Niente panico, è solo una banale influenza cit. - Il topic del COVID-19
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Anche perchè non si può stimare quanti ne stai perdendo e ne hai già persi o addirittuta li hai contati come casi di influenza ordinaria perchè non adeguatamente indagati.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
lelomb ha scritto: 28/02/2020, 16:26Anche perchè non si può stimare quanti ne stai perdendo e ne hai già persi o addirittuta li hai contati come casi di influenza ordinaria perchè non adeguatamente indagati.
Esatto. Il margine di errore in queste stime e' talmente grande che perdono qualsiasi senso.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Birdman ha scritto: 28/02/2020, 16:28lelomb ha scritto: 28/02/2020, 16:26Anche perchè non si può stimare quanti ne stai perdendo e ne hai già persi o addirittuta li hai contati come casi di influenza ordinaria perchè non adeguatamente indagati.
Esatto. Il margine di errore in queste stime e' talmente grande che perdono qualsiasi senso.
Per altro valgono pure per l'influenza, la sorveglianza è abbastanza organizzata, ma quanti sono quelli che non vanno dal medico? Il curante poi li riporta tutti?
Sono più attendibili quelle su patologie infettivi pesanti, tipo morbilli varicelle e compagnia.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Anche qui concordo. Un paragone del genere lo puoi fare o con uno studio mirato, o quando le due patologie avranno lo stesso tipo di (dis)interesse - per cui a meno di casi eclatanti non vai dal medico. Sicuramente non dividendo due tassi di mortalitä presi da due database a caso.lelomb ha scritto: 28/02/2020, 16:32 Per altro valgono pure per l'influenza, la sorveglianza è abbastanza organizzata, ma quanti sono quelli che non vanno dal medico? Il curante poi li riporta tutti?
Sono più attendibili quelle su patologie infettivi pesanti, tipo morbilli varicelle e compagnia.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Io credo di non essere andato dal medico di base per tipo 10 anni, e ho ricominciato adesso solo quando sto abbastanza male da voler stare a casa da lavoro per il certificato. Chissà quante robe sono passate inosservate.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Lodevole il tentativo di esporto della cultura dell'assenteismo.Spree ha scritto: 28/02/2020, 16:41Io credo di non essere andato dal medico di base per tipo 10 anni, e ho ricominciato adesso solo quando sto abbastanza male da voler stare a casa da lavoro per il certificato. Chissà quante robe sono passate inosservate.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Birdman ha scritto: 28/02/2020, 16:23Molto molto difficile fare paragoni di questo genere, in questo stadio precoce di diffusione della malattia. Tanto piü considerando che ~80% degli affetti e' asintomatico.joesox ha scritto: 28/02/2020, 14:39A report issued by the Robert Koch Institute (RKI) in Berlin found 130 people have died as a result of the flu this season, while almost 13,300 have been hospitalized. A total of 79,263 cases have been recorded since autumn.
(Mortalità: 0.16%)
Probabilmente non è COVID-19, ma fa specie che ad oggi 82,756 persone hanno preso il corona, solo tremila in più.
Ma ha provocato 2814 decessi (3.40%), tenendo presente che ci saranno anche infettati ma non registrati.
Infatti si parla di una letalità dell'1%.
Sei volte.
Il virus e' piü aggressivo dell'influenza? Probabile. Sei volte piü mortale? Un numero a caso.
Sicuramente sono numeri scritti su una lavagna, soprattutto perchè ogni stato testa chi vuole.
Ma sono comunque comparabili.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Birdman ha scritto: 28/02/2020, 16:42Lodevole il tentativo di esporto della cultura dell'assenteismo.Spree ha scritto: 28/02/2020, 16:41Io credo di non essere andato dal medico di base per tipo 10 anni, e ho ricominciato adesso solo quando sto abbastanza male da voler stare a casa da lavoro per il certificato. Chissà quante robe sono passate inosservate.
E' un po' il contrario. Ho fatto 6 giorni di malattia negli ultimi 2 anni e mezzo :D.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Quindi prima catechizzi chi fa troppe ore di lavoro, e poi ti riveli essere un crumiro?Spree ha scritto: 28/02/2020, 17:06 E' un po' il contrario. Ho fatto 6 giorni di malattia negli ultimi 2 anni e mezzo :D.

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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Questa volta davvero non sapevo se postare qui, nella politica o altrove... Spostate pure in caso.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Si vede che a Lodi non si lavanoDODO29186 ha scritto: 28/02/2020, 17:39Questa volta davvero non sapevo se postare qui, nella politica o altrove... Spostate pure in caso.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
A sta cosa del 80% circa di affetti sia asintomatico, io ancora non ci credo, e onestamente non ho visto nessun dato a sostegno (considerato che ufficialmente si testano solo chi ha sintomi).Birdman ha scritto: 28/02/2020, 16:23Molto molto difficile fare paragoni di questo genere, in questo stadio precoce di diffusione della malattia. Tanto piü considerando che ~80% degli affetti e' asintomatico.
Il virus e' piü aggressivo dell'influenza? Probabile. Sei volte piü mortale? Un numero a caso.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Galli: "Gli ospedali lombardi ai limiti della tenuta"
Gli ospedali della Lombardia alle prese con l'emergenza coronavirus sono "ai limiti della tenuta", ha detto l'infettivologo del Sacco Massimo Galli. "Gran parte dei letti, nei reparti di rianimazione, sono occupati da questa patologia. Alcuni ospedali sono in grave crisi, come Lodi e Cremona, dove registriamo un sovraccarico di pazienti".
Gallera: 531 positivi in Lombardia, 85 in terapia intensiva
In Lombardi ci sono 531 positivi al coronavirus e "di questi 235 sono ricoverati" e in terapia intensiva il numero è salito da 57 a 85: l'assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera lo ha detto in conferenza stampa aggiungendo che sono stati fatti 4.835 tamponi: il 75% è risultato negativo, l'11% positivo e il 14% in valutazione.
Queste non sono per niente buone notizie però.
Gli ospedali della Lombardia alle prese con l'emergenza coronavirus sono "ai limiti della tenuta", ha detto l'infettivologo del Sacco Massimo Galli. "Gran parte dei letti, nei reparti di rianimazione, sono occupati da questa patologia. Alcuni ospedali sono in grave crisi, come Lodi e Cremona, dove registriamo un sovraccarico di pazienti".
Gallera: 531 positivi in Lombardia, 85 in terapia intensiva
In Lombardi ci sono 531 positivi al coronavirus e "di questi 235 sono ricoverati" e in terapia intensiva il numero è salito da 57 a 85: l'assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera lo ha detto in conferenza stampa aggiungendo che sono stati fatti 4.835 tamponi: il 75% è risultato negativo, l'11% positivo e il 14% in valutazione.
Queste non sono per niente buone notizie però.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Leviathan ha scritto: 28/02/2020, 18:02 Galli: "Gli ospedali lombardi ai limiti della tenuta"
Gli ospedali della Lombardia alle prese con l'emergenza coronavirus sono "ai limiti della tenuta", ha detto l'infettivologo del Sacco Massimo Galli. "Gran parte dei letti, nei reparti di rianimazione, sono occupati da questa patologia. Alcuni ospedali sono in grave crisi, come Lodi e Cremona, dove registriamo un sovraccarico di pazienti". Queste non sono per niente buone notizie però.
Massimo Galli, direttore dell'Istituto di scienze biomediche dell'Ospedale Sacco di Milano
La situazione non è semplice, il numero di infezioni è alto. Dobbiamo riuscire a ridurre la diffusione per abbassare i casi dai 2- 2,5 contagiati a meno di uno. Gran parte dei letti di rianimazione degli ospedali sono occupati da questa patologia. Circoscrivere il problema non può limitarsi alla zona rossa, ma deve necessariamente articolarsi su alcune misure che portino l'intera area metropolitana fuori dai guai. Medicina impegnativa, ma necessaria.
Antonio Pesenti, Policlinico di Milano
Questa malattia non è un banale influenza, non è la peste bubbonica, ma è una malattia che impatta molto sulle strutture sanitarie. Richiede l'isolamento e molto sforzo dagli ospedali. Per quanto la Lombardia abbia tutti gli strumenti, il principale provvedimento per evitare il disastro sanitario è contenere la diffusione dell'infezione. Non c'è ancora una terapia specifica, non c'è un vaccino, possiamo solo contenere l'infezione. I rianimatori, le terapie intensive italiane hanno la tecnologie e le competenze, ma l'impegno è quello di prevenire le infezioni. Entriamo nel campo degli igienisti.
Marco Rizzi, direttore del Malattie infettive del Papa Giovanni di Bergamo
La nostra provincia è stata coinvolta, ma non l'area metropolitana di Bergamo. La crescita dell'epidemia è stata rapidissima. Abbiamo predisposto 100 letti per Coronavirus, ma i posti non bastano. Siamo preoccupati per le prossime settimane e stiamo lavorando sulla nostra capacità di risposta. Il prolungamento dell'ordinanza ci aiuterebbe a contenere la crescita dei contagi.
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Re: Terremoti, centrali nucleari e altri disastri
Ci sono virus stupidi e virus intelligenti. I primi, come Ebola, uccidono rapidamente i loro ospiti. I secondi li colpiscono con sintomi lievi. Fanno sì che continuino a viaggiare, lavorare e andare in vacanza, nonostante un po’ di brividi e naso chiuso. Che tornino a casa la sera in famiglia, non disdicano quella cena con gli amici prenotata tempo fa o si lancino nell’impresa sportiva per cui si erano tanto allenati.
Veloce e furbo
Ecco, il nuovo coronavirus venuto dalla Cina è particolarmente intelligente. L’80% dei contagiati ha sintomi blandi, quasi inesistenti. Ma che sarà mai, ci dicevamo, non uccide certo come gli altri coronavirus di Sars e Mers. Perché preoccuparsi tanto, è solo un’influenza o poco più. E lui intanto, non visto dai radar, viaggiava. E andando veloce, ovviava alla letalità piuttosto bassa (3% contro il 10% della Sars e il 34% della Mers). Fino a triturare, con la sua costanza, i record di vittime dei ben più cattivi coronavirus fratelli.
L’epidemia dei giorni di festa
L’epidemia ha preoccupato fin dall’inizio le autorità di Wuhan. Il 30 dicembre è stato lanciato l’allarme all’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ma le misure di prevenzione sono state prese a rilento. Wuhan ha aspettato il 23-24 gennaio per imporre un cordone sanitario. La decisione è entrata in vigore 8 ore dopo l’annuncio, dando modo a chi non gradiva la reclusione di cambiare città. Né è stato cancellato il banchetto da guinness per 10 mila famiglie, il 7 febbraio, per festeggiare il capodanno. Solo a feste concluse è stato vietato di vendere selvaggina viva. Da allora – a dimostrazione delle dimensioni di questo mercato – le autorità hanno chiuso 20 mila allevamenti di porcospini, cinghiali, civette delle palme, pavoni. In vendita c’erano anche coccodrilli, serpenti, tigri, pangolini e, come sappiamo, pipistrelli.
I ritardi e le imprudenze
La preoccupazione ha spinto anche la nave da crociera Diamond Princess ad attraccare nel porto giapponese di Yokohama il 3 febbraio. Ma con calma, solo a partire dal 5 febbraio, si è stabilito di chiudere tutti nelle loro cabine. Nel frattempo, per due giorni, balli, gare e lezioni di ginnastica sono andati avanti.
Non sempre, possiamo dire oggi, siamo stati all’altezza dell’intelligenza del virus. Il 20 febbraio, con il mondo sull’orlo di una pandemia, i contagi a quota 75 mila e i morti a 2 mila, Macao, il regno dei casinò, ha deciso di rimettere in moto le roulette. Vietato assembrarsi attorno ai tavoli e fare puntate senza mascherine. Ma solo il futuro ci dirà chi ha vinto la scommessa.
Il tallone d’Achille del virus
La partita, per noi umani, non è certo persa. È vero che non abbiamo medicine per prevenire o curare Covid-19, la malattia da coronavirus. Ma per quanto furbo, anche il microrganismo ha i suoi punti deboli. Si trasmette con le goccioline di tosse e starnuti, ma solo con quelle più grandi, sopra ai 5 micron, incapaci di allontanarsi più di 1,5-2 metri dalla persona contagiosa e di persistere nell’aria oltre pochi secondi. Si è calcolato che ogni persona ammalata ne infetti altre 2,5-3, mentre il morbillo può arrivare a 15, grazie alla sua capacità di cavalcare le goccioline dal respiro più piccole di 5 micron, di restare sospeso nell’aria e di viaggiare con le correnti, allontanandosi anche di parecchi metri.
Ossigeno per guarire
Il punto di forza del coronavirus – colpire l’ospite nell’80% dei casi con sintomi lievi – è anche la sua debolezza. Solo il 5% dei contagiati sviluppa una polmonite seria. In assenza di altre malattie, al netto di complicanze, anche i malati gravi hanno buone chance di guarigione, se aiutati con l’ossigeno, il ricovero in terapia intensiva e una buona assistenza. Tutto dipende dal sistema sanitario di un paese e dalla sua capacità di reggere il peso di un gran numero di contagi. A Wuhan, nelle fasi più acute, gli ospedali hanno faticato a fare fronte al dilagare di Covid-19 e la mortalità è arrivata al 3%. Nel resto del mondo, dove i pochi malati sono stati presi in cura con tutte le attenzioni, si è rimasti allo 0,7%.
I bambini si salveranno
Il coronavirus ha la caratteristica piuttosto misteriosa di risparmiare i bambini, o di colpirli in modo lieve. Solo l’1% dei contagiati ha meno di 10 anni. La prima volta che si parlò di contagio asintomatico, a gennaio, fu proprio a proposito di un ragazzino di 10 anni di Shenzhen, rimasto sano in una famiglia tempestata dai contagi dopo la visita a un parente all’ospedale di Wuhan. I genitori, preoccupati, vollero che fosse sottoposto al test nonostante la sua buona salute. E lui in effetti è risultato positivo, come una sorta di portatore sano, a confortarci che in uno scenario totalmente da fantascienza in cui il coronavirus ci sterminasse tutti, resterebbero i bambini a popolare un mondo nuovo.
Gli scenari futuri
È molto più probabile che al coronavirus sopravviveremo (almeno a questo, in attesa che arrivi il prossimo). Ma davanti a noi abbiamo scenari differenti. Non sappiamo quanto i contagi siano diffusi nel mondo. I test per diagnosticare la malattia sono costosi, laboriosi e richiedono tecnologie complesse. Wuhan, nella fase calda dell’epidemia, non è riuscita a seguire l’onda montante dei contagi con i kit diagnostici che aveva a disposizione, e ha dovuto cambiare criterio di conteggio dei malati, inserendo nella lista chi mostrava segni di polmonite alla tac.
L’anello più debole della catena
Paesi popolosi come l’Indonesia o un continente ricco di traffici con la Cina come l’Africa hanno registrato un numero così basso di casi da risultare sospetto. L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda che di fronte a questa epidemia “siamo forti quanto è forte l’anello più debole della nostra catena”. E che paesi dal sistema sanitario zoppicante potrebbero essere travolti da un’ondata di ammalati che si è rivelata difficile da gestire perfino per un paese organizzato come la Cina. Non sappiamo poi se questo coronavirus ha un andamento stagionale ed è destinato a eclissarsi con la primavera.
In attesa del vaccino
Nel lungo periodo – le stime variano da uno a tre anni – dovremmo mettere a punto un vaccino. Forse ci salverà dal ticchettio di morti e contagi. O forse farà la fine del vaccino della Sars, riposto su uno scaffale per mancanza di malati. Il virus, dopo aver spadroneggiato nel mondo per più di un anno, se ne andò come era venuto. Lasciando ferite e paura. Ma non abbastanza da indurci a prevenire oggi la nuova epidemia. E qui sta forse il nostro limite, nella gara di intelligenza senza tempo fra uomini e virus.
(Rep - Scienze)
Veloce e furbo
Ecco, il nuovo coronavirus venuto dalla Cina è particolarmente intelligente. L’80% dei contagiati ha sintomi blandi, quasi inesistenti. Ma che sarà mai, ci dicevamo, non uccide certo come gli altri coronavirus di Sars e Mers. Perché preoccuparsi tanto, è solo un’influenza o poco più. E lui intanto, non visto dai radar, viaggiava. E andando veloce, ovviava alla letalità piuttosto bassa (3% contro il 10% della Sars e il 34% della Mers). Fino a triturare, con la sua costanza, i record di vittime dei ben più cattivi coronavirus fratelli.
L’epidemia dei giorni di festa
L’epidemia ha preoccupato fin dall’inizio le autorità di Wuhan. Il 30 dicembre è stato lanciato l’allarme all’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ma le misure di prevenzione sono state prese a rilento. Wuhan ha aspettato il 23-24 gennaio per imporre un cordone sanitario. La decisione è entrata in vigore 8 ore dopo l’annuncio, dando modo a chi non gradiva la reclusione di cambiare città. Né è stato cancellato il banchetto da guinness per 10 mila famiglie, il 7 febbraio, per festeggiare il capodanno. Solo a feste concluse è stato vietato di vendere selvaggina viva. Da allora – a dimostrazione delle dimensioni di questo mercato – le autorità hanno chiuso 20 mila allevamenti di porcospini, cinghiali, civette delle palme, pavoni. In vendita c’erano anche coccodrilli, serpenti, tigri, pangolini e, come sappiamo, pipistrelli.
I ritardi e le imprudenze
La preoccupazione ha spinto anche la nave da crociera Diamond Princess ad attraccare nel porto giapponese di Yokohama il 3 febbraio. Ma con calma, solo a partire dal 5 febbraio, si è stabilito di chiudere tutti nelle loro cabine. Nel frattempo, per due giorni, balli, gare e lezioni di ginnastica sono andati avanti.
Non sempre, possiamo dire oggi, siamo stati all’altezza dell’intelligenza del virus. Il 20 febbraio, con il mondo sull’orlo di una pandemia, i contagi a quota 75 mila e i morti a 2 mila, Macao, il regno dei casinò, ha deciso di rimettere in moto le roulette. Vietato assembrarsi attorno ai tavoli e fare puntate senza mascherine. Ma solo il futuro ci dirà chi ha vinto la scommessa.
Il tallone d’Achille del virus
La partita, per noi umani, non è certo persa. È vero che non abbiamo medicine per prevenire o curare Covid-19, la malattia da coronavirus. Ma per quanto furbo, anche il microrganismo ha i suoi punti deboli. Si trasmette con le goccioline di tosse e starnuti, ma solo con quelle più grandi, sopra ai 5 micron, incapaci di allontanarsi più di 1,5-2 metri dalla persona contagiosa e di persistere nell’aria oltre pochi secondi. Si è calcolato che ogni persona ammalata ne infetti altre 2,5-3, mentre il morbillo può arrivare a 15, grazie alla sua capacità di cavalcare le goccioline dal respiro più piccole di 5 micron, di restare sospeso nell’aria e di viaggiare con le correnti, allontanandosi anche di parecchi metri.
Ossigeno per guarire
Il punto di forza del coronavirus – colpire l’ospite nell’80% dei casi con sintomi lievi – è anche la sua debolezza. Solo il 5% dei contagiati sviluppa una polmonite seria. In assenza di altre malattie, al netto di complicanze, anche i malati gravi hanno buone chance di guarigione, se aiutati con l’ossigeno, il ricovero in terapia intensiva e una buona assistenza. Tutto dipende dal sistema sanitario di un paese e dalla sua capacità di reggere il peso di un gran numero di contagi. A Wuhan, nelle fasi più acute, gli ospedali hanno faticato a fare fronte al dilagare di Covid-19 e la mortalità è arrivata al 3%. Nel resto del mondo, dove i pochi malati sono stati presi in cura con tutte le attenzioni, si è rimasti allo 0,7%.
I bambini si salveranno
Il coronavirus ha la caratteristica piuttosto misteriosa di risparmiare i bambini, o di colpirli in modo lieve. Solo l’1% dei contagiati ha meno di 10 anni. La prima volta che si parlò di contagio asintomatico, a gennaio, fu proprio a proposito di un ragazzino di 10 anni di Shenzhen, rimasto sano in una famiglia tempestata dai contagi dopo la visita a un parente all’ospedale di Wuhan. I genitori, preoccupati, vollero che fosse sottoposto al test nonostante la sua buona salute. E lui in effetti è risultato positivo, come una sorta di portatore sano, a confortarci che in uno scenario totalmente da fantascienza in cui il coronavirus ci sterminasse tutti, resterebbero i bambini a popolare un mondo nuovo.
Gli scenari futuri
È molto più probabile che al coronavirus sopravviveremo (almeno a questo, in attesa che arrivi il prossimo). Ma davanti a noi abbiamo scenari differenti. Non sappiamo quanto i contagi siano diffusi nel mondo. I test per diagnosticare la malattia sono costosi, laboriosi e richiedono tecnologie complesse. Wuhan, nella fase calda dell’epidemia, non è riuscita a seguire l’onda montante dei contagi con i kit diagnostici che aveva a disposizione, e ha dovuto cambiare criterio di conteggio dei malati, inserendo nella lista chi mostrava segni di polmonite alla tac.
L’anello più debole della catena
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In attesa del vaccino
Nel lungo periodo – le stime variano da uno a tre anni – dovremmo mettere a punto un vaccino. Forse ci salverà dal ticchettio di morti e contagi. O forse farà la fine del vaccino della Sars, riposto su uno scaffale per mancanza di malati. Il virus, dopo aver spadroneggiato nel mondo per più di un anno, se ne andò come era venuto. Lasciando ferite e paura. Ma non abbastanza da indurci a prevenire oggi la nuova epidemia. E qui sta forse il nostro limite, nella gara di intelligenza senza tempo fra uomini e virus.
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