Hank Luisetti ha scritto:
Intanto c'è da dire che nonostante tutto Jack Kerouac ha creato il MANOSCRITTO della Beat Generation.
Quel nonostante tutto è legato a due fattori: il primo personale di Jack: era forse il meno Beat fra tutti i Beat, aveva fantasticato il suo viaggio.. solo grazie a Neal Cassidy (..lui beat al 100% nella sua vita, morto come aveva sempre vissuto, girovagando e arrangiandosi. Il suo corpo fu trovato in Messico, vicino ai binari di una ferrovia. Era imbottito di alcol e barbiturici, e indossava un paio di jeans e una maglietta), ed una volta fatto se ne tornò al sicuro dalla sua adorata Mémêre.
Il secondo è appunto lo stile di Kerouac, non troppo lineare e di facile scorrimento.
Ripeto che comunque quello è il LIBRO BEAT per eccellenza.
"The American express" di Corso Gregory, molto consigliato.. cosi come è straconsigliato Burroughs (..e tu che mi pare fosti introdotto da un certo Dazed dovresti già conoscerlo per via del film sul libro basatosi Il pasto nudo di Cronenberg), ma anche discostandosi un attimo dalla Beat (ma che comunque molto influì su questa, la la Lost Generation) Miller.
Che Kerouac abbia scritto uno dei manifesti della beat generation non lo mette in dubbio nessuno, tanto è vero che lo ho scritto chiaramente anche nel messaggio precedente.
Che Neal Cassidy fosse la sua musa ispiratrice (frase che si presta a più interpretazioni, tutte valide in questo caso

) idem.
Io volevo discutere proprio del tuo "nonostante", vale a dire: se si considera che il suo stile di scrittura risulta piacevole a pochi (almeno tra le persone con cui ho discusso io, ma mi pare che anche voi condividiate) e che in quanto a "beatness" viveva più di riflesso che altro, non trovate che la sua figura ne risulti un po' ridimensionata (basti vedere come è invecchiato)? Ho usato termini forti per amor di discussione, che sia chiaro.
Su Miller con me sfondi una porta aperta. Quando sono passato da Big Sur sono praticamente andato in pellegrinaggio al suo memoriale, comprando un libro che avevo già letto
Non mi ricordo nell'incipit di quale suo libro, ma ho trovato una sua descrizione che mi ha fatto scompisciare dalle risate: "Gandhi con il pene".
Purtroppo non ho trovato il libro di Corso in libreria, ma "La scimmia sulla schiena" è già sullo comodino.
Per altro, mi spiace, ma non ho la stessa cultura cinematografica di Dazed, il film in questione non lo ho visto.
garylarson ha scritto:
questa é un opera di Blu attivo molto a bologna ( abbiamo ca 20 opere) ma oramai famoso in tutto il mondo ( berlino ,gerusalemme ecc).
Se la sua opera sia da chiamare arte é fuori di dubbio, ma la sua attività mi pone dei problemi e delle domande; personalmente ho in uggia a dire poco la cultura cosidetta alternativa , ma se da questa cultura per me quasi tutta inutile e dannosa esce ogni tanto un artista come blu e pochi altri dobbiamo sopportarne le frange estreme oppure no. L'ardua sentenza ai posteri.
ps la discussione non é sulla street art ma sul sottobosco che circonda questa arte
Non capisco bene neanch'io cosa tu intenda con "sottobosco", tanti danni correlabili alla street art (e non al vandalismo) non li ho visti in vita mia.
Comunque, per rispondere alla tua domanda, assolutamente sì.
Con Blu sei andato a citare proprio il mio artista preferito. Ho vagato ore tra Berlino e Bologna (in minor parte anche a Belgrado) per vedere le sue opere, per non parlare dei suoi video, anche questi di livello altissimo.
Così, tanto per gradire.