Dietto ha scritto:Quindi siamo passati dal fatto che il voto non vale uguale in tutti gli stati (cosa che succede solo in casi molto particolari, come scritto sopra infatti ogni persona vale 1/711kesimo di voto in media), al fatto che non siano eletti. E RENZI? KEFFA?
A parte gli scherzi. un voto vale esattamente come un altro, lo scollamento tra voto popolare e voto dei grandi elettori avviene solo in caso di grandi differenze tra le percentuali dei vari stati. Se tutti gli stati, paradossalmente, votassero lo stesso candidato con la stessa percentuale, quella percentuale sarebbe la percentuale di grandi elettore che quel candidato prende.
Sul fatto che poi i grandi elettori possano cambiare voto rispetto a quello ricevuto dalla gente (anche se per legge in teoria in molti stati non potrebbero, ma la pena per la trasgressione è una semplice multa) siamo d'accordo che sia scandaloso, ma il discorso passa all'etica. Ma questo l'ho scritto circa 8 post fa.
Poi ripeto, questo è il processo democratico di decisione, e tutte le parti sono democratiche in quanto espressione di un voto.
Nella legge elettorale americana c'è anche la possibilità che un candidato diventi Presidente con il 3% dei voti, ma questo non lo renderebbe meno democraticamente eletto (quante volte succede in Italia che il candidato sindaco che al primo turno ha preso la minoranza dei voti poi diventi sindaco? In un'elezione assurda, con 100 candidati, qualcuno potrebbe diventare sindaco col 2%, con il primo che ha il 49% per esempio)
Dietto, giusto per sapere eh? ma ci fai o ci sei?
Leggi bene quello che ho scritto, perche io ho sempre sostenuto che il voto non valga uguale in tutti gli stati e che i garandi elettori non siano eletti. Ma sopratutto leggi bene quello che hai scritto tu, perche con questa frase: " .... lo scollamento tra voto popolare e voto dei grandi elettori avviene solo in caso di grandi differenze tra le percentuali dei vari stati. ...." (cit. sopra) in pratica stai dicendo la stessa cosa. Il problema e` prorpio questo, perche si e` in quel caso, e da parecchio, a destra e sinistra. Ci sono stati in cui la differenza tra le percentuali e` grande, quasi bulgara, e altri in cui non solo non lo e`, ma spesso e` una questione di poche migliaia di voti. Il fatto che abbia funzionato fino ad ora, che i risultati siano stati quelli "giusti" non vuol dire assolutamente che il gistema si a"giusto" a prescindere, in questo caso democratico. La definizione di un termine e`, spesso, assoluta, per queste cose o si e` o non si e`, non si puo essere pari al 99%. Se definisco il termine "democrazia" in un modo, e includo che ogni voto abbia lo stesso valore/peso, appena questo requisito salta, e bada puo anche essere una possibilita piu che remota, salta tutto, non si e` piu, o mai stati, in un contesto "democratico". Per questi ci si e` dovuti inventare emendamenti tipo "presidenziale" maggioritaria" , "proporzionale" e altro, non per complicare le cose, ma perche quei processsi non rispettavano completamente la definizione di democrazia.
Dietto ha scritto:......
Sul fatto che poi i grandi elettori possano cambiare voto rispetto a quello ricevuto dalla gente (anche se per legge in teoria in molti stati non potrebbero, ma la pena per la trasgressione è una semplice multa) siamo d'accordo che sia scandaloso, ma il discorso passa all'etica. Ma questo l'ho scritto circa 8 post fa.
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Questo basterebbe per invalidare completamente il processo. Perche e` possibile e legale (tecnicamente per legge i grandi elettori non son tenuti a rispettare il voto popolare del prorpio stato, la costituzione americana non prevede nessun obligo e non ci sono conseguenze "punitive", le leggi dei differenti stati son solo sulla carta, le leggi federali fanno testo) diventare presidente senza nemmeno essere candidato, basta "comprare" il voto di 270 garndi elettori, costerebbe anche meno che una campagna elettorale, e non c'e` nulla, nessuna legge che lo impedisca ..... tranne l'etica.