Provo a buttare giù pensieri sparsi avendo visto solo la diretta e riguardato qua e là alcuni video di una partita strana, di una vittoria brutta che è comunque una vittoria. Non ho ancora analizzato a dovere e non so se lo farò, è tutto troppo acerbo. Si dice spesso che quando vinci giocando male è un ottimo segno perché poi, quando comincerai anche a giocare bene, saranno dolori per gli altri. Ma quest’anno Chicago riuscirà a giocare bene? Non facciamo troppe storie su Week 1, sappiamo che ci sono squadre più rodate e quindi molto pronte ai blocchi di partenza nonostante qualche ruggine. E poi ci sono le squadre in ricostruzione da 40 anni, con il rookie QB da sviluppare, dalle quali non puoi pretendere più di tanto. E quindi 10 cosine su questo 1-0 di inizio stagione 2024…
1) La partita. Chicago si trova sotto di 17 punti e a poco meno della metà del terzo quarto è ancora sotto di 14 con un attacco assolutamente improduttivo. Il segnale positivo, in un gioco come questo, è che la partita la vinci nonostante l’attacco. La vincono gli special team: c’è il punt bloccato, ma ci sono anche i calci di Cairo Santos, i punt di Taylor e i ritorni di Carter. La vince la difesa, che nel secondo tempo alza le mura. La vince un pochino anche l’attacco che trova una trasformazione da 2 che mette maggiore pressione sui Titans (voglio vedere il bicchiere mezzo pieno). E’ una vittoria di squadra e nel dopo partita questo è il messaggio che cercano di fare arrivare Eberflus e Williams. La chiave di lettura è scontata visto che siamo in uno sport di squadra, ma il tentativo dell’head coach e dello staff tutto è quello di levare pressione a Caleb Williams, di non trasformare subito il tesoretto uscito dal draft come il centro dell’universo attorno al quale tutto ruota. La squadra è apparsa a molti veramente schiacciata dalla pressione e se per la difesa piano piano si sono sciolte le briglie in attacco le cose sono rimaste incastrate. Forse è mancato proprio quel big play che mette pressione all’avversario e ti sblocca mentalmente. Di fatto, però, il management tutto deve evitare che questa stagione diventi un Caleb VS The World. Si è trattato della terza più grande rimonta in termini assoluti nella storia dei Bears, la quarta in generale. La migliore al Soldier Field dopo quella del 2001 contro i 49ers (distacco di 19 punti).
2) La difesa dopo i primi due drive è sembrata venire meno: parte forte forzando due 2 3&out per un totale di 0 yard concesse ma poi cala la pressione, saltano le coperture e si naviga nella confusione. La marcatura di Stevenson sul TD di Okonwko è abbastanza emblematica di quel momento. L’impressione è che quel terzo lunghissimo drive dei primi 7 punti ed il muff del (maledetto) Velus Jones abbiano avuto un impatto psicologico piuttosto forte sulla difesa che ha sùbito il ritmo lento dei Titans. Tennessee ha capito presto che sarebbe stata una giornata complicata per Williams, ha registrato un paio di cose e ci ha affettato a dovere giocando con l’orologio consapevole che, in difesa, avrebbe avuto miglior gioco. Per fortuna dopo l’errore di Jones i danni si sono limitati ai 3 punti. Lo sblocco mentale arriva evidentemente con gli aggiustamenti nell’intervallo e con la meta di Owens per il TD sul punt bloccato. Da lì in in avanti la difesa è stata solidissima; capiamoci, è stata solidissima contro una squadra che, potenzialmente, potrebbe vincere meno partite dei Bears, ma non andiamo indietro di lustri quando pensiamo ad una difesa incapace di mettere pressione e di leggere al meglio le giocate offensive. Nel complesso una mano ce la dà comunque Will Levis, che in un paio di situazioni lancia la palla mentre è già in verticale per evitare il sack. Nel primo caso per me era intentional grounding perché, anche se lancia verso un obiettivo valido, Levis è praticamente sdraiato quando rilascia l’ovale e non ha alcuna possibilità di completare. La seconda volta gli va malissimo e sappiamo com’è andata a finire. Ammetto che l’impressione era quella che, comunque, i Titans non avrebbero più segnato, ma senza i punti difensivi non credo che Chicago l’avrebbe sfangata.
3) Qualcuno sta paragonando questa vittoria al vecchio stile di gioco di Lovie Smith. Io non sono d’accordo, non oggi, non dopo week 1. Nonostante le grandi difficoltà dei QB di quell’epoca, raramente abbiamo avuto situazioni sotto le 100 yard di lancio se non in alcuni casi del primo anno da rookie di Kyle Orton sul quale, perdonatemi, c’era qualche attesa in meno rispetto a quelle sul QB di oggi. Senza contare che il fenomeno da Purdue era comunque stato scelto per fare da riserva a Rex Grossman, un altro che problemi a stare sopra le 200 yard non ne aveva; semmai aveva il vizietto di lanciare più ai DB avversari che ai propri WR ma questo è un altro discorso. Inoltre le squadre di Lovie hanno sempre avuto una grande solidità nel gioco di corse, cosa che domenica è mancata totalmente. Per questo aspetterei a fare paragoni fermo restando che ritrovarsi ad avere quella difesa e quegli special team con un QB di livello non è la peggiore delle prospettive.
4) Veniamo a Caleb Williams. C’è davvero poco da dire. A parte essere il primo QB prima scelta assoluta a vincere all’esordio dal 2002 a oggi direi che le cose per le quali sorridere siano pochine. Ma non c’è tanto, credo che anche The QB School faticherà a mettere insieme qualcosa stavolta. Voglio essere ottimista e dire le cose che mi sono piaciute, premettendo che il voto finale per CW è ovviamente negativo. Mi piace il modo che ha di stare in campo; al netto della pressione evidente che lo schiacciava, domenica, non mi è mai parso di vederlo assente o spaesato. Mi è piaciuto il fatto che abbia tentato di evitare la vaccata ad ogni costo e che non si sia lasciato prendere dal panico, nonostante una protezione così così. Mi piace il fatto che confermi una certa elusività pur non avendo l’esplosività di Justin Fields, muove comunque meglio i piedi del suo predecessore. Ha sbagliato vari palloni ma non ha mai fatto la frittata, alla prima partita in assoluto possiamo farcene una ragione. Peccato un drop in endzone di Allen ma peccato, soprattutto, che i tre palloni che ha potuto giocare sul profondo fossero tutti sballati. Troppo lunghi. Non un bellissimo segnale se vogliamo vedere il bicchiere mezzo vuoto.
5) Per le statistiche mi sono andato a rivedere gli esordi da starter di Mitchell Trubisky e Justin Fields; non che i giocatori siano paragonabili ma sono state nostre prime scelte anche loro. Trubisky esordisce da starter alla Week 5 del 2017, ultimo anno di Fox sulla sideline; i Bears sono 1-3 e Mitch non ha mai visto il campo. I Bears perdono 20-17 in casa contro i Vikings, Trubisky mette a referto un 12/25 per 128 yards, 1 TD e 1 INT, 60.1 di rating a cui aggiunge 3/22 di corsa e una trasformazione da due punti fatta sulle proprie gambe e un fumble perso.
Fields esordisce da titolare alla W3 del 2021, a Cleveland (i Browns vincono 26-6). Chicago è 1-1, JF ha già saggiato il campo e la week precedente ha splittato con Dalton nel match vinto contro i Bengals dove la grande protagonista è stata la difesa. Subentrato per infortunio a Red Rifle sarà titolare per quasi tutta la stagione. All’esordio dal primo snap, come ieri, i Bears non segnano nessun touchdown. JF chiude con 6/20 per 68 yards, 0-0 tra TD e INT con un rating di 41.2 a cui aggiunge 3 corse per 12 yard.
Caleb Williams, 14-29 per 98 yards, 0-0, 55.7 di rating a cui aggiunge 5/15 di corsa e un TD pass per una trasformazione da 2. Non c’è una conclusione, sono solo dati che ci dicono che la prima partita è sempre un bel problema per un QB. A Chicago poi…
6) Williams ha però avuto una serie di problemi a mio giudizio legati anche alla gestione del gioco offensivo. Se dietro sembriamo comunque sistemati davanti sembrano mancare le idee, più che la lucidità perché questa, prima o poi, arriverà. Le idee non è scontato. Shade Waldron avrà il suo bel da fare ma le chiappe di Eberflus sono bollenti quindi le soluzioni vanno trovate alla svelta. La OL ha risposto malino alla prima chiamata, Coleman Shelton ha dato segnali di squilibrio pazzeschi sbagliando qualche snap, qualche blocco, venendo sovrastato in un paio di occasioni. Se per i rookie abbiamo delle motivazioni legate all’esordio, per l’ex Rams… non saprei, ma i segnali sono questi e non sono buoni. E' andato male anche il gioco di corse, prevedibile e scomposto, molle e basato troppo sul solo D’Andre Swift che non ha fatto faville se non un paio di buone giocate nel finale. Non credo che Khalil Herbert possa essere relegato a due portate a partita se si vogliono dare equilibrio, efficienza e ritmo all’attacco. Così come non credo che Cole Kmet possa essere una semplice comparsa. Il TE ha dimostrato più volte di poter essere l’uomo giusto su cui scaricare una certa pressione al momento del bisogno ma ha bisogno di snap e di andare in ritmo con una certa costanza e non di stare a guardare. Anche perché ieri le mani più affidabili sono state quelle del solito DJ Moore visto che un Allen in queste condizioni non regge una stagione NFL di livello e Rome Odunze avrà necessità di inserirsi in un contesto dove, volente o nolente, quando potrà, il QB tenderà a mettersi in mani più sicure (per esperienza). La notizia dell'infortunio di Odunze non ci lascia tranquilli ma attendiamo l’esito della risonanza. In questo contesto Kmet è ancora più fondamentale e Eberflus non può non averlo compreso al terzo anno.
7) Matt Eberflus che per intenderci domenica non ha sbagliato granché. Certo, sappiamo che non è uno che tende ad aggredire, ma probabilmente ieri non era nemmeno il caso di farlo e ci sono buone chance che non sia lo sarà nemmeno per le prossime X (il numero mettetelo voi) giornate. Di un HC, poi, tendo a guardare anche quella che è la gestione della partita al netto delle chiamate: come reagisce la squadra alle difficoltà, come viene letta la gara, come viene tenuto insieme lo staff, come si torna in campo dopo l’intervallo. Domenica tutto questo mi sembra che abbia funzionato: all’attacco dobbiamo dare tempo ma la reazione generale c’è stata anche se confermo che senza l’intercetto la partita forse non la vinci mai. Eberflus deve trovare il coraggio di essere meno estremista nel proprio pragmatismo, trovare la comfort zone per Williams e poi aggredire il campo anche con scelte inaspettate e meno lineari. Deve assolutamente recuperare al più presto un C e deve dare più snap a certi veterani. Il resto, piano piano, verrà.
8) Nel dopo partita, negli spogliatoi ed in conferenza stampa, si è parlato molto del gruppo, del senso di squadra. Si è ballato poco e ci si è uniti tanto sotto la stessa bandiera. Incarnare lo spirito di una comunità, in un gioco di squadra, ha un suo perché che va oltre l’idea di essere amato dal pubblico e ti permette di creare quel feeling che farà sì che poi, la comunità stessa, ti restituisca tutto in termini di pazienza e calore, facendo sì che il sistema possa maturare in tranquillità anche in una città sportivamente complicata come Chicago. A me l’approccio è piaciuto; mi piace lo spirito e mi piace come i giocatori sono rientrati negli spogliatoi dopo una vittoria complicata. E’ solo una mia impressione, forse, ma un salto in avanti sta avvenendo anche in questo senso. E’ chiaro che anche qua torna il “problema Eberflus”, perché la squadra può stare sotto l’ombrello della ricostruzione, lui è al terzo anno e deve mandare un segnale preciso. Pur se senza troppe responsabilità (ma questa è una mia opinione poco condivisa in giro), comincio a temere che non aver azzerato la posizione di HC andando su un nuovo QB possa diventare un problema nelle prossime settimane. Speriamo in Poles, il quale mi sembra sempre meglio calato nel ruolo di GM.
9) Uno sguardo alle rivali di division, per vedere cosa dobbiamo aspettarci. Minnesota fa la grossa contro quelli che mi sono sembrati i resti di una squadra più che un team NFL. I Giants sono davvero peggio (persino) del previsto o i Viknigs sono una superpotenza? Credo più alla prima ipotesi ma ammetto che Minnie mi è parsa più quadrata del previsto. Detroit è sopravvissuta ad una rimonta incredibile; onestamente dopo il sorpasso di LA non pensavo che i Lions l’avrebbero portata a casa. Devo dire che la solidità della squadra c’è tutta e la stagione scorsa ha aggiunto consapevolezza. La difesa è tosta e finché Goff fa il Goff, cioè rimane nella media senza fare puttanate, anche l’attacco ha il suo equilibrio. Anche dopo la Week 1 sono ampiamente i favoriti e Goff ad un Super Bowl c'è comunque già arrivato.
Green Bay aveva la partita più difficile e, impressione mia, il risultato finale contro Phila non dà il giusto scarto che c’è fra le due franchigie. Per me, per quello che ho visto, gli Eagles crescono più di 5 punti sui Packers e con un campo meno scivoloso che ha parzialmente viziato alcune segnature di GB credo che questa differenza si sarebbe vista. Nulla di male visto che gli Eagles stanno (secondo me) tra le prime 6 della NFL mentre metterei i Packers qualche scalino più in giù. Ciò detto Green Bay ha fatto una buona partita, si è dimostrata solida e piuttosto rodata anche se “aiutata” da un paio di big play “sporchi”. A tratti ho invidiato clamorosamente il lavoro della OL. Squadra che ha davanti anni davvero buoni ma che in questo 2024 si incastra con l’infortunio a Love. Prima di cominciare a scrivere avevo letto che il QB ne avrà tra le 3 e le 6 settimane, non so se ci siano maggiori info ora. Vedremo quanto mancherà, l’impatto della sua assenza, inevitabilmente, avrà un grande peso sull’andamento dei Packers.
10) La prossima si va a Houston. Chicago è nettamente sfavorita. Anche io ho messo la L e quello che proveremo a capire saranno certamente altre cose e non se sia davvero possibile compiere l’impresa anche se, questo tipo di partite, è solitamente meglio averlo nel primo mese, quando vanno ancora registrate alcune cose. Lo ha mostrato Indianapolis. Ho guardato solo gli HL brevi, quindi non giudico la gara, ma che i Colts potessero stare così vicini ed essere così fastidiosi per Houston non era scontato. Ecco, essere almeno fastidiosi, domenica prossima, non sarebbe male.