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da dreamtim » 20/02/2018, 12:28
Cambiando di palo in frasca, curioso il caso Scanzi che per tutto il buonismo che mi posso sforzare di applicare mi è sempre sembrato un tuttologo, una versione moderna ed esteticamente accattivante delle figure mitologiche rese celebri da "mai dire tv" per chi ha almeno 30 anni e forse li ricorda.
Non pago di spaziare da figuracce sul tennis alla giuria di sanremo ora è in tour con lo spettacolo "renzusconi" più o meno come Travaglio con la riduzione teatrale del "caso" Boschi questa estate.
Si potrebbe obbiettare che siamo in campagna elettorale, ma pazienza.
La cosa meravigliosa è che organizza tutto l'apparato grillino.
"Uno spettacolo teatrale, il cui nome è tutto un programma, organizzato da un consigliere regionale in piena campagna elettorale. Il caso lo ha sollevato nel pomeriggio di venerdì Anna Ascani, deputata uscente altotiberina candidata alla Camera come capolista. Il 2 febbraio a Foligno, all’auditorium San Domenico, è andato in scena «Renzusconi», il nuovo spettacolo teatrale del giornalista del Fatto quotidiano Andrea Scanzi; fin qui tutto normale se non fosse che sui biglietti, in alto a sinistra, compaiono nome, partita Iva e codice fiscale del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Maria Grazia Carbonari, folignate. «Una domanda semplice: come mai – ha scritto Ascani su Facebook – sul biglietto dello spettacolo di Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano compare il nome e la partita Iva di una consigliera regionale Cinque Stelle? In campagna elettorale gli spettacoli di un giornalista ospite fisso a La7 li organizza un partito politico?».
Le repliche La risposta è arrivata poche ore dopo, per bocca dell’editore del Fatto e del giornalista. Cinzia Monteverdi sull’edizione cartacea del giornale ha scritto che la società editoriale «produce spettacoli come previsto dal proprio statuto e risponde alle richieste di teatri, associazioni e privati interessati e spesso affitta teatri a rischio impresa. Non produciamo spettacoli sotto commissione di alcun partito politico, ma se lo spettacolo viene richiesto da un privato che lo organizza, fosse anche un consigliere regionale, non costituisce per noi un problema». Nel pomeriggio di sabato con un post su Facebook è intervenuta la stessa Carbonari, di professione commercialista, che ha spiegato la vicenda sostenendo che l’organizzatrice di eventi è «l’attività secondaria» che svolge. Anzaldi Sul caso interviene anche Michele Anzaldi, deputato del Pd: «Perché – chiede – lo spettacolo di Scanzi viene organizzato da una consigliera regionale M5s dell’Umbria, con tanto di partita Iva stampata sul biglietto? Viene rendicontato tra le spese in consiglio regionale del partito di Di Maio? C’è una rimborsopoli anche dietro questo episodio? In quante regioni i consiglieri M5s organizzano lo spettacolo di Scanzi? Servirebbe chiarezza contabile, fiscale e deontologica, invece siamo di fronte all’ennesimo episodio di opacità targata M5s». «A che titolo – prosegue chiedendo l’intervento anche di Agenzia delle entrate e Ordine dei giornalisti – un consigliere regionale dei cinquestelle organizza uno spettacolo teatrale a scopo di lucro? Chi paga le tasse e chi si spartisce gli incassi? Vengono usati fondi pubblici? E a proposito di deontologia: un giornalista può farsi organizzare lo spettacolo da un partito politico? La7 e le tv che ospitano Scanzi come opinionista non provano imbarazzo di fronti a queste notizie di evidente schieramento di parte? E l’Agcom che ne pensa? I telespettatori hanno il diritto di essere avvertiti, quando si trovano di fronte Scanzi come opinionista delle trasmissioni di informazione politica. Non soltanto il giornalista stava per candidarsi con M5s, come ha dichiarato lui stesso, ed è assistito dalla stessa società che ha lavorato per gli eventi M5s e di Casaleggio, ma addirittura i cinquestelle gli organizzano i teatri per il suo spettacolo a pagamento».
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