Carrie, lo sguardo di satana
Anno: 1976
Nazione: USA
Attori: Sissy Spacek, Piper Laurie, Amy Irving, William Katt, John Travolta
Regia: Brian De Palma
Brian De Palma. Uno dei maestri del cinema mondiale universalmente riconosciuti. Regista di capolavori indimenticabili, ma anche di un gioiellino targato 1976 e tratto da un libro di Stephen King. Fu questo il primo titolo che portò un certo successo commerciale al giovane regista a quei tempi ancora agli esordi.
Il primo teen / horror? Forse… Il film che ha fatto conoscere al pubblico John Travolta, che ha lanciato la carriera dello stesso Stephen King, che ha saputo riunire in modo magistrale generi apparentemente incompatibili. Un capolavoro? Per me di sicuro.
Senza svelarvi troppo della trama, vi dirò che si parla della struggente storia della giovane Carrie, classico brutto anatroccolo, tiranneggiata e torturata da tutte le compagne di scuola e cresciuta sotto l’oppressione di una madre ossessiva e bigotta, predicatrice ed ingombrante, una madre che non permette alla figlia di godere della propria giovinezza, anzi la spinge verso l’isolamento e il rigetto di tutto ciò che lei considera peccato.
Carrie è una ragazza infelice. Non ne può più di tutto ciò, di essere sempre derisa e presa in giro, tanto a scuola così in famiglia. Ha però dalla sua un grande potere: la telecinesi, ovvero la capacità di spostare gli oggetti con il pensiero….
Le tematiche affrontate sono numerosissime e tutte molto interessanti: si passa dalla solitudine e la rassegnatezza alla riscoperta di un nuovo io, a una ritrovata voglia di vivere ed essere felici, attraversando il burrascoso rapporto con un genitore oppressivo e di conseguenza con la religione e i tabù tanto cari alla cultura americana. Il sesso visto come disprezzo dei valori cristiani, la bellezza vista come lussuria, il cercare i primi amori innocenti visto come peccato.
Ma non scordiamoci che si parla sempre di un horror, per quanto atipico e la violenza e l’angoscia avranno modo di esplodere con tutta la loro veemenza. L’anatroccolo diventa cigno solo per un istante, ma è proprio questa sua condizione temporanea a scatenarne la follia e l’odio, a trasformare la vittima in carnefice.
La regia è da urlo. E’ proprio vero che il talento non si compra al supermercato e De Palma lo dimostra alla grande in questa pellicola. Una regia dinamica ed attenta che non disdegna virtuosismi e ci regala scene indimenticabili, come quella iniziale nelle docce, con suoni ovattati e movimenti lentissimi, un’atmosfera quasi voyeristica che non lascia presagire quello che accadrà dopo pochi secondi, ovvero lo scatenarsi dell'inferno. Per non parlare poi della scena dell’incoronazione e del ballo, rese ancor più drammatiche attraverso il rallentatore, scene che chiunque abbia visto il film non può non conservare indelebili nella propria mente.
Anche la colonna sonora, curata da Pino Dosaggio, è impeccabile, con temi che ben sottolineano la drammaticità della storia e allo stesso tempo caratterizzano magistralmente quasi tutte le scene clou, tanto nell’esprimere il clima studentesco a cui è sottoposta la giovane Carrie quanto nell’affrontare il tema del rapporto famigliare, il tema della casa. Una casa spaventosa ed opprimente, che ricorda non poco un’altra celebre casa della storia del cinema, guarda caso anche quella caratterizzata dalla presenza di una madre oppressiva, forse la più famosa della storia del cinema.
Cazzo, spero di non avevi annoiato troppo con tutto sto parlare… In conclusione, se ancora non lo avete visto affrettatevi a rimediare, qui si sta parlando di un capolavoro irrinunciabile per tutti gli amanti dell’horror ma non certo solo per loro. Un film che ha saputo aprire un nuovo filone, influenzando centinaia di giovani registi e consegnando all’immortalità una vera e propria icona del cinema: la sventurata Carrie, un’interpretazione da oscar della giovanissima Sissi Spacek. Un film coraggioso, che sa osare, che affonda a piene mani in tutto ciò che l’America non vorrebbe riconoscere.
Guardatelo.