è un casino che non ti dico, grazie lo stesso. Per il ruolo di Rachel, invece, Philip K. Dick avrebbe voluto Victoria Principal: sì, la Pamela di Dallas.

15 - Rutger Hauer fu scelto invece da Scott direttamente, senza alcun provino, dopo averlo visto in film come Fiore di carne e Soldato d'Orange. Quando si incontrarono per la prima volta, però, Hauer ci fece lo scherzone: si presentò con una tuta di nylon con la zip, una felpa bianca con una volpe e un paio di enormi occhiali da sole alla Elton John. A detta della produttrice esecutiva Katherine Haber, al regista per poco non prese un coccolone.

16 - La piramide della Tyrell che si vede nel film era un modellino in scala 1:750. Alla fine delle riprese andò a fuoco e si sciolse.

17 - A dirci che Deckard è un replicante non è solo la faccenda dell'origami, ma anche alcuni particolari. Tutti i replicanti durante il film presentano dei bagliori rossi negli occhi in qualche scena: a Deckard succede mentre parla con Rachael. Harrison Ford era assolutamente contrario all'idea che Deckard non fosse umano e si fece assicurare da Scott che non l'avrebbe fatto diventare un replicante. Credici. Anche a Rutger Hauer la cosa non è mai andata giù: in una sua autobiografia scrisse che la natura da replicante di Deckard sminuiva tutto il concetto di lotta, anche e soprattutto filosofica, uomo-macchina alla base del film.

18 - La replicante Pris, si legge su un monitor, è stata attivata il 14 febbraio del 2016. Viste le funzioni del suo modello, doveva essere tipo il regalo di San Valentino per qualcuno. Fu Daryl Hannah a convincere Ridley Scott a imbottire il suo combattimento con Deckard di numeri acrobatici. Ma la ginnasta assunta come sua stuntwoman si ritrovò priva di forze dopo la millemillesima volta che il PdF Scott (sarà il nome) le aveva fatto ripetere daccapo la scena. Si dovette così trovare in fretta e furia una sostituta, solo che l'unica persona disponibile era un ginnasta UOMO. Ora sapete perché quello scontro sembra montato da uno schizofrenico ed è illuminato così male.

19 - Sullo spinner, l'auto volante della polizia usata da Deckard e Gaff, si vede lo schermo di un computer. È lo stesso schermo apparso in Alien quando Ripley fugge dalla Nostromo. Per gli amanti dei gomblotti, è un altro chiaro segno del fatto che i due film siano ambientati nello stesso universo, messo lì trent'anni prima che venisse fuori anche il resto.

20 - Vuole la leggenda che una terribile sfiga si sia abbattuta su tutte le aziende i cui marchi sono stati piazzati nel film per bieco product placement. Beh, è vero. L'Atari, quella Atari, non varie aziende che ne hanno portato in seguito il nome, venne venduta a tranci dalla Warner nel 1984: l'Atari Inc smise di esistere e al suo posto nacquero la branca Atari Games Inc. (divisione giochi arcade, chiusa nel 2003) e la Atari Corporation (defunta nel 1996). Il gigante dell'elettronica RCA chiuse i battenti nel 1986. La Cuisinart è fallita nel 1989. La Pan Am nel 1991. La Bell System è andata gambe all'aria nel 1984 ed è stata ristrutturata per ordine del dipartimento di giustizia americano. Dice: eh, ma alla Coca Cola non è successo niente! Aspetta: 1985, progetto New Coke, la geniale idea di cambiare dopo un secolo formula alla Coca Cola.

Una delle più roboanti, spettacolari, catastrofiche meenchiate della storia del capitalismo mondiale. Quando, per quella storia dei seguiti di Blade Runner, emissari della Warner hanno iniziato a sondare il terreno presso un po' di aziende, li hanno presi a calci in culo.



da: L'antro atomico del Dr. Manhattan

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Bluto Blutarsky » 03/07/2013, 16:07

Questa è bellissima. Da 2:25 a 4:20

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 16:08

Gremlins

Titolo originale Gremlins
Paese di produzione USA
Anno 1984
Durata 106 min
Regia Joe Dante
Soggetto Chris Columbus
Sceneggiatura Chris Columbus
Produttore Michael Finnell
Produttore esecutivo Steven Spielberg, Frank Marshall
Distribuzione (Italia) Warner Bros.
Fotografia John Hora
Montaggio Tina Hirsch
Effetti speciali Bob MacDonald Jr., Robert MacDonald, Richard Ratliff, Ken Speed
Musiche Jerry Goldsmith, Noel Regney
Scenografia Jackie Carr

Interpreti e personaggi

Zach Galligan: Billy Peltzer
Phoebe Cates: Kate Beringer
Hoyt Axton: Rand Peltzer
Frances Lee McCain: Lynn Peltzer
Corey Feldman: Pete Fountaine
Judge Reinhold: Gerald
Keye Luke: Mr. Wing
Scott Brady: Sheriff Frank
Polly Holliday: Mrs. Deagle
Dick Miller: Murray Futterman
Harry Carey Jr.: Mr.Anderson
Steven Spielberg: Uomo sulla sedia a rotelle - cameo (non accreditato)


20 - Assieme a Indiana Jones e il Tempio Maledetto, uscito due settimane prima, Gremlins fu responsabile del cambiamento del sistema di rating delle pellicole USA, fino ad allora limitato a G (tutti), PG (suggerita la presenza dei genitori), R (obbligatoria la presenza di adulti per gli under-17) e X (solo adulti). Spinta dalle critiche di molti spettatori, che ritenevano entrambi i film troppo violenti per una classificazione PG, e su proposta dello stesso Spielberg, la MPAA (Motion Picture Association of America) inserì nel rating anche la categoria PG-13 (caldamente suggerita la presenza dei genitori per gli under-13). Il primo film a usare la nuova classificazione sarebbe stato poche settimane dopo Alba Rossa di John Milius.

19 - Gremlins è uscito nei cinema USA lo stesso giorno di Ghostbusters: l'8 giugno del 1984. Non è ovviamente un caso: Warner Bros ne anticipò il lancio per avere qualcosa con cui contrastare gli Acchiappafantasmi di Columbia nella redditizia stagione estiva. Per la cronaca, a) quel primo week-end se lo aggiudicarono i Ghostbusters (13.612.564 dollari a 12.100.000. Ma Gremlins era costato un terzo) e b) questo spiega perché diavolo un film uscito in estate avesse un'ambientazione natalizia. In Italia Gremlins è arrivato il 16 novembre di quell'anno, Ghostbusters il 21 dello stesso mese. Ti hanno portato a vedere entrambi al cinema. Belle cose.

18 - Gremlins è stato scritto e ideato da Chris Columbus. Nei primi anni 80 lo sceneggiatore, fresco laureato alla scuola di cinema della NYU, viveva in un loft di Manhattan, dove la notte sentiva "un plotone di topi correre nel buio". Il concetto di Gremlin era già in giro dalla Seconda Guerra Mondiale, quando piloti e meccanici imputavano a creaturine con questo nome i problemi dei velivoli. Uno di questi Gremlin è apparso in un vecchio cartone di Bugs Bunny. Nel '43 uscì anche un romanzo per bambini intitolato The Gremlins, e l'autore, l'ex aviatore britannico Road Dahl, lo propose alla Disney per un film. Dopo aver scoperto l'America e il funzionamento dell'uovo, Columbus è finito a fare il regista, dirigendo tra l'altro Mamma ho perso l'aereo, Mrs. Doubtfire e i primi due film di un certo maghetto precisino della fungia interpretato da un attore troppo cresciuto di cui magari avrete sentito parlare.

17 - Una leggenda metropolitana vuole che il film, nato come horror puro, sia stato virato verso l'horror-comedy una volta vista la resa su schermo dei mostrilli. È una meenchiata. Gremlins viene ideato da Columbus come una commedia horror sin dall'inizio, ma alcuni punti del suo script sono stati edulcorati per volontà del regista (Joe Dante), del produttore (Steven Spielberg) e della stessa Warner, che voleva per l'appunto un film PG. Così sono rimaste fuori la scena in cui il cane dei Peltzer veniva ucciso e, soprattutto, quella in cui la madre di Billy veniva decapitata dal Gremlin nella scena in cui si azzuffano tirando giù l'albero di Natale. Nel film è Billy, tornato a casa e afferrata una zingarissima spada appesa alla parete, a mozzare la testa del mostrillo.

16 - Fu Spielberg a volere il ventenne semisconosciuto Zach Galligan per la parte di Billy, perché nei casting l'aveva visto interagire molto bene con la Cates. E chiamalo stronzo.

15 - E parlando di quella santa donna della Phoebe Cates, la produzione non era sicurissima del suo coinvolgimento nel progetto, perché già interprete di ruoli da epistassi in film come Paradise (1982) e soprattuttamente Fuori di Testa (Fast Times at Ridgemont High, 1982)

Non è ancora chiaro, invece, perché Phoebe a inizio film fosse in cosplay da Chun-Li, sette anni prima della nascita di Chun-Li.

14 - Il vecchio signor Wing, l'uomo da cui il padre di Billy rimedia il mogwai Gizmo a Chinatown, era interpretato dall'attore cinoamericano Keye Luke (il maestro Po della serie Kung Fu con David Carradine). All'epoca Luke aveva 79 anni e non era così vecchio, perciò dovettero incartapecorirlo notevolmente col trucco e le lenti a contatto di Marilyn Manson.

13 - I lavori di restauro della Cappella di Betlemme a Nantes, in Gianfransuàlandia, furono affidati tra il 1993 e il 1995 allo scultore Jean-Louis Boistel. Il problema è che Boistel era un nerdone che mollalo, e così al posto dei gargoyle originali ci ha piazzato Gizmo e un Gremlin malvagio...ma anche uno xenomorfo di Alien e, già che si trovava, un Goldrake scamuffo. Alè.

12 - Nella scena in cui i Gremlin prendono possesso del cinema e si guardano Biancaneve e i sette silvii, si intravede uno dei mostrilli con le orecchie di Topolino.

11 - Il successo di Gremlins ha generato - oltre a un seguito di cui parliamo un'altra volta - tutta un'ondata di film cloni con altri mostrilli, come Ghoulies (1985), Munchies (1987) e soprattutto Critters (1986). Nel terzo dei quattro film dei Critters, uscito nel '91, debuttava al cinema un imberbe Leonardo DiCaprio.

10 - Alla sua uscita, Gremlins si è beccato una discreta dose di accuse di razzismo da parte della comunità afroamericana. Il film, si disse, giocava troppo sugli stereotipi legati ai neri d'America, mostrando i Gremlin malvagi alle prese con la breakdance, la black music, i cappellini e tutto il resto. Qualcuno, in Italia, disse che come cantano e ballano e giocano a basket i Gremlin trasformati nessuno, guarda.

9 - Il primo Gremlins (l'hai già detto che del secondo parliamo un'altra volta? Sì, l'hai già detto) fu oggetto di numerose trasposizioni videoludiche. Il primo videogioco (Gremlins) uscì nell'84 su Atari 2600

Poco dopo arrivò un altro tie-in per Atari 5200, Apple II e Commodore 64, che per evitare confusione è stato chiamato Gremlins, uguale. Qui si trattava di un action game in cui Billy doveva acchiappare tutti i mogwai e risbatterli nella gabbietta entro il tempo limite.

L'avventura testuale Gremlins: The Adventure è invece dell'85 ed è approdata su Commodore 64, Amstrad CPC e ZX Spectrum.

8 - In cinese mandarino la parola mogwai significa diavolo, demonio. L'hai chiesto al Mandarino, per conferma, e ti ha risposto: "E iu chimminchianisacciu?". Mogwai è anche il nome di una rock band scozzese: su uichipidia si legge che la band aveva scelto quello dei mostrilli di Gremlins come nome provvisorio, senza una ragione precisa. Solo che poi si sono scordati di cambiarlo.

7 - La cittadina di Kingston Falls in cui è ambientato il film è lo stesso set impiegato per Ritorno al futuro: la Courthouse Square, il grande spiazzo che ha visto chiunque sia mai stato agli Universal Studios di Los Angeles.

Ricostruito dopo un incendio del 1990, che aveva distrutto quasi tutto tranne la facciata del tribunale, il set è stato ridotto nuovamente in cenere da un altro incendio nel 2008. Ma la facciata del tribunale ha retto ancora una volta, grazie all'amore ignifugo dei fan di BTTF.

6 - Gremlins è stato il primo film con cui Warner è tornata a usare il suo vecchio simbolo con lo scudo nei titoli di testa. La compagnia aveva in programma di proiettare assieme al film anche il summenzionatro cortometraggio del 1943 Falling Hare, in cui Bugs Bunny è alle prese con un Gremlin su un aereo della Seconda Guerra Mondiale.
Per ragioni teNNiche non è stato possibile, ma alcune scene sono state inserite in seguito nelle edizioni in DVD.

5 - Nella sceneggiatura originale di Columbus, Stripe/Ciuffo Bianco non esisteva: era lo stesso Gizmo a trasformarsi dopo lo spuntino notturno. Spielberg cambiò idea vedendo quanto era tenerone Gizmo e pensando alle quintalate di pupazzini che questo avrebbe fatto vendere per altri trent'anni (ce l'abbiamo con voi, f*ttutissimi Furby). Tutti felici, TRANNE il povero Chris Walas, il tecnico che si occupava dei pupazzi e che aveva previsto un Gizmo funzionale solo alle azioni previste nella prima parte del film.

4 - Spielberg avrebbe voluto far dirigere la pellicola a Tim Burton, di cui aveva visto i primi cortometraggi, come Luau. Poi considerò troppo rischioso affidare il film a un regista esordiente e tirò dentro Joe Dante, perché gli era piaciuto L'ululato. È stato lo stesso Spielberg, dopo aver letto lo script di Columbus, a portarlo alla Warner e produrlo con la sua Amblin Entertainment. Assieme a un'altra ventordicina di film nel giro di un paio d'anni.

3 - Gremlins è talmente pieno di citazioni che ce ne sarebbe per un altro post (che, a occhio, non scriverai mai). Si va da ET a Il Pianeta Proibito... etc tec..

2 - ...e la scena in cui Ciuffo Bianco, nello scontro con Billy nel negozio, impugna una motosega à la Non aprite quella porta/The Texas Chainsaw Massacre. Non presente nella sceneggiatura, la scena fu aggiunta da Joe Dante e Zach Galligan come omaggio alla pellicola di Tobe Hooper.

1 - Ricorderete tutti che l'eroe del film è Gizmo, non quell'impedito di Billy. Alla fine è il piccolo Mogwai ad aprire la tendina, facendo colpire dalla luce del sole Ciuffo Bianco. Quello che forse non ricordate è alla guida di quale giocattolo Gizmo arriva a compiere il suo gesto eroico: una Corvette rosa di Barbie. Nel film non si vede, perché tutto ciò che viene mostrato è il cartone del giocattolo che vola, ma fuori scena è stata proprio Barbie ad affidare a Gizmo il suo veicolo. Dice: e perché mai l'Algida Stronza avrebbe voluto fermare l'invasione di Gremlins cattivi? Per il bene del pianeta? Uno sprazzo di improvvisa bontà? Ciao. Concorrenza. Temeva solo la concorrenza.



da: L'antro atomico del Dr. Manhattan

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 16:31

Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Titolo originale Ghostbusters
Lingua originale Inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 1984
Durata 105 min
Colore colore
Regia Ivan Reitman
Sceneggiatura Dan Aykroyd, Harold Ramis
Produttore Ivan Reitman
Produttore esecutivo Bernie Brillstein
Fotografia László Kovács
Montaggio Sheldon Kahn, David E. Blewitt
Effetti speciali Richard Edlund
Musiche Elmer Bernstein
Scenografia John DeCuir

Interpreti e personaggi

Bill Murray: Dott. Peter Venkman
Dan Aykroyd: Dott. Raymond "Ray" Stantz
Harold Ramis: Dott. Egon Spengler
Ernie Hudson: Winston Zeddemore
Sigourney Weaver: Dana Barrett
Rick Moranis: Louis Tully
Annie Potts: Janine Melnitz
William Atherton: Walter Peck
David Margulies: Sindaco Lenny
Slavitza Jovan: Gozer il Gozeriano
Michael Ensign: Hotel Manager

20 - Il termine "zaino protonico" ("proton pack" in originale) non viene MAI usato nel film. Il primo a chiamare così gli accrocchi degli Acchiappafantasmi sarà Egon Spengler, ma in Ghostbusters II (nella scena nel tunnel della metro, quando lui, Ray e Winston indossano i caschi da speleologo e gli impermeabili gialli).

19 - Ghostbusters nasce dalle ceneri di un altro progetto, una trasposizione di Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams (/inchino). Ivan Reitman e i due associate producer Joe Medjuck e Michael C. Gross iniziano a lavorare con Adams (che sforna loro tre diverse proposte). Poi a un certo punto si pensa di tirare dentro Dan Aykroyd per fargli interpretare Ford Prefect. Ma Aykroyd ha questa idea nel cassetto di un film su dei tizi che acchiappano i fantasmi, e a Reitman, Medjyck e Gross non sembra poi malaccio…

18 - Se guardate il film in lingua originale, vi accorgerete che molte scene (molte di quelle con Bill Murray, per esempio) sono state almeno in parte ridoppiate dagli attori. Perché sul set si è seguito poco il copione, si è improvvisato parecchio, si è fatto insomma un bel po' di casino, anche a causa dei tempi feroci di lavorazione (ci torniamo tra un attimo).

17 - La campagna di marketing organizzata dalla Columbia Pictures includeva una Ecto-1 mandata in giro per Manhattan prima dell'uscita del film. Dopo che la pellicola arrivò in sala, per spingere la gente ad alzare il collo e andarla a vedere, Reitman fece infilare nel trailer la parte con lo spot degli Acchiappafantasmi che si vede nel film. Al posto del loro numero finto (555-2368), però, lì ce n'era uno vero al quale rispondevano dei messaggi registrati di Bill Murray e Dan Aykroyd, che dicevano di esser fuori a caccia di fantasmi ("Hi. We're out catching ghosts right now"). La produzione stimò che per sei settimane quel numero aveva ricevuto circa mille chiamate all'ora.

16 - Per far uscire il film nel periodo di lancio previsto (giugno 1984. Da noi arrivò il 24 novembre di quell'anno), Ghostbusters fu girato e montato con una fretta del diavolo. Nella commentary track del DVD viene spiegato che, arrivati a dover girare la scena finale, non si sapeva bene che Aiwio tirarne fuori. Cast e regista ne parlarono per un po', finché non venne in mente a qualcuno la storia dell'incrociare pericolosissimamente i flussi. Ivan Reitman dichiarò in seguito che la pellicola era piena di errori tecnici (cavi e altri trucchi che si vedevano, effetti speciali incompleti, etc.), anche se "a nessuno sembrava fregargliene nulla".

15 - Il primo script di 40 pagine scritto da Aykroyd prevedeva solo tre Acchiappafantasmi (Dan Aykroyd, John Belushi ed Eddie Murphy) e tutta una serie di differenze a livello di storia. Il Winston Zeddmore di Murphy sarebbe apparso prima nel film - lo script lo vedeva già spalmato di slime nella scena dell'hotel - e avrebbe avuto molto più spazio, ovviamente. Solo che il povero Belushi se l'è portato via uno speedball che non era il videogioco nel marzo dell'82, e Murphy ha preferito dedicarsi a Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills (uscito sempre nell'84 e secondo al botteghino di quell'anno solo a Ghostbusters), perciò si è dovuto rimetter mano a copione e cast.

John Candy avrebbe dovuto interpretare invece Louis Tully, il personaggio poi andato a Rick Moranis. Nel suo caso, ad allontanarlo dal set sono state le divergenze con il regista. Secondo Reitman, il futuro Ruttolomeo di Balle Spaziali voleva un Tully tedesco e munito di una coppia di schnauzer. Ma i cagnacci (infernali) c'erano già e questa cosa dell'accento tedesco non piaceva a nessuno, così all'ultimo minuto fu tirato dentro Moranis, collega sia del povero Candy che di Harold Ramis nella serie Second City TV.

Lo stesso Ramis (sceneggiatore del film) decise di diventare il dottor Egon Spengler "perché costretto". In pratica, non si trovava l'attore giusto, e con grande modestia Ramis si considerò la persona più adatta per interpretare il personaggio scritto da lui. L'elenco di tizi cui è stata offerta una parte da Columbia e che hanno risposto Credici, infine, è lunghissimo. Bill Murray accettò di girare Ghostbusters solo a patto che la Columbia a) cacciasse il soldo per un remake de Il filo del rasoio e b) ci piazzasse la sua faccia coi buchi come protagonista.

L'hanno accontentato.

14 - Quando gli hanno chiesto di tirar fuori la theme song del film, Ray Parker Jr. non sapeva proprio dove sbattere la testa imbrillantinata. In un'intervista rivelò tempo dopo che "Ghostbusters" era nata alle 4 e 30 del mattino, dopo aver visto alla tele la pubblicità di una ditta di spurghi e drenaggi e averla collegata allo spot televisivo degli Acchiappafantasmi mostrato nel film. Da lì al "Who you gonna call?" è stato un attimo. Solo che a quel punto non c'era più tempo per confezionare al meglio il brano, perciò per i coretti il cantante ha chiamato le prime persone rimediabili: la sua ragazza e un paio di amici. Il brano è rimasto in cima alla classifica dei singoli USA per tre settimane, portandogli un sacco di grana… e un'accusa di plagio. Huey Lewis (del gruppo Huey Lewis and the news), a cui Columbia aveva proposto il lavoro poi finito a Ray Parker Jr, nel sentire la canzone lo accusò di aver plagiato la loro I Want a New Drug (giudicate voi).

Questo è invece il videoclip di Ghostbuster, in cui, oltre agli Acchiappafantasmi, appaiono un frappo di attori che non ci sono nel film, come Peter Falk, Chevy Chase, Danny De Vito, John Candy e la cantante flashdanza Irene Cara... Il p0rnodivo con mustazzo Ron Jeremy (in seguito tra i protagonisti di una zozzooparodia di Ghostbusters), invece, non c'è: lui lo trovate a fare la comparsa direttamente nel film.

13 - Durante le riprese, sulle canne degli accrocchi protonici furono montate delle lampadine, per aiutare i ragazzi degli effetti speciali a piazzare meglio i flussi. E magari evitare di incrociarli. Perché incrociarli (tranne quando proprio serve a fine film) sarebbe male, lo sappiamo.

12 - Discorso location. Pur essendo considerato da sempre uno dei film simbolo di New York, Ghostbusters è stato girato solo in minima parte a Manhattan (tre settimane di riprese in tutto): il resto l'hanno fatto a Los Angeles. Per l'albergo in cui si trova Slimer sono stati usati la facciata dell'Algonquin Hotel di New York e gli interni del Millennium Biltmore Hotel di Los Angeles. Quest'ultimo ha ospitato i set di un frappilione di pellicole (Beverly Hills Cop, Il Professore Matto, Cruel Intensions), serie tv (Beverly Hills 90210, Ally McBeal e altre ventordici mila) e video musicali (come Overprotected di Britney Spears). Nove anni dopo, lo stesso Ivan Reitman tornerà a girarci Dave - Presidente per un giorno.

Idem per la caserma dei pompieri e per la biblioteca. Nel primo caso, l'esterno è quello della Hook and Ladder #8 di Tribeca, a New York City, mentre gli interni del quartier generale dei Ghostbusters sono stati girati in una caserma dei pompieri di Los Angeles (l'idea di usare davvero il palo fu di Aykroyd), poi riciclata in Grosso guaio a Chinatown e The Mask - Da zero a mito. Quanto alla biblioteca, un paio di riprese sono riusciti a piazzarle davvero alla Biblioteca Pubblica di New York sulla 5a strada, ma la troupe aveva il permesso di girare solo un giorno e solo fino alle 10 del mattino. Tutto il resto della scena l'hanno tirato fuori alla Los Angeles Public Library.

11 - La voce demoniaca di Dana Barrett (Sigourney Weaver) posseduta da Zuul era in originale quella del regista, Ivan Reitman.

Durante il provino, Sigourney Weaver si mise a quattro zampe su un divano e iniziò da abbaiare come un cane. Reitman chissà che diavolo si pensò, e la ingaggiò subito. L'effetto di Dana che fluttua come il Mago di Segrate fu ottenuto grazie a dei semplici cavi, ditto per i libri svolazzanti. I cassetti che si aprono da soli avevano dei tizi dietro un falso muro che li spingevano. Alta teNNologia, mica fischiett.

10 - La scena della prigione fu girata in un vecchio penitenziario abbandonato, all'epoca ritenuto DAVVERO infestato dai fantasmi dopo la voce messa in giro da Aykroyd. Il produttore Medjuck dichiarò inoltre che avevano trovato degli strani graffi sulla pellicola. Reitman si impressionò sul serio, tanto che durante la produzione del film sperò di non dover tornare in quel posto. Gli disse bene, perché le prime riprese bastarono per completare la scena.

9 - Nella versione originale del soggetto scritta da Aykroyd, la storia era ambientata nel futuro e a fine film quello dei Ghostbusters diventava un franchise mondiale, con varie squadre in tutto il globo. La pellicola si apriva inoltre con gli Acchiappafantasmi già in servizio e una ripresa della Ecto-1 VOLANTE, e presentava UNA SERIE di mostri giganti. Nella traccia di commento del DVD, Reitman spiega che sarebbe stato impossibile girare quel tipo di film senza spendere "almeno 300 milioni di dollari del 1984" (Columbia ne cacciò in tutto 32). Per questo motivo venne ingaggiato Harold Ramis per tirar fuori uno script parecchio meno fantascienzo. Ramis rimise mano alla storia assieme ad Aykoryd, quando l'attore tornò dal ritiro di tre settimane autoimpostosi su un'isola per metabolizzare il lutto dopo la scomparsa di John Belushi.

8 - Per la stessa ragione, l'omino dei marshmallow Stay-Puft non sbuca dal mare accanto alla Statua della Libertà come previsto in un primo momento. Troppo difficile da girare, troppi soldi, troppo tempo.

Sul set si sono adoperate tre tute per il Marshmallow Man, ciascuna del costo di circa 20.000 dollari. Nessuna delle tre è sopravvissuta alla fine delle riprese.

Il marshmallow inzaccherante prodotto dall'esplosione del pupazzone era schiuma da barba. Secchiate di schiuma da barba. Un mare di schiuma da barba. Prima di esserne ricoperto, William Atherton chiese al regista se gli avrebbe fatto male quella doccia di schiuma molto densa. Reitman gli rispose: Mo' lo scopriamo, aspe'. L'unica cosa certa, è che uno dei membri della troupe se ne uscì con un'allergia al mentolo. Lo capisci benissimo, povero cristo, ché la maledetta schiuma da barba al mentolo ti fa piangere tipo la sigla di Remì. Fot*uta schiuma al mentolo.

7 - Il ruolo di Janine Melnitz fu offerto in un primo momento a Sandra Bernhard, ma finì ad Annie Potts. Lo script di Harold Ramis prevedeva una love story tra Egon e Janine (chiamalo stronzo), ma buona parte di quella sottotrama venne lasciata fuori. Alcune delle scene eliminate presenti sul DVD mostrano ad esempio Janine che regala ad Egon una monetina fortunata quando gli Acchiappafantasmi devono andare ad affrontare Gozer. Il loro rapporto sarebbe stato approfondito nella serie animata. Subtrivia: il nome di Egon Spengler contiene un doppio omaggio. A uno studente straniero conosciuto da Ramis ai tempi del liceo, che faceva di nome perlappuntamente Egon, e al filosofo tedesco Oswald Spengler.

6 - In tutto il film è stata usata una sola auto per la Ecto-1 (una limo Cadillac del '59 convertita in ambulanza dalla Miller Meteor, azienda specializzata nel pimpare veicoli per farne ambulanze o carri funebri). Un solo carcassone di venticinque anni prima, con tutti i rischi del caso. E infatti durante una scena, quando Ray e Winston sono in auto sul ponte di Brooklyn, la macchina si è scassata e hanno dovuto ripararla. Nell'edizione Blu-Ray del film si spiega che, finite le riprese, il veicolo venne abbandonato in un magazzino della Universal, dal quale è stato tirato fuori solo di recente. L'idea iniziale era quella di dipingere l'ambulanza di nero, ma ci si rese conto che non era una grande pensata, dovendo girare molte scene esterne in notturna. Come quella in cui si vede correre l'ambulanza per Manhattan, girata nei primi giorni di riprese… praticamente senza permessi.

Subtrivia: sia nel primo che nel secondo film, nessuno la chiama mai Ecto-1 o Ectomobile. Succede solo nel cartone animato, The Real Ghostbusters, dove Ray la definisce "una di famiglia".

5 - Sulla porta dell'ufficio di Peter Venkman sarebbero dovute apparire delle robe di maleducazione, ma per avere un film per famiglie ci si limitò a un "Venkman brucia all'inferno" che è una citazione della scena finale di Carrie - Lo sguardo di Satana, quando si vede un cartello vendesi su cui qualcuno ha scritto "Carrie Burn in Hell".

Altre citazioni? Quel "Nice shootin', Tex!" che dice Venkman dopo che hanno devastato l'hotel per prendere Slimer, sostengono alcuni, sarebbe un omaggio a Tex Willer, anche se non ne sei molto convinto (magari una semplice frase da western? Tex come tizio texano? Boh).
Tra le fonti di ispirazione certe, citate espressamente dagli autori ci sono invece un cartone Disney del '37 (Lonesome ghosts, con Topolino, Paperino e Pippo a caccia di fantasmi e muniti di ambulanza), e alcuni film con Bob Hope che piacevano ad Aykroyd, come Il fantasma di mezzanotte (1939) e La donna e lo spettro (1940).

Poi c'è il discorso del nome. Il titolo originale con cui venne registrato il film era The Ghost Busters, scritto staccato, perché Columbia aveva acquistato per andare sul sicuro i diritti del telefilm omonimo della Filmation con lo scimmione.

In seguito Filmation tirò fuori come noto il suo cartone (Filmation's Ghostbusters) e quello degli Acchiappafantasmi venne chiamato perciò The Real Ghostbusters. Ma questo lo sapete tutti. Il logo con il divieto e il fantasma era stato ideato invece da un amico di Aykroyd (tra le comparse nella scena della prigione): la Harvey Comics citò in giudizio la Columbia, sostenendo che era un clone di Fatso, uno degli zii del fantasmino Casper. Ma due anni più tardi il giudice dispose che un fantasma non è che puoi disegnarlo in tanti modi diversi, ecco. Ché se no pure il Lavasbianca, allora.

4 - Un anno dopo l'uscita, Reitman incontrò William Atherton: si aspettava un accoglienza calorosa da parte dell'attore, e invece per poco quello non lo prese a sputi. Atherton gli spiegò che il personaggio di Walter Peck gli aveva praticamente rovinato la vita. Fare lo stronzo in una commedia di tale successo, pare, volesse dire ritrovarsi circondato da gente che ti urlava le peggio robe per strada o cercava di menarti nei bar. No, DAVVERO.

3 - Nei progetti iniziali, gli Acchiappafantasmi avrebbero dovuto indossare delle tute tipo SWAT, con tanto di casco, e combattere i fantasmi... con delle bacchette magiche. Negli storyboard del film si vedono infatti queste bacchettone attaccate agli zaini protonici.

2 - Nel primo film non ha un nome, ma tutta la troupe lo chiama "Onionhead", visto che è un fantasma puzzone. Dan Aykroyd, invece, sul set lo chiama Bluto, perché gli ricorda il personaggio di Belushi in Animal House. Sarà solo la serie animata a dargli un nome vero e proprio: Slimer.

1 - Aykroyd rivelò in un'intervista che la scena della sigaretta incollata al labbro era stata prevista, non fu casuale. Ma anche che non venne utilizzato alcun tipo di adesivo, se non la sua saliva. Il produttore Joe Medjuck racconta invece che tra il primo e il secondo film era cambiata notevolmente la sensibilità delle major hollywoodiane in merito al fumo: in Ghostbusters II (1989) nessuno dei protagonisti fuma. Harold Ramis, in quella stessa commentary track, ci fa subito lo scherzone e aggiunge che erano passati direttamente all'ecstasy.
Ah, un'ultima cosa. La prima scelta per il titolo del film era un'altra. Dan Aykroyd pensava a qualcosa tipo Ghost Smashers



da: L'antro atomico del Dr. Manhattan

http://docmanhattan.blogspot.it/2013/04 ... sters.html

Hank Luisetti
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 17:36

I predatori dell'arca perduta

Titolo originale Raiders of the Lost Ark
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 1981
Durata 110 min
Colore colore
Regia Steven Spielberg
Soggetto George Lucas
Sceneggiatura Lawrence Kasdan
Produttore Frank Marshall
Produttore esecutivo George Lucas e Howard Kazanjian
Fotografia Douglas Slocombe
Montaggio Michael Kahn e George Lucas (non accreditato)
Effetti speciali Industrial Light & Magic
Musiche John Williams
Scenografia Norman Reynolds

Interpreti e personaggi

Harrison Ford: Indiana Jones
Paul Freeman: René Belloq
Karen Allen: Marion Ravenwood
Wolf Kahler: Col. Herman Dietrich
Ronald Lacey: Arnold Ernst Toth
John Rhys-Davies: Sallah
Denholm Elliott: Dott. Marcus Brody
Anthony Higgins: Magg. Gobler
Don Fellows: Col. Musgrove
William Hootkins: Magg. Eaton
Alfred Molina: Satipo
Fred Sorenson: Jock
Sonny Caldinez: Mean Mongolian
Tutte Lemkow: Imam
Souad Messaoudi: Fayah
George Harris: Simon Katanga
Pat Roach: Grosso meccanico tedesco

20 - L'idea di girare un film su un archeologo amante delle avventure pericolose nasce nella mente di George Lucas nello stesso periodo in cui sta pensando a questa storia ambientata nello spazio, dal tono simile a quello delle avventure di Flash Gordon. Quel film, lì, Guerre Stellari. Lucas parla del progetto allo sceneggiatore Philip Kaufman, ed è proprio Kaufman a suggerire di incentrare la trama sulla ricerca dell'Arca dell'Alleanza.

Steven Spielberg entra in ballo solo più tardi: è il 1977, Star Wars sta per uscire nelle sale americane, e Lucas segue un vecchio rito scaramantico, andandosene in vacanza in attesa dei primi dati del botteghino. Spielberg raggiunge l'amico alle Hawaii, proprio mentre a Lucas arriva la notizia che sì, quel film di fantascienza in stile Flash Gordon sta prendendo a cinquine qualsiasi altra cosa e facendo andare di matto il pianeta. I due si mettono allora a discutere di altri progetti e Spielberg confessa il suo desiderio di girare un film di James Bond. Lucas, che di lì a poco avrebbe coinvolto anche lo sceneggiatore Lawrence Kasdan, gli risponde che ha qualcosa di meglio in cantiere…

19 - È noto che George Lucas avrebbe voluto Tom Selleck come protagonista del film. Meno noto è che Spielberg non era d'accordo: la sua prima scelta per i panni del professor Jones è sempre stata sin da subito Harrison Ford. Lucas era contrario perché aveva già diretto l'attore sia in American Graffiti che in Guerre Stellari, e chiamò il carismatico baffone: i primi screentest del film mostrano infatti Selleck con il cappello di Indy, assieme a una certa attrice di cui parleremo tra un attimo. Il problema è che Tom aveva già preso degli impegni per Magnum P.I., e anziché prendere la parte se la prese in saccoccia. La serie entrò in produzione solo una volta terminate le riprese de I predatori dell'arca perduta, e Selleck se ne restò alle Hawaii a rigirarsi i pollici. Tempo dopo, avrebbe girato nell'ottava e ultima stagione di Magnum P.I. una parodia del film,
un episodio intitolato Legend of the lost art (in Italia, visto che chi sceglieva i titoli non andava al cinema dal '65, Il segreto della caverna). Altri attori presi in considerazione per la parte, prima di accontentare Spielberg e telefonare a Ford solo tre settimane prima di iniziare a girare: Peter Coyote, Chevy Chase, Nick Nolte, Steve Martin, Bill Murray (ciccia, perché era impegnato con il SNL) e Jack Nicholson.

18 - I predatori dell'arca perduta è tutto una citazione dei film d'avventura degli anni 40 e 50, e soprattutto dei serial della Republic Pictures, con intere sequenze riprodotte fedelmente. Ma dentro I predatori dell'arca perduta c'è anche un po' di Ombre Rosse e Orizzonte perduto (l'aereo), un omaggio a Quarto Potere (la lunga carrellata aerea nella scena finale nel magazzino), eccetera, eccetera. I predatori è in pratica, in quanto a citazioni e omaggi, un film di Tarantino quando ancora Tarantino faceva la maschera in un cinema zozzo di Torrance. Quello che invece è meno noto è che la celebre sequenza iniziale con l'idolo e il masso rotolante cita due fumetti Disney di Carl Barks. Nella fattispecie si tratta di: "The Seven Cities of Cibola" (Uncle $crooge n. 7, settembre 1954. In Italia "Zio Paperone e le sette città di Cibola") e "The Prize of Pizarro" (Uncle $crooge n. 26, giugno 1959. In Italia "Zio Paperone e l'oro di Pizarro"), usciti quando Spielberg e Lucas erano due rEgazzini e quel fumetto lo leggevano. Nel primo i Bassotti spostano un idolo e fanno precipitare un enorme masso rotolante, nel secondo Paperone e nipoti attivano in un tempio varie trappole.


17 - Lucas voleva chiamare il protagonista Indiana Smith. Il nome Indiana, avrebbe detto lo stesso professor Jones al padre, alla fine di Indiana Jones e l'ultima crociata, "era il nome di un cane". Quello di Lucas.

Indiana era infatti l'Alaskan Malamute del cineasta, già fonte d'ispirazione per il personaggio di Chewbacca in Star Wars. Il cognome Smith, invece, voleva essere un omaggio al personaggio interpretato da Steve McQueen in Nevada Smith. Solo che a Spielberg il cognome non piaceva, pensava suonasse male e propose di usare Jones.

Per quanto riguarda il nome della protagonista femminile, Marion Ravenwood (Karen Allen, la cugina di Flash), Marion era il nome della nonna della moglie di Lawrence Kasdan, mentre Ravenwood veniva da Ravenwood Court, stradina di Beverly Glen, Los Angeles. Marion sarebbe dovuta apparire anche nel seguito, ma poi si decise di ambientare Il tempio maledetto prima degli eventi de I predatori dell'arca perduta, e perciò il personaggio fu parcheggiato fino al quarto film. Quando torna da Indy portandosi dietro una sorpresa bella cresciuta e con la faccia da pistola.

Il nazista con gli occhialetti si chiama invece Toht, e il suo nome viene pronunciato Tod, "morte" in tedesco. Per quella parte, Spielberg contattò Klaus Kinski ("no, grazie"), e si pensò a un certo punto anche di munire il villain di braccio artificiale con mitragliatrice incorporata.

16 - Nello script era presente una scena ambientata a Shangai: per recuperare un pezzo del bastone di Ra, Indy finiva in un bar di laggiù, gli sparavano addosso e si riparava dalle raffiche di mitra facendo rotolare un enorme gong. In un'altra sequenza, lui e Marion avrebbero dovuto fuggire a bordo di un carrello minerario. Tutte e due le scene, scartate per I predatori dell'arca perduta, sono state utilizzate per Indiana Jones e il tempio maledetto.

15 - Per la parte di Marion sono state prese in considerazione varie attrici, come Amy Irving e Debra Winger. In tutti gli screentest per trovare il protagonista maschile, gli attori recitano con Sean Young. La Young sarebbe poi apparsa al fianco di Harrison Ford in Blade Runner.

Il ruolo di Sallah fu offerto invece da Stefanuzzo a Danny DeVito, che però era impegnato con la serie Taxi. DeVito avrebbe avuto poi un ruolo simile nel clonazzo All'inseguimento della pietra verde.

Per il Dr. Rene Belloq, Spielberg avrebbe voluto invece il nostro Giancarlo Giannini o Jacques Dutronc, ma siccome nessuno dei due parlava inglese, fu chiamato Paul Freeman.

14 - Lasciando perdere la triste storia del nuovo doppiaggio del film presente nell'edizione su Blu-Ray (sì, quella in cui Indy ha la voce dell'ubiquo Pino Insegno), parliamo delle voci dei nazisti nella traccia inglese. Anche quelle sono state aggiustate nel tempo, perché nella versione originale i nazisti parlavano un tedesco terrificante, con un forte accento americano.

Subtrivia 1: alla fine del film, nella scena del sottomarino, l'altoparlante urla dei numeri in tedesco. Sono 1, 1, 3 e 8: un omaggio al THX-1138 (L'uomo che fuggì dal futuro) di Lucas.

Subtrivia 2: la scena della scimmia che fa il saluto nazista, ideata da Lucas, è una delle preferite di Spielberg di tutto il film.

13 - Nessuno studio di Hollywood voleva girare I predatori dell'arca perduta. La serie di porte sul naso rimediate da Lucas e Spielberg era legata a una questione molto semplice: i soldi. Nessuno, neanche il boss della Paramount, Michael Eisner, che alla fine si convinse ad accettare perché entusiasta dello script, era convinto che un film del genere fosse davvero possibile girarlo con 20 milioni di dollari, come andavano ripetendo Lucas e Spielberg. E, beh, era vero: di milioni di dollari ce ne vollero alla fine circa 22. Ma una volta arrivato in sala, I Predatori ha rimediato in totale 384 milioni di cucuzze, 9 nomination e 5 Oscar. Cui vanno aggiunti 400 milioni di dollari arrivati poco dopo solo dal noleggio delle VHS. In tutto questo, Steven Spielberg era convinto di aver girato un B-movie.

"Tutto quello che volevo fare", dichiarò in seguito, "era girare una versione migliore dei vecchi serial Republic".

Lucas, invece, come al solito l'aveva vista lunga, stringendo un accordo con la Paramount che gli avrebbe fruttato metà degli incassi, se questi avessero superato una certa quota. Fatevi due conti.


12 - Non che gliene freghi davvero qualcosa a qualcuno, intendiamoci, ma nonostante il lavoro di ricerca effettuato per mezzi e ambientazione, I predatori dell'arca perduta è zeppo di anacronismi: le mitragliatrici MP38 dei tedeschi vennero adottate solo nel '38 (il film è ambientato nel 1936), ad esempio, e l'anticarro Panzerfaust usato da Indy per minacciare i nazisti nel '43. Ma, soprattutto, i nazisti non giravano liberamente per l'Egitto, controllato dal Regno Unito, e non potevano avere le insegne dell'Afrika Corps (corpo nato nel '41), e la mappa mostrata durante gli spostamenti in aereo non poteva indicare la Thailandia, perché allora si chiamava Siam.

11 - All'inizio del film, sull'aereo con cui Indy sfugge agli indios in Sud America si legge la sigla OB-CPO, un omaggio a Obi-Wan Kenobi e C-3PO.

Più avanti, nel Pozzo delle Anime, quando Indy e Sallah trovano l'Arca dell'Alleanza, si intravedono i geroglifici dei droidi C-3PO e R2-D2.

Parlando del Pozzo delle Anime, I predatori dell'arca perduta inaugura una tradizione poi portata avanti in tutti i film di Indiana Jones: infilarci almeno una scena in cui il protagonista è alle prese con animali schifosi: serpenti nel primo, insetti giganti nel Tempio maledetto, ratti nell'Ultima crociata e… scimmie e formiche assassine ne Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Vabbè. Per girare la scena del Pozzo, la produzione cercò tutti i serpenti di Londra e città limitrofe.

Si rimediarono così circa 2.000 serpenti di varie specie, ma secondo Spielberg non erano abbastanza per coprire tutto il set. Il regista ne chiese almeno altri 7.000 e così fecero arrivare crotali da praticamente ovunque. Ma a Spielberg non bastavano ancora, la produzione partì ma con un Ma che diavolo vuoi santapolenta, e ci misero dei pezzi di tubo da giardinaggio tagliati.

Non tutti i serpenti veri erano però inoffensivi come i tubi di gomma tagliati. L'assistente alla regia David Tomblin venne morso da un pitone, che non è un serpente velenoso, ok, ma gli restò attaccato alla mano e non si staccava. Finché Tomblin non trovò qualcuno e gli chiese di scuotere il pitone per la coda per fargli mollare la presa. A un altro pitone andò peggio, perché fu morso da uno dei cobra e morì. Per evitare che anche Harrison Ford facesse la stessa fine, venne separato dai cobra da una spessa lastra di vetro. Nel film, quando Indy e il serpente vengono illuminati da un lampo, si vede per un istante un riflesso sul vetro.

... continua ...
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 17:37

I predatori dell'arca perduta - Part II

10 - Quando ancora non c'era il computer a far tutto, gli effetti speciali (visivi e audio) erano molto, molto, molto più artiginali, come abbiamo visto a proposito di Ghostbusters. I fantasmi che si vedono alla fine furono ottenuti filmando sott'acqua dei manichini con una lente speciale. Il suono dei cazzotti, colpendo una pila di giacche di pelle con una mazza da baseball.

Quello dell'apertura dell'Arca, invece, a casa del sound designer Ben Burtt, alzando il coperchio dello sciacquone nel bagno.

"Caro, che stai facendo in piedi sul cesso con quel microfono in mano?", "Zitta, sto lavorando".

9 - I predatori dell'arca perduta si apre con una versione del logo Paramount usata negli anni 40 e 50. Subito dopo, la prima inquadratura del film è per una montagna che ricorda quella sul logo. La stessa cosa è avvenuta in tutti gli altri film della serie:

8 - Il cappello di Indy fu comprato nel celebre negozio di cappelli Herbert Johnson di Saville Row, a Londra, dove veniva venduto come "modello australiano". Il problema è che quel cappello nuovo era troppo… beh, nuovo. La costume designer Deborah Nadoolman provò a stropicciarlo e piegarlo più volte, quindi ci si sedette sopra e chiese a Harrison Ford di fare lo stesso. Niente rende più vissuto un cappello che il sedere di una star hollywoodiana. Il fatto che Indy non perda mai il cappello fa sempre parte del grande omaggio ai serial degli anni 40 e 50, dove gli eroi non perdevano mai il copricapo, qualunque cosa facessero, perché non era una cosa da gentiluomini affrontare nemici e pericoli a capo scoperto. Pertanto a) il cappello veniva attaccato alla testa di Ford con il nastro biadesivo, e b) in tutta la serie c'è questa gag di lui che sta attentissimo al cappello. Nonostante questo, gli cadrà una volta sia in Indiana Jones e il tempio maledetto che in Indiana Jones e l'ultima crociata.

Anche la giacca di Indy era nuova e fu invecchiata dai costumisti trattandola male. In totale, tra quelle indossate da Ford e quelle per gli stuntman, ne furono usate 10. Anche della frusta furono impiegate più versioni, alcune delle quali più corte, a seconda del tipo di ripresa, ma la principale era lunga 3 metri ed è stata venduta all'asta nel dicembre del '99 da Christie per 43.000 dollari. Cappello e (una) giacca sono invece in mostra allo Smithsonian Museum.

7 - Le riprese in Tunisia furono un vero inferno per tutti, tanto che Steven Spielberg ridusse i tempi, girando in quattro settimane e mezzo anziché nelle sei previste. La temperatura altissima era però solo uno dei tanti problemi, perché cast e troupe si ammalarono di dissenteria. L'unico a non avere il cagotto era Spielberg, che in quelle settimane lì evitò qualsiasi cibo locale nutrendosi solo di schifosissimi spaghetti già pronti in lattina che si era portato da casa.

Peggio di tutti era andata a John Rhys-Davies (Sallah). In una scena tagliata presente sul DVD, un nazista punta una pistola al futuro Gimli de Il signore degli anelli. Spielberg gli chiese di piegarsi in avanti, ma l'attore aveva il colera, un febbrone da cavallo e l'intestino molto delicato, e, beh, si cagò sotto davanti a tutti.

Parlando di situazioni dimmerda, quando non si trovava manco uno stuntman per interpretare il pilota dell'Ala volante tedesca, perché erano tutti a maledire la Tunisia e chi l'aveva inventata chiusi in qualche bagno, si fece avanti baldanzoso il produttore Frank Marshall. Per un leggerissimo errore di calcolo, Marshall non aveva pensato che gli sarebbe toccato infilarsi un completo pesante da pilota, casco incluso, e starsene nell'abitacolo del velivolo sotto il sole per tre giorni di riprese. Con una temperatura che superava i 45°C. Bella pensata, Frankie.

6 - Sono stati utilizzati tre diversi stuntman per Harrison Ford. La scena più impegnativa toccò a Terry Leonard: è quella in cui Indy finisce sotto al camion e spunta da dietro attaccato alla frusta. Si tratta di un omaggio a Carovana d'eroi (1940), che conteneva una scena simile, e Terry Leonard ci aveva già provato un anno prima sul set de La leggenda del ranger solitario. Senza riuscirci. Contento di poterci riprovare, chiese solo che alla guida del camion ci fosse un amico e collega di cui si fidava. Il mezzo era stato modificato per alzarne ulteriormente la pancia dal suolo, e una parte concava al centro facilitava l'esecuzione del numero. In più, la scena venne girata a 20 frame al secondo anziché 24, per far sembrare tutto più veloce su pellicola. Nella parte finale della sequenza, quello trascinato al suolo è davvero Harrison Ford: in una ripresa effettuata nel dietro le quinte, si sente l'attore scherzarci su, dicendo che se fosse stata davvero una roba pericolosa, gli avrebbero fatto girare prima molte altre scene del film.

Quello che Ford non dice è che arrivò a fine giornata con tutta una collezione di escoriazioni e lividi sulle costole.

Ma siccome girare film d'azione è una faccenda più pericolosa di quanto si possa pensare, quello non fu l'unico incidente sul set per l'attore. Nella scena dell'aereo fuori controllo ci lasciò un legamento del ginocchio. Ma siccome non si fidava del sistema sanitario tunisino, ché già la storia del cagotto era stata un monito sufficientemente valido, andò avanti a impacchi di ghiaccio fino alla fine delle riprese là nel deserto.

Il celebre masso rotolante, una delle trappole attivate quando Indy a inizio film prende l'idolo (copia modificata di un idolo della fertilità Inca, per la cronaca), era una palla con un diametro di 6 metri, realizzata in fibra di vetro, ma comunque bella pesante per farla rotolare in quel modo. Harrison Ford dovette ripetere quella corsetta con tuffo finale (su un materasso) due volte per ciascuna delle cinque inquadrature utilizzate, per un totale di dieci volte. Ford - Masso finto pezzente = 10 - 0. Ah, a un certo punto, durante la corsa, Indy inciampa per un attimo: non era previsto dal copione, Ford era davvero scivolato.

5 - Quando Indy spara al camion, quest'ultimo avrebbe dovuto sbattere contro il sostegno in cemento del palo e ribaltarsi. Ma gli esplosivi utilizzati non erano abbastanza potenti, e il camion anziché capovolgersi prosegue su due ruote per qualche metro e poi si rovescia su un fianco come si vede nel film. Non c'era tempo per riprovarci: buona così, tutti in albergo, occhio all'acqua del rubinetto e al ghiaccio nella coca cola.

Nella scena in cui Indy minaccia i nazisti con il lanciarazzi, si vede una mosca entrare nella bocca di Paul Freeman (Belloq). Pur di continuare a girare, da vero professionista Freeman la ingoia:

Secondo la rivista Empire, è una delle scene che ha reso più popolare l'utilizzo del tasto Pausa nei videoregistratori di mezzo mondo. Per la cronaca, il canyon in cui si svolge la scena è lo stesso in cui R2-D2 veniva rapito dai Jawa nel primo Star Wars.

4 - I predatori dell'arca perduta è stato il primo film americano dell'inglese Alfred Molina, il futuro Dottor Octopus. Il primo giorno che si presentò sul set, gli dissero che doveva farsi tappezzare la schiena di ragnoni giganti simili a tarantole. Vivi.

Il problema è che gli aracnidi non si muovevano perché, secondo il tizio che li aveva portati, erano tutti maschi, e ci voleva una femmina per farli combattere e sembrare più vivi. E l'hanno fatto, eh. Ci hanno messo una femmina e quelli sono impazziti. Vai a bere un bicchiere d'acqua, ché ti senti male. Riprendiamo tra un attimo. porcapaletta

3 - Bozzetti preparatori e concepl art del film furono affidati da George Lucas a Jim Steranko, grandissimo disegnatore che rivoluzionò con i suoi lavori ispirati a Warhol, al surrealismo e ai film di James Bond il fumetto americano. I suoi numeri di Nick Fury: Agent of Shield e di Capitan America (raccolti eoni fa in uno speciale Star Comics, Capitan America: Stanotte muoio) hanno fatto letteralmente epoca.

Oltre che per I predatori dell'arca perduta, Steranko ha curato i bozzetti preparatori anche del Dracula di Bram Stoker di Coppola.

2 - Il wrestler inglese Pat Roach viene ucciso due volte nel film: la prima è lo sherpa nepalese gigante nel bar che va in fiamme, la seconda è il meccanico tedesco energumeno che finisce macinato dall'elica dell'aereo. Non è tutto: Roach sarebbe apparso in altri due film della serie: in Indiana Jones e il tempio maledetto è il capo dei Thugs, mentre in Indiana Jones e l'ultima crociata è un ufficiale della Gestapo, ma fa giusto una comparsata veloce, perché il suo scontro con Indy è stato tagliato. Scomparso nel 2004, Roach non ebbe modo di partecipare al quarto film, ma per rispettare la tradizione in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo venne comunque infilato un personaggio della sua mole (il colonnello Dovchenko).

1 - Una delle scene più famose del film, quella in cui Indy spara allo spadaccino sborone, NON era prevista dal copione. O meglio: Indy avrebbe dovuto prendersi a cazzotti e cinquine con il tipo, dopo avergli fatto cadere la spada di mano con un colpo di frusta. Il problema? Il cagotto! Sia lui che praticamente tutto il resto del cast e della troupe tranne Spielberg, che come visto poco sopra era lì a a girare, mangiare spaghetti schifosi precotti e fare il gesto dell'ombrello a tutti, stavano talmente uno schifo che nessuno c'aveva la voglia o la forza di mettersi a girare una scazzottata.

Harrison Ford allora propose: "Oh, che ne dite se a questo povero stronzo gli sparo e ciao?".

Spielberg fu entusiasta dell'idea, gli altri figurati.

Ah, tra una pausa e l'altra delle riprese, Spielberg chiacchierava con Melissa Mathison, all'epoca seconda e non ultima moglie di Harrison Ford e lì per portargli l'imodium, di questa idea che aveva per un altro film. Un film che di lì a poco la Mathison e Spielberg avrebbero scritto assieme.

Questa storia di un alieno rompicoglioni che non si era portato dietro manco uno straccio di telefonino, magari ne avete sentito parlare...



da: L'antro atomico del Dr. Manhattan

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Hank Luisetti
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 17:53

Ritorno al Futuro

Titolo originale Back to the Future
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 1985
Durata 117 min
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 1,85:1
Genere commedia, fantascienza
Regia Robert Zemeckis
Sceneggiatura Robert Zemeckis, Bob Gale
Produttore Bob Gale, Neil Canton
Produttore esecutivo Steven Spielberg, Kathleen Kennedy, Frank Marshall
Fotografia Dean Cundey
Montaggio Harry Keramidas, Arthur Schmidt
Effetti speciali Kevin Pike
Musiche Alan Silvestri, Huey Lewis & The News (canzoni)
Scenografia Lawrence G. Paull

Interpreti e personaggi

Michael J. Fox: Marty McFly
Christopher Lloyd: "Doc" Emmett L. Brown
Lea Thompson: Lorraine Baines McFly
Crispin Glover: George McFly
Thomas F. Wilson: Biff Tannen
Claudia Wells: Jennifer Parker
Marc McClure: Dave McFly
Wendie Jo Sperber: Linda McFly
James Tolkan: Strickland
Norman Alden: Lou Caruthers
Donald Fullilove: Goldie Wilson
George DiCenzo: Sam Baines
Frances Lee McCain: Stella Baines
Harry Waters Jr.: Marvin Berry
Will Hare: Il "Vecchio" Peabody
George 'Buck' Flower: Red il senzatetto
Billy Zane: Match
J.J. Cohen: Skinhead
Casey Siemaszko: 3-D

20 - Da anni circola sull'internetto una voce secondo cui, prima di tirar dentro Robert Zemeckis, Spielberg e la Universal abbiano offerto la regia del film a Leonard Nimoy; questi, raccontano le leggende, avrebbe declinato perché già alle prese con Star Trek IV/Rotta verso la Terra. Bene, qualche anno fa, rispondendo alle domande degli appassionati sul sito bttf.com, Bob Gale (produttore e sceneggiatore del film) ha bollato tale voce come meenchiata priva di fondamento.

19 - Per buona parte del film, Doc Brown cammina incurvato: non sono gli anni. Per compensare la differenza d'altezza tra lui e Marty (più di venti centimetri), Zemeckis impiegò tutta una serie di rialzi e di altri escamotaggi pernasconi, ma quando Christopher Lloyd e Michael J. Fox dovevano apparire nella stessa inquadratura, il primo era costretto a piegarsi. Subtrivia: Doc non dice mai "Grande Giove!": il suo "Great Scott!" fu tradotto così solo nei due seguiti, mentre nel primo film è diventato "Bontà Divina!".

18 - La parte di Marty McFly è stata pensata sin dal primo momento per Michael J. Fox. Come tutti i fan di Ritorno al Futuro sanno, però, la produzione iniziò a girare il film senza di lui, affidando il ruolo a Eric Stoltz. Era successo che Meredith Baxter, collega di Michael J. Fox nel telefilm Casa Keaton, era rimasta incinta: per colmare il vuoto lasciato dalla sua assenza, gli autori del serial avevano affidato molte più scene del solito a Fox, che non poteva quindi lasciare il set.

Bob Gale e Robert Zemeckis ingaggiarono perciò Stoltz e iniziarono le riprese. Dopo quattro settimane, però, si resero conto che non andava e ricontattarono Fox, che riuscì a portare avanti entrambi gli impegni lavorando come un pazzo: di giorno girava Casa Keaton, la sera dopo le 18 il grosso del film (ora sapete perché ci sono così tante scene in notturna), nel week-end gli esterni di giorno.

"Vatti a fare un giro, Ciccio"

Universal spese circa 3 milioni di dollari extra per rigirare tutte le scene già realizzate con Stoltz. Fox - che per l'impegno con Casa Keaton non ebbe modo di partecipare in seguito ai tour promozionali del film - dormì in quel periodo solo cinque ore per notte. Beato lui.

17 - Anche Christopher Lloyd era stato la prima scelta per Doc Brown (su pressione del produttore Neil Canton, che aveva lavorato con lui ne Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione) ma in un primo momento aveva rifiutato la parte. Fu la moglie a convincerlo. Lea Thompson fu scelta come Lorraine perché aveva recitato già con Eric Stoltz in The Wild Life, e sempre Stoltz fu indirettamente l'artefice del casting di Biff. L'attore scelto inizialmente, J.J. Cohen, venne considerato non abbastanza alto per fare il bullo con Stoltz e perciò è finito a interpretare uno dei membri della gang di Biff. Sempre parlando di casting, pare che tra i sostituti di Fox, prima di arrivare a Stoltz, sia stato preso in considerazione Ralph Macchio. Il ragazzo del karate rifiutò, considerando il film "solo una storia su un ragazzino, un'auto e delle pillole di plutonio". Bella pensata, Daniel-San.

16 - Michael J. Fox è nato solo dieci giorni dopo Lea Thompson (nel film, con cinquanta chili di trucco in faccia, sua madre) e tre anni PRIMA di Crispin Glover (nel film, suo padre). Non è finita. Wendie Jo Sperber, che interpreta Linda McFly, la sorella di Marty, passa tre anni alla Thompson e SEI a Glover.

15 - All'inizio del film c'è un omaggio a Stanley Kubrick voluto da Spielberg. Presente la scena in cui Marty va a casa di Doc e collega la chitarra al superampli? Quando gira la manopola, si vede un'etichetta fatta col dymo: "CRM 114". È il nome di un accrocchio radio ne Il Dottor Stranamore, sigla poi riutilizzata da Kubrick in altri suoi film (il sedativo durante il trattamento curativo in Arancia Meccanica, un taxi in Eyes Wide Shut). Sempre a proposito di citazioni, il George McFly del 1955 è un patito del telefilm fantascienzo Science Fiction Theatre: in quella serie apparve anche Michael Fox, attore americano classe 1921 per distinguersi dal quale - la Screen Actors Guild non permetteva di registrare due tizi con lo stesso nome - il giovane Michael Fox aveva adottato la J puntata.

14 - Nelle innumerevoli versioni dello script (40, si narra) continuamente rigettate dalla produzione, la macchina del tempo ha assunto forme diverse. All'inizio doveva essere un accrocchio laser montato in una stanza apposita, poi un frigorifero finito in un'area di test per ordigni nucleari nel Nevada, e Zemeckis raccontò in seguito che l'idea era stata scartata perché Spielberg aveva paura che i ragazzini finissero per rinchiudersi nel frigo di casa per emulazione. A un certo punto saltò fuori la DeLorean (vedi sotto), ma sempre con un'atomica di mezzo. Finché i produttori non si sono fatti due conti e hanno deciso che quella roba del Nevada era meglio lasciarla perdere. I fulmini. Quelli costava molto meno metterli su. Quanto a Spielberg, 23 anni dopo avrebbe cambiato idea su quella storia dei frigoriferi e delle esplosioni nucleari.

13 - Quando venne girato il film, non erano in cantiere dei seguiti. Zemeckis spiegò che altrimenti non avrebbe lasciato salire Jennifer sulla DeLorean con Marty e Doc alla fine. Non a caso, all'inizio del secondo film Jennifer - Claudia Wells non era disponibile perché sua madre si era ammalata, ed era stata sostituita da Elizabeth Shue - viene tolta di mezzo con un escamotaggio. La scritta "To Be Continued" che molti ricordano prima dei titoli di coda venne inserita nell'edizione in VHS, uscita quando il seguito era già in lavorazione. Subtrivia: i due sequel non hanno sbancato i botteghini come l'originale. Ritorno al Futuro ha incassato negli USA nel primo anno 197 milioni di dollari, Parte II (costato più del doppio) si è fermato a 118, Parte III a 87. Il quarto film, quello che Cristopher Lloyd sognava venisse ambientato nell'Antica Roma, non si è mai concretizzato.

In compenso, l'anno dopo...

12 - L'idea di un film del genere balenò nella mente di Bob Gale quando si ritrovò tra le mani l'annuario scolastico del padre. Il futuro autore di Batman e Daredevil si ritrovò a fantasticare su come sarebbe stato frequentare il papà quando era un giovincello e magari diventare suo amico.

11 - Il cognome di Biff, Tannen, è una presa per il cul… un omaggio di Gale e Zemeckis all'ex boss della Universal Ned Tanen (una N), che aveva apprezzato talmente tanto lo script del loro 1964: allarme a New York arrivano i Beatles da buttarlo via, accusandoli di essere due antisemiti. Con tutto che Gale è ebreo. L'attore che interpreta Biff, Thomas F. Wilson, raccontò di averci quasi rimesso una clavicola nella scena in cui litiga con Marty nel bar. Eric Stoltz lo colpì infatti con troppa foga, in TUTTI i ciak della scena e nonostante Wilson gli avesse raccomandato di andarci piano.

L'attore meditava di vendicarsi nella scena del parcheggio durante il ballo, ma quando si arrivò a girarla Stoltz era stato già mandato a raccogliere asparagi. Quando si dice la sfiga. Last but not Of Us, il cognome della famiglia di Marty era in un primo momento McDermott: solo che aveva troppe sillabe, e così Zemeckis se n'è uscito con McFly. Peccato. "Non ci cascare tutte le volte, McDermott" suonava troppo tanto benissimo.

10 - Nella prima versione dello script, la schitarrata di Marty (eseguita con una Gibson ES-335, entrata in commercio solo tre anni dopo, nel '58, e in cui Fox cita, oltre ovviamente a Hendrix, la mimica di Angus Young degli AC/DC, la scalciata alle casse da concerto degli Who e i saltelli su una gamba di Chuck Berry) provocava una rivolta degli studenti, con tanto di ingresso in scena della polizia. Questo, e la scoperta di un "ingrediente segreto" per far funzionare la macchina del tempo, cambiavano il corso della storia, trasformando il presente di Marty, il 1985, in un mondo in cui il rock non era mai stato inventato e tutto era carburato a… Coca Cola. La Coca Cola e la polizia sono poi spariti dalla versione finale della storia, per lasciare posto… alla Pepsi. Tutti quelli che si lamentano del product placement di Ralph Spaccatutto dovrebbero ricordare quanto erano pieni di marchi ANCHE questi film degli anni 80. Pur non arrivando al grande tripudio di loghi del suo primo seguito
il primo Ritorno al Futuro venne imbottito di product placement da un apposito ufficio appena creato dalla Universal. Tra le tante offerte ricevute c'era anche l'interessamento della Coca-Cola e della Shell, ma si preferirono Pepsi e Texaco perché i loro loghi nel 1955 erano molto diversi. In totale, i riferimenti alla Pepsi nel corso del film sono 9: il fatto che Fox fosse allora uno dei testimonial della bibita può aver LEGGERISSIMAMENTE influito.

9 - Nel 1955 Marty chiede a un barista una Pepsi Free (versione senza caffeina lanciata nel 1982), quello capisce che vuole da bere gratis e gli risponde che non si fa credito nel suo locale. Nella versione italiana, McFly chiede una "Pepsi Senza", e il barista Lou risponde "…senza che? Se vuoi dire senza pagare hai sbagliato porta". La traduzione è abbastanza fedele, a differenza di un paio di altri scambi di battute resi oggetto di un adattamento piuttosto disinvolto. Sempre nel bar del '55, pochi secondi prima, Marty chiede una Tab (altra bibita senza zucchero, ma della Coca-Cola), il barista capisce che vuole il "conto" e gli chiede di ordinare prima qualcosa; nella versione italiana diventa "Dammi una Fanta" e il barista risponde "Fanta che? Vuoi della fantascienza da bere?".
L'altro famigerato cambio di marca italico riguarda gli slip. Lorraine chiama Marty Calvin Klein, perché legge il logo sulle mutande, ma in Italia Calvin Klein ancora non se lo incoolava nessuno, perciò si optò come noto per un Levi Strauss. Problema: sicuri-sicuri che una ragazza del '55 non conoscesse i Levi's?
Ultima sul product placement, giuri: tra le aziende che avevano cacciato il soldo c'era anche tipo il consorzio delle prugne della California, il California Raisin Board. 50mila cucuzze per promuovere le prugne nel film. Ma l'idea di piazzare da qualche parte durante il ballo Incanto sotto il mare una tazza piena di prugne faceva lo stesso effetto delle prugne, perciò la produzione non trovò di meglio che piazzare il logo della California Raisin Board su una panchina. La panchina su cui dorme Red il barbone quando Marty torna dal 1955. Quelli delle prugne si sono incazzati come iene e hanno voluto indietro i soldi. I permalosoni.

8 - Quando Doc spedisce Einstein per un minuto nel futuro, il cane e la DeLorean tornano indietro dopo un minuto e 21 secondi. Il numero 121 doveva piacere a qualcuno, perché i due riappaiono all'1,21 di notte e il flusso canalizzatore richiedeva come noto 1.21 gigowatt di elettricità per funzionare. "Troppo ganzo!"

7 - Lo scambio di battute tra Marty e Doc su Reagan ("Ronald Reagan! L'attore! Eh. E il vice-presidente chi è? Jerry Lewis?") doveva essere approvato dalla Casa Bianca, pare. Pare che i produttori, per questa cosa, se la facessero un attimo sotto. Pare anche che al presidente la battuta e il film siano piaciuti un frappo, tanto che nel suo discorso annuale al congresso del 1986 citò la pellicola di Zemeckis: "Never has there been a more exciting time to be alive, a time of rousing wonder and heroic achievement. As they said in the film Back to the Future, Where we're going, we don't need roads". In un making of del film, sull'edizione in DVD, si raccontava come durante una proiezione privata, arrivati a quella scena Reagan abbia chiesto di riavvolgere la pellicola per rivederla.

6 - Prima di approdare alla Universal, l'idea di Gale e Zemeckis venne rifiutata da numerose compagnie. Ma per ragioni diverse. Disney considerò troppo oscena per i suoi standard l'idea di un tizio che viene corteggiato dalla madre. Molte altre compagnie, invece, considerarono il film troppo POCO osceno. Erano gli anni de La Rivincita dei Nerds, Scuola di Polizia e Fuori di Testa: una commedia senza tette non andava da nessuna parte.

5 - Durante le riprese del film sono state usate tre diverse DeLorean: una per le scene di guida (una DeLorean DMC-12 del 1982 taroccata con un motore Porsche per renderla più scattante), una con gli interni modificati per le riprese in cui gli attori scendevano o salivano dal veicolo, e una tutta smontata per le riprese all'interno dell'abitacolo. Nell'edizione speciale in DVD della trilogia uscita nel 2002 si parlava di un motore 4 cilindri, ma le DeLorean avevano tutte un motore V6 da 130 cavalli. Quella usata su strada era un veicolo regolarmente registrato all'equivalente americano del PRA, con targa 3CZV657 e vanity plate (la targa personalizzata ottenibile pagando un extra alla motorizzazione) "OUTATIME". La DeLorean venne scelta perché aveva un look sufficientemente fantascienzo, specie per quelle porte ad ali di gabbiano. Quella cosa che Marty ci frega ripetutamente la capoccia contro non era prevista dal copione: uno degli sportelli era difettoso.
Subtrivia: John DeLorean fu ovviamente felicissimo di vedere la sua auto co-protagonista del film e scrisse una lettera di ringraziamento a Gale e Zemeckis. Di quest'uomo, del suo incredibile sogno e degli incredibili casini in cui si è cacciato, si diceva in questo post qui.

4 - La scena in cui Lorraine va con Marty a casa di Doc e il dottor Brown la saluta timidamente? È l'unica volta in cui Cristopher Lloyd e Lea Thompson hanno interagito davanti a una telecamera cinepresa, pur essendo apparsi insieme in cinque film e un film per la TV: i tre Ritorno al Futuro, Dennis la Minaccia (1993), il corto Haunded Lighthouse (2003) e The Right to Remain Silent (1996).

3 - Quando Marty si finge un alieno per spaventare il padre nel sonno ("Silenzio terrestre! Il mio nome è Darth Vader. Sono un extra-terrestre e vengo dal pianeta Vulcano!"), lo sveglia con una cassetta con su scritto "Van Halen". Si tratta di un brano senza titolo scritto da Edward Van Halen per il film The Wild Life, in cui appariva anche Lea Thompson.
Nella scena in cui c'è l'audizione per i gruppi a scuola, Marty e la sua band (i Pinheads) vengono interrotti dal giudice, che dice loro: "Mi dispiace, ragazzi, ma siete troppo rumorosi!". Il brano era una versione metal della theme song "The Power of Love" e il giudice è Huey Lewis, autore per la colonna sonora del film di quel pezzo e di "Back in Time".

2 - Ritorno al Futuro è stato il film di debutto per Billy Zane: è Match, uno degli sgherri di Biff. Un anno prima di Critters gli extraroditori e dodici prima di fare lo stronzo su quella nave che poi è affondata. The Phantom non è mai esistito LALALALA non sento LALALALA.

1 - Il capoccia della Universal, Sid Sheinberg, impose a Zemeckis una quantità di modifiche spaventosa. Chiese ad esempio al regista di cambiare il titolo in Spaceman from Pluto e di rimpiazzare con "I am a spaceman from Pluto", la gag dell'alieno con la tuta antiradiazioni di cui dicevamo sopra. Sheinberg era convinto che nessuno sarebbe mai andato a vedere nel 1985 un film con la parola "futuro" nel titolo, ma non aveva fatto i conti con Spielberg. Scaltro come una faina, il produttore rispose alla richiesta di Sheinberg ringraziandolo per la deliziosa battuta. Tutti ci si fecero sopra una bella risata, Sheinberg non ebbe il coraggio di dire che la sua era una richiesta seria e ingoiò il rospo. Non andò così per le ALTRE sue richieste: il professor Brown divenne Doc Brown, la madre di Marty (nei primi script indicata come Meg e poi Eileen) divenne Lorraine come la moglie di Sheinberg, ed Einstein un cane. Nelle intenzioni di Zemeckis e Gale, Einstein doveva essere uno scimpanzé: Sheinberg disse che nessun film con una scimmia aveva mai fatto del grano e pretese il cane.
Perché non aveva mai sentito parlare a quanto sembra di Filo da Torcere e Fai come ti Pare, con Clint Eastwood e l'orango Clyde. O di King Kong.


da: L'antro atomico del Dr. Manhattan

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 03/07/2013, 18:15

I Goonies

Titolo originale The Goonies
Paese di produzione USA
Anno 1985
Durata 114 min
Regia Richard Donner
Soggetto Steven Spielberg
Sceneggiatura Chris Columbus
Produttore Harvey Bernhard, Richard Donner
Produttore esecutivo Steven Spielberg, Frank Wilson Marshall
Fotografia Nick McLean
Montaggio Michael Kahn, Steven Spielberg
Effetti speciali Calvin Joe Acord
Musiche Dave Grusin
Scenografia J. Michael Riva

Interpreti e personaggi

Sean Astin: Mikey Walsh
Josh Brolin: Brandon Walsh
Jeff Cohen: Lawrence "Chunk" Cohen
Corey Feldman: Clark "Mouth" Devereaux
Kerri Green: Andy Carmichael
Martha Plimpton: Stef Steinbrenner
Jonathan Ke Quan: Richard "Data" Wang
John Matuszak: Lotney "Sloth" Fratelli
Robert Davi: Jake Fratelli
Joe Pantoliano: Francis Fratelli
Anne Ramsey: "mamma" Fratelli
Mary Ellen Trainor: Harriet Walsh
Keith Walker: Irving Walsh
Steve Antin: Troy Perkins
Curtis Hanson: Signor Perkins

20 - Anche se il film non lo spiega esplicitamente, i Goonies si chiamano così perché vivono (come a inizio pellicola viene ripetuto più volte) a Goon Docks, quartiere di Astoria, nell'Oregon. Ma "goony" nello slang ammerrigano vuol dire anche sempliciotto, e questo spiega perché Mikey ripeta spesso con quel tono da piccola fiammiferaia che loro sono solo dei "poveri Goonies". In una scena tagliata del film, quango i ragazzi si trovano nel pozzo dei desideri e Andy dice di non essere una Goonie, viene recitato il giuramento dei Goonies, che fa così: "I will never betray my goon dock friends / We will stick together until the whole world ends / Through heaven and hell, and nuclear war / Good pals like us, will stick like tar / In the city, or the country, or the forest, or the boonies / I am proudly declared a fellow Goony". La parte sulla guerra nucleare fa molto Anni 80, Wargames e fratelli Righeira, va detto.

19 - Tra le altre scene eliminate nella versione cinematografica (alcune delle quali poi ripescate per l'home video), la più celebre è quella della piovra: a fine film, quando i Goonies riabbracciano i loro genitori, Data racconta ai giornalisti di "una piovra spaventosa". In quella scena, una piovra spuntava dal mare accanto alla nave pirata di WIlly l'Orbo e afferrava Stef e Mouth.

A fermarla era lo stesso Data, che le infilava in bocca un walkman evidentemente impermeabile, addolcendo la bestia con un po' di musica dance. Il brano in sottofondo, parte della colonna sonora del film, era "8 Arms To Hold You" dei The Goon Squad.

Persa la scena col piovrone, sparì dal film anche il pezzo. Risultato: il maxisingolo stampato apposta non ha venduto una well-loved e oggi è ambitissimo tra gli appassionati dei Goonies. Le altre scene tagliate mostrano i ragazzi parlare (e Data fare un'altra delle sue figure di tolla) davanti al ristorante-covo della banda Fratelli, e i Goonies che arrivano in bici a un drugstore, lo Stop-N-Snack, dove Mikey trova una cartina di Astoria da cui individua la posizione del tratto di costa di cui parla la mappa di Willy l'Orbo.

Nella rastrelliera delle cartine ci sono anche dei fumetti: si tratta di Warlord vol. 1 #89 (gennaio 1985) e di Marvel Team Up vol. 1 #149 (gennaio 1985, con l'Uomo-Ragno e Cannonball dei Nuovi Mutanti contro l'Uomo Incandescente). Si vede anche un numero di Mad (#254, dicembre 1984), il che fa tre apparizioni della rivista nel film, considerando le due vecchie copie che si vedono a casa di Mikey.

Nella stessa scena, mentre Chunk lecca del gelato dal banco frigo, arrivano Stef e Andy in compagnia del loro amico stronzo figlio del ricco stronzo, Troy. Stef e Mouth si mettono a giocare a due coin op Atari dell'epoca: I, Robot e Return of the Jedi. Troy prende la mappa ai ragazzi, se l'arrotola come un sigaro e l'accende. A fermarlo, quando sta per menare Mikey, è l'intervento del fratello di quest'ultimo, il figlio maggiore dei Walsh. Che, per quanto venga chiamato Brand per tutto il film, si chiama Brandon.

Esatto, BRANDON WALSH.

18 - Per la parte di Mouth, poi andata a Corey Feldman, aveva sostenuto in precedenza un provino anche Corey Haim. I due giovani attori si sarebbero conosciuti sul set di Ragazzi perduti e sarebbero diventati a) pappa e ciccia, b) colleghi in altri sei film a cavallo tra la fine degli anni 80 e l'inizio del meno colorato decennio successivo, tanto da diventare noti come "I due Corey". Haim, rimasto praticamente senza un soldo, è morto nel 2010 per un edema polmonare.

In questa scena all'inizio del film, quando Chunk racconta di aver assistito alla fuga della Banda Fratelli dalla polizia, Mikey fa una battuta su Michael Jackson, per dare del pallonaro all'amico ("Più mondiale di quella volta che Michael Jackson venne a casa tua per andare al gabinetto?"). Corey Feldman sarebbe diventato un grande amico del cantante e avrebbe fatto capolino anche in un suo video (Liberian Girl, 1989). In seguito, chiamato a testimoniare nei processi per molestie a carico di Jackson, Feldman accuserà la popstar di aver allontanato molti ragazzini come lui dopo esserne stato amico, creando loro degli scompensi emotivi. Feldman si disse comunque molto colpito della morte di Jacko nel 2009 e al funerale si presentò vestito così

17 - La nave pirata di Willy l'Orbo, l'Inferno (Infierno nella versione italiana), era un vero vascello lungo 32 metri, ispirato alla nave di Erroll Flynn nel film Lo sparviero del mare; tutte le scene di interni che si vedono alla fine del film sono state girate realmente a bordo dell'imbarcazione. La Inferno venne costruita in due mesi e mezzo, utilizzando anche del cordame dell'attrazione Pirati dei Caraibi di Disneyland, all'epoca in corso di restauro. Alla fine delle riprese fu messa in vendita, ma in mancanza di acquirenti venne demolita. A saperlo. Sai che figata tenersi in giardino la nave di Willy l'Orbo?

16 - Mentre sono nel covo della banda Fratelli e prima di scendere giù per il camino, i fratelli Mikey e Brandon stanno litigando. Sean Astin, rivolto a Josh Brolin, termina una frase chiamando l'altro con il suo vero nome, Josh. Dice: e non se n'è accorto nessuno? Boh. Spielberg e Donner magari erano a farsi un hotdog. In un'altra scena, Sean Astin dice "Holy Mackenzie!": è un omaggio a suo fratello, Mackenzie Astin, di lì a poco anche lui attore. Sean Astin, il futuro Sam nel Signore degli Anelli, per chi non lo sapesse è figlio dell'attrice Patty Duke (Oscar nel '63 per Anna dei Miracoli) e figlio adottivo del suo terzo marito, John Astin il Gomez della Famiglia Addams.

15 - Durante l'inseguimento sui titoli di testa, vediamo Data alle prese con uno dei suoi marchingegni. Sulla cintura è inciso il numero identificativo di un certo agente segreto. Più tardi, quando scivola sulla corda per arrivare a casa di Mikey e sta per sfondargli la porta a vetri, si sente anche il tema dei film di Bond.

14 - Quando Chunk si mette alla ricerca degli altri Goonies e della banda Fratelli assieme a Sloth, quest'ultimo indossa una maglietta degli Oakland Raiders. L'attore che interpreta Sloth, John Matuszak, era stato un giocatore di quella squadra dell'NFL tra il 1976 e il 1981, ed era molto meno mostruoso senza trucco.

Tanto è vero che mentre cercavi una sua foto, ti sono apparse su gùgol immagini tutte delle robe in cui era mezzo nudo e abbracciato a degli orsacchiotti, scattate per la rivista playgirl o qualcosa del genere. No, davvero.

Erano necessarie ogni volta cinque ore di trucco per dargli la faccia di Sloth, ma la cosa più pheega è che l'occhio sinistro e le orecchie erano meccanici e controllati a distanza con un telecomando da un tizio della troupe. Quando Sloth doveva sbattere le ciglia, partiva un conto alla rovescia per sincronizzare l'occhio vero e quello finto. Nonostante il cognome, Matuszak è morto piuttosto giovane quattro anni dopo: a soli 38 anni se l'è portato via un infarto, provocato da un sovradosaggio di antidolorifici.

13 - Le voci su un possibile seguito per i Goonies si sono rincorse per anni. La Warner Bros e Donner hanno ribadito più volte che quella storia di The Goonies Never Say Die era solo una meenchiata metropolitana spuntata da un tronchetto della felicità. L'unico vero seguito delle vicende di Mikey e compagni - se togli alcuni elementi non presenti nel film ma narrati nella sua novelisation, come il fatto che la famiglia di Chunk abbia davvero adottato Sloth alla fine - è rappresentato dall'ultimo dei tre videogiochi ispirati al film.

Dopo un primo platform di Datasoft per Commodore 64 e altri computer a 8-bit (1985, con un remake nel 2010), la palla passò a Konami, che sfornò nel 1986 il suo The Goonies (per Famicom, poi portato anche su MSX, NEC PC-88 e Sharp X1) e l'anno dopo The Goonies II (NES).

Quest'ultimo, uscito anche in versione americana e PAL, raccontava del ritorno dei Fratelli, che rapivano gli amici di Mikey e, per una qualche ragione, una sirena di nome Annie.

12 - Che fine hanno fatto i Goonies oggi? Di Sean Astin (Mikey) sappiamo già. Oltre a doppiare Raffaello nell'ultima serie delle Turtles, sta girando un frappilione di film. Josh Brolin (Brand), figlio di James Brolin, è anche lui ancora lanciatissimo. Sarà Dwight McCarthy nel nuovo film di Sin City, Una donna per cui uccidere. Corey Feldman ha alle spalle due matrimoni, altrettanti divorzi e un bel po' di casini con droghe di varia natura, come il 99,9% dei ragazzini prodigio di Hollywood. Tra una cosa e l'altra, è impegnato in produzioni di terzo piano. Kerry Green (Andy) è apparsa in diverse serie TV (Law and Order, La signora in giallo); la sua ultima pellicola è un film drammatico (in tutti i sensi) di tre anni fa. Marta Plimpton (Stef) si è vista di recente nelle serie The Good Wife e Raising Hope. Jonathan Ke Quan (Data) ha smesso di fare l'attore nel 2002. Ma ha continuato a studiare varie arti marziali (aveva iniziato sul set di Indiana Jones e il tempio maledetto) ed è diventato un coordinatore di stuntman (X-Men, The One). Jeff Cohen (Chunk) ha mollato molto prima, nel '91: ha studiato legge all'UCLA, ha aperto uno studio legale specializzato in beghe hollywoodiane, è considerato uno degli uomini più importanti del settore e si è fatto una barca di soldi. Chiamalo stronzo.

11 - Il televisore su cui ragazzi stanno guardando il video di Cyndi Lauper, "Goonies R Good Enough", a casa di Mikey, è stato infilato lì in fase di montaggio: quel video è stato girato solo sei mesi dopo la fine delle riprese del film. Molti dei ragazzini si dissero terrorizzati dell'esperienza sul set di quel videoclip, per la presenza di wrestler come André the Giant e Iron Sheik.

Non sapresti gli altri, ma lo sceicco… beh, dopo aver visto le robe che fa quando va in giro, a te farebbe paura averci a che fare anche OGGI. Altri dettagli sul backstage di quel video e sui bressler coinvolti, chi vuole, li trova qui.

10 - Richard Donner appare alla fine del film: è uno dei due poliziotti in sella ai quad che arrivano in soccorso dei ragazzi quando sbucano sulla spiaggia (quello a destra con i capelli bianchi). Molti altri membri della crew fanno una comparsata nella pellicola: il tizio morto nella cella frigorifera è uno dei cameraman, mentre un altro ha interpretato il padre di Mouth; la madre di Data è invece l'assistente alla regia Jennie Lew Tugend.

9 - L'idea di far cantare la Madama Butterfly di Puccini, il Rigoletto di Verdi e la romanza Una furtiva lagrima di Donizetti a Jake Fratelli è venuta allo stesso Robert Davi, che aveva un passato da studente di canto lirico.

Nelle due scene in cui la madre lo schiaffeggia, Anne Ramsey lo prese davvero a cinquine. Donner chiese all'attrice (scomparsa poco dopo anche lei, nell'88) di metterci tutta la forza possibile. Ché tanto Davi c'aveva già la faccia butterata, oh, capirai.

Per molti anni, da rEgazzino, vedendo e rivedendo il film in VHS, eri convinto che a interpretare Mamma Fratelli fosse un uomo. L'altro membro della banda, Francis, è invece Joe Pantoliano (Matrix, Memento, ma soprattutto Ralph Cifaretto dei Soprano).


8 - Quando Chunk, liberato da Sloth, chiama la polizia dal covo dei Fratelli, il poliziotto lo rimbalza perché abituato alle sue frottole. L'agente, mentre gli elenca le sue precedenti meenchiate, dice: "Oppure quell'ultima balla sui mostriciattoli che si moltiplicano se gli butti sopra l'acqua". È ovviamente una citazione di Gremlins, film scritto dallo stesso sceneggiatore dei Goonies, Chris Columbus, e nel quale appariva anche Corey Feldman. Altre citazioni: sul marchingegno usato per aprire il cancello a casa di Mikey, quando arriva Chunk, è dipinta la scritta "Rube G 83": è un omaggio a Rube Goldberg, fumettista vincitore del Pulitzer per la satira, che nelle sue storie inseriva macchine complicatissime per eseguire azioni molto semplici. Senza di lui non ci sarebbero stati i The Incredible Machine, i Little Big Planet e ventordici milioni di altri videogiochi e pubblicità aperte virgolette creative chiuse virgolette.

Andiamo avanti. Brand segue gli altri sulla bicicletta a rotelle e decolla dopo esser stato agganciato all'auto da Troy: Spielberg - che oltre ad aver prodotto I Goonies e averne scritto il soggetto, ne ha anche diretto alcune scene - autocita ovviamente il suo ET.

Quando Sloth arriva a salvare i Goonies sulla nave di Willy l'Orbo, scende fendendo una vela con il coltello, come nel film che stava vedendo prima alla TV (Capitan Blood con Errol Flynn). Poco dopo, si libera dei suoi due fratelli e mostra la maglietta di Superman, mentre partono le prime note del tema di John Williams. Anche qui trattasi di auto omaggio, perché Donner aveva diretto sia Superman, sia buona parte di Superman II. Il vascello di Willy che si vede veleggiare verso il tramonto alla fine era - come mostra impietosamente l'alta definizione - un modellino. Anche se nella pellicola non si vede, al centro di quel modellino c'era un ospite: R2-D2

7 - Al cast non fu permesso di vedere la nave pirata prima di girare l'arrivo nella grotta con gli scivoli dell'Aquafan. Nel vederla partì qualche "Holy shit!" e dovettero rigirare la scena. Le parole "shit" e "bullshit" sono pronunciate in tutto 19 volte nel film, perlopiù dalla banda Fratelli. A un certo punto Data grida "HOLY S-H-I-T!", facendo lo spelling, perché l'attore aveva promesso a sua madre di non dire parolacce nel film. Subtrivia: Nella scena tagliata all'esterno del ristorante, Data solleva la maglia per mostrare un altro dei suoi accrocchi, sul quale ha attaccato un adesivo dell'Uomo-Ragno.

6 - I pipistrelli che volano fuori dal passaggio quando Brand rimuove la roccia erano pezzi di carta crespa nera pressata sparati da un cannone ad aria compressa. Quanto all'acqua, nel film ne sono stati usati più di 3 milioni e 400mila litri

5 - Sempre per quel discorso che Ah che schifo i film di oggi tutto product placement vergogna li fanno solo per i soldi altro che i film di una volta, anche ne I Goonies c'è una LEGGERISSIMA presenza della Pepsi oppure c'è il fatto che TUTTI i ragazzi della banda abbiano ai piedi delle Nike.

Altri marchi buttati lì davanti alla cinepresa per parecchi secondi sono Domino's Pizza e Baby Ruth, barretta al cioccolato sul quale è incentrata un'intera scena del film.

4 - La signora Walsh è l'attrice Mary Ellen Trainor. Sposata tra il 1980 e il 2000 con il regista Robert Zemeckis, è apparsa in quattro suoi film, tra cui Ritorno al Futuro parte II (è l'agente Reese). La signora accanto a lei, la colf Rosalita, è Lupe Ontiveros, Juanita di Desperate Housewives. Le scene in cui Mouth parla in spagnolo, rifilando alla povera donna quello scherzone sulle droghe e le altre abitudini perverse di casa Walsh, nella versione spagnola del film sono… in italiano. La governante lì è paisà e si chiama Rosanna.

3 - Durante la scena dell'interrogatorio, Chunk tra le altre cosa confessa: "Quando ero in quinta ho buttato per le scale mia sorella Eydie e poi ho dato la colpa al cane". Eydie è il nome della vera sorella di Jeff Cohen, che fa una piccola comparsata assieme agli altri familiari sulla spiaggia, a fine film. L'abbigliamento bislacco di Chunk nasce da un'idea di Spielberg: si doveva scegliere tra la camicia hawaiana e i pantaloni a quadretti, e si decise alla fine di usarli tutti e due. Subtrivia: Jeff Cohen si prese la varicella dopo esser stato scelto per il ruolo di Chunk. Si presentò sul set lo stesso, temendo che lo rimpiazzassero.

2 - La testa di Willy l'Orbo si trova ancora nell'ufficio di Richard Donner. Il nome completo di Willy l'Orbo, anche se nel film non viene rivelato (sulla mappa si legge solo il suo nome da pirata in spagnolo), è William B. Pordobell.

1 - Quelle macchie rosse sulla mappa di Willy? È sangue. Sangue umano. In un'intervista radiofonica, il production designer del film, J. Michael Riva, ha rivelato come poco prima di girare le prime scene con la mappa, quest'ultima non gli sembrasse sufficientemente vecchia. Perciò la inguacchiò nella sua camera d'albergo con del caffè e, non trovando della vernice, con un po' di sangue. Il suo.

Probabilmente ignorando la cosa, Sean Astin si portò a casa la mappa alla fine delle riprese, con il beneplacito della produzione. Solo che anni dopo la madre, trovando quello straccio incartapecorito e macchiato, lo prese per una cartaccia e lo butto via. Ora, due cose: a) il sesto senso delle mamme non lo fot*i, e b) quando hai scoperto che la mappa del tesoro di un film il cui culto hai coltivato per quasi trent'anni della tua vita era finita in un inceneritore hai avuto una reazione composta, tipo questa: (urlo)



da: L'antro atomico del Dr. Manhattan
http://docmanhattan.blogspot.it/2013/03 ... onies.html

Hank Luisetti
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 04/07/2013, 10:26

Cinema Anecdotes: Varie & Eventuali

- Il caratteristico modo di fumare di Clint Eastwood nei panni di Joe, nella celebre trilogia western di Sergio Leone, era la conseguenza del fatto che l'attore odiava i sigari. Per attenuare il fastidio provocato dal fumo Eastwood pensò bene di tenere il sigaro, possibilmente spento, incastrato tra i denti all'angolo della bocca.

- Il re di Hollywood Clark Gable, durante la II guerra mondiale fu inviato in Europa come ufficiale dell'Aviazione. Appresa la notizia, Goering pose un taglia sulla sua testa per catturarlo e portarlo da Hitler, che era un suo grande ammiratore.

- Il personaggio più rappresentato della storia del cinema è sicuramente Sherlock Holmes: 209 sono i film realizzati, interpretati da 75 attori diversi, il più famoso di tutti è stato sicuramente Basil Rathbone, protagonista in 14 episodi.

- Il vecchio cappello da pesca indossato da Henry Fonda in Sul lago dorato (1981), era un regalo di Katharine Hepburn, che glielò diede il primo giorno delle riprese. Quel cappello era il ricordo di unamore grande e di un collega perfetto: Spencer Tracy.

- Cary Grant abbandonò la sua famiglia a 14 anni, per seguire una compagnia teatrale ambulante. Famoso per la sua avarizia, divise poi un decadente appartamento a Los Angeles con Randolph Scott. Uomo distinto ed elegante, Grant aveva una curiosa mania:amavastirarsi le stringhe delle scarpe.
Humprey Bogart, fu l'effetto di un incidente accaduto a bordo di un cacciatorpediniere in un'azione di guerra. L'esplosione di una bomba giapponese sul ponte di comando della nave fece sì che una scheggia ferisse il viso di Bogart..

- Alfred Hitchcok era ossessionato dal rifiuto sentimentale di Tippi Hedren. Dopo averla tartassata sul set de Gli uccelli (The Birds, USA 1963), l'aveva ubriacata per farla recitare in Marnie (id., USA 1964). Arrivò perfino a regalare alla figlia di 5 anni dell'attrice, Melanie Griffith, una bambola con i linamenti della madre, rinchiusa in una piccola bara.

- Dopo l'uscita di Shining (The shining, USA 1980) di Stanley Kubrick la stanza dell'Overlock Hotel occupata per le scene del film non è stata più affittata e la direzione ha deciso da tempo la sua chiusura definitiva.

- John Wayne ha interpretato 250 film, diventando il simbolo dell'America combattente,e anche se non aveva prestato servizio militare fu decorato al Congresso. E' stato sepolto nel cimitero della Monument Valley. La tomba non ha nessun nome, per tenere lontano i curiosi.

- Charles Bronson detiene un primato insieme alla moglie Jill Ireland: sono la coppia di interpreti più inseparabili, dato che hanno girato insieme addirittura 15 film.

- Ginger Rogers nel film Le schiave della città (Lady in the dark, USA 1944). L'abito costò 35.000$ e fu disegnato da Edith Head.

- La più amata star del musical Judy Garland (al secolo Frances Gumm) decise il suo nome d'arte in modo molto originale. Il cognome lo prese dalla pagine teatrali di un giornale di Chicago le cui recensioni erano firmate dal critico Robert Garland, il nome lo prese invece dalla canzone di Hoagy Carmichael, "Judy".

- La glaciale Joan Crawford ebbe una vita privata assai turbolenta. La figlia adottiva, Christine, le dedicò un libro, Mommy Dearest (Mammina cara), in cui l'attrice era descritta come una donna violenta e psichicamente instabile. L'attrice lasciò il cinema nel 1970 e fu a capo della Pepsi-Cola fino alla sua morte nel 1977.

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 04/07/2013, 10:30

Cinema Anecdotes

Il bacio piu lungo nella storia del Cinema:


Il bacio piu lungo nella storia del cinema è stato quello tra Regis Toomey e Jane Wyman, che nella commedia You Are in the Army Now (1941) rimasero con le labbra incollate per tre minuti e cinque secondi.
A quel tempo, Jane Wyman era sposata con il futuro Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan.

Jane Wyman, pseudonimo di Sarah Jane Mayfield (Saint Joseph, Missouri 4 gennaio 1914), è stata una nota attrice cinematografica e televisiva statunitense, vincitrice del premio Oscar alla miglior attrice protagonista nel 1949 per l'interpretazione in Johnny Belinda.

È famosa, soprattutto per il pubblico televisivo, come la protagonista del serial tv Falcon Crest (1981-1990), in cui interpretava la parte di Angela Channing.
Ultima modifica di Hank Luisetti il 04/07/2013, 10:40, modificato 1 volta in totale.

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 04/07/2013, 10:39

Cinema Anecdotes

Una volta, tanto, tanto tempo fa, i film finivano con una semplice scritta:

"Fine".

Quella didascalia, la cui storia si perde nelle notte dei tempi, è stata sostituita dalla lunga e complicata sfilza di titoli di coda.
La parola "Fine" sembra aver perso i favori del pubblico nel periodo tra gli anni Sessanta e Settanta, e non è più comparsa.
Stanley Kubrick fu uno dei pochi registi a rispettare la tradizione, chiudendo con la parola "Fine" il suo film Arancia meccanica (1971).

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 04/07/2013, 11:06

Cinema Anecdotes

- Il giro del mondo in 80 giorni di Michael Todd (1956) è costellato di cameo (almeno 44 persone famose, tra cui ricordiamo Buster Keaton, Noel Coward, Frank Sinatra, John Gielgud e Marlene Dietrich )e donò un'ampia diffusione al termine fuori dalla professione teatrale.

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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Bluto Blutarsky » 04/07/2013, 11:36

La bellezza del cinema di una volta era che convogliava intorno a se passioni civili anche accesissime, fino allo scontro.

Tra le tante, è rimasta negli annali la bagarre scoppiata nella Sala grande del palazzo del Cinema di Venezia durante la premiazione del Festival 1954. Gli italiani erano divisi in due fazioni: da una parte gli impegnati, di sinistra (in prima linea Franco Zeffirelli), che parteggiavano per il comunistaccio Luchino Visconti e il suo Senso; dall'altra i felliniani, che speravano nella vittoria de La strada, film ritenuto invece dai primi reazionario, quasi clericale, comunque traditore della causa neorealista.
All'annuncio di un premio per il film di Fellini, apriti cielo, con scene degne del Parlamento Italiano ad ogni dichiarazione dell'on. Buonanno: urla, insulti, schiamazzi, Zeffirelli che si fionda sui felliniani sputandogli contro di tutto. Altri tempi, sarebbe bellissimo rivedere scene del genere oggi.

Curioso che poi la storia abbia trasformato Zeffirelli nel più clericale e conservatore dei registi, e Fellini nello scomunicato dalla Chiesa Cattolica reo di aver girato La dolce vita, ma questa è un'altra storia.

Anche se la cosa più incredibile di quel Festival di Venezia fu che, in un'edizione in cui passarono capolavori totali come Senso, Fronte del Porto, I sette Samurai, La strada e L'intendente Sansho, il Leone d'oro alla fine andò al mediocre Romeo e Giulietta di Renato Castellani ("chi?" vi chiederete voi, e come darvi torto?)
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Re: Cinema: Quotes & Anecdotes

Messaggio da Hank Luisetti » 04/07/2013, 12:13

Cinema Anecdotes

I cameo di Alfred Hitchcock:

La stragrande maggioranza dei film di Alfred Hitchcock contiene dei cameo, brevi apparizioni "straordinarie", quindi al di fuori del contesto generale, che il regista amava fare.

Quello di apparire nei suoi film era un vezzo che il regista inglese così spiegava nel celebre libro-intervista del 1967 con Francois Truffaut:

«Era strettamente funzionale, perché bisognava riempire lo schermo. Più tardi è diventata una superstizione e infine una gag. Comunque oggi è una gag abbastanza ingombrante, e per permettere alla gente di vedere il film con tranqullità, mi preoccupo di farmi notare nei primi cinque minuti»


Ecco la lista delle 36 apparizioni di Hitchcock nei suoi film, in ordine cronologico:

- Il pensionante, (1926): appare due volte: la prima, è seduto di spalle nella redazione di un giornale; la seconda è tra la folla che assiste ad un arresto della polizia.

- Ricatto, (1929): cerca di leggere un giornale nella metropolitana, mentre un bambino lo infastidisce giocando con il suo cappello.

- Omicidio!, (1930): è a fianco di una donna, per strada, mentre il protagonista sta uscendo in strada da un edificio.

- Il club dei trentanove, (1935): per la strada, mentre i protagonisti usciti dal teatro cercano di salire su un autobus, getta via la carta di una caramella.

- Giovane e innocente, (1937): è un fotografo che tenta di scattare istantanee in mezzo alla folla all'esterno di un tribunale.

- La signora scompare, (1938): passeggia su un marciapiede della Victoria Station di Londra, fumando una sigaretta.

- Rebecca, la prima moglie, (1940): passa alle spalle di George Sanders, accanto ad una cabina telefonica.

- Il prigioniero di Amsterdam, (1940): legge un giornale in strada mentre Joel McCrea lascia l'albergo.

- Il signore e la signora Smith, (1941): passa su un marciapiede accanto a Robert Montgomery

- Il sospetto, (1942): attraversa la strada mentre l'auto con Joan Fontaine riparte.

- Sabotatori, (1942): appare due volte: la prima è vestito da cowboy e consegna una lettera; la seconda è il cliente di un'edicola.

- L'ombra del dubbio, (1943): gioca a bridge in treno, ha in mano 13 carte di picche.

- I prigionieri dell'oceano, (1943): è raffigurato su un giornale che pubblicizza gli effetti di una cura dimagrante.

- Io ti salverò, (1945): esce da un ascensore nella hall di un albergo.

- Notorius, l'amante perduta, (1946): è tra gli invitati della festa nella villa di Sebastian e beve una coppa di champagne.

- Il caso Paradine, (1947): esce dalla stazione assieme a Gregory Peck, imbracciando una custodia di violoncello.

- Nodo alla gola, (1948): nella prima inquadratura attraversa una strada con una donna.

- Il peccato di Lady Considine, (1949): appare due volte: la prima è al riceviumento del governatore, la seconda è fermo a discutere sulle scale di un palazzo mentre il protagonista entra in casa.

- Paura in palcoscenico, (1950): si volta a guardare Eve che parla da sola per strada.

- L'altro uomo, (1951): cerca di salire sul treno con un violoncello, incrociando Farley Granger.

- Io confesso, (1953): passeggia sulla sommità di una scalinata.

- Il delitto perfetto, (1954): è immortalato su una fotografia di vecchi compagni di scuola mostrata da Ray Milland.

- La finestra sul cortile, (1954): mette a punto un orologio a pendolo in casa di un musicista.

- Caccia al ladro, (1955): è seduto in autobus tra una gabbia di uccelli e Cary Grant.

- La congiura degli innocenti, (1956): attraversa la strada, dietro l'auto di un collezionista di quadri.

- L'uomo che sapeva troppo, (1956): assiste, di spalle, ad uno spettacolo di saltimbanchi arabi sulla piazza di Marrakesch.

- Il ladro, (1956): proietta l'ombra di sé stesso prima dei titoli di coda.

- La donna che visse due volte, (1959): passeggia nei pressi della casa di James Stewart.

- Intrigo internazionale, (1959): tenta di salire su un autobus ma le porte gli si richiudono in faccia.

- Psycho, (1960): sosta davanti all'agenzia dove lavora Marion, con in testa un cappello da texano.

- Gli uccelli, (1963): esce dal negozio di uccelli portando al guinzaglio due fox-terrier bianchi.

- Marnie, (1964): esce da una camera di albergo guardando Tippi Hedren che transita nel corridoio.

- Il sipario strappato, (1966): nella hall di un albergo, tenta di smacchiarsi i pantaloni tenendo un bimbo in braccio

- Topaz, (1969): è seduto su una carrozzella per invalidi in un aeroporto.

- Frenzy, (1972): è tra la folla ad ascoltare un oratore sulle rive del Tamigi.

- Complotto di famiglia, (1976): mostra la sua silhouette nera dietro i vetri dell'ufficio di statistica anagrafica.

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