Gerry Donato ha scritto: ↑12/01/2018, 15:05
I numeri del Jobs Act sono tutti, ma proprio tutti, drammaticamente negativi.
Basta saperli leggere e non fare come Renzi che è maestro nel rigirarli come gli pare.
dreamtim ha scritto: ↑12/01/2018, 14:27
Premesso che poi Gerry o di contratti di lavoro in vita tua ne hai fatti pochi (non so come funziona per gli avvocati) o non ho mai dovuto convivere con la frustazione di combattere con un sistema che ha due velocità e che sfrutta i secondi, io ricette non ne leggo a parte demonizzare.
Reddito di cittadinanza, che ha incluso il rifacimento totale dei centri di impiego e di collocamento.
Abbattimento drastico del costo del lavoro.
Per questo ascolto i 5 stelle. Perché so per certo che gli altri anche se lo dicono poi non lo fanno o lo pasticciano.
Qui ci sono varie analisi degli effetti del jobs act da parte di gente molto critica con Renzi.
https://phastidio.net/2017/10/02/boom-c ... -successo/
https://phastidio.net/2015/12/11/usate- ... -le-teste/
alcune cose positive, altre meno, non è certo un provvedimento entusiasmante, ma che abbia avuto solo effetti negativi non mi pare.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e l'abbattimento del costo del lavoro, o davvero fanno un draconiano taglio di spese o le due cose sono in contrasto, o l'una, o l'altra. Se poi consideriamo che i famosi 50 milioni di risparmi sbandierati di Di Maio (visto l'andamento nei comuni direi che sono credibili quanto l'intervento di Babbo Natale o la Befana, ma tant'è) per una metà circa dovrebbero finanziare l'abolizione della legge Fornero, per 17 miliardi (secondo i grillini, temo di più, ma prendiamolo pure per buono) il reddito di cittadinanza, parte per un piano di investimenti ecco che i soldi sono già finiti.
Il reddito di cittadinanza come presentato non mi piace per motivi che ho spesso detto, ma riconosco sarebbe meglio della situazione attuale, ma ha senso solo abolendo cigd, assegno di disoccupazione, aspi e quant'altro, non assieme, i centri per l'impiego non li risolvi statalizzandoli ancora di più e dandoli in mano ad altri burocrati diversi.
Una sostanziale diminuzione delle tasse sul lavoro sarebbe una cosa ottima e che mi auguro da sempre, ma il prossimo, qualsiasi sia, sarà almeno il decimo a proporla. D'Alema, Prodi, Letta, Renzi, Gentiloni, Berlusconi, Monti non hanno mantenuto perché nei partiti esiste un virus che rende bugiardi e vogliosi di rovinare i lavoratori o forse perché per farlo occorrerebbe un taglio di spesa pubblica importante che nessuno si è sentito di effettuare?
Pertanto un movimento che propone un deficit di 100 miliardi in 5 anni, di diminuire il rapporto deficit pil di 40 punti percentuali in 10 oltre a svariati aumenti di spesa dubito possa trovare le risorse che non hanno trovato gli altri.
E, francamente, per diminuire le tasse sul lavoro occorre per forza diminuire la spesa pensionistica, non aumentarla abolendo la legge Fornero. Con una spesa pubblica sopra il 50% del PIL ed una spesa pensionistica che supera un terzo di quella cifra, senza ritoccare le pensioni è difficile diminuire sostanzialmente le tasse, almeno quelle sul lavoro, aumentandola diventa impossibile.
Me lo auguro, dato che la diminuzione del costo del lavoro mi parrebbe fondamentale, ma mi sfugge in cosa e perché siano più affidabili in questa specifica promessa dei governi degli ultimi 25 anni.