C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
Sui film della stagione:
Babylon
A me è sembrato una grande occasione mancata. La prima ora - quando la satira è davvero cattiva e grottesca - è da applausi. Guarda chiaramente a The Wolf of Wall Street, pur senza arrivare a quei livelli di genialità. Poi si normalizza, diventa quasi un film affettuoso verso i suoi protagonisti, e a quel punto scivola nel già visto (del resto "film sul passaggio dal muto al sonoro" è ormai un sottogenere, anche se Chazelle è abbastanza furbo da esplicitare i suoi riferimenti, così nessuno gli può dire "Ma la scena dei mille ciak per girare col sonoro c'era già cento volte meglio in Cantando sotto la pioggia"). Probabilmente è una questione di aspettative: da un film che si chiama Babylon, cioè il modo in cui viene da sempre chiamata quella Hollywood eccessiva e libertina, mi attendevo cattiveria, non affetto. Comunque lo promuovo eh, tre ore e dieci e non mi sono mai annoiato.
Gli spiriti dell'isola
Dio ci conservi Martin McDonagh. Anch'io ho amato di più In Bruges e Tre Manifesti, ma avercene di film così intelligenti e ben fatti. Non mi stupisce scoprire che ha iniziato come teatrante: i suoi film sembrano avere l'approccio allegorico tipico del teatro. Un film come questo si può prestare a mille interpretazioni, e sono tutte legittime.
Tar
Qui ho bisogno del vostro aiuto. Sono due giorni che ci penso, e ancora non riesco a capire se ho visto un bellissimo film o un film furbo che dà un colpo al cerchio e uno alla botte. A volte mi sembra che per due ore e mezza dipinga un mostro che merita di essere cancellato (il che è contrario a tutto quello in cui credo, e quindi mi incazzo). Altre volte mi dico: "è giusto che venga mostrato anche il lato peggiore dei grandi geni, che venga descritto lo scontro generazionale fra i vecchi sistemi di potere e le nuove iper-sensibilità". Però poi torno a incazzarmi, perché di umanità alla protagonista il film ne concede ben poca. Magari proprio il fatto che ci stia pensando da due giorni vuol dire che il film ha fatto il suo lavoro, vai a sapere.
Everything everywhere all at once
Divertentissimo e pieno, zeppo di idee. Detto questo, siamo nel campo del cinema di intrattenimento di serie A: per me sbaglia chi lo considera più di questo (leggo che sta tra i candidati all'Oscar come miglior film, e mi sembra sinceramente un'esagerazione).
Aftersun
Di piccoli film preziosi ogni anno ce ne sono tanti. I motivi per cui alcuni riescano a suscitare abbastanza discussione da uscire dall'anonimato, come è successo a questo, a volte sono imperscrutabili. A me è piaciuto; senza eccessivi entusiasmi, ma mi è piaciuto. Leggo di un sacco di persone a cui il film ha commosso, emozionato, colpito profondamente, quindi devo arrendermi davanti al dato di realtà: sta meritando tutto il riscontro che sta avendo. Paul Mescal davvero bravissimo.
The Fabelmans
Un'avvertenza: bisogna entrare in sala consapevoli che si dovrà digerire la solita tonnellata di melassa e di retorica. Del resto Spielberg è così: ha sempre raccontato le cose come se parlasse a una platea di bambini. È la sua forza, e a volte il suo limite. Detto questo, il film è un gioiello, ispirato come negli ultimi tempi il regista raramente è stato. Si vede che è un uomo che da 50 anni riflette sul suo lavoro, e giunto alla terza età è in grado di trarre conclusioni autentiche e sincere. E poi quando è comparso David Lynch che fa John Ford sono esploso tipo rigore di Sheva a Manchester.
Babylon
A me è sembrato una grande occasione mancata. La prima ora - quando la satira è davvero cattiva e grottesca - è da applausi. Guarda chiaramente a The Wolf of Wall Street, pur senza arrivare a quei livelli di genialità. Poi si normalizza, diventa quasi un film affettuoso verso i suoi protagonisti, e a quel punto scivola nel già visto (del resto "film sul passaggio dal muto al sonoro" è ormai un sottogenere, anche se Chazelle è abbastanza furbo da esplicitare i suoi riferimenti, così nessuno gli può dire "Ma la scena dei mille ciak per girare col sonoro c'era già cento volte meglio in Cantando sotto la pioggia"). Probabilmente è una questione di aspettative: da un film che si chiama Babylon, cioè il modo in cui viene da sempre chiamata quella Hollywood eccessiva e libertina, mi attendevo cattiveria, non affetto. Comunque lo promuovo eh, tre ore e dieci e non mi sono mai annoiato.
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Tar
Qui ho bisogno del vostro aiuto. Sono due giorni che ci penso, e ancora non riesco a capire se ho visto un bellissimo film o un film furbo che dà un colpo al cerchio e uno alla botte. A volte mi sembra che per due ore e mezza dipinga un mostro che merita di essere cancellato (il che è contrario a tutto quello in cui credo, e quindi mi incazzo). Altre volte mi dico: "è giusto che venga mostrato anche il lato peggiore dei grandi geni, che venga descritto lo scontro generazionale fra i vecchi sistemi di potere e le nuove iper-sensibilità". Però poi torno a incazzarmi, perché di umanità alla protagonista il film ne concede ben poca. Magari proprio il fatto che ci stia pensando da due giorni vuol dire che il film ha fatto il suo lavoro, vai a sapere.
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Di piccoli film preziosi ogni anno ce ne sono tanti. I motivi per cui alcuni riescano a suscitare abbastanza discussione da uscire dall'anonimato, come è successo a questo, a volte sono imperscrutabili. A me è piaciuto; senza eccessivi entusiasmi, ma mi è piaciuto. Leggo di un sacco di persone a cui il film ha commosso, emozionato, colpito profondamente, quindi devo arrendermi davanti al dato di realtà: sta meritando tutto il riscontro che sta avendo. Paul Mescal davvero bravissimo.
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Un'avvertenza: bisogna entrare in sala consapevoli che si dovrà digerire la solita tonnellata di melassa e di retorica. Del resto Spielberg è così: ha sempre raccontato le cose come se parlasse a una platea di bambini. È la sua forza, e a volte il suo limite. Detto questo, il film è un gioiello, ispirato come negli ultimi tempi il regista raramente è stato. Si vede che è un uomo che da 50 anni riflette sul suo lavoro, e giunto alla terza età è in grado di trarre conclusioni autentiche e sincere. E poi quando è comparso David Lynch che fa John Ford sono esploso tipo rigore di Sheva a Manchester.
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Re: C'era una volta il Cinema

piaciuto molto.
(film sulle banlieues... les francaises non sbagliano un colpo, albi

su Netflix.
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Re: C'era una volta il Cinema
Non lo conoscevo, ottimo per proseguire con il filone!BruceSmith ha scritto: 20/02/2023, 11:29
piaciuto molto.
(film sulle banlieues... les francaises non sbagliano un colpo, albi)
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D. Massa
"fischia S. Cielo"
"Porca troia"
"si è alzato, mi ha guardato e poi si è rimesso giù" NdR non si alza
"Sono Gigi: gol regolare vai" NdR guarda una gomitata
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Re: C'era una volta il Cinema
Babylon è piaciuto a tutti ma tra i protagonisti e i dialoghi io non ci ho trovato niente di che. Non è un brutto film ovviamente però ho avuto l'impressione che hai avuto tu su Everything etc. che per quanto difficile da catalogare a me sembra un mezzo capolavoro perchè in mezzo a tutto quel casino c'è qualche idea di fondo mica male, soprattutto quella nichilista che muove il cattivo del film (resto sul vago, no spoiler) e magari potevano levare il piede dall'acceleratore e meno montaggi da videoclip perchè se parli di cose del genere puoi anche farlo tra una scena e un'altra di sfuggita ma perdi per esempio quello che sa costruire uno che McDonagh che si vede viene dal teatro e i tempi morti servono. Per chiudere questo commento poco lineare chiaramente influenzato dal fatto che ho appena finito uno di questi film Gli spiriti dell'isola forse non è al livello di altri suoi ma ogni suo film va visto e aspettato.Bluto Blutarsky ha scritto: 17/02/2023, 11:37 Sui film della stagione:
Babylon
A me è sembrato una grande occasione mancata. La prima ora - quando la satira è davvero cattiva e grottesca - è da applausi. Guarda chiaramente a The Wolf of Wall Street, pur senza arrivare a quei livelli di genialità. Poi si normalizza, diventa quasi un film affettuoso verso i suoi protagonisti, e a quel punto scivola nel già visto (del resto "film sul passaggio dal muto al sonoro" è ormai un sottogenere, anche se Chazelle è abbastanza furbo da esplicitare i suoi riferimenti, così nessuno gli può dire "Ma la scena dei mille ciak per girare col sonoro c'era già cento volte meglio in Cantando sotto la pioggia"). Probabilmente è una questione di aspettative: da un film che si chiama Babylon, cioè il modo in cui viene da sempre chiamata quella Hollywood eccessiva e libertina, mi attendevo cattiveria, non affetto. Comunque lo promuovo eh, tre ore e dieci e non mi sono mai annoiato.
Gli spiriti dell'isola
Dio ci conservi Martin McDonagh. Anch'io ho amato di più In Bruges e Tre Manifesti, ma avercene di film così intelligenti e ben fatti. Non mi stupisce scoprire che ha iniziato come teatrante: i suoi film sembrano avere l'approccio allegorico tipico del teatro. Un film come questo si può prestare a mille interpretazioni, e sono tutte legittime.
Tar
Qui ho bisogno del vostro aiuto. Sono due giorni che ci penso, e ancora non riesco a capire se ho visto un bellissimo film o un film furbo che dà un colpo al cerchio e uno alla botte. A volte mi sembra che per due ore e mezza dipinga un mostro che merita di essere cancellato (il che è contrario a tutto quello in cui credo, e quindi mi incazzo). Altre volte mi dico: "è giusto che venga mostrato anche il lato peggiore dei grandi geni, che venga descritto lo scontro generazionale fra i vecchi sistemi di potere e le nuove iper-sensibilità". Però poi torno a incazzarmi, perché di umanità alla protagonista il film ne concede ben poca. Magari proprio il fatto che ci stia pensando da due giorni vuol dire che il film ha fatto il suo lavoro, vai a sapere.
Everything everywhere all at once
Divertentissimo e pieno, zeppo di idee. Detto questo, siamo nel campo del cinema di intrattenimento di serie A: per me sbaglia chi lo considera più di questo (leggo che sta tra i candidati all'Oscar come miglior film, e mi sembra sinceramente un'esagerazione).
Aftersun
Di piccoli film preziosi ogni anno ce ne sono tanti. I motivi per cui alcuni riescano a suscitare abbastanza discussione da uscire dall'anonimato, come è successo a questo, a volte sono imperscrutabili. A me è piaciuto; senza eccessivi entusiasmi, ma mi è piaciuto. Leggo di un sacco di persone a cui il film ha commosso, emozionato, colpito profondamente, quindi devo arrendermi davanti al dato di realtà: sta meritando tutto il riscontro che sta avendo. Paul Mescal davvero bravissimo.
The Fabelmans
Un'avvertenza: bisogna entrare in sala consapevoli che si dovrà digerire la solita tonnellata di melassa e di retorica. Del resto Spielberg è così: ha sempre raccontato le cose come se parlasse a una platea di bambini. È la sua forza, e a volte il suo limite. Detto questo, il film è un gioiello, ispirato come negli ultimi tempi il regista raramente è stato. Si vede che è un uomo che da 50 anni riflette sul suo lavoro, e giunto alla terza età è in grado di trarre conclusioni autentiche e sincere. E poi quando è comparso David Lynch che fa John Ford sono esploso tipo rigore di Sheva a Manchester.
p.s. non è il mio regista preferito ma Spielberg mi dà sempre l'idea che ci sa fare più di tutti in certe cose, non saprei quali di preciso e provare a scriverne va a finire che sembra ridurlo ad un mesteriante ma sono d'accordo sul fatto che ha pregi e difetti ma i pregi sono quelli giusti e toccano le corde per raccontare e far vivere le sue storie
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Re: C'era una volta il Cinema
felice di non essere l'unico a pensarla in un certo modo su Babylon 
weekend con tante visioni internazionali per me:
Holy Spider
Grandissimo film secondo me, mi ha davvero colpito molto. Parla della storia di un serial killer iraniano, che ha come vittime prostitute (allo scopo di ripulire la città santa di Mashaad in Iran dagli infedeli) e della caccia che gli viene data da una giornalista. Non sto spoilerando nulla perchè si capisce subito dalle prime scene chi è il colpevole degli omicidi e quali sono le motivazioni.
Non si tratta di un giallo, ma di un film che parla delle dinamiche legate alla società iraniana, tratto da una storia vera. Peraltro ho anche reperito in rete un documentario sulla storia vera e sono molto curioso.
Decision to Leave
Non mi dilungo molto perchè ha già detto tutto Penny, film davvero avvolgente, con un montaggio da fuori di testa. Anche qui la dinamica è abbastanza chiara da subito, ma ciò non toglie la bellezza con la quale vengono trattati temi delicati. Non sono di quelli che punta l'indice sulle durate dei film (giusto che il regista si esprima come meglio creda), ciononostante se avesse tolto una ventina di minuti non avrebbe fatto danno a nessuno, o forse sono io che non ho più il fisico per l'ultima proiezione :forza:
Rushmore
Secondo film di Wes Anderson, con Owen Wilson alla sceneggiatura, film molto carino (c'è Bill Murray quindi non potrebbe essere altrimenti). Si intravedono già tutti i temi e lo stile che mi hanno fatto amare Wes Anderson nei suoi film successivi. Pure qui, film perfettibile, ma si vede che c'è un'idea dietro e del talento. Menzione speciale per le piece teatrali messe in scena dal protagonista del film e poi non lo so a me quando c'è di mezza il tema del "Secondo me devi trovare qualcosa che ami fare e poi farlo per il resto della tua vita" sono sempre preso, fin dal ben più famoso dialogo tra la Cardinale e Mastroianni in Otto e Mezzo

weekend con tante visioni internazionali per me:
Holy Spider
Grandissimo film secondo me, mi ha davvero colpito molto. Parla della storia di un serial killer iraniano, che ha come vittime prostitute (allo scopo di ripulire la città santa di Mashaad in Iran dagli infedeli) e della caccia che gli viene data da una giornalista. Non sto spoilerando nulla perchè si capisce subito dalle prime scene chi è il colpevole degli omicidi e quali sono le motivazioni.
Non si tratta di un giallo, ma di un film che parla delle dinamiche legate alla società iraniana, tratto da una storia vera. Peraltro ho anche reperito in rete un documentario sulla storia vera e sono molto curioso.
Decision to Leave
Non mi dilungo molto perchè ha già detto tutto Penny, film davvero avvolgente, con un montaggio da fuori di testa. Anche qui la dinamica è abbastanza chiara da subito, ma ciò non toglie la bellezza con la quale vengono trattati temi delicati. Non sono di quelli che punta l'indice sulle durate dei film (giusto che il regista si esprima come meglio creda), ciononostante se avesse tolto una ventina di minuti non avrebbe fatto danno a nessuno, o forse sono io che non ho più il fisico per l'ultima proiezione :forza:
Rushmore
Secondo film di Wes Anderson, con Owen Wilson alla sceneggiatura, film molto carino (c'è Bill Murray quindi non potrebbe essere altrimenti). Si intravedono già tutti i temi e lo stile che mi hanno fatto amare Wes Anderson nei suoi film successivi. Pure qui, film perfettibile, ma si vede che c'è un'idea dietro e del talento. Menzione speciale per le piece teatrali messe in scena dal protagonista del film e poi non lo so a me quando c'è di mezza il tema del "Secondo me devi trovare qualcosa che ami fare e poi farlo per il resto della tua vita" sono sempre preso, fin dal ben più famoso dialogo tra la Cardinale e Mastroianni in Otto e Mezzo

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Re: C'era una volta il Cinema
Molto bello il documentario di Mario Martone su Massimo Troisi, Laggiù qualcuno mi ama.
È una lettura abbastanza inusuale della figura di Troisi, che si concentra non tanto sul Troisi comico o sul rapporto fra Troisi e Napoli (cose che abbiamo già sentito in tutte le salse) ma punta a rivalutarlo come autore e come regista, un aspetto sempre abbastanza trascurato quando si parla di lui. Martone arriva a suggerire che Troisi è un po' il nostro Antoine Doinel (se dovete gugolare non siamo più amici).
Si ride, come è normale, ma ci sono anche un paio di momenti da groppo in gola, come quando viene rievocato il suo primo intervento al cuore attraverso le frasi laconiche che Troisi scriveva sul suo diario mentre in sottofondo sentiamo Appocundria di Pino Daniele (con tutte le suggestioni che questo comporta).
È una lettura abbastanza inusuale della figura di Troisi, che si concentra non tanto sul Troisi comico o sul rapporto fra Troisi e Napoli (cose che abbiamo già sentito in tutte le salse) ma punta a rivalutarlo come autore e come regista, un aspetto sempre abbastanza trascurato quando si parla di lui. Martone arriva a suggerire che Troisi è un po' il nostro Antoine Doinel (se dovete gugolare non siamo più amici).
Si ride, come è normale, ma ci sono anche un paio di momenti da groppo in gola, come quando viene rievocato il suo primo intervento al cuore attraverso le frasi laconiche che Troisi scriveva sul suo diario mentre in sottofondo sentiamo Appocundria di Pino Daniele (con tutte le suggestioni che questo comporta).
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Re: C'era una volta il Cinema
L'altra sera ho visto (complice scelta della signora) 7 Donne e un Mistero, di A.Genovesi
non ricordo di aver provato sensazioni di disago/sconforto durante un film (italiano) dai tempi de Il Mio West di Pieraccioni.
non ricordo di aver provato sensazioni di disago/sconforto durante un film (italiano) dai tempi de Il Mio West di Pieraccioni.
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Re: C'era una volta il Cinema

The Outfit
So che ve lo state chiedendo: "Il film sarà cool quanto il poster"?
Sì lo è.
Dramma gangsteristico da camera, genere che ho appositamente creato per questo film. 2 ore che volano dentro una sartoria, tenuti per mano da un Mark Rylance che si divora il resto del cast e ogni singola scena mentre ti spiega i segreti dell'alta sartoria.
Scritto bene, girato meglio, un film di ottimo livello, che non entrerà negli annali ma vi farà passare una bella serata
Frizzi ha scritto: 06/03/2023, 15:43 L'altra sera ho visto (complice scelta della signora) 7 Donne e un Mistero, di A.Genovesi
non ricordo di aver provato sensazioni di disago/sconforto durante un film (italiano) dai tempi de Il Mio West di Pieraccioni.
Ti sono vicino, anche se nel mio caso sono il principale colpevole, in quanto avevo scelto io di dargli una possibilità.
A mia discolpa posso dire che l'originale francese da cui è tratto mi era piaciuto molto, per come mischiava commedia, melò e giallo all'Agatha Christie.
La Buy mi sembra l'unica che si salvi, ma immaginavo il regista che come in Boris la esortava continuamente a buttare le battute a cazzo di cane per non far sfigurare troppo le altre. Anche Impacciatore e Ramazzotti mi son sembrate molto in difficoltà a trovare il tono giusto. La Vanoni fa storia a sè, per me non stava recitando, parla e si comporta nel film come fa tutti i giorni

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Re: C'era una volta il Cinema
The Outfit l'avevo visto un annetto fa, veramente fatto bene. Non annoia neppure per un secondo nonostante l'unica location e anche l'intreccio funziona alla grande.
Se ricordo bene solo il finale l'avevo trovato un pelo esagerato.
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Re: C'era una volta il Cinema
Bluto Blutarsky ha scritto: 02/03/2023, 14:47 Molto bello il documentario di Mario Martone su Massimo Troisi, Laggiù qualcuno mi ama.
È una lettura abbastanza inusuale della figura di Troisi, che si concentra non tanto sul Troisi comico o sul rapporto fra Troisi e Napoli (cose che abbiamo già sentito in tutte le salse) ma punta a rivalutarlo come autore e come regista, un aspetto sempre abbastanza trascurato quando si parla di lui. Martone arriva a suggerire che Troisi è un po' il nostro Antoine Doinel (se dovete gugolare non siamo più amici).
Si ride, come è normale, ma ci sono anche un paio di momenti da groppo in gola, come quando viene rievocato il suo primo intervento al cuore attraverso le frasi laconiche che Troisi scriveva sul suo diario mentre in sottofondo sentiamo Appocundria di Pino Daniele (con tutte le suggestioni che questo comporta).
sono andato a vederlo anch'io ieri sera e confermo tutto (non che ci fossero grossi dubbi), il personaggio al di fuori dei suoi film, dei suoi sketch e del santino che spesso ne viene fatto, lo conoscevo poco e sono stato molto contento di approfondire
in particolare sapevo poco del suo rapporto con la compagna-sceneggiatrice Anna Pavignano (siamo tutti d'accordo sul fatto che in quella finta psicanalisi registrata fossero tutti mezzi fumati credo

mi è piaciuta anche la visione autoriale che viene data di Troisi, quasi pedagogica per certi versi sul suo modo di fare cinema, e lo capisci anche dal tipo di persone che sono state coinvolte, per la maggiorparte cineasti, intellettuali o critici alla Gofredo Fofi, perchè altrimenti se volevi fare l'operazione nostalgia tiravi dentro i classici Lello Arena, Benigni, Verdone, Arbore, mentre l'intento era evidentemente un altro
devo dire che anche io avevo ritrovato alcuni riferimenti a Troisi in "E' stata la mano di Dio" prima di vedere questo film, è stato bello vedere Sorrentino confermare quello che pensavo anche io

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Re: C'era una volta il Cinema
e già che ci sono, ho recuperato anche, con molto ritardo in una sala in cui stranamente lo facevano ancora, Le Otto Montagne
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città
devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città

devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza

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Re: C'era una volta il Cinema
lebronpepps ha scritto: 14/03/2023, 16:07 e già che ci sono, ho recuperato anche, con molto ritardo in una sala in cui stranamente lo facevano ancora, Le Otto Montagne
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città![]()
devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza
borghi valdostano tutto sommato regge, in considerazione delle difficoltà iniziali (tante).
marinelli torinese invece è poco credibile.
comunque sottoscrivo, film godibile molto costruito a livello concettuale ma la bravura nella raccolta immagini allevia un pò il dolore di fondo. La fotografia del film è essenziale nella definizione dell'emotività della storia e questo vuol dire che dietro c'era una idea forte, agevolata chiaramente dal libro (che non ho letto ma mi dicono sia davvero ben scritto).
comunque non mi meraviglia il fatto che i registi del film siano stranieri, sono riusciti a trasmettere un senso di universalità alla conquista della montagna, senza scendere in provincialismi.
se lo facevano qua in Abruzzo almeno mezz'ora dedicata alla sagra della porchetta, alle feste di paese per ribadire la nostra identità territoriale e puttanate retoriche varie.
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Re: C'era una volta il Cinema
lebronpepps ha scritto: 14/03/2023, 16:07 e già che ci sono, ho recuperato anche, con molto ritardo in una sala in cui stranamente lo facevano ancora, Le Otto Montagne
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città![]()
devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza
Spoiler di un uscito MESI fa?
Ci vuole un film per capire che il tanto osannato "ah vado a vivere in montagna" è una frase degna di bimbominkia cresciuti?
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Re: C'era una volta il Cinema
Mesi fa non mi sembra un arco temporale cosi lungo per togliere gli spoilerThe Patient ha scritto: 14/03/2023, 16:44lebronpepps ha scritto: 14/03/2023, 16:07 e già che ci sono, ho recuperato anche, con molto ritardo in una sala in cui stranamente lo facevano ancora, Le Otto Montagne
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città![]()
devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza
Spoiler di un uscito MESI fa?
Ci vuole un film per capire che il tanto osannato "ah vado a vivere in montagna" è una frase degna di bimbominkia cresciuti?

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Re: C'era una volta il Cinema
The Patient ha scritto: 14/03/2023, 16:44lebronpepps ha scritto: 14/03/2023, 16:07 e già che ci sono, ho recuperato anche, con molto ritardo in una sala in cui stranamente lo facevano ancora, Le Otto Montagne
secondo me film bellissimo, aldilà dei paesaggi, è un film proprio pieno di temi, dal rapporto con la montagna, i rapporti di amicizia, il rapporto con il padre, l'inquietudine, i progetti di vita, il tema montagna/città, sono uscito dal cinema proprio pieno di spunti e di pensieri
ci sono diversi momenti nel quale il film sembra scivolare su temi scontati ( ad esempio il pensiero che alla fine basti vivere in montagna sereni per essere felici, puntualmente smentito dall'arrivo della vita reale invece è riuscito sempre a dare risposte che erano altrove, e del resto anche il concetto di altrove è proprio uno dei concetti cardine del film probabilmente, che non vuole dare risposte o ricette della felicità, ma far pensare e giungere alla conclusione che probabilmente la vita è una merda sia se stai sul cucuzzolo di una montagna per i fatti tuoi, sia se vai in giro per il mondo, sia se vivi in città![]()
devo dire che una volta superata la difficoltà di sentire Borghi che parla valdostano poi va giù facilmente nonostante la lentezza
Spoiler di un uscito MESI fa?
Ci vuole un film per capire che il tanto osannato "ah vado a vivere in montagna" è una frase degna di bimbominkia cresciuti?
tu l'hai visto? ti è piaciuto? cosa ne pensi?
