Visto:
Snowpiercer. Molto carino, peccato per la poca violenza verso le signore indifese e simili che fa perdere un pò di spinta viscerale al film, che verso dalla metà in poi perde un pò la sua anima action così come il sentimento di rivalsa. Il treno rimane una bella metafora che si può applicabile un pò a tutto aldilà da quella immediata della guerra di classe (che uno può anche ignorare e il film non perde a mio parere), dalle relazioni sentimentali, alla carriera, campi del sapere, la psicologia umana.. Insomma, mi pare una cosa non facile da compiere e ben riuscita.
Il finale è bene o male
la scena dell'architetto di Matrix ma con un paio di differenze sostanziali, una è che rivoluzionario e architetto siano della stessa razza, siano sulla stessa barca e quindi vi sia la possibilità dello scambio di ruolo, l'altra è che la risoluzione è sostanzialmente diversa: qui l'evento imprevedibile ti forza a scendere e a cambiare radicalmente, mentre nell'altra ti forza a collaborare tra classi contro una minaccia comune.
Tutto sommato mi è piaciuto, non darò voto perchè è da gonzi

la semplicità e l'universalità di applicazione del messaggio di fondo e il modo politicizzato di metterlo sullo schermo è chiaramente la forza e debolezza del film. Basta non fermarsi a vederlo solo come un film politico per apprezzarlo, a mio parere. Che non sia un film giapponese ma coreano si deduce dal fatto che alla fine
l'orso polare non sgozzi i due che si sono salvati.
Prometheus: molto bello, ho guardato due recensioni in qua e là e a quanto pare questo film e Covenant polarizzano più di Westbrook e Bryant. Per goderseli basta guardare poi la scena inspiegabilmente tagliata in cui
l'umanoide risvegliato parla un pò e che le vere intenzioni della Weyland Corporation non sono davvero chiare e di conseguenza non si possono dare per scontate tante cose, è come se ci fosse il "narratore non affidabile". Mi risulta, così, facile capire tanti dei comportamenti irrazionali dei protagonisti. Di certo è un orgasmo visivo, con effetti speciali al servizio del film e non viceversa, che lascia il dovuto fascino alle figure degli ingegneri ma con un buon mix di disillusione. A me è piaciuto molto e trovo le critiche molto sterili e facili da ignorare.
Liverleaf: questo è un film un decisamente strano. Horror Giapponese dove una scolaresca in una cittadina nel mezzo al niente esce di testa. Io gli ho dato una lettura molto personale (a sentire quello che me lo ha consigliato e un altro paio di ragazzi a cui l'ho girato io) che me lo ha reso decisamente gradevole. Diciamo che è impostato come il classico film un pò americanata, dove la ragazzetta bullizzata pian piano viene fuori e si impone, però: 1) in chiave totalmente horror 2) il film progressivamente tende a prendersi sempre meno sul serio, fino a gettare la maschera sul finale 3) da metà film non hai idea di dove voglia andare a parare e cosa possa succedere. Mi è risultato così una presa in giro di quel tipo di film e l'età adolescenziale, che non è potuto che piacermi.
Film pazzo, il cui obbiettivo è mettere su schermo il contrasto sempre vincente neve-sangue.
Se lo volete guardare prendetelo come tale. Il vero pregio è che davvero non hai idea di cosa aspettarti e cosa succederà, a un certo punto iniziavo a sospettare che c'entrasse il soprannaturale e
lei fosse una reincarnazione strana di una strega che faceva innamorare di se chi le stava intorno per poi farli impazzire e poterli ammazzare uno ad uno.
The man from nowhere: action movie coreano lineare, ma carino. Tizio emarginato socialmente ma con le abilità fuori dal comune inizia a entrare in contatto con una bimba, che viene rapita. Di conseguenza dice in una telefonata coi rapitori "io vi troverò", ribalta come un calzino l'intero sud-est asiatico per provare a salvarla, viene usato in vari modi mentre prova e riprova, entra in un rigirio di guerra tra mafie e criminalità, eccetera eccetera. Ci si diverte.
Continuerei visto che ne ho altri 4 o 5 in canna, ma è quasi ora di pranzo. Auguri cosi.