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da chinasky » 29/04/2024, 14:33
Siamo davvero fortunati a tifare Bears, persino in un draft dove tutto sembrava scritto, lineare, scontato come un lancio di Trubisky arriva il nostro GM e piazza il colpaccio: un punter. Meraviglia delle meraviglie, con 4 scelte decidiamo di prendere un punter. Sia chiaro, Poles porta a casa il Tom Brady dei punter mica un cretino qualsiasi. Apple ha già acquisito i diritti per farne una docuserie a fine carriera. A volte credo veramente che siamo dei fuori di testa perché non è in discussione il fatto che un punter tornasse utile né che questo sia (forse) il più forte punter della storia del Midwest; ma la domanda resta inevitabile: perché? Fortuna vuole che grazie a questa scelta mi sia tornata voglia di aprire alle "10 piccole cose sui Chicago Bears", che questo lunedì cammina con lentezza, che c'è la possibilità di dare i voti al draft, di giudicare scelta per scelta e quindi di occupare buona parte delle "cose" da portare a dieci. Per cui, cominciamo!
1) Caleb Willams: voto alla scelta che mi vede in dubbio tra il "sv" e il 10 e lode (o A+ se preferita l'americanologia). Forbice larghissima e scontata e volendo un po' ironica chiaramente. Senza Voto perché sono mesi che sappiamo che si andrà e perché non si può che andare lì. Sarebbe come se a scuola ti chiedessero come ti chiami e, dopo la risposta esatta, ti dessero un 10. Grazie al ca**o verrebbe da dire. Era la scelta scontata, che tutti volevano, che non potevi non fare. E' talmente perfetta per tutto il mondo che ha puntato gli occhi su Detroit che non ha senso votarla perché il voto non può essere meno di 10. Quello che sarà Williams per la NFL e per i Bears lo scopriremo nei prossimi anni, il draft è una scienza perfettamente inesatta e sempre pronta a produrre sorprese e bust. Al netto del tifo credo che i tifosi di Chicago meritino di avere un QB come si deve dopo tanti anni. Starà anche allo staff crescerlo e completarlo, per questo la scommessa del rinnovo di Eberflus dovrà a sua volta trovare uno sfogo logico, altrimenti il rischio è di bruciare Williams. Ha talento sufficiente per fare tante cose da solo ma il sistema, il programma che avrà intorno, dovranno essere degni di tanto talento. L'attesa per settembre non era così pregna di speranza da parecchio tempo nella Windy City. Vediamo di non essere campioni estivi e coglioni per il resto dell'anno. Abbiamo già dato.
2) Rome Odunze: voto al giocatore 10 (A senza il + stavolta) voto alla scelta 8 (B-). Rome è un ottimo talento, giocatore dal potenziale straordinario la cui presenza nella top 10 del draft è assolutamente coerente con le sue caratteristiche. Scelta molto più impegnativa per il ruolo, però, e infatti sono tra quelli che pur lucidando le lenti degli occhiali per vedere meglio le cannonate che spareremo in attacco, rimane col dubbio sul fatto che "dietro" servisse qualche sforzo in più. Per me la trade down aveva un senso e lo aveva anche portare un bel DE, di quelli col pedigree da playmaker, alla Halas Hall. Non posso però giudicare meno fenomenale il prospetto Odunze, che merita tutto l'interesse, tutte le attenzioni, tutto l'hype che sta sollevando. In quel momento, senza conoscere il resto del draft, avrei potuto pensare persino che fosse una scelta inevitabile quanto quella del QB alla prima assoluta anche se il mio pensiero era che l'attacco fosse già stato abbastanza sistemato per una squadra che, pur con pretese da corsa playoff, dovrà affrontare la transizione della stagione da QB rookie. Quindi avrei seminato in difesa. Ciò non toglie che la potenza offensiva oggi sia, sulla carta, devastante.
3) Kirian Amegadjie: voto al giocatore 6 (direi che in americano siamo intorno alla C, appena sufficiente) voto alla scelta 6.5 (C+). Al giocatore un 6 di fiducia ma parliamo di una talento da Ivy League, quindi che mi convince il giusto, e che ha saltato sostanzialmente due delle quattro stagioni da collegiale. La prima per il Covid e l'ultima per infortunio dopo appena 4 partite. E' vero che ha mostrato una certa duttilità giocando sia guardia che tackle, sia a destra che a sinistra ma non sappiamo come uscirà dall'infortunio e questo lo rende un backup sul quale lavorare per il futuro se le condizioni lo permetteranno. Prendendo a caso i due OT usciti dopo di lui (Delman Glaze, OT andato a LV e Matt Goncalves, OT Pittsburgh) avresti avuto in mano due prospetti sui quali lavorare, con non tante presenze da starter al college ma 1) sani e e 2) provenienti di Conference che mi danno più "garanzie". Per la cronaca, però, sul mio misero ed inutile taccuino (sono pur sempre un fan da divano) avevo deciso di mettere alla fine Javon Foster da Missouri e uscito al 4° (114) chiamato dai Jaguras: fisico, esperienza e un posto nella ALL-Sec all'ultimo anno. E andava bene al 4° giro perché, sarò ripetitivo, ma almeno a questo punto un edge lo dovevamo andare a prendere. Non do l'insufficienza alla chiamata perché anche la OL era tra i need (da anni) ma lo scorso anno siamo comunque stati in grado di mettere sul gradino più alto del podio Justin Fields come secondi a disposizione per il lancio post-snap. Esigenza per esigenza avrei dato un giro di chiave in più in difesa. Me lo sentirete dire spesso, armatevi di pazienza.
4) Tory Taylor, il punter da Iowa. Punters are weapons too ha detto il commentatore di Nfl Network in diretta. Il voto al giocatore sulla carta e per il ruolo è 10 (chi non si è sparato almeno dieci video nel weekend sui suoi punt?) alla scelta è 1, ma non so; forse si può dare uno 0? La F all'americana insomma, fate voi. Non scherzo. Ritengo questa chiamata folle e non mi importa di aver letto in giro tutte le spiegazioni del mondo. Esistono due analisi che mi portano a questo ragionamento, la prima relativa ai Bears nello specifico, la seconda al gioco in generale. Partiamo dalla prima: i Bears non sono una squadra fatta e finita. L'ovvia idea di costruirsi le condizioni per andare ai playoff al terzo anno dell'HC e dopo un dignitoso 7-10 si scontra, come detto, con l'arrivo di un rookie nel ruolo più delicato del gioco ed anche con l'azzeramento dello staff. Arrivi ad un draft in queste condizioni, con sole 4 scelte a disposizione che nel mio ordine di grandezza a questo punto sono QB, DL, WR e OL e che sono in ogni caso i 4 buchi da coprire. C'è un vuoto su quella DL che conoscono tutti e tu nelle 4 scelte non lo risolvi? Peggio, per farlo, "butti" una scelta del 2025 che non sarebbe nemmeno un gran dolore (avremo due secondi giri) ma lo fai per un punter e chiudi il draft "originario" senza il DL. Per me è uno sbaglio. Secondo aspetto: nella NFL, nel football americano in generale, ogni dettaglio è fondamentale, anche quello che ad un occhio inesperto sembra una minchiata. In tutto questo rientra anche il punter, ci mancherebbe, che ha quella sfiga di svolgere un compito talmente "naturale" da accorgersi di lui solo quando fa il colpaccio (o la mega porcata e ti fa perdere). Quindi è utile, utilissimo avere un buon punter. E' un'arma che lui. Solo che il numero di punt calciati è calato negli ultimi vent'anni, si giocano molti più quarti down che un tempo, la distanza per colpire da tre punti con un field goal si è contestualmente allungata facendo sì che spesso si prediliga rischiare un piazzato piuttosto che allontanare il pallone. L'impiego del punter si è insomma ridotto; oggi l'incidenza di un punter sul vincere (o sul non perdere) sembra inferiore al passato. Anche la tendenza al draft ce lo dimostra (8 punter chiamati nel 1976 e nel 1978, 6 nel 1979 mai più di 3 negli anni 2000 e 2010 - tranne i 4 del 2018 - uno solo quest'anno, ma i dati li vedremo meglio poi magari). Per questo, vista la condizione dei Bears tutto ciò non aveva senso e poco mi importa delle analisi sul giocatore che leggo in giro. Sarà fortissimo ma nell'equilibrio Bears di oggi (e noi analizziamo l'oggi) non serviva. Ok, non diamo 0 o 1, alla fine non hai chiamato un passante che si era fermato per un caffè, ma il 3, una bella D, alla scelta non possiamo levarla. Anche perché, stando ai grades Nfl, per quello che conta, dei 4 giocatori del ruolo soltanto uno aveva un giudizio davvero basso, il 5.60 di Matthew Hayball. Tra il primo (Tayolr) ed il terzo migliore si passa da 5.90 a 5.80 in una scala che si muove di 0.05. Anche se i kicker/punter danno l'impressione di essere realmente gli unici a mantenere realmente le promesse per quando visto al college, davvero non si poteva andare su un undrafted considerando che Ryan Rehkow di BYU era messo a 5.85? Poi a Tory vorremo bene come a un fratello, ci mancherebbe.
5) Giunti a quel punto del draft esistono due versioni dei fatti: la prima dice che Poles sia rinsavito (alcuni sostengono che abbia anche avuto una discussione con coach Eberflus documentata da un video della draft room che in realtà non svela poi granché) e quindi si sia deciso a smuovere qualcosa anche in difesa. La seconda versione è che rimasto Austin Booker sulla piazza non si potesse non andare a prenderlo in quella posizione. Non so quale sia vera, magari l'idea dello scambio per arrivare ad un DE era già nella sua testa e solo il caso ha fatto sì che Booker fosse ancora libero. Perché qua per me si sprecano i bei voti: 8 per il giocatore perché considerato da molti un ottimo talento che paga la scarsa esperienza collegiale (tradotto: avrebbe troppi pochi snap alle spalle) ma che ha tutti i numeri per fare bene. Come edge raramente l'ho visto mettere fuori dai migliori 10 del ruolo nei vari ranking, (per Nfl era 5°, Draft Countdown 10°, PFF 12°, FOX 6°, NBC 10° ecc...). La scelta è quindi buona, qualcuno parla già di steal (che bella la off-season) ma è più probabile che si sia davanti ad un giocatore da costruire che però può cominciare a mettere insieme subito qualche snap. Finalmente copriamo il buco e lo facciamo con una trade indolore visto i due secondi giri a disposizione nel 2025 e riprendendoci dai Bills una chiamata che avevamo dato loro in passato. Trade che, in ogni caso, si poteva evitare. Voto al ruolo inutile visto dove siamo arrivati ma sicuramente alto perché copre un need e con il condizionamento di questo strano giro di giostra.
6) A tutto il draft dei Bears do un personale 7.5. Il punto positivo è aver coperto tutti i need necessari ed avere al primo giro portato a casa con entrambe le scelte due prospetti della madonna. Rimango spiazzato dall'assenza di un edge nei primi tre nomi, forse addirittura già sul secondo giocatore chiamato. Poi Odunze, a fine carriera, guarderà dall'alto al basso Jerry Rice, sicuramente, però avrei cercato davvero un DE di valore. Altro punto è quello di Tory Taylor e qua non mi interessa neppure sapere cosa sarà diventato a fine carriera perché avremo vinto grazie a Williams e Odunze e non grazie a lui. Amegadjie un po' azzardato speriamo che sia un giocatore in grado di rimanere in salute e che cresca rapidamente, se la OL deve vantare qualche upgrade lo deve fare in tempi brevi.
7) Dopo essere stato scelto al 4° giro, oltre alla classica chiamata del team, Tory Taylor ha ricevuto montagne di messaggi, il telefono trillava di continuo. Uno di questi è arrivato da Caleb Williams e diceva "You're not going to punt too much here" che non è quello che ho pensato io nel momento della chiamata ma quasi. Il merchandising di Williams ha stabilito il nuovo record di magliette vendute per un prima scelta di qualunque lega americana nella storia. E' un talento, è forte ed è anche un personaggio. Lo sapevamo ed era uno di quei pochi dubbi che emergevano tra gli esperti quando si parlava di lui. Ho apprezzato il suo approccio, lo ammetto. Mi è parso guascone il giusto, il tipico atleta a stelle e strisce che non nasconde la propria consapevolezza e che regge il peso della storia in modo un po' sbruffone, facendo subito sentire la propria voce e il proprio peso ai nuovi compagni senza mai travalicare il ridicolo. E' immediatamente entrato nel cuore dei tifosi che un mese fa piangevano la prevedibile uscita di scena di Justin Fields. E' il terzo QB scelto al primo giro da Chicago dal 2017, il 4° nel nuovo millennio (Rex Grossman arrivò nel 2004) il 5° in 25 anni (so che avevate dimenticato Cade McNown, dodicesima assoluta da UCLA) ha un peso sulle spalle incredibile ma la sua prima forza è stata quella di evitare di parlare della storia dei Bears, del difficile rapporto coi QB che c'è su quella sponda del lago Michigan e di condividere l'entusiasmo che è esploso nella Bears Nation. Era una prima scelta scontata ora dovrà dimostrare di essere anche una prima scelta vera. Per ora godiamoci i simpatici video che girano per la rete e inseriamo Caleb nelle preghierine che facciamo prima di dormire.
8) Come ogni tifoso e appassionato sono da sempre interessato a leggermi i nomi degli undrafted, ricercare qualche informazione, vedere qualche foto o qualche video. Negli anni la magia è passata, un po' come passa la delusione per la scoperta che Babbo Natale non esiste, e non c'è più un briciolo di quella speranza di aver trovato il Joe Montana dei giorni nostri in quel ragazzo dagli occhi blu pescato in un minuscolo college dell'Alabama. E' un gioco che rimane però affascinante perché a volte finisce con il legarti a storie che poi sfociano in qualcosa, a sogni che non si infrangono (o forse sì) a piccole e brevi narrazioni che domani occuperanno giusto due righe su qualche sito dimenticato. I Bears, tra inviti al minicamp e firme, porta a casa come tutte le squadre un nutrito pacchetto di giovani speranzosi di avere la chance per tentare il miracolo. Veniamo dalla stagione che ha fatto sognare Tyson Bagent, perché non dovrebbero sognare altri? Segnaliamo quindi Austin Reed QB da Western Kentucky che, vista la prima assoluta di Chicago avrà sperato fino all'ultinmo di essere chiamato che so, da Detroit, Reddy Stewart CB da Troy e Theo Benedet, OL da British Columbia. Firmano anche due DL: l'end Jamree Kromah (end All-American da James Madison che secondo qualcuno troverà il modo di avere uno spazio in NFL) e Keith Randolph, tackle da Illinois. Carl Jones (LB, UCLA), Brender Bates (TE, Kentucky) e Leon Jones (DB, Arkansas State) le altre firme di una lista che si aggiornerà ancora. Quanto è bello il mestiere di quello che va a raccattare su tutti 'sti ragazzetti regalandogli un piccolo momento di magia?
9) Il draft è stato abbastanza monotono come al solito, è uno spettacolo che raramente mi ha divertito se non quando, ai bei tempi che furono, era organizzato diversamente e riuscivamo ad organizzare meeting del canale NFL per seguire in diretta almeno i primi due giri affollando l'Irish Pub di Carpi. Abbiamo vissuto momenti memorabili con contorno di Guinness e gramigna panna e salsiccia. Il draft, a orari compatibili con l'Italia e in compagnia, sa essere un bel momento. Diversamente è abbastanza noioso ed è meglio spararsi le sintesi e gli highlight con tanto di reazioni del pubblico (quest'anno le più belle viste finora quelle dei tifosi Falcons alla chiamata di Michael Penix Jr. La NFL sa comunque come piazzare e vendere un evento quindi è stato il solito successo. Ostica per noi Bears la location con la piazza di Detroit stracolma a fischiare ogni nostra scelta. Ci rivedremo da settembre, sul campo.
10) Non credo esista un termine corretto per convertire i voti all'italiana da 1 a 10 con quelli americani. Valutando il mio 7.5 in voto americano dovrei convertirlo prima in percentile secondo le tabelle che ho trovato in giro per avere un risultato che cade in fascia C(75%); più verosimilmente il mio sarebbe un C+ che risulta comunque troppo basso rispetto ai canoni americani al contrario di quello che è un buon voto in Italia. Non fenomenale ma buono. Probabilmente all'americana avrei dato B+ che sta nella fascia di un 8 pieno. Ma come hanno giudicato il draft dei Bears gli analisti americani?
Charles McDonald di Yahoo Sports: A
Nate Davis di USA Today: A+
Chad Reuter di NFL.com: A-
Mel Kiper di ESPN: B
Trevor Sikkema di PFF: A
Carmen Vitali di Fox Sports: A-
Matt Verderame di SI: A+
Danny Kelly di The Riger: A+
Vinnie Iyer di Sporting News: A-
Cam Mellor di PFN: A+
Rob Maaddi di AP: A+
Ryan Dunleavy del NY Post: A
Mark Maske del Washington Post: A-
Bleacher Report: A
Walter Football: A-
Ritengo che il mio B+ sia assimilabile nella fascia dal B di Mel Kiper alle molte A- che sono girate. Tutte quelle A però significano che il draft è considerato di un livello eccellente sostanzialmente da tutti gli analisti. Ed effettivamente, considerando i due playmaker pescati al primo questa è una visione condivisibili. I dubbi mossi sono gli stessi che ho io, sia per quello che riguarda la tenuta di Kirian Amegadjie (il vero grande dubbio per una chiamata così) che per il punter al 4° giro, da molti degli analisti citati considerato un azzardo con così poche scelte a disposizione anche se come ranking risultava in una posizione "ottimale per la chiamata". Evidentemente sono troppo severo io che non capisco nulla di football rispetto a tutte quelle A. In realtà mi sembra che vi sia proprio un modo diverso di leggere il draft per giudicarlo. Aver pescato il top che c'era in lista come nelle prime due chiamate sposta tantissimo l'asticella verso l'alto e un dubbio fisico e il comunque ottimo giudizio generale che si hanno su un ruolo che non serve in quella situazione non abbassano la stessa asticella con la stessa forza. Praticamente Williams e Odunze regalano un 9 o un 10, per dirla all'italiana, a prescindere da quello che succederà dopo. Non la vedo allo stesso modo anche se capisco che i playmaker, quei giocatori che danno una prospettiva al draft e, se si completano, un senso ad una squadra, hanno un peso specifico devastante nel giudizio finale. Non per me. Che infatti non ho mai fatto e mai farò il GM in Nfl. Mi accontenterei di gestire un podcast con Alvise.
Fate i bravi, settembre non è poi così lontano.
PS: come al solito rileggerò col tempo (forse) perdonate tutti gli errori e i refusi...
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