Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.esba ha scritto: 21/03/2020, 13:15 Ciao Gianni con te muore definitivamente il giornalismo sportivo.
Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
The Patient ha scritto:Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.esba ha scritto: 21/03/2020, 13:15 Ciao Gianni con te muore definitivamente il giornalismo sportivo.
Non certo da parte di quelli che si potrebbero definire "giornalisti professionisti". Uno dei pochi per cui non esisteva solo il calcio, aggiungerei.
Intanto Eurosport a me ha esteso il player di un mese (cosa ci possa guardare al momento non saprei, ma apprezzo il gesto)
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
The Patient ha scritto: 21/03/2020, 13:24Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.esba ha scritto: 21/03/2020, 13:15 Ciao Gianni con te muore definitivamente il giornalismo sportivo.
Non ne vedo all’orizzonte.
Mi spiace ma è merce rara che attualmente non ha riscontro in quello che leggo o vedo in tv.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
The Patient ha scritto: 21/03/2020, 13:24Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.esba ha scritto: 21/03/2020, 13:15 Ciao Gianni con te muore definitivamente il giornalismo sportivo.
In peggio, sicuramente
rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio"
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili![]()
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
andreaR ha scritto: 20/03/2020, 6:53Insomma, non siamo mica l'Inghilterrapinopao ha scritto:Eh non saprei
Ma non penso, sarebbero 30 partite... non so se ne abbiamo giocate così tante che meritino di essere riviste
Effettivamente sono tante, ma non sarebbe male mettessero anche altro, tipo le finali mondiali
Pensandoci a 30 per me ci arrivi
4 Germania 2006, almeno le eliminazioni dirette
1 Korea-Giappone 2002, vuoi non rivedere Byron
1-2 Francia 98, Vs Francia, io metterei anche Roby vs Cile
7 usa 94, io le metterei tutte, mondiale assurdo
7 italia 90, notti magiche
0 Messico 86 bo
3 Spagna 82, eh be'
1-2 Argentina 78
0 Germania 74 bo
2 Messico 70, con la partita del secolo
Giá così sono 25, e non credo ci siano partite intere dei due mondiali vinti, e mancano gli europei dove abbiamo vinto una volta e fatto altre finali
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l'Italia ai mondiali del 1978 giocò il calcio migliore a detta di tutti, direi che ci stanno tutte e 7
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
Ma poi gan vedere anche gli europei. Per ora ho.visto 68 e 70
rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio"
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili![]()
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
The Patient ha scritto: 21/03/2020, 13:24Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.esba ha scritto: 21/03/2020, 13:15 Ciao Gianni con te muore definitivamente il giornalismo sportivo.
Buffa, Tranquillo, Condò, Tavelli (vedi Sky sport Room), Cordolcini, Ultimo Uomo (svariati suoi redazionisti), John Foot, Dalai, Giordano, Pizzigoni, Terruzzi, Jacopo Pozzi, Rob Gotta, Ric Gazzaniga, Marani, Miky Pettene, Vismara, Berruto, Diego Alverà, molti podcaster italiani e qui non ci sono quelli fuori Italia; per me affrontano lo sport e parlano di sport in maniera diversa e che la preferisco decisamente a quella di Brera e Mura.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
Si Pat, tutti ottimi professionisti alcuni, neanche tutti per me, ripeto per me.The Patient ha scritto:The Patient ha scritto: 21/03/2020, 13:24
Ma anche no. Finalmente sta cambiando il modo di fare giornalismo sportivo.
Buffa, Tranquillo, Condò, Tavelli (vedi Sky sport Room), Cordolcini, Ultimo Uomo (svariati suoi redazionisti), John Foot, Dalai, Giordano, Pizzigoni, Terruzzi, Jacopo Pozzi, Rob Gotta, Ric Gazzaniga, Marani, Miky Pettene, Vismara, Berruto, Diego Alverà, molti podcaster italiani e qui non ci sono quelli fuori Italia; per me affrontano lo sport e parlano di sport in maniera diversa e che la preferisco decisamente a quella di Brera e Mura.
Mura era un maestro di vita prima che un giornalista.
Rubo ed incollo le parole che ha scritto Nicola Roggero oggi sul suo profilo Facebook.
Perdonami Gianni, se da egoista mi chiedo come farò, adesso, a gustare il primo caffè della domenica senza i tuoi "Sette giorni di cattivi pensieri" o guardare il Tour sapendo di non poter leggere il tuo pezzo il giorno dopo. Perdonami soprattutto per queste righe, da gregario del giornalismo, che per quanto mi sforzi non saranno mai belle come nessuna delle tue, un fuoriclasse della penna, in grado non solo di raccontarti una partita, una corsa, un personaggio, ma di farti giocare i novanta minuti, pedalare in gruppo, farti conoscere un campione: le sue imprese, certo, ma soprattutto l'uomo. Per questo ti piaceva tanto Damiano Tommasi, che dimostrava che si può giocare bene a pallone anche continuando a pensare e ad agire in favore di quelli meno fortunati. Amavi gli estrosi, i non convenzionali, i coraggiosi. Specie nel ciclismo: uno come Sagan sembrava lo avessero disegnato apposta per te, ma il tuo idolo era stato Luis Ocana, con la sua faccia da torero e la tragedia scritta in faccia. Cercavi l'onesta e in morte di Raymond Poulidor, che questo valore lo incarnava, hai scritto un pezzo che, da solo, valeva non solo il prezzo del giornale ma un abbonamento annuale. Detestavi i furbi, i falsi, gli ipocriti e temo che ultimamente, specie nel calcio, l'elenco fosse chilometrico. Non ti piacevano gli eccessi tecnologici, quelli che trasformano gli atleti in robot telecomandati. Storica la tua battaglia contro gli auricolari nel ciclismo e un giorno, a tavola, esaltammo Romain Bardet, che era andato a vincere in solitudine una tappa del Tour togliendosi le "oreillettes" per non ascoltare l'ammiraglia che gli diceva di aspettare. Fondammo il "club Bardet": tu presidente, io vice e fine dei soci. Mi hai fatto amare il Tour, dicevi che per te non era lavoro ma una vacanza e io ho capito grazie alle tue cronache che dentro quella corsa c'è la Francia, con le sue infinite strade delimitate dai platani, il profumo del Calvados, le salite dei Pirenei, i tuoi paesaggi preferiti. Calcio e ciclismo per ragioni professionali, ma un totale amore per lo sport. Sei stato tra i primi a raccontare la vicenda di Peter Norman, l'australiano per anni trattato come l'intruso del podio di Città del Messico, quello dei guanti neri di Smith e Carlos, e che in realtà era parte integrante di una protesta che lui, tornato in patria, pagò a carissimo prezzo. Era il tuo podio ideale, tu da sempre schierato contro l'arroganza. Sport, cibo e vino. Mai che mi sia riuscito di pagarti un pranzo o una cena: ti interessava la compagnia, non i soldi. Ricordavi sempre che a casa, quando si riceve qualcuno, bisogna aver sempre pronto il coltello per affettare un salame e un cavatappi per una buona bottiglia. Lo diceva anche la mia nonna e adesso, a maggior ragione, cercherò di tenerlo presente.
Non so che altro dirti Gianni, se non augurarmi che dovunque ti trovi adesso possa abbracciare per me Corrado Sannucci, un altro maestro di giornalismo e di vita che ho avuto il privilegio di incontrare. Gianni Brera, che io ho conosciuto solo attraverso i tuoi racconti, salutava sempre chi ci lasciava con l'auspicio che gli fosse lieve la terra. Per le persone per bene come te è il minimo sindacale. E grazie di tutto.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
pinopao ha scritto: 19/03/2020, 16:27Da stasera, per un mese, su RAI Sport danno le migliori partite dei mondiali, da quello del '70 in poi
Ore 21:30 di ogni sera
Per riempire il palinsesto, io farei rivedere lo scudo dell'82 della Roma.

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I Rams con un record vincente sono come i biscotti di tua nonna: difficili da ricordare e sempre più buoni di quello che effettivamente erano (Angyair cit)
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
quello è fisso tutti i giorni 365 giorni l'anno virus o meno

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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
Mura era un fuoriclasse. Più che del calcio (amavo la sua palla di lardo ad inizio campionato) sono sempre stato affascinato dai pezzi che scriveva per il Tour. Poesia pura....
Ed ha raccontato le gesta di pantani (il pantadattilo, l'agonia di arrivare al traguardo) in maniera poetica.
Quando leggevi i suoi articoli quando arrivavi alla fine ti chiedevi "di già'".
E poi sempre pacato, tranquillo, mai sopra le righe.
Un grande
Ed ha raccontato le gesta di pantani (il pantadattilo, l'agonia di arrivare al traguardo) in maniera poetica.
Quando leggevi i suoi articoli quando arrivavi alla fine ti chiedevi "di già'".
E poi sempre pacato, tranquillo, mai sopra le righe.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
So che esiste una sezione dedicata al ciclismo ma questa poesia dedicata dal maestro Mura a Pantani.
Grazie ad entrambi.
di Gianni Mura
E vai, pugnetto d’ossa, cardellino,
Pantadattilo, Fossilo, Pirata, insegui a pedalate il tuo destino
Con bandana stretta, o la pelata che luccica nel sole del mattino
non appena la strada s’è drizzata.
Fragile come un vaso di Lalique,
duro come il granito. Pantastique.
E vai. Plateau de Beille sotto il sole
Galibier sotto l’acqua, il cielo nero.
Solo chi c’era trova le parole
Per quest’inferno freddo, quasi a zero.
Vuolsi così colà dove si vuole
Ciò che si puote. E tu hai voluto, è vero,
tu hai volato, trasvolato il Tour.
Adesso è tutto tuo. Oh, les beaux jours.
Adesso che è finito, siamo stanchi
(tu forse più di noi) e un po’ a pezzi.
Luciano Pezzi, bicicletta Bianchi:
quanti ricordi traversano i pezzi.
Deriva dolce che parte dai fianchi
della montagna che farai a pezzi.
Pezzi di cuore che saltano in aria
O Fossile dell’era quaternaria.
O fossile dell’era mesozoica
così bravo nel bucare il presente
suoniamo la Patetica o l’Eroica?
Romagna mia, per far ballar la gente?
Preferisci si parli della stoica
volontà tua, di quanti eri in niente,
soltanto un pugno d’ossa e di dolore
con un futuro senza più calore?
Se ne possono dire tante, uomo-uccello
nel giorno chiaro della tua vittoria,
dirti sei bravo sei forte sei bello
dirti che sei entrato nella storia.
Pan Pan Pantani come un ritornello
Sospeso tra l’applauso e la memoria,
sospeso tra la storia e la leggenda.
Attesa lunga, volontà tremenda.
Il duro desiderio di durare
(e questo è Eluard, uno dei miei poeti)
è quello che t’ha fatto lievitare
come una torta immensa. Altri segreti
io non ne vedo né li sto a cercare.
Mi bastano i tuoi lampi fra gli abeti,
tarantolato col rapporto agile,
duro come il granito eppure fragile.
Leblanc dovrebbe farti un monumento:
non hai stravinto il Tour, lo hai salvato
dalla merda e dall’inquinamento
del doping extralusso o a buon mercato,
gli hai ridato onore e sentimento,
era sporco e l’hai rilucidato.
Un Tour con tutto il bene e tutti il male.
E vince il bene a colpi di pedale.
Un Tour con tutto il male e tutto il bene
dopo il rosa del Giro, color croco
che già scaldava il sangue nel venerdì
e rinnovava la voglia di fuoco.
Parti. Che Tour? Come la va la viene?
Ma no, sarebbe stato troppo poco.
Un Tour con i colori dell’affresco
un Tour umano, grande, gigantesco.
Vedi? Gimondi, Bartali, Martini
sono commossi, quei vecchi ragazzi.
Gaul e Van Impe sono due bambini
Sorridenti. E tutto perché spazzi
i campioni di un mese, i becchini
del ciclismo dosato a gocce, a sprazzi.
Marco, Fossile mio, per sempre amico
di chi ha amato il gran ciclismo antico.
Antico non vuol dire morto, spento
o nascosto in soffitta, sotterrato.
Sei antico, lo sei come il vento
che torna e va, dal mare al pergolato.
Se sei nuovo, è nel lampo di un momento
in cui saldi il presente col passato.
E tu lo sai, speranza degli zoppi,
dici Pantani e viene in mente Coppi.
Forse ti annoia, te l’han detto in troppi
e non c’è paragone di falcata.
La tua un petardo, tutta strappi e scoppi,
La sua distesa, lunga serenata.
Di uguale c’è che fan venire i groppi,
svegliano la montagna addormentata
e impiombano le gambe agli avversari.
Voi generosi, loro troppo avari.
Loro troppo moderni, programmati,
col cardiofrequenzimetro e la soglia
mentre gli antichi scatenati
soltanto dal coraggio e dalla voglia.
Marco, sei il fumetto che si sfoglia
per il bambino, sei ricordi amati
del vecchio. E tutti battono le mani.
Antichi, vuole dire solo umani.
L’uomo che sale solo sotto il sole
E porta tutta l’ansia di volare
È un flash senza bisogno di parole,
è nuovo e antico, come il sole e il mare.
Ha crocco e girasole nelle aiuole,
sparisce ad un tornante e poi riappare.
L’uomo così ferito dalla vita
è come un cane, addenta la salita.
A testa nuda, l’uomo che va via
piacerebbe anche a Pindaro, ad Orazio,
a Saba, a Marinetti, è poesia,
è il cuore che si fionda nello spazio,
è forza pura, sogno e fantasia,
lancinante piacere, estremo strazio.
Uomo-martello e insieme uomo-incudine,
milioni di persone e solitudine.
Panta rei, tutto scorre. Panta corre
arando a larghi colpi la montagna,
saltellando fra pinnacoli e forre
sotto un cielo che brucia o che bagna.
È un grido dal più alto della torre,
parte dai Pirenei e arriva in Spagna.
Cane tra i cani, fiuto sul cammino.
Ecco, adesso si toglie il berrettino.
In Francia ho portato un mio violino
di parole di carta rattoppata.
Lo suono meglio se mi batte il cuore
come a un vecchio, come a un bambino.
Cambio il ritmo, cambio pedalata
perché bisogna pur farla finita
anche se ho voglia di continuare.
Oltre la lunga e lenta ala del mare
dormi, Marco, e sogna. Sul cuscino
ti veglierà una stella innamorata
è t’accompagnerà tutta la vita.
Grazie ad entrambi.
di Gianni Mura
E vai, pugnetto d’ossa, cardellino,
Pantadattilo, Fossilo, Pirata, insegui a pedalate il tuo destino
Con bandana stretta, o la pelata che luccica nel sole del mattino
non appena la strada s’è drizzata.
Fragile come un vaso di Lalique,
duro come il granito. Pantastique.
E vai. Plateau de Beille sotto il sole
Galibier sotto l’acqua, il cielo nero.
Solo chi c’era trova le parole
Per quest’inferno freddo, quasi a zero.
Vuolsi così colà dove si vuole
Ciò che si puote. E tu hai voluto, è vero,
tu hai volato, trasvolato il Tour.
Adesso è tutto tuo. Oh, les beaux jours.
Adesso che è finito, siamo stanchi
(tu forse più di noi) e un po’ a pezzi.
Luciano Pezzi, bicicletta Bianchi:
quanti ricordi traversano i pezzi.
Deriva dolce che parte dai fianchi
della montagna che farai a pezzi.
Pezzi di cuore che saltano in aria
O Fossile dell’era quaternaria.
O fossile dell’era mesozoica
così bravo nel bucare il presente
suoniamo la Patetica o l’Eroica?
Romagna mia, per far ballar la gente?
Preferisci si parli della stoica
volontà tua, di quanti eri in niente,
soltanto un pugno d’ossa e di dolore
con un futuro senza più calore?
Se ne possono dire tante, uomo-uccello
nel giorno chiaro della tua vittoria,
dirti sei bravo sei forte sei bello
dirti che sei entrato nella storia.
Pan Pan Pantani come un ritornello
Sospeso tra l’applauso e la memoria,
sospeso tra la storia e la leggenda.
Attesa lunga, volontà tremenda.
Il duro desiderio di durare
(e questo è Eluard, uno dei miei poeti)
è quello che t’ha fatto lievitare
come una torta immensa. Altri segreti
io non ne vedo né li sto a cercare.
Mi bastano i tuoi lampi fra gli abeti,
tarantolato col rapporto agile,
duro come il granito eppure fragile.
Leblanc dovrebbe farti un monumento:
non hai stravinto il Tour, lo hai salvato
dalla merda e dall’inquinamento
del doping extralusso o a buon mercato,
gli hai ridato onore e sentimento,
era sporco e l’hai rilucidato.
Un Tour con tutto il bene e tutti il male.
E vince il bene a colpi di pedale.
Un Tour con tutto il male e tutto il bene
dopo il rosa del Giro, color croco
che già scaldava il sangue nel venerdì
e rinnovava la voglia di fuoco.
Parti. Che Tour? Come la va la viene?
Ma no, sarebbe stato troppo poco.
Un Tour con i colori dell’affresco
un Tour umano, grande, gigantesco.
Vedi? Gimondi, Bartali, Martini
sono commossi, quei vecchi ragazzi.
Gaul e Van Impe sono due bambini
Sorridenti. E tutto perché spazzi
i campioni di un mese, i becchini
del ciclismo dosato a gocce, a sprazzi.
Marco, Fossile mio, per sempre amico
di chi ha amato il gran ciclismo antico.
Antico non vuol dire morto, spento
o nascosto in soffitta, sotterrato.
Sei antico, lo sei come il vento
che torna e va, dal mare al pergolato.
Se sei nuovo, è nel lampo di un momento
in cui saldi il presente col passato.
E tu lo sai, speranza degli zoppi,
dici Pantani e viene in mente Coppi.
Forse ti annoia, te l’han detto in troppi
e non c’è paragone di falcata.
La tua un petardo, tutta strappi e scoppi,
La sua distesa, lunga serenata.
Di uguale c’è che fan venire i groppi,
svegliano la montagna addormentata
e impiombano le gambe agli avversari.
Voi generosi, loro troppo avari.
Loro troppo moderni, programmati,
col cardiofrequenzimetro e la soglia
mentre gli antichi scatenati
soltanto dal coraggio e dalla voglia.
Marco, sei il fumetto che si sfoglia
per il bambino, sei ricordi amati
del vecchio. E tutti battono le mani.
Antichi, vuole dire solo umani.
L’uomo che sale solo sotto il sole
E porta tutta l’ansia di volare
È un flash senza bisogno di parole,
è nuovo e antico, come il sole e il mare.
Ha crocco e girasole nelle aiuole,
sparisce ad un tornante e poi riappare.
L’uomo così ferito dalla vita
è come un cane, addenta la salita.
A testa nuda, l’uomo che va via
piacerebbe anche a Pindaro, ad Orazio,
a Saba, a Marinetti, è poesia,
è il cuore che si fionda nello spazio,
è forza pura, sogno e fantasia,
lancinante piacere, estremo strazio.
Uomo-martello e insieme uomo-incudine,
milioni di persone e solitudine.
Panta rei, tutto scorre. Panta corre
arando a larghi colpi la montagna,
saltellando fra pinnacoli e forre
sotto un cielo che brucia o che bagna.
È un grido dal più alto della torre,
parte dai Pirenei e arriva in Spagna.
Cane tra i cani, fiuto sul cammino.
Ecco, adesso si toglie il berrettino.
In Francia ho portato un mio violino
di parole di carta rattoppata.
Lo suono meglio se mi batte il cuore
come a un vecchio, come a un bambino.
Cambio il ritmo, cambio pedalata
perché bisogna pur farla finita
anche se ho voglia di continuare.
Oltre la lunga e lenta ala del mare
dormi, Marco, e sogna. Sul cuscino
ti veglierà una stella innamorata
è t’accompagnerà tutta la vita.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
La grandezza di gente come Brera, Mura, Beppe Viola, ma anche Giovanni Arpino (troppo spesso dimenticato) e Oreste Del Buono è che erano intellettuali prestati allo sport. Avrebbero serenamente potuto scrivere/fare altro – molti l'hanno anche fatto – e invece, dedicandosi allo sport, hanno arricchito il giornalismo sportivo di modalità di narrazione e valenze sociologiche che prima nessuno si sognava di usare.
Di tutti questi, personalmente, Brera è quello che amo meno, perché il più delle volte sembra troppo preoccupato di farti vedere quanto è bravo a scrivere, e anche perché usava un linguaggio da erudito. Però bisogna dargli atto che tutti noi almeno una volta al giorno usiamo parole inventate da lui.
Di tutti questi, personalmente, Brera è quello che amo meno, perché il più delle volte sembra troppo preoccupato di farti vedere quanto è bravo a scrivere, e anche perché usava un linguaggio da erudito. Però bisogna dargli atto che tutti noi almeno una volta al giorno usiamo parole inventate da lui.
"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
This.Bluto Blutarsky ha scritto: 23/03/2020, 10:09 Di tutti questi, personalmente, Brera è quello che amo meno, perché il più delle volte sembra troppo preoccupato di farti vedere quanto è bravo a scrivere, e anche perché usava un linguaggio da erudito. Però bisogna dargli atto che tutti noi almeno una volta al giorno usiamo parole inventate da lui.
Che è diverso dal capire/parlare/stimolare a parlare di sport.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV, e Buffa BIS
Ieri sera hanno fatto Italia Argentina, probabilmente la partita più sofferta, ma comunque giocata con 2 punte, Antognoni e Causio a centrocampo, infatti pur soffrendo, quando c'era da buttare la palla in tribuna si buttava, quando c'era lo spazio per ripartire si giocava, palla a terra e grande capacità di palleggio.frog ha scritto: 21/03/2020, 14:26andreaR ha scritto: 20/03/2020, 6:53 Insomma, non siamo mica l'Inghilterra
Effettivamente sono tante, ma non sarebbe male mettessero anche altro, tipo le finali mondiali
Pensandoci a 30 per me ci arrivi
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1 Korea-Giappone 2002, vuoi non rivedere Byron
1-2 Francia 98, Vs Francia, io metterei anche Roby vs Cile
7 usa 94, io le metterei tutte, mondiale assurdo
7 italia 90, notti magiche
0 Messico 86 bo
3 Spagna 82, eh be'
1-2 Argentina 78
0 Germania 74 bo
2 Messico 70, con la partita del secolo
Giá così sono 25, e non credo ci siano partite intere dei due mondiali vinti, e mancano gli europei dove abbiamo vinto una volta e fatto altre finali
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l'Italia ai mondiali del 1978 giocò il calcio migliore a detta di tutti, direi che ci stanno tutte e