pinopao ha scritto: 10/03/2020, 7:38
https://www.medbunker.it/2020/03/corona ... dendo.html
questo articolo è un buon articolo sul coronavirus e sulla situazione attuale e dice una cosa importante:
Il rischio individuale di questa malattia (quindi il rischio che corre ogni persona, ogni singolo di ammalarsi e avere gravi danni dalla malattia) è basso. Bassissimo. Non significa nullo e non significa che non morirà nessuno, anzi.
Il rischio di popolazione (le complicanze in generale, il peso su strutture mediche e lavoratori della sanità, lo stress sulla popolazione) è alto, altissimo.
Capita questa differenza le cose saranno messe al loro posto più giusto.
Qui sta il punto sul concetto di "poco più di un influenza": vero dal punto di vista del singolo, non così dal punto di vista della popolazione
Per capirci ancora meglio.
Il rischio di ammalarsi oggi di difterite, in Italia, è molto basso, quasi nullo (anche perché ci vacciniamo). Ma allora perché ci vacciniamo ancora obbligatoriamente e ci battiamo per le vaccinazioni?
Perché il rischio di popolazione è molto alto. Basterebbe UN caso di difterite per causare un caos totale, rappresenterebbe un problema di salute pubblica molto grave. La malattia è gravissima per tutti, soprattutto per le persone più fragili (bambini, anziani, immunodepressi), quindi l'obiettivo non è avere "pochi casi" (sarebbe un dramma!) ma zero. Neanche uno. Per questo, nonostante non si parli di una malattia diffusa, siamo così impegnati per mantenerla tale. Non farlo non è solo rischiare (poco per se, tanto per gli altri), non solo causare dolore e sofferenza (anche a una persona è sempre tanto) ma anche dimostrare un egoismo e una superficialità altissimi, oltre che un bassissimo senso civico. Le malattie infettive, tutte, influenza compresa, sono per definizione pericolose e dannose e se fino a oggi non lo abbiamo capito è perché abbiamo i vaccini, le cure, le strutture sanitarie. Nel caso del Coronavirus non abbiamo vaccini, cure e le strutture sanitarie rischiano di non reggere l'impatto.
E' anche il motivo per cui è complicato chiedere ed ottenere all'X per cento della popolazione (dove X tende a 100) una coscienza di specie.
Se ci fossero i morti per la strada, l'istinto di sopravvivenza del singolo avrebbe il sopravvento, ma così è molto più subdolo.
Non voglio addentrarmi in disquisizioni sociologiche, ma se non abbiamo sviluppato un concetto di branco globale in 10000 anni, dubito lo svilupperemo in una settimana, che si tratti di Italiani, tedeschi , cinesi o americani.
E questo non vuole essere pessimismo cosmico, ma realismo.
Alla fine è più facile che funzioni la leva della paura e della costrizione. Come in Cina, come oggi in Italia.
Che poi...funzioni: mica è detto.
Magari finirà che l'80% della popolazione mondiale prenderà il virus fino a raggiungere l'immunità di gregge...pagando pure un prezzo non trascurabile.
Queste minacce invisibili e, da un certo punto di vista "dolci", sono davvero difficili da contrastare sia con la ragione sia con l'emotività che fatica a scattare.