Se anche fai outing e metti 10 libri della collezione Harmony ai primi 10 posti della tua lista, noi ti si vuole bene lo stesso eh...
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- Brian_di_Nazareth
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Re: Libri
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Re: Libri
Brian_di_Nazareth ha scritto: ↑23/04/2018, 14:08
Se anche fai outing e metti 10 libri della collezione Harmony ai primi 10 posti della tua lista, noi ti si vuole bene lo stesso eh...
stasera ti faccio l'elenco dei libri che ho comprato / mi sono fatto regalare e non ho ancora aperto.
darioambro ha scritto:ahahah ro, tu sei davvero l'altra palla che vorrei avere
30.11.2016darioambro ha scritto:rowiz direbbe che sono un coglione
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Re: Libri
rowiz ha scritto: ↑23/04/2018, 14:45Brian_di_Nazareth ha scritto: ↑23/04/2018, 14:08
Se anche fai outing e metti 10 libri della collezione Harmony ai primi 10 posti della tua lista, noi ti si vuole bene lo stesso eh...
stasera ti faccio l'elenco dei libri che ho comprato / mi sono fatto regalare e non ho ancora aperto.
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Re: Libri
Odio le liste come detto e infatti ni è venuto in mente un libro che ho lasciato fuori e assolutamente non avrei dovuto:
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Re: Libri
In attesa che qualcun altro fornisca la sua super lista...
Cronache di Mondo9 - Dario Tonani, 2015
"E' un pianeta desertico, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose. Nel corso dell'evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola arte, la meccanica, rendendolo il regno delle macchine, del metallo e della ruggine. Eppure Mondo9 vive su una fiorente attività di commerci: titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e governati da decine di uomini, solcano i deserti tra una città e l'altra. Perché c'è una guerra in corso: macchine contro macchine, metallo contro metallo. E mille pericoli attendono le loro prede acquattati sotto le dune: un misterioso morbo che trasforma la carne in ottone, fiori giganteschi che si nutrono di ruggine..."
Una premessa: questo lavoro di Tonani è più o meno generalmente riconosciuto come il miglior romanzo fantascientifico italiano degli ultimi 20 anni, sostanzialmente da i tempi dell'Eymerich di Evangelisti. E' stato parzialmente tradotto in inglese con un discreto successo negli Stati Uniti, dove è stato sponsorizzato da Paul Di Filippo e restando nella top 100 di Amazon US per un paio di mesi nella categoria "Techno-thriller" (sic) mentre in Giappone una rivista specializzata lo ha inserito tra i migliori lavori dell'anno e tra le opere imprescindibili di sempre per lo steampunk.
Una ambientazione che colpisce, dal forte sapore di sabbia e ruggine. Raramente la narrativa italiana fantastica è stata così efficace nel descrivere in modo originale un pianeta ostile, quasi malvagio. Solo questo aspetto eleva l'opera di Tonani a vette quasi mai raggiunte in Italia. Le atmosfere, soprattutto nella prima metà, sono tetre e a tratti splatter. A livello di gusti non riesco a dargli però più di un 7 perchè, ahimè, a me Cronache di Mondo9 non è sembrata fantascienza, ne tanto meno steampunk . Non sono presenti tante spiegazioni e questo aumenta in un certo senso il sense of wonder fornendo un'atmosfera un po' fuori dal tempo e invogliando a leggere. Alla lunga però ho trovato un po' frustrante non riuscire a dare un senso a molti eventi cardine di Mondo9. I cuori che alimentano navi e mechardionaci, ad esempio, sono molto più "fantasy" di quel che io mi aspetto in un romanzo fantascientifico. Nonostante tutto riconosco l'importanza di Mondo9, il panorama italiano aveva bisogno di qualcosa che fosse tanto originale. Mondo9 è in tal proposito è davvero una novità.
Cronache di Mondo9 - Dario Tonani, 2015
"E' un pianeta desertico, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose. Nel corso dell'evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola arte, la meccanica, rendendolo il regno delle macchine, del metallo e della ruggine. Eppure Mondo9 vive su una fiorente attività di commerci: titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e governati da decine di uomini, solcano i deserti tra una città e l'altra. Perché c'è una guerra in corso: macchine contro macchine, metallo contro metallo. E mille pericoli attendono le loro prede acquattati sotto le dune: un misterioso morbo che trasforma la carne in ottone, fiori giganteschi che si nutrono di ruggine..."
Una premessa: questo lavoro di Tonani è più o meno generalmente riconosciuto come il miglior romanzo fantascientifico italiano degli ultimi 20 anni, sostanzialmente da i tempi dell'Eymerich di Evangelisti. E' stato parzialmente tradotto in inglese con un discreto successo negli Stati Uniti, dove è stato sponsorizzato da Paul Di Filippo e restando nella top 100 di Amazon US per un paio di mesi nella categoria "Techno-thriller" (sic) mentre in Giappone una rivista specializzata lo ha inserito tra i migliori lavori dell'anno e tra le opere imprescindibili di sempre per lo steampunk.
Una ambientazione che colpisce, dal forte sapore di sabbia e ruggine. Raramente la narrativa italiana fantastica è stata così efficace nel descrivere in modo originale un pianeta ostile, quasi malvagio. Solo questo aspetto eleva l'opera di Tonani a vette quasi mai raggiunte in Italia. Le atmosfere, soprattutto nella prima metà, sono tetre e a tratti splatter. A livello di gusti non riesco a dargli però più di un 7 perchè, ahimè, a me Cronache di Mondo9 non è sembrata fantascienza, ne tanto meno steampunk . Non sono presenti tante spiegazioni e questo aumenta in un certo senso il sense of wonder fornendo un'atmosfera un po' fuori dal tempo e invogliando a leggere. Alla lunga però ho trovato un po' frustrante non riuscire a dare un senso a molti eventi cardine di Mondo9. I cuori che alimentano navi e mechardionaci, ad esempio, sono molto più "fantasy" di quel che io mi aspetto in un romanzo fantascientifico. Nonostante tutto riconosco l'importanza di Mondo9, il panorama italiano aveva bisogno di qualcosa che fosse tanto originale. Mondo9 è in tal proposito è davvero una novità.
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Re: Libri
RashardLewis ha scritto: ↑25/04/2018, 21:23 In attesa che qualcun altro fornisca la sua super lista...
Una premessa: questo lavoro di Tonani è più o meno generalmente riconosciuto come il miglior romanzo fantascientifico italiano degli ultimi 20 anni, sostanzialmente da i tempi dell'Eymerich di Evangelisti.
Ecco chi m'ero scordato di mettere in lista!!!
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Re: Libri
Di Eggers ho letto anche
- Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng - Bello, storia vera di un profugo della guerra civile sudanese, e del suo viaggio fino agli Stati Uniti. Molto dettagliato nel ricostruire il terribile viaggio della speranza affrontato da queste persone.
- Il cerchio - Mi ispirava veramente tanto, ma mi ha perso abbastanza in fretta, ho trovato esagerate alcune cose anche nell'universo di sospensione della sospensione dell'incredulità necessario per una storia del genere. Un po una delusione insomma
I vostri padri, dove sono? E i profeti, vivono forse per sempre? - Grande libro, un unico interminabile dialogo del protagonista con una serie di persone. Parla degli Stati Uniti di oggi e di molte delle loro contraddizioni, consigliatissimo per quanto mi riguarda, un gioiellino
Eroi della frontiera - Meh, qui torniamo a un voto poco più che sufficiente imho, anche se i libri brutti sono altri sia chiaro.
RashardLewis ha scritto: ↑14/07/2017, 21:32 Io ho finito da poco l'antologia di fantascienza di Ted Chiang "Storie della tua vita". Il film "Arrival" è tratto proprio dal racconto che dà il titolo alla raccolta ed è maledettamente buono, il film è quasi identico, ma c'è qualche dettaglio in più sulla psicologia aliena che in un certo senso aiuta a comprendere anche meglio la pellicola. Gli altri racconti sono originali, talvolta persino troppo e probabilmente non sono allo stesso livello. Molto carino "Settandue lettere" che rimescola la tematica dell'automa artificiale stile golem fornendo una serie di presupposti pseudoscientifici volutamente assurdi ma che funzionano nell'universo letterario di quel racconto.
Mi manca solo l'ultimo, ma debbo dire che ho trovato estremamente affascinanti tutti i racconti, uno più bello dell'altro, ottimo consiglio
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Re: Libri
Ecco io ora sto finendo questo.
E sicuramente non diventerà uno dei miei 12 libri preferiti ma.. che bomba.
Una lucidità che ti stacca la testa.
Mentre ci danza sopra.
Consigliatissimo.
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Re: Libri
Provo anch'io a fare una lista. Alcuni libri sono già stati citati:
- La Trilogia della Fondazione di Asimov
- Hyperion di Simmons
- Il Conte di Montecristo di Dumars
- Delitto e Castigo di Dostojevskij
A questi aggiungerei:
- I Piccoli Maestri di Meneghello: libro autobibliografico sulla resistenza, raccontata in maniera completamente anti-retorica ed anti-eroica. Pervadono i sentimenti di impotenza (sia nel senso di mancanza di azione, sia di lasciarsi guidare dal corso degli eventi) e dubbio (uno dei miei passaggi pereferiti è la descrizione dei garibaldini, così convinti e sicuri, supportati della loro ideologia, e proprio per questo incomprensibili e distanti).
- Il sergente nella neve di Rigoni-Stern: anche questo un libro autobiografico ed anti-eroico. Lo ho letto tantisismo tempo fa ma ricordo un libro piacevole e pieno di umanità all'interno di una delle pagine più drammatiche della nostra storia.
- I Reietti dell'Altro Pianeta di Le Guin: l'ambientazione fantascientifica serve più che altro per dare una visione utopica del mondo, sotto la chiara influenza della Guerra Fredda.
- Il Senso di Smilla per la Neve di Høeg: in teoria un thriller (che ricordo piuttosto inutile), a me il libro è piaciuto tantissimo per la capacità di farmi immedesimare e, presuntuosamente, comprendere un mondo completamente differente, fatto di silenzi e distese di nulla.
- Il più Grande Uomo Scimmia del Pleistocene di Lewis: ironia amara, sul conservatorismo ed egoismo dell'uomo.
- La Strana Morte del Signor Benson di Van Dine: probabilmente non il migliore, ma, essendo il primo, lo uso come rappresentante dei libri di Van Dine, che sono i miei gialli preferiti, forse lenti in alcune parti, ma lontani dalla banalità e, soprattutto, offorno sin dall'inizio al lettore la possibilità di indovinare il colpevole, senza illogicità o extra informazioni "postume".
- La Trilogia della Fondazione di Asimov
- Hyperion di Simmons
- Il Conte di Montecristo di Dumars
- Delitto e Castigo di Dostojevskij
A questi aggiungerei:
- I Piccoli Maestri di Meneghello: libro autobibliografico sulla resistenza, raccontata in maniera completamente anti-retorica ed anti-eroica. Pervadono i sentimenti di impotenza (sia nel senso di mancanza di azione, sia di lasciarsi guidare dal corso degli eventi) e dubbio (uno dei miei passaggi pereferiti è la descrizione dei garibaldini, così convinti e sicuri, supportati della loro ideologia, e proprio per questo incomprensibili e distanti).
- Il sergente nella neve di Rigoni-Stern: anche questo un libro autobiografico ed anti-eroico. Lo ho letto tantisismo tempo fa ma ricordo un libro piacevole e pieno di umanità all'interno di una delle pagine più drammatiche della nostra storia.
- I Reietti dell'Altro Pianeta di Le Guin: l'ambientazione fantascientifica serve più che altro per dare una visione utopica del mondo, sotto la chiara influenza della Guerra Fredda.
- Il Senso di Smilla per la Neve di Høeg: in teoria un thriller (che ricordo piuttosto inutile), a me il libro è piaciuto tantissimo per la capacità di farmi immedesimare e, presuntuosamente, comprendere un mondo completamente differente, fatto di silenzi e distese di nulla.
- Il più Grande Uomo Scimmia del Pleistocene di Lewis: ironia amara, sul conservatorismo ed egoismo dell'uomo.
- La Strana Morte del Signor Benson di Van Dine: probabilmente non il migliore, ma, essendo il primo, lo uso come rappresentante dei libri di Van Dine, che sono i miei gialli preferiti, forse lenti in alcune parti, ma lontani dalla banalità e, soprattutto, offorno sin dall'inizio al lettore la possibilità di indovinare il colpevole, senza illogicità o extra informazioni "postume".
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Re: Libri
Premesso che non sono un grande amante dei classici, comunque provo a buttare giù i miei preferiti in ordine assolutamente sparso.
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Sicuramente mi sono dimenticato qualcosa
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Ci sono squadre che a certe temperature si squagliano, altre che lievitano. Classe, storia: Milan.
"mr.kerouac [...] sa essere cattivo con pochissime parole". (Angyair)
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Re: Libri
mr.kerouac ha scritto: ↑26/04/2018, 16:06 Premesso che non sono un grande amante dei classici, comunque provo a buttare giù i miei preferiti in ordine assolutamente sparso.
- Il maestro e Margherita, Bulgakov
Nota di colore.
Lessi "Il maestro e Margherita" grazie a un tuo post sul forum n-mila anni fà.
Solo questo basterebbe a rendere utile l'iscrizione a sto forum di perdigiorno
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Re: Libri
Ricordate Royce White?
Beh in questo romanzo (mio :) ) uno dei personaggi è praticamente lui.
http://www.ektglobe.com/prodotto/futilia/
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Re: Libri
Sto finendo "La Colonna di Fuoco" di Follett che ho preso in biblio, tanta carne al fuoco dal punto di vista storico, mi mancano 200 pagine alla fine.
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if you don't believe in yourself, nobody's will do. Kobe
"All the way from Tampa, Florida, ....Obituary"
https://www.youtube.com/watch?v=k5aNq2fjdEw
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Re: Libri
PENNY ha scritto: ↑26/04/2018, 12:33
RashardLewis ha scritto: ↑14/07/2017, 21:32 Io ho finito da poco l'antologia di fantascienza di Ted Chiang "Storie della tua vita". Il film "Arrival" è tratto proprio dal racconto che dà il titolo alla raccolta ed è maledettamente buono, il film è quasi identico, ma c'è qualche dettaglio in più sulla psicologia aliena che in un certo senso aiuta a comprendere anche meglio la pellicola. Gli altri racconti sono originali, talvolta persino troppo e probabilmente non sono allo stesso livello. Molto carino "Settandue lettere" che rimescola la tematica dell'automa artificiale stile golem fornendo una serie di presupposti pseudoscientifici volutamente assurdi ma che funzionano nell'universo letterario di quel racconto.
Mi manca solo l'ultimo, ma debbo dire che ho trovato estremamente affascinanti tutti i racconti, uno più bello dell'altro, ottimo consiglio
Sono contento ti siano piaciuti Io a distanza di mesi ricordo con piacere il racconto iniziale sulla torre di Babele, particolarmente visionario.
Saltando di palo in frasca, ho appena letto questo
Ultima Genesi - Octavia Butler, 1987
"Non sempre il Primo Contatto è destinato ad avere una soluzione escapista o pseudolirica come quella di Incontri ravvicinati del terzo tipo. La forza autenticamente innovatrice della fantascienza narrativa può superare di gran lunga la suggestione degli effetti speciali, come dimostra la storia di una superstite dell'olocausto nucleare che ha distrutto la Terra, Lilith Iyapo. Al suo risveglio a bordo di un'astronave aliena duecentocinquant'anni dopo il suicidio collettivo del genere umano, Lilith scopre che gli enigmatici Oankali l'hanno curata da un cancro insanabile per offrirle una sfida incredibile: l'inizio della Xenogenesi..."
Questo romanzo viene molto spesso citato quando si parla di fantascienza con alieni particolari e memorabili. In svariate liste viene incluso tra i top 100 da leggere in ambito SF. Forse ero carico di eccessive aspettative, e pertanto mi ha abbastanza deluso. La storia scorre, ma gli alieni Oankali non mi hanno colpito granchè. Biologicamente interessanti, a me sono sembrati essere piuttosto umani dal punto di vista psicologico... e in questa fase della mia vita di lettore un alieno interessante per me è una creatura intelligente che ragiona in modo sostanzialmente diverso dall'homo sapiens. Gradevole, da 6 su 10, ma non abbastanza da invogliarmi a leggere i seguiti.
Octavia Butler è stata forse la prima scrittrice importante di colore che abbia scritto fantascienza. In un mondo molto bianco e maschile, prima di lei non so quanti romanzi importanti di questo genere abbiano avuto protagoniste nere.
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Re: Libri
Ultime due letture
La caduta di Cronopolis - Barrington J. Bayley, 1974
"L’Impero Cronotico regna su più di un millennio di storia umana, spostando risorse e uomini da un secolo all’altro, e consolidando intorno a sé la struttura dello spazio e del tempo. L'Impero non ha vita facile però, una guerra temporale lo mette in contrapposizione con l'Egemonia che governa lo spazio-tempo in un tratto del Tempo successivo all'impero...."
Dello stesso autore avevo letto un quarto di secolo fa "Dai bassifondi di Klittman City" che non mi aveva entusiasmato, avevo quindi messo da parte gli altri suoi scritti. La caduta di Cronopolis è un romanzo strano: ci sono capitoli fantastici, con una visionarietà rara che eleverebbero l'opera a classico del genere... ce ne sono altri che invece fanno cadere le braccia per il modo in cui rasentano il ridicolo. Sostanzialmente si tratta di fantascienza avventurosa, strutturata su concetti che ho trovato molto originali. La guerra temporale tra l'Impero e l'Egemonia è insolita, costruita a base di paradossi temporali (più o meno sensati), tanto più considerando che La Caduta di Cronopolis è uscito nel 1974. I momenti migliori, per quel che mi riguarda, sono quelli più metafisici ambientati nel substrato temporale, lo Strat; purtroppo la storia è narrata in modo vecchio, con personaggi macchiette che a tratti sembrano provenire da un Flash Gordon (sic!) ed è questo il motivo per cui questa novella non è tra le opere più importanti del genere. L'eroe è un po' troppo impavido, i pochissimi personaggi femminili (appena due, uno dei quali praticamente non parlante) sono stereotipati e restano nello sfondo, così asserviti a quelli maschili. Le potenzialità però ci sono e sono enormi, in effetti nonostante i difetti io gli darei un 7.5 su 10. Scorre velocemente ed ha idee interessanti, come la sottotrama sull'entità Hulmu, uno pseudo dio del tempo... sottotrama che ricorda un po' il film "The Asphyx", pellicola britannica (come lo scrittore) uscita appena un paio di anni prima di Chronopolis, strana coincidenza.
Questo libro di Bayley ha la fama di gemma nascosta e viene spesso consigliato a chi cerca storie poco conosciute di viaggi nel tempo. Io ho il rammarico di quel che sarebbe potuto essere se scritto meglio ma tutto sommato ne sono rimasto soddisfatto. Prossimamente recupererò "Rotta di collisione" di Bayley che viene descritto come il suo miglior lavoro insieme a questo.
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Le venti giornate di Torino. Inchiesta di fine secolo - Giorgio De Maria, 1977
"Le venti giornate di Torino erano iniziate dieci anni prima: l'insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, e una orribile catena di omicidi. Poi, dopo venti giorni, tutto era finito, all'improvviso, come era cominciato. E nessuno aveva più voluto parlare di quella storia. Dieci anni dopo, un anonimo investigatore dilettante decide di indagare per scrivere un libro su quella vicenda. Perché l'insonnia di massa? E chi erano, e da dove venivano, le mostruose figure di cui troppe testimonianze raccontano? E soprattutto, che nesso c'era tra quanto accadde e la biblioteca che era stata aperta presso la Piccola casa della divina provvidenza? Una biblioteca assai strana, dove non si trovavano i testi pubblicati dagli editori, ma scritti di privati cittadini, che rivelavano i loro pensieri più intimi e profondi, molto spesso terribili, e li mettevano in condivisione con altri cittadini come loro...."
Premessa d'obbligo per un percorso editoriale bizzarro. "Le venti giornate di Torino" è una storia di 40 anni fa che è rimasta dimenticata, Italia inclusa, fino all'anno scorso quando è stata tradotta in inglese dall'australiano Roman Glazov. Il romanzo ha avuto negli Stati Uniti delle ottime critiche e sull'onda del successo d'oltre oceano, mesi dopo, è stato finalmente ristampato anche nella lingua originale, l'italiano.
Una storia weird sorprendentemente buona. E non solo per i canoni italiani! Il libro ha un numero di pagine ridotto ma dense di atmosfere, di idee e, suppongo, simbolismi. Il romanzo è stato scritto nella seconda metà del 1976 e la Biblioteca, che anticipa clamorosamente i social media, è un colpo di genio assoluto: ambientato in una Torino suggestiva, De Maria sembra profetizzare certi social network moderni nati con buoni intenti e poi in un certo senso naufragati. Il capitolo sulla Biblioteca mette quasi i brividi per come descrive accuratamente certe conseguenze da uso eccessivo di alcuni servizi informatici del 21esimo secolo. A parte questo, il romanzo ha un mood riscontrabile nei lavori di autori distanti come Kafka e Lovecraft, atmosfere che forse non ho mai trovato in altri libri italiani. Di Lovecraft c'è il terrore inequivocabilmente cosmico, con un finale da pelle d'oca che penso ricorderò a lungo. La trama allo stesso tempo contiene tra le righe simbolismi che riflettono gli anni cupi del terrorismo, nel 1976 eravamo in pieno negli anni di piombo.
Secondo la figlia, De Maria sarebbe morto non esattamente sano mentalmente. Non so se sia una leggenda creata per aumentare la maledizione del libro, ma molte pagine, al limite dell'onirico, sembrano davvero palesare dei barlumi di follia. Romanzo per me straordinario e consigliatissimo.
La caduta di Cronopolis - Barrington J. Bayley, 1974
"L’Impero Cronotico regna su più di un millennio di storia umana, spostando risorse e uomini da un secolo all’altro, e consolidando intorno a sé la struttura dello spazio e del tempo. L'Impero non ha vita facile però, una guerra temporale lo mette in contrapposizione con l'Egemonia che governa lo spazio-tempo in un tratto del Tempo successivo all'impero...."
Dello stesso autore avevo letto un quarto di secolo fa "Dai bassifondi di Klittman City" che non mi aveva entusiasmato, avevo quindi messo da parte gli altri suoi scritti. La caduta di Cronopolis è un romanzo strano: ci sono capitoli fantastici, con una visionarietà rara che eleverebbero l'opera a classico del genere... ce ne sono altri che invece fanno cadere le braccia per il modo in cui rasentano il ridicolo. Sostanzialmente si tratta di fantascienza avventurosa, strutturata su concetti che ho trovato molto originali. La guerra temporale tra l'Impero e l'Egemonia è insolita, costruita a base di paradossi temporali (più o meno sensati), tanto più considerando che La Caduta di Cronopolis è uscito nel 1974. I momenti migliori, per quel che mi riguarda, sono quelli più metafisici ambientati nel substrato temporale, lo Strat; purtroppo la storia è narrata in modo vecchio, con personaggi macchiette che a tratti sembrano provenire da un Flash Gordon (sic!) ed è questo il motivo per cui questa novella non è tra le opere più importanti del genere. L'eroe è un po' troppo impavido, i pochissimi personaggi femminili (appena due, uno dei quali praticamente non parlante) sono stereotipati e restano nello sfondo, così asserviti a quelli maschili. Le potenzialità però ci sono e sono enormi, in effetti nonostante i difetti io gli darei un 7.5 su 10. Scorre velocemente ed ha idee interessanti, come la sottotrama sull'entità Hulmu, uno pseudo dio del tempo... sottotrama che ricorda un po' il film "The Asphyx", pellicola britannica (come lo scrittore) uscita appena un paio di anni prima di Chronopolis, strana coincidenza.
Questo libro di Bayley ha la fama di gemma nascosta e viene spesso consigliato a chi cerca storie poco conosciute di viaggi nel tempo. Io ho il rammarico di quel che sarebbe potuto essere se scritto meglio ma tutto sommato ne sono rimasto soddisfatto. Prossimamente recupererò "Rotta di collisione" di Bayley che viene descritto come il suo miglior lavoro insieme a questo.
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Le venti giornate di Torino. Inchiesta di fine secolo - Giorgio De Maria, 1977
"Le venti giornate di Torino erano iniziate dieci anni prima: l'insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, e una orribile catena di omicidi. Poi, dopo venti giorni, tutto era finito, all'improvviso, come era cominciato. E nessuno aveva più voluto parlare di quella storia. Dieci anni dopo, un anonimo investigatore dilettante decide di indagare per scrivere un libro su quella vicenda. Perché l'insonnia di massa? E chi erano, e da dove venivano, le mostruose figure di cui troppe testimonianze raccontano? E soprattutto, che nesso c'era tra quanto accadde e la biblioteca che era stata aperta presso la Piccola casa della divina provvidenza? Una biblioteca assai strana, dove non si trovavano i testi pubblicati dagli editori, ma scritti di privati cittadini, che rivelavano i loro pensieri più intimi e profondi, molto spesso terribili, e li mettevano in condivisione con altri cittadini come loro...."
Premessa d'obbligo per un percorso editoriale bizzarro. "Le venti giornate di Torino" è una storia di 40 anni fa che è rimasta dimenticata, Italia inclusa, fino all'anno scorso quando è stata tradotta in inglese dall'australiano Roman Glazov. Il romanzo ha avuto negli Stati Uniti delle ottime critiche e sull'onda del successo d'oltre oceano, mesi dopo, è stato finalmente ristampato anche nella lingua originale, l'italiano.
Una storia weird sorprendentemente buona. E non solo per i canoni italiani! Il libro ha un numero di pagine ridotto ma dense di atmosfere, di idee e, suppongo, simbolismi. Il romanzo è stato scritto nella seconda metà del 1976 e la Biblioteca, che anticipa clamorosamente i social media, è un colpo di genio assoluto: ambientato in una Torino suggestiva, De Maria sembra profetizzare certi social network moderni nati con buoni intenti e poi in un certo senso naufragati. Il capitolo sulla Biblioteca mette quasi i brividi per come descrive accuratamente certe conseguenze da uso eccessivo di alcuni servizi informatici del 21esimo secolo. A parte questo, il romanzo ha un mood riscontrabile nei lavori di autori distanti come Kafka e Lovecraft, atmosfere che forse non ho mai trovato in altri libri italiani. Di Lovecraft c'è il terrore inequivocabilmente cosmico, con un finale da pelle d'oca che penso ricorderò a lungo. La trama allo stesso tempo contiene tra le righe simbolismi che riflettono gli anni cupi del terrorismo, nel 1976 eravamo in pieno negli anni di piombo.
Secondo la figlia, De Maria sarebbe morto non esattamente sano mentalmente. Non so se sia una leggenda creata per aumentare la maledizione del libro, ma molte pagine, al limite dell'onirico, sembrano davvero palesare dei barlumi di follia. Romanzo per me straordinario e consigliatissimo.
We bleed green & gold
Go Sonics!
Non ti dimenticherò mai mamma...
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