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Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 17/10/2023, 16:50
da PENNY
Io però starei anche attento a non farci troppa filosofia sopra quando parliamo di crisi dell'industria cinematografica, senza stare troppo ad analizzare capacità di attenzione e analisi dei giovani di oggi. Il veri problema sono i servizi di streaming, che negli ultimi 15 anni hanno rivoluzionato il modo di approcciarsi al prodotto film.
Dai Netflix all'adolescente degli anni 80-90, con tutto ciò che consegue in termini di modulazione dell'offerta dal punto di vista contenutistico (bombardamento di serie da 45 minuti a episodio, documentari true crime che escono dalle fottute pareti, film che escono in sala e guardi comodamente dal divano gratis...) e anche loro avrebbero salutato bellamente le sale e l'investimento di tempo e soldi che necessitano, si sarebbero abituati a film corti, a film magari più diretti e meno astrusi, a mal sopportare film di più di 2 ore etc.
I grandi maestri, come sempre successo si possono permettere di fare un po' quello che vogliono, ma a me sembra che il talento tra i registi delle generazioni successive non manchi affatto e quando si tratti di fare grandi incassi o coinvolgere il grande pubblico spesso incontrino le stesse difficoltà, e parlo ormai di mostri sacri venuti dopo la generazione dei maestri che ora hanno più di 70 anni, i Villenueve, Fincher, Chazelle, PTA...
Parlo da profano e senza nessun dato, ma mi sembra che i social centrino poco in questo discorso, e finché il cinema ha rappresentato una valida alternativa alla televisione in termini di intrattenimento non ci siano stati grossi problemi, poi la TV si è messa a "fare cinema" e sta vincendo facilmente la partita, deviando gusti e abitudini del fruitore del prodotto film, appiattendo tutto come è solita fare.
Il discorso vale per il pubblico generalista ovviamente, non per l'appassionato.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 17/10/2023, 17:07
da Noodles
PENNY ha scritto: 17/10/2023, 16:50
Io però starei anche attento a non farci troppa filosofia sopra quando parliamo di crisi dell'industria cinematografica, senza stare troppo ad analizzare capacità di attenzione e analisi dei giovani di oggi. Il veri problema sono i servizi di streaming, che negli ultimi 15 anni hanno rivoluzionato il modo di approcciarsi al prodotto film.
sono interconnessi e oggi in rapporto inversamente proporzionale.
più si espandono i servizi di streaming più il prodotto cinematografico è in crisi.
in sostanza per me il punto chiave è questo: prima era il cinema ad individuare e proporre temi di dibattito che aspirassero ad un cambiamento culturale.
ora non solo non ha più questa posizione di forza ma è sottomesso dagli altri media che lo hanno prima emulato e poi sostanzialmente cancellato. Il cinema oggi non esiste più, non è più promotore di nulla.
le sale si riempiono giusto per i grandissimi film ma di fatto è un prodotto a perdere che non segue più nessuno, tranne appunto gli aficionados.
e la conseguenza più drammatica è che chi ha preso il suo posto non ha autorialità e autonomia di pensiero ma sceglie di abbracciare unicamente il volere popolare.
guardate le prime produzioni italiane su netflix e poi le successive e noterete che se le prime avevano un minimo di originalità le successive sono state tutte
lobotomizzate. Sono semplicemente dei copia ed incolla di altri mercati.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 17/10/2023, 17:48
da PENNY
Noodles ha scritto: 17/10/2023, 17:07
PENNY ha scritto: 17/10/2023, 16:50
Io però starei anche attento a non farci troppa filosofia sopra quando parliamo di crisi dell'industria cinematografica, senza stare troppo ad analizzare capacità di attenzione e analisi dei giovani di oggi. Il veri problema sono i servizi di streaming, che negli ultimi 15 anni hanno rivoluzionato il modo di approcciarsi al prodotto film.
sono interconnessi e oggi in rapporto inversamente proporzionale.
più si espandono i servizi di streaming più il prodotto cinematografico è in crisi.
in sostanza per me il punto chiave è questo: prima era il cinema ad individuare e proporre temi di dibattito che aspirassero ad un cambiamento culturale.
ora non solo non ha più questa posizione di forza ma è sottomesso dagli altri media che lo hanno prima emulato e poi sostanzialmente cancellato. Il cinema oggi non esiste più, non è più promotore di nulla.
le sale si riempiono giusto per i grandissimi film ma di fatto è un prodotto a perdere che non segue più nessuno, tranne appunto gli aficionados.
e la conseguenza più drammatica è che chi ha preso il suo posto non ha autorialità e autonomia di pensiero ma sceglie di abbracciare unicamente il volere popolare.
guardate le prime produzioni italiane su netflix e poi le successive e noterete che se le prime avevano un minimo di originalità le successive sono state tutte
lobotomizzate. Sono semplicemente dei copia ed incolla di altri mercati.
Sì, concordo, e sinceramente non vedo segnali di inversione di tendenza da qui a 30 anni.
Credo lo streaming farà a al cinema quello che il cinema fece a suo tempo al teatro, che da tempo agonizza insieme a un pubblico di appassionati con una età media sopra i 50 e campa di aiuti pubblici.
Avremo multisale con schermi e impianti sempre più grandi e potenti per i grandi eventi, ma con progressivamente meno varietà di proposte.
Rimango convinto che a volerlo cercare il cinema di qualità, fatto da autori, sopravviverà sempre, ma magari bisognerà accontentarsi di vederlo direttamente in televisione perché uscirà direttamente lì.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 17/10/2023, 19:05
da The Patient
Noodles ha scritto: 17/10/2023, 17:07
Il cinema oggi...non è più promotore di nulla.
Esatto, soprattutto perché la gente è molta di più e più integrati tra regioni, Paesi e popoli. Una volta cosa ci univa a livello di conoscenza? Il cinema, forse...ora non più.
Il popolo è meno ignorante di un tempo, conosce molte più storie di/e culture diverse, viaggia di più e preferisce usare il tempo per cultura e storie nuove che non te le dà più il cinema.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 17/10/2023, 23:55
da The Patient
Però, io penso a Sorrentino e non c'è tuttora una singola sua produzione (eccetto TMBTP) che possa annoiarmi, anche se sembra che il film non proceda in nulla. Che dono ha lui che Scorsese non ha?
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 12:00
da Bluto Blutarsky
Noodles ha scritto: 17/10/2023, 15:06
se invece il film ha un percorso più articolato, c'è un uso maggiore di metafore e la sintassi filmica è più allusiva e ragionata, assistiamo ad un dramma collettivo. Non c'è quella capacità di fare quello sforzo interpretativo, c'è proprio una mancanza di comprensione del linguaggio complesso.
Temo che abbia ragione Noodles. E sicuramente le piattaforme non stanno aiutando. È un problema di "come" raccontano le loro storie, ma in misura minore anche di "cosa" raccontano.
Il "come"
Non so se ve ne siete accorti, ma dal punto di vista narrativo le serie tv hanno tutte lo stesso linguaggio. Possono variare per trama e stile, ma il modo di raccontare la loro storia è sempre quello (con pochissime eccezioni, più che altro legate ad autori cinematografici prestati alla tv, come Lynch, Sorrentino o Guadagnino, il cui "We are who we are" infatti non si è cagato nessuno).
Prendete un ipotetico spettatore che passa la vita a guardare le produzioni Netflix e mettetelo davanti a un film - che so - di Kieślowski, o di Angelopoulos. Non saprebbe che pesci pigliare. Non perché sia stupido: è che sono proprio due mondi diversi e due lingue diverse. Come portare un bergamasco a parlare con gli abitanti di Saturno.
Questo secondo me spiega anche il commento che sento sempre più spesso quando si vuole criticare un film, e che ogni volta mi fa uscire di testa: "È lento". Ma cosa vuol dire? A parte che la lentezza in sé non è un difetto (direste mai che una canzone - toh, "Wish you were here" - è brutta perché è lenta?) e molte opere hanno nella lentezza una delle loro principali qualità (esempio su tutti: "C'era una volta il West"). Ma soprattutto rivela un dato preoccupante: sempre più persone non riescono a fruire di qualcosa se non vengono bombardate ogni due minuti con trovate a effetto che le tengano sveglie. E qui sicuramente entra in gioco il modo in cui usiamo smartphone, internet, social e così via.
Il "cosa"
Nonostante il mio atteggiamento fieramente anti-Netflix, in origine c'erano tutti i motivi per essere fiduciosi riguardo alle piattaforme, che potevano rappresentare un grande serbatoio di nuovi autori, se lasciati liberi di creare. Il problema è esattemente quello che diceva Noodles: chi ha preso il posto del cinema "non ha autorialità e autonomia di pensiero ma sceglie di abbracciare unicamente il volere popolare". Ben presto le piattaforme hanno messo la sordina a tutto ciò che poteva essere vagamente "artistico" e si sono trasformate in catene di montaggio di prodotti tutti uguali e tutti fatti a tavolino per non scontentare nessuno.
L'arte funziona esattamente al contrario. L'arte deve essere urticante, deve mettere in crisi le certezze, a volte deve persino essere offensiva per raggiungere i suoi scopi, perché funziona per antitesi. Altrimenti è puro intrattenimento che lascia il tempo che trova. Ma del resto questo treno è ormai passato: anche nelle aziende come Netflix e Amazon Prime esiste l'equivalente del
sensitivity reader nell'editoria. E nessuno che contesti questa e altre simili assurdità (o comunque pochi, e - spiace dirlo - è una battaglia che la sinistra, asservita al politicamente corretto, non vuole abbracciare. A scanso di equivoci: il politicamente corretto va benissimo nella vita di tutti i giorni, sono il primo a dirlo, ma l'arte deve rimanere libera).
Prendiamo un
sensitivity watcher o come si chiama e facciamogli fare una maratona di film di Bunuel, Pasolini e Ferreri. Probabilmente proverebbe a suicidarsi dopo venti minuti.
Non voglio commettere l'errore di farne una questione generazionale, ma è ovvio che le nuove generazioni vivono immersi in questo stato di cose molto più di quelle precedenti. Speriamo che la scuola resista agli attacchi e continui a fare il suo dovere nell'insegnamento della letteratura, dell'arte e della poesia (le università americane le darei già per perse).
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 12:45
da esba
Bluto Blutarsky ha scritto: 18/10/2023, 12:00
Noodles ha scritto: 17/10/2023, 15:06
se invece il film ha un percorso più articolato, c'è un uso maggiore di metafore e la sintassi filmica è più allusiva e ragionata, assistiamo ad un dramma collettivo. Non c'è quella capacità di fare quello sforzo interpretativo, c'è proprio una mancanza di comprensione del linguaggio complesso.
Temo che abbia ragione Noodles. E sicuramente le piattaforme non stanno aiutando. È un problema di "come" raccontano le loro storie, ma in misura minore anche di "cosa" raccontano.
Il "come"
Non so se ve ne siete accorti, ma dal punto di vista narrativo le serie tv hanno tutte lo stesso linguaggio. Possono variare per trama e stile, ma il modo di raccontare la loro storia è sempre quello (con pochissime eccezioni, più che altro legate ad autori cinematografici prestati alla tv, come Lynch, Sorrentino o Guadagnino, il cui "We are who we are" infatti non si è cagato nessuno).
Prendete un ipotetico spettatore che passa la vita a guardare le produzioni Netflix e mettetelo davanti a un film - che so - di Kieślowski, o di Angelopoulos. Non saprebbe che pesci pigliare. Non perché sia stupido: è che sono proprio due mondi diversi e due lingue diverse. Come portare un bergamasco a parlare con gli abitanti di Saturno.
Questo secondo me spiega anche il commento che sento sempre più spesso quando si vuole criticare un film, e che ogni volta mi fa uscire di testa: "È lento". Ma cosa vuol dire? A parte che la lentezza in sé non è un difetto (direste mai che una canzone - toh, "Wish you were here" - è brutta perché è lenta?) e molte opere hanno nella lentezza una delle loro principali qualità (esempio su tutti: "C'era una volta il West"). Ma soprattutto rivela un dato preoccupante: sempre più persone non riescono a fruire di qualcosa se non vengono bombardate ogni due minuti con trovate a effetto che le tengano sveglie. E qui sicuramente entra in gioco il modo in cui usiamo smartphone, internet, social e così via.
Il "cosa"
Nonostante il mio atteggiamento fieramente anti-Netflix, in origine c'erano tutti i motivi per essere fiduciosi riguardo alle piattaforme, che potevano rappresentare un grande serbatoio di nuovi autori, se lasciati liberi di creare. Il problema è esattemente quello che diceva Noodles: chi ha preso il posto del cinema "non ha autorialità e autonomia di pensiero ma sceglie di abbracciare unicamente il volere popolare". Ben presto le piattaforme hanno messo la sordina a tutto ciò che poteva essere vagamente "artistico" e si sono trasformate in catene di montaggio di prodotti tutti uguali e tutti fatti a tavolino per non scontentare nessuno.
L'arte funziona esattamente al contrario. L'arte deve essere urticante, deve mettere in crisi le certezze, a volte deve persino essere offensiva per raggiungere i suoi scopi, perché funziona per antitesi. Altrimenti è puro intrattenimento che lascia il tempo che trova. Ma del resto questo treno è ormai passato: anche nelle aziende come Netflix e Amazon Prime esiste l'equivalente del
sensitivity reader nell'editoria. E nessuno che contesti questa e altre simili assurdità (o comunque pochi, e - spiace dirlo - è una battaglia che la sinistra, asservita al politicamente corretto, non vuole abbracciare. A scanso di equivoci: il politicamente corretto va benissimo nella vita di tutti i giorni, sono il primo a dirlo, ma l'arte deve rimanere libera).
Prendiamo un
sensitivity watcher o come si chiama e facciamogli fare una maratona di film di Bunuel, Pasolini e Ferreri. Probabilmente proverebbe a suicidarsi dopo venti minuti.
Non voglio commettere l'errore di farne una questione generazionale, ma è ovvio che le nuove generazioni vivono immersi in questo stato di cose molto più di quelle precedenti. Speriamo che la scuola resista agli attacchi e continui a fare il suo dovere nell'insegnamento della letteratura, dell'arte e della poesia (le università americane le darei già per perse).
Invece Bluto la questione generazionale non e' un errore ma e' il punto focale di tutto il ragionamento.
Ha ragione
@Noodles, che se fosse milanista non sarebbe comunque mio fratello....

, quando dice che oggi manca la magia, la voglia, l'attesa di uscire di casa ed andare in un cinema, che poi sono le parole del maestro Fellini nel video youtube allegato.
Oggi tutto e' comodo attraverso i device e gli streaming, oggi tutto e' a portata di mano con il culo ben saldo sul divano oppure sul letto della propria cameretta, perche' farsi lo sbattimento di uscire di casa....cito testualmente, quando posso restare comodo?
Certamente l'annetto passato in cameretta per colpa del Covid, ha inciso molto a livello psicologico, ma le radici sono piu' profonde.
Sulla questione nuove serie tv, certamente sono piu' veloci e rapide rispetto ai filmoni citati da voi, ma oggi nessuno bipede della X Generation, puo' guardare un film che duri 3 ore, che non sia una serie tv, indipendentemente dalla qualita' del prodotto, e lo dico con piena coscienza di quello che dico in base all'esperienza delle mie figlie, una non ci pensa neanche a guardare certi film oppure andare al cinema, l'altra che ama il cinema ed i film, qualcosa riesco a spacciarle, ma sempre con fatica, e ripeto lei e' innamorata come me dell'argomento.
Poi va beh, se tiriamo in mezzo Bunuel, Ferreri e Pasolini....vi dico meh, li allora siamo oltremodo lontani.
In buona sostanza Fellini, come sempre, aveva ragione ed il suo essere cosi visionario lo porto' a dire che la TV avrebbe cannibalizzato il cinema, ed oggi gli streaming stanno fagocitato tutto e tutti.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 14:48
da Jack
Io credo invece sia solo un discorso di offerta. Prima dell'esplosione della tv e del discorso di Fellini si andava al cinema o teatro. Mica tutte quelle persone erano innamorate della magia del cinema e di quel tipo di narrazione e registi. Tanti andavano perché in un'ottica di intrattenimento si faceva quello e sono quelli che non si sono persi Barbie perché ne parlano tutti.
Solo che adesso hai tante altre opzioni. A casa, in tasca, da amici: serie tv, spettacoli interi dei comici, documentari, cartoni animati, altre serie e film da tutto il mondo all'ora che vuoi e che puoi mettere in pausa e quindi riprendere quando vuoi. E' assolutamente normale abbia preso il sopravvento e vinto questo per lo spettatore medio e casuale. Anche a livello di sport puoi vedere di tutto quando vuoi ed una volta non era così. Le ore a disposizione restano quelle e sono limitate.
Sul discorso culturale, dei temi di dibattito mi immagino all'inizio dell'industria critici letterari inorriditi dal fatto di poter prendere sul serio dei film da quel punto di vista. Se il cinema ha perso quella cosa lí ben venga e sempre troppo tardi visto che possiamo fare finta che una volta tutto era più bello e le cose andavano meglio ma non è così, si cade nella nostalgia e nei propri gusti personali che guarda un po' la fortuna hanno visto i migliori film, sportivi e musicisti proprio proprio quando erano giovani.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 15:45
da PENNY
Anche perché spero saremo tutti d'accordo nell'asserire che il VERO Cinema è finito nel 1927, ora tutti sentono il bisogno del sonoro per apprezzare un film e nessuno che si spari 2 ore di didascalie come i veri appassionati
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 15:55
da Wolviesix
E' questo il topic giusto per commentare The Eras Tour?

La sua musica e le sue canzoni possono non piacere ma questo film concerto visivamente è una roba spaziale, complice una cornice eccezionale come il SoFi Stadium.
Lei ha una presenza scenica incredibile e la regia gioca benissimo su tutto, dal palco al pubblico, inquadrature eccellenti, sembra davvero di essere lì.
Visto che se ne parlava, 2 ore e 45' che mi sono volate via, roba che neanche i F&F e simili riescono a fare ultimamente.
Per me 10/10 nessuna nota, se non che personalmente avrei preferito non vedere tagliate invisible string e Wildest Dreams.
Tornate pure a discussioni più serie.

Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 16:05
da Jack
A costo di sembrare più vecchio di quello che sono ho dovuto googlare The Eras Tour. E ci ho messo troppi secondi a capire a cosa si riferisse F&F.
Però anche prendendo spunto da questo, le nuove generazioni sono molto più interessate a cose del genere, eventi lunghi, documentari etc.
Io non reggerei neanche per la mia band preferita un'ora e mezza ma non sopporto neanche andare ad un concerto seduto e lontano dal palco per esempio.
Sono abbastanza malato in senso buono di Nba ma non sono riuscito a finire neanche la prima puntata di The Last Dance perchè è una tipo di narrazione che non sopporto proprio. E lì mi sembrano lunghi anche 40 minuti. Il deficit di attenzione vale per le cose che non piacciono, anzi vale per chi non è appassionato ad una cosa e allora lì valute altre opzioni.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 16:07
da Jack
PENNY ha scritto: 18/10/2023, 15:45
Anche perché spero saremo tutti d'accordo nell'asserire che il VERO Cinema è finito nel 1927, ora tutti sentono il bisogno del sonoro per apprezzare un film e nessuno che si spari 2 ore di didascalie come i veri appassionati
Io dico che dopo l'arrivo del treno il pubblico ha perso quella genuina capacità di rivelare le proprie emozioni al cinema

Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 16:35
da Noodles
Jack ha scritto: 18/10/2023, 14:48
Sul discorso culturale, dei temi di dibattito mi immagino all'inizio dell'industria critici letterari inorriditi dal fatto di poter prendere sul serio dei film da quel punto di vista. Se il cinema ha perso quella cosa lí ben venga e sempre troppo tardi visto che possiamo fare finta che una volta tutto era più bello e le cose andavano meglio ma non è così, si cade nella nostalgia e nei propri gusti personali che guarda un po' la fortuna hanno visto i migliori film, sportivi e musicisti proprio proprio quando erano giovani.
lo dico a te, ma questa obiezione vale un pò per molti che sono soliti affrontare questi discorsi sempre alla stessa maniera.
non si può ogni volta controbattere a qualsiasi critica si possa fare oggi che si è boomer e/o si è nostalgici.
veramente ammazza qualsiasi tipo di discorso.
ed è in qualche modo una manifestazione chiara del disagio di cui si parlava: approssimare la sostanza, rendendola superflua.
il panorama della new generation è oggi MOLTO più problematico di 30 anni fa.
che non significa siano più stupidi, tutt'altro.
ma che siano soggetti ad intemperie emozionali e sociali molto più invasive.
il bullismo mica nasce oggi, è una delle pietre miliari della formazione scolastica.
chi di noi non è stato bullizzato o ha assistito a scene del genere?
ma un conto è essere parte del gossip di una scuola, un conto è condividere la tua disgrazia sui social ed essere perculato dalla città intera o peggio ancora da tutto il paese.
la condivisione e la spettacolarizzazione di ogni singola vicenda li ha resi più sensibili, e se la maggiore sensibilità da un lato produce un ambiente più emozionabile dall'altro crea debolezza. Debolezza alla quale la società odierna non trova risposte, perchè è incapace di dare una risposta collettiva.
il numero dei ragazzi con problemi psicologici è oggi enorme.
mi risponderai che questo disagio è sempre esistito e spesso in passato ignorato.
ma prima esisteva un nucleo familiare che in qualche modo provava ad intercettare queste dinamiche.
oggi questi problemi mediamente non trovano più soluzioni nelle famiglie, che sembrano quasi paralizzate di fronte agli eventi esterni che condizionano i ragazzi.
l'arte e il cinema non hanno semplicemente il compito di divulgare temi di dibattito, ma sono in realtà portatori di concetti astratti.
il pensiero astratto, concettuale è quello che ti spinge ad immaginare una relazione sociale con gli altri.
è un pensiero riflessivo che spazia adattando la tua dimensione umana all'ambiente che lo circonda.
rende quindi la tua esperienza da individualista a collettiva.
guardacaso proprio il percorso contrario di quello che è accaduto al cinema.
da esperienza collettiva di confronto (teatri e sale) ad esperienze individuali sul divano di casa.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 17:13
da Jack
Noodles ha scritto: 18/10/2023, 16:35
Jack ha scritto: 18/10/2023, 14:48
Sul discorso culturale, dei temi di dibattito mi immagino all'inizio dell'industria critici letterari inorriditi dal fatto di poter prendere sul serio dei film da quel punto di vista. Se il cinema ha perso quella cosa lí ben venga e sempre troppo tardi visto che possiamo fare finta che una volta tutto era più bello e le cose andavano meglio ma non è così, si cade nella nostalgia e nei propri gusti personali che guarda un po' la fortuna hanno visto i migliori film, sportivi e musicisti proprio proprio quando erano giovani.
lo dico a te, ma questa obiezione vale un pò per molti che sono soliti affrontare questi discorsi sempre alla stessa maniera.
non si può ogni volta controbattere a qualsiasi critica si possa fare oggi che si è boomer e/o si è nostalgici.
veramente ammazza qualsiasi tipo di discorso.
ed è in qualche modo una manifestazione chiara del disagio di cui si parlava: approssimare la sostanza, rendendola superflua.
il panorama della new generation è oggi MOLTO più problematico di 30 anni fa.
che non significa siano più stupidi, tutt'altro.
ma che siano soggetti ad intemperie emozionali e sociali molto più invasive.
il bullismo mica nasce oggi, è una delle pietre miliari della formazione scolastica.
chi di noi non è stato bullizzato o ha assistito a scene del genere?
ma un conto è essere parte del gossip di una scuola, un conto è condividere la tua disgrazia sui social ed essere perculato dalla città intera o peggio ancora da tutto il paese.
la condivisione e la spettacolarizzazione di ogni singola vicenda li ha resi più sensibili, e se la maggiore sensibilità da un lato produce un ambiente più emozionabile dall'altro crea debolezza. Debolezza alla quale la società odierna non trova risposte, perchè è incapace di dare una risposta collettiva.
il numero dei ragazzi con problemi psicologici è oggi enorme.
mi risponderai che questo disagio è sempre esistito e spesso in passato ignorato.
ma prima esisteva un nucleo familiare che in qualche modo provava ad intercettare queste dinamiche.
oggi questi problemi mediamente non trovano più soluzioni nelle famiglie, che sembrano quasi paralizzate di fronte agli eventi esterni che condizionano i ragazzi.
l'arte e il cinema non hanno semplicemente il compito di divulgare temi di dibattito, ma sono in realtà portatori di concetti astratti.
il pensiero astratto, concettuale è quello che ti spinge ad immaginare una relazione sociale con gli altri.
è un pensiero riflessivo che spazia adattando la tua dimensione umana all'ambiente che lo circonda.
rende quindi la tua esperienza da individualista a collettiva.
guardacaso proprio quello che è accaduto al cinema.
da esperienza collettiva di confronto (teatri e sale) ad esperienze individuali sul divano di casa.
Io credo semplicemente ci siano altri problemi per le nuove generazioni rispetto ad una volta e ce ne saranno ben di peggiori dei problemi psicologi in futuro per colpa delle generazioni che facevano esperienze collettive invece che individualiste e avevano più pazienza e voglia di impegnarsi di questa nel fruire di quello che volevano.
Ma sono d'accordo sul resto, io dico di non far l'errore di credere che quello che piace ad uno, quello che crescendo si è visto come una cosa intoccabile e degna di essere considerata una delle migliori arti sia la risposta definitiva perchè il mio non è un discorso di nostalgia o la solita battuta sui boomer, dico solo che si può andare indietro di tanto volendo perchè il cinema non sarà stato come il teatro o i libri all'inizio. In campo musicale uguale. Ma anche negli stessi libri, sembra sempre di essere arrivati ad un punto in cui è finito tutto a livello di proposta e chiaramente non è così. Cambia e talvolta in peggio e dipende tanto dai gusti e magari si è sommersi da un mercato diverso in termini di proposte o pubblicità ma - visto che mi sembri più esperto di me sull'argomento - il cinema al giorno d'oggi non è quei venti film che ti suggerisce l'algoritmo di netflix. E' anche quello e quelli d'autore non incassano e ce ne saranno sempre di meno, purtroppo, ma sono più facili da trovare. Magari non al cinema
Però tornando all'esperienza non individualista e di confronto bisogna anche essere onesti che al di là del fatto che effettivamente è sempre stata di gruppo non so che gruppi di amici avete voi e che dibattiti ne vengono fuori ma se ripenso alla mia esperienza o a quando andavo ero studente non so mica quanto possa servire quella roba lì. Quello che non si discute è che è la prima generazione bombardata da tutto questo mix di cose e sono totalmente d'accordo sulla necessità di una risposta collettiva ma, senza andare troppo off topic, tutti i più grandi problemi che l'umanità dovrà affrontare, quelli attuali o che ci immaginiamo in futuro essere i grandi problemi avrebbero bisogno di una risposta collettiva secondo me.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 18/10/2023, 17:19
da PENNY
Noodles ha scritto: 18/10/2023, 16:35
lo dico a te, ma questa obiezione vale un pò per molti che sono soliti affrontare questi discorsi sempre alla stessa maniera.
non si può ogni volta controbattere a qualsiasi critica si possa fare oggi che si è boomer e/o si è nostalgici.
veramente ammazza qualsiasi tipo di discorso.
ed è in qualche modo una manifestazione chiara del disagio di cui si parlava: approssimare la sostanza, rendendola superflua.
il panorama della new generation è oggi MOLTO più problematico di 30 anni fa.
che non significa siano più stupidi, tutt'altro.
ma che siano soggetti ad intemperie emozionali e sociali molto più invasive.
il bullismo mica nasce oggi, è una delle pietre miliari della formazione scolastica.
chi di noi non è stato bullizzato o ha assistito a scene del genere?
ma un conto è essere parte del gossip di una scuola, un conto è condividere la tua disgrazia sui social ed essere perculato dalla città intera o peggio ancora da tutto il paese.
la condivisione e la spettacolarizzazione di ogni singola vicenda li ha resi più sensibili, e se la maggiore sensibilità da un lato produce un ambiente più emozionabile dall'altro crea debolezza. Debolezza alla quale la società odierna non trova risposte, perchè è incapace di dare una risposta collettiva.
il numero dei ragazzi con problemi psicologici è oggi enorme.
mi risponderai che questo disagio è sempre esistito e spesso in passato ignorato.
ma prima esisteva un nucleo familiare che in qualche modo provava ad intercettare queste dinamiche.
oggi questi problemi mediamente non trovano più soluzioni nelle famiglie, che sembrano quasi paralizzate di fronte agli eventi esterni che condizionano i ragazzi.
l'arte e il cinema non hanno semplicemente il compito di divulgare temi di dibattito, ma sono in realtà portatori di concetti astratti.
il pensiero astratto, concettuale è quello che ti spinge ad immaginare una relazione sociale con gli altri.
è un pensiero riflessivo che spazia adattando la tua dimensione umana all'ambiente che lo circonda.
rende quindi la tua esperienza da individualista a collettiva.
guardacaso proprio il percorso contrario di quello che è accaduto al cinema.
da esperienza collettiva di confronto (teatri e sale) ad esperienze individuali sul divano di casa.
Sì Nood è sacrosanto analizzare i problemi del presente, che infatti nessuno mi sembra abbia negato in questo paio di pagine di discussione, ma a me sembra spesso che in alcuni permanga la solita retorica del
"ai miei tempi sì che le cose si facevano come dio comanda" appena si allarga il campo del discorso, che sai anche tu essere una cazzata, perchè a quelle 3-.4 problematicità che tu evidenzi adesso sai bene potrei risponderti con 10 cose che vanno molto meglio ora rispetto a 20 anni fa, si parli di scuola, di sensibilità su determinati argomenti, di possibilità di confronto e sviluppo per le nuove generazioni etc.
Credo qua ci dovremmo attenere esclusivamente a discutere di un microtema come può essere la crisi delle sale o comunque il ruolo del cinema, perchè su tanti altri argomenti non essendoci professionisti tutti citeremmo le nostre esperienze personali, che valgono poco più di niente se si affrontano discorsi generali come questi.
Il Cinema ha perso il suo ruolo di divulgatore di temi di dibattito, e sticazzi dico io, mi dispiace certo, ma i tempi cambiano, è già accaduto in passato alla letteratura, poi al teatro, poi al cinema e ora accadrà anche alla TV, non si torna indietro ed è inutile cercare di farlo.
Le prossime generazioni se ne faranno una ragione e troveranno il loro modo di confrontarsi, e probabilmente chiunque oggi abbia più di 30 anni troverà difficile capirle o apprezzarle.
Per dire, non so voi, ma io ero bambino negli anni 90 e ragazzino nei 2000 e secondo i dibattiti dell'epoca io e tutta la mia generazione saremmo dovuti crescere come dei lobotomizzati, perchè eravamo capaci di passare giornate intere attaccati ai videogiochi (spesso violenti e diseducativi signora mia) anzichè
uscire a giocare a pallone.