AgentZero ha scritto:Settimana scorsa, per dire, la pancia di Carparelli (Pisa) ha fatto impazzire la difesa della Tritium solo con quelle cose che l'esperienza è in grado di darti. Per dire, nonostante avesse la mobilità di un sasso, ha preso 3/4 punizioni (per lo più inesistenti) dal limite dell'area importanti. Ha fatto ammonire un classe '93 tipo al 9' del primo tempo mettendo la gamba al momento giusto.
E quella è esperienza?
Io la chiamo qualità. Saper difendere la palla, avere senso del tempo e dell'anticipo e via dicendo.
Inzaghi faceva gol di rapina già a 21 anni, con un gioco senza palla ed un istinto terrificante. Col tempo è anche migliorato, ma è normale che un giovane migliori col tempo. Raducioiu li sbagliava da giovane ed ha continuato a sbagliarli.
Ci sono ex giocatori di A e B che anche da fermi e senza allenamento possono dominare in Promozione, ma è perché sono appunto molto più forti. Voi usate la parola "esperienza" invece di "talento", forse è quello il problema.
Dite quello che volete, ma in questa categoria l'esperienza incide.
Non è una questione di incidere o meno. Sono sicuro che a livelli diversi ci sia un qualche tipo di incidenza. Ma si può vedere dove finiscano le qualità e dove inizi l'esperienza? Colma il gap di talento? Quante volte vediamo giovani discriminati rispetto a veterani perché "non hanno esperienza", poi iniziano a giocare e fanno istantaneamente bene? L'Inter ha giocato tutto l'anno con dei veterani stanchi, bolliti e forse acciaccati. Ha fatto meglio (o meno peggio) con Poli ed Obi, ma quanto tempo c'è voluto prima che avessero spazio? Ho sentito storie su come i veterani dell'Inter non avrebbero sbagliato in Champions, lì avrebbero fatto valere l'esperienza. Poi Lucio e Samuel (forse i più esperti in assoluto) hanno preso un gol da polli su una palla semi-inoffensiva all'ultimo minuto dei tempi regolamentari, contro Brandao. Se l'avessero preso 2 giovani, quel gol sarebbe stato preso come esempio eterno di come l'inesperienza sia costata l'eliminazione all'Inter. Invece è toccato a loro e nessuno dice niente in materia, quando come minimo bisognerebbe rendersi conto che tutti siano soggetti a determinati errori e non solo i giovani inesperti. L'esperienza non è tutto, e l'inesperienza non è lebbra. Io preferisco eventualmente che uno faccia qualche errore di inesperienza ma produca di più come talento... quello che conta è il "saldo" complessivo. Invece in Italia le mancanze fisiche e di talento sono perdonate, mentre le mancanze di inesperienza vengono viste come gravissime, quando per me è l'assoluto contrario (l'esperienza si può costruire, il resto no, o comunque molto meno). Perché?
Aggiungo: come si può identificare l'inesperienza di un'intera rosa? Possibile che non ci sia neanche un giocatore con le palle? Possibile che abbiano TUTTI lo stesso carattere, o che anche i più solidi si facciano dominare emotivamente invece di imporre la propria personalità? Sicuri che qualche brutta partita, qualche errore, possano essere attribuiti con così tanta certezza all'inesperienza o a fattori psicologici e/o intangibili? Insomma, ne avete di certezze su gente che non avete mai incontrato.
Aggiungo anche: Lucio e Samuel un gol di quel tipo non l'avrebbero mai preso in Lega Pro. Saranno calati, ma chiaramente essendo stati fra i più forti del mondo, anche scendendo di talento saranno infinitamente superiori agli attaccanti di Lega Pro. Ma allora se non lo prendono, vuol dire che non lo prendano per esperienza... o non lo prendono perché sono appunto molto più forti delle controparti, che sono più deboli perfino di Brandao? C'è una corsa ad interpretare tutto con l'esperienza, ma intanto l'Inter in Champions è stata trascinata da Obi ed affossata dai suoi esperti difensori, sia all'andata che al ritorno. E' solo un esempio... ne potremmo fare a decine in cui succede l'esatto contrario. Ma proprio perché non c'è una corrispondenza univoca bisognerebbe evitare di psicanalizzare gli atleti con tutta questa semplicità e leggerezza.
Non si potrà misurare coi numeri, come credo nulla nel calcio. Per fortuna.
La prima frase è già oggettivamente errata adesso e mostra la totale mancanza di comprensione di quello che accade attorno, visto che l'esito delle partite ad esempio sia determinato da numeri e non da una giuria che fornisce i propri giudizi determinando chi vinca e chi perda. La classifica è determinata da numeri. La durata è determinata da numeri... non è l'arbitro che decide "vabbè, fa niente, andiamo a casa" a volte dopo 50 minuti ed a volte dopo 150. Ovunque si possa fare, già adesso i numeri vengono usati per ottimizzare ed "oggettivizzare" lo sport. Usarli per l'analisi, ove possibile, è la logica ed ovvia conseguenza.
Il "per fortuna" invece si sente spesso. Paura dei numeri? Paura di essere sbugiardati? Con la mia "esperienza" nel baseball mi sono reso conto che l'analisi oggettiva abbia creato proprio quel problema, sbugiardando presunti esperti e dimostrando che non sapessero niente. Sono loro i più fieri oppositori dell'analisi. Non sorprende.