Gian Marco ha scritto:Senza contare che un sistema a collegi uninominali darebbe ai cittadini un filo molto più diretto con le istituzioni, in quanto saprebbero precisamente a chi fare riferimento in Parlamento (come avviene in America). E- come avete detto anche voi- sicuramente alzerebbe il livello medio dei candidati, i quali non si potrebbero più nascondere tra le pieghe del partito ma si dovrebbero guadagnare la fiducia in modo diretto e personale.
Possibilità che si succeda? Zero.
Per tanti motivi, tante volte scritti e salvo necessità non li ripeto, ritengo anche io che l'uninominale secco sia il sistema migliore, migliore anche di quello a doppio turno che favorisce troppo i grandi partiti, tuttavia abbiamo visto come funzionino bene in altri paesi europei anche altri sistemi ed abbiamo visto come anche sistemi che avevano dimostrato ottima funzionalità, come quello spagnolo, in una situazione di grande incertezza fatichino a funzionare in modo efficace.
Per quanto riguarda le preferenze, io ribadisco che sono favorevole, non amo il sistema proporzionale, ma se proporzionale deve essere avere la preferenza secca (non multiple, per carità) ed un premio di maggioranza (meglio se assegnato nel doppio turno) mi paiono la situazione migliore possibile.
Sono favorevole alla preferenza secca perché il cittadino che vota possa scegliere il candidato, un modo per obbligare i partiti a presentare candidati un poco più legati al territorio ed un poco più conosciuti, e perché si evitino collegamenti fra il candidato celebre ed il suo delfino che non ha altri meriti che l'essere delfino, ma ricordiamo sempre che proprio questo era condannato da Berlinguer (ed altri costituzionalisti, io diritto costituzionale l'ho studiato nel 1987, non fatemi andare a cercare i nomi) in quanto favorisce i potentati locali ed il voto di scambio. Senza andare a cercare per forza infiltrazioni mafiose, per fare un esempio classico un Mastella nel collegio di Ceppaloni supererà sempre un giovane preparato ma meno conosciuto e con una minore rete, bloccando quindi il ricambio interno.
A mio parere è molto meglio correre questo rischio che quello di trovarsi una scelta di candidati come quella di Di Pietro (Razzi, Scilipoti, De Gregorio, Lannutti, penso bastino come esempi) o candidati paracadutati dalle segreterie di partito, ma non è detto che sia questo o si vada verso svolte autoritarie. Ricordiamo che la stessa Corte Costituzionale, nel bocciare il porcellum, ha espresso un parere non vincolante sulle liste bloccate, per esempio qui posto la sintesi del Sole24h:
Apertura al modello spagnolo con liste bloccate corte
Tra le novità più importanti delle motivazioni le prescrizioni su preferenze e i listini fissi: infatti questi sono ammessi nella misura in cui propongono pochi nomi all'elettore. Ciò significa che il modello spagnolo (proporzionale con piccole circoscrizioni ciascuna delle quali elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati) non è censurato dalla Corte, a differenza delle liste bloccate lunghe previste dal Porcellum che «rendono la disciplina in esame non comparabile né con altri sistemi caratterizzati da liste bloccate solo per parte dei seggi, né con altri» che prevedono un «numero dei candidati talmente esiguo da garantire l'effettiva conoscibilità degli stessi».
http://www.ilsole24ore.com/art/servizio ... id=ABmS4Mp
Ci sono miriadi di articoli simili, credo non ci sia necessità di postarli tutti. Le liste bloccate lunghe in collegi grandi del vecchio (orrido, chiosa mia) porcellum impedivano la rappresentatività ed il diritto di scelta del corpo elettorale, liste corte e collegi piccoli sarebbero, di fatto, una via di mezzo fra proporzionale ed uninominale e consentirebbero all'elettore quel minimo sufficiente di scelta dei suoi rappresentanti, pur senza preferenze. Ribadisco che il parere non è mio, ma della Corte Costituzionale.
PS Nello stesso articolo c'è scritto come mai la Corte Costituzionale non consideri incostituzionale la formazione dell'attuale Parlamento e come mai non abbia richiesto nuove immediate elezioni.