Licorice Pizza
E' piu' o meno "mattina di Natale a 6 anni" il livello di hype ogni volta che esce un nuovo film di Paul Thomas Anderson. A volte va meglio, a volte va peggio, ma difficilmente ne sono uscito deluso (forse solo Inherent Vice, per me un mezzo buco nell'acqua). Non ve ne pentirete neanche voi, se vi piace il cinema, apprezzerete questo film.
Anche perche', come ogni volta, non sai mai cosa aspettarti. Non so quanti potessero aspettarsi Punch Drunk Love, dopo aver fatto Magnolia. O Phantom Thread, dopo The Master e Inherent Vice. In breve, il film inizia facendoci credere sia un coming-of-age movie con protagonista Gary Valentine, 15enne sfacciato e intraprendente alla scoperta del mondo e dell'amore nella San fernando Valley degli anni 70. E in parte lo e', ma abbastanza rapidamente si capisce che il protagonista del film e' in realta' la 25 enne (forse) Alana, giovane donna in cerca di se' stessa che continua a chiedersi se la felicita' che cerca e' proprio in quel ragazzino che la corteggia.
La prima considerazione da fare e' che PTA e' ormai dalla parte sbagliata dei 50, ed e' arrivato per lui il momento di guardarsi indietro con nostalgia a quella Valley in cui e' cresciuto. Se questa frase vi fa venire subito in mente Once Upon a Time in Hollywood, avete colto nel segno. Sono due film enormemente diversi, ma c'e' in entrambi la voglia di rivivere un certo momento della propria vita in un certo posto, rivivere quel senso di meraviglia di quando sei un ragazzino con qualche soldo in tasca e piu' o meno tutto sembra possibile. Sono un po' le ambientazioni di Inherent Vice, ma qui invece di una sceneggiatura un po' incoerente, c'e' una storia che pur episodica ha nei ricordi del regista il principale filo conduttore.
Come molti film di PTA qui si parla di un uomo (qui un ragazzino) ambizioso che sgomita per trovare il proprio posto nel mondo. Ma a differenza di molti altri suoi film, qui non c'e' quella rabbia dei suoi primi lavori (interessante che Penny abbia nominato Magnolia proprio due post fa, perche' il contrasto e' evidente), ma e' forse per la prima volta un film incredibilmente dolce. E incredibilmente vivido. Se ci volessimo trovare dei difetti, si puo' dire che la trama e' forse a tratti un po' troppo scollegata, ma l'impressione e' davvero quella di qualcuno che sta cercando di ricordare storie sentite molto tempo prima.
Ci son due-tre scene di totale maestria, in cui la camera, la musica, gli attori sono tutti perfettamente al servizio della scena. La colonna sonora e' magnifica. Infine una parola sugli interpreti. Ci sono le star (Penn, Cooper, Waits), ma sono sullo sfondo. Al centro della scena una fantastica Alana Haim (nuova al cinema ma di certo non allo spettacolo) e Cooper Hoffman, il cui cognome e il mezzo sorrisetto da chi la sa piu' lunga di te dicono immediatamente di chi e' figlio.
Ci sono molti altri temi di cui parlare (la differenza di eta' tra i protagonisti, per esempio), ma non so se sia gia' uscito anche in Italia, quindi magari ne riparliamo.