steve ha scritto: 27/08/2018, 15:15alecs ha scritto: 27/08/2018, 14:41 di fronte all’assoluta assenza di empatia verso il genere umano (in generale, non solo pensando agli immigrati) faccio l’esercizio di chiedermi: e se per caso (perché si tratta di caso, o di culo, alla fine) io fossi nato in Libia, o fossi figlio di pacciani, o avessi altri problemi qualsiasi, che colpa “ereditaria” avrei per le mie condizioni iniziali di vita? E in ogni caso, che meriti ho per pensare che la vita civile che faccio, perché ci sono nato, mi sia dovuta?
E vorrei che a questa domanda rispondessero gli “anti-radical chic”, perché alla fine è culo essere nati in Italia, non soffrire la fame, avere una garanzia di civiltà, e, più in piccolo, un tentativo di equità e di ridistribuzione delle ricchezze/opportunitá. Vale anche la domanda: se sono ricco di famiglia e ho avuto più opportunità di altri, è giusto? E gli altri, che colpa ne hanno se è andata loro peggio?
E mi sembra un modo di pensare giusto, che aiuti la società, gli altri e pure quel me meno fortunato che avrei potuto essere (o che potrei essere, se credo nella metempsicosi).
La vita è questione di culo o ce l'hai o te lo fanno...
Troppo da radical chic cercare di non farne una questione di culo anche se lo si possiede, o quantomeno credere che ridurre l’influenza del caso sia giusto e sacrosanto per una civiltà che vuole prosperare...
(E poi ci lamentiamo perché non c’é l’hard cap nell’NBA, o che i diritti tv nel calcio non siano redistribuiti in quote uguali...vabbè ma questo è più importante delle condizioni di vita di altre persone ...)