lephio ha scritto:
cmq queste ultimi post mi fanno venire una voglia matta di dire che potete fare tutti i calcoli statistici che volete, trovare leggi, combinazioni e quant'altro. ma nello sport ci sono dei momenti, a volte pochi secondi, a volte anni, in cui un atleta è in uno "stato di grazia". è emozione, calore, improvvisazione, istinto. energia. il 110% per me esiste. e voi potete tirarmi fuori tutti i numeri che volete, ma il futuro di questo sport non è la statistica, ma avere ancora persone che quando nella parte bassa del nono battono una palla alta e profonda verso il palo giallo, cercano di "spingerla" facendo inutili movimenti con le braccia nel vuoto, verso la zona buona. e avere gli occhi che brillano quando la palla esce.
ad emozionarci sono i gesti, non i numeri.
E chi dice il contrario? Continuo a ripetere che qualcuno che dice frasi del genere non capisce la natura della sabermetrica. La sabermetrica non vuole soppiantare il gioco. L'obiettivo non è quello di far giocare il baseball a dei grossi numeri con le gambe, mazze e guanti. L'obiettivo è quello di continuare a far giocare degli uomini, ma migliorando il loro lavoro e le loro prestazioni.
Nessuno dice di simulare le partite al computer, ma si giocano sempre sul campo.
Gli anti-sabermetrici non riescono a capire che la sabermetrica sia un modo per magnificare e cercare di massimizzare l'importanza ed anche l'emozione di certi gesti. I sabermetrici sono quelli che guardano più partite di tutti, per cercare di analizzare i fattori che comportano i "cambiamenti" nelle partite.
C'è un'errata concezione nei confronti di chi analizza i numeri. Si presume che non guardino le partite, o che non si emozionino, o che non capiscano i momenti, ecc ecc. Equivale a non aver capito granchè della sabermetrica. Io quando guardo una partita e vedo un hitter dei Red Sox battere una groundball, non penso "beh, speriamo che venga eliminato, per preservare gli equilibri sabermetrici" o sciocchezze del genere. Spero che prenda un cattivo rimbalzo e il difensore non riesca a controllarla, e chi se ne frega. Però poi a bocce ferme, razionalmente so cosa sia un caso, cosa sia "propiziato" e via dicendo. Abbiamo dei cervelli, usiamoli. Anche io sono irrazionale e tifoso e mi emoziono quando vedo le partite. Anche io mi emoziono se vedo un walkoff, ecc ecc. Però però penso a come migliorare le possibilità di vittoria della mia squadra. Penso a cosa si possa fare per valutare l'effettiva efficacia di un giocatore.
E sono cose importanti da fare. Mica si può valutare quanto sia bravo un giocatore per "grinta", "impegno" e roba del genere a bocce ferme. Le partite si giocano ed il risultato è determinato da numeri. Noi analizziamo altri numeri per poter massimizzare il rendimento (punti segnati) e minimizzare il danno (punti subiti). Non è che alla fine vinca chi, secondo i votanti, abbia mostrato più grinta, più impegno, più "voglia di vincere", un "gruppo" migliore e roba del genere. Vince chi ha fatto più punti dell'avversario, che piaccia o no. E per migliorare questo genere di analisi, usiamo la sabermetrica. Poi è chiaro che sia il campo ad avere l'ultima parola, e meno male. Ma se gestiamo correttamente l'incontro, avremo più possibilità di vittoria. Vogliamo far finta che non sia così?
Ma perchè avete paura dei numeri? Del progresso, della tecnologia e degli avanzamenti?
In tutti i campi funziona così. Nella medicina, sono sempre "uomini" a guarire, a curare, ad operare. Ma nuove tecnologie e medicine migliorano il rendimento di questi uomini. Alla fine mi emoziono sempre se un paziente guarisce dal cancro. Ma è una colpa o un merito se guarisce grazie alle nuove medicine e/o alla chemioterapia? O per fornire le stesse emozioni deve guarire "vecchia maniera"? La sabermetrica, in un contesto molto ma molto più "leggero", permette di vincere più partite. Non ne riduce l'emozione, ma cerca anzi di massimizzare quei momenti. Esattamente come le medicine e la tecnologia cercano di massimizzare la guarigione dei pazienti per farci stare meglio, in un contesto infinitamente più importante ma in maniera analoga.
Altro esempio: la moto. Serviranno sempre dei coraggiosi che vorranno piegarsi irrazionalmente con la testa a 30 cm dall'asfalto a velocità improbabili, ma questa è una buona ragione per non migliorare il mezzo? Alla fine un Valentino Rossi potrà avere tutto il talento che vuole, ma se la Ducati o la Honda vanno a 40 km/h in più in rettilineo, tutto il suo talento, la sua grinta, la sua forza, ecc, ecc, saranno sprecati perchè al servizio di un mezzo troppo inferiore per fare la differenza. In maniera analoga la sabermetrica cerca di mettere il talento al servizio della migliore tattica e strategia. Poi serviranno sempre degli uomini per eseguire al meglio la tattica, e tutto verrà sempre determinato da loro. Ma farlo secondo i dettami sabermetrici consentirà di vincere di più. Devo ancora vedere il miglior guidatore del mondo vincere con un'automobile a pedali in Formula Uno. Ed in maniera analoga, per quanto gli uomini siano indispensabili, la sabermetrica permette di costruire al meglio un roster, permette di valutare al meglio le abilità di un giocatore (impiegandolo dunque al meglio) e permette di gestire meglio la strategia. Poi dovrà sempre pensarci il giocatore, senza dubbio. Ma sprecarne il talento solo per l'odio nei confronti dei numeri è sbagliato.
Come si può pensare che i sabermetrici siano contrari alle emozioni del gioco? Anzi, è proprio la passione per il gioco che porta ad analizzare e scomporre visceralmente ogni aspetto per migliorare il tutto. La sabermetrica ci ha portato Adam Dunn, Dustin Pedroia e via dicendo. Devo ricordarvi che Pedroia secondo gli "scouts vecchia maniera" non fosse
tra i migliori 100 prospetti in MLB, mentre ora, giapponesi a parte, è il Rookie of the Year in AL? Secondo PECOTA (sistema sabermetrico, per farla breve), Pedroia era il sesto miglior giocatore di minor league in assoluto, ed il più pronto per la Major League. Tanti scouts hanno riso di PECOTA. Ora chi ride?
E ancora... prima della stagione chi avrebbe predetto il tracollo dei White Sox? Nessuno tra gli scout. Oggi tutti si meravigliano. Cosa aveva predetto PECOTA, sulla base dei numeri? Un record finale di 72-90, deriso ad inizio stagione. Ora i Sox sono 56-70, record di .444, che proiettato sulla stagione completa è... 72-90!
Non dico che la verità sia nascosta totalmente nei numeri per il semplice fatto che gli uomini si evolvono, peggiorano, cambiano, e questo può provocare variazioni (non a caso PECOTA funziona a "percentile", a seconda delle probabilità di ogni eventualità). Ciò non toglie che l'analisi sabermetrica migliori la comprensione del mondo baseballistico, senza alcun dubbio. Ed i numeri ci prendono molto più dell'analisi visiva di praticamente chiunque. Se integrassimo le nostre conoscenze ed esperienze per analizzare correttamente i numeri, avremmo l'arma definitiva. Perchè respingere un miglioramento?