GecGreek ha scritto:io ho trovato Sentieri Selvaggi un'involontaria fotografia dell'america perbenista, xenofoba e razzista dell'epoca (in cui è girato, non ambientato), in quanto mi pare mirato proprio a intrattenere quelle famiglie dell'epoca e di conseguenza questa involontarietà mi rende impossibile da giudicare positivamente il film, anche come intenti.
Film che di per se mi pare che manchi di ritmo, aldilà di alcune scene che funzionano (ad esempio quando finalmente trovano la ragazza ho sentito tensione vera e sono rimasto sotto shock "No!!! Divente un bel film così di colpo!!!!!!") ma che durano pochi secondi contro un'ora di cavalcata nel niente di Gion Uein. Difetta anche di un impatto visivo proprio del genere viste le location e il rifiuto di mostrare una cittadina nel suo insieme. Questo risulta in un esasperare a ogni costo la famigliola felice americana degno di Happy Days, solo che qui la freschezza dell'umorismo è sulla falsariga del Reverendo a cui gli pungolano il culo o velatamente razzista.
Tanto per citare un altro di Ford\Wayne, Ombre Rosse l'ho trovato molto più convincente, visto che è quantomeno abbastanza coinvolgente, anche visivamente, e cmq con all'interno un'analisi sociale e storica di una parte dell'america attraverso i comportamenti dei personaggi.
Insomma per me siamo ad eoni dalla narrazione, il fascino e sceneggiature del miglior Leone.
mah... a parte che è una questione di gusti e da qui non ci si schioda, trovo però che siano definizioni che si adattino bene a parecchi film del western classico, ma per sentieri selvaggi la vedo dura parlare di un'esasperazione della famigliola felice americana, così come parlare di un'america perbenista e ipocrita.
non ha niente del perbenismo americano la complessa psicologia del protagonista, mercenario al soldo di un paese straniero, disertore e probabilmente traditore durante la guerra civile, tormentato, brutale, ingiusto e ambiguo, razzista per motivazioni che probabilmente vanno ricercati in un tragico passato. così come trovo pochi scampoli di famigliola felice in quella di un uomo (ethan stesso) rancorso nei confronti di un fratello avido e sospettoso che ne accetta la presenza in casa solo in cambio di monete d'oro sonanti, della cui moglie è palesemente innamorato e ricambiato. e dalla cui famiglia alla fine fugge verso un destino tutto suo (la porta che si chiude), rinunciando a quello che è probabilmente l'amore di una vita.
ethan è razzista, il film al contrario compie una specie di processo di purificazione dell'odio razziale del protagonista.
insomma, io ci vedo il contrario di buona parte di quello che ci hai visto tu.
ford era un rigido conservatore, su questo non ci piove. ha una visione della società che oggi definiremmo almeno anacronistica, che è riscontrabile in tantissimi suoi film (belli o brutti, indipendentemente dal contesto), ma Sentieri Selvaggi proprio sfugge a queste regole. è un film in cui il regista fugge dai suoi stereotipi per consegnarsi al lirismo e alla poetica di un'epopea che dura anni. è il motivo per cui all'epoca è stato subissato di critiche, è il motivo per cui è stato per anni oggetto di studi e rivalutazioni.
poi, ripeto... de gustibus... e de intepretationibus...