Naufraghi 2.0

E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 30/08/2010, 17:47

Grande come al solito, il tuo stile simil-Benni mi garba assai, complimenti  :applauso: :applauso: :applauso:  :forza:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 30/08/2010, 17:49

Sine ho fatto 7 fermate di metro sogghignando, fino a ridere in prossimità del capolinea.. sei ancora un re in queste pagine. :applauso: :applauso: :applauso:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 30/08/2010, 20:28

grandissimo Sine :lol2: :lol2: :lol2:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Sine » 30/08/2010, 21:15

Grazie a tutti :D

PENNY ha scritto: Grande come al solito, il tuo stile simil-Benni mi garba assai, complimenti  :applauso: :applauso: :applauso:  :forza:
Grazie anche a te!
Confesso che quello comunque è il mio dubbio. Nel senso che mi rendo perfettamente conto di avere uno stile simil-Benni, del resto è il tipo di ironia che piace a me, è il tipo di ironia che penso di possedere ed è anche il mio scrittore preferito. Solo che anche se non è certo mia intenzione ho paura di scimmiottarlo troppo, finendo per risultare una brutta(issima) copia.
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 30/08/2010, 22:44

Sine ha scritto: Grazie a tutti :D
Grazie anche a te!
Confesso che quello comunque è il mio dubbio. Nel senso che mi rendo perfettamente conto di avere uno stile simil-Benni, del resto è il tipo di ironia che piace a me, è il tipo di ironia che penso di possedere ed è anche il mio scrittore preferito. Solo che anche se non è certo mia intenzione ho paura di scimmiottarlo troppo, finendo per risultare una brutta(issima) copia.

Anche solo scimmiottarlo so per esperienza personale non è certo facile. Se all'apparenza può sembrar semplice scrivere in questo modo, all'atto pratico risulta impresa ardua ricreare lo stile dell'autore di "Saltatempo" (decine di questi  :notworthy: ).
Quindi non aver paura di "imitare", rimane comunque esercizio di stile apprezzato, inoltre l'ironia tagliente dei tuoi scritti da un taglio del tutto personale alle tue opere  :thumbup:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 30/08/2010, 23:05

Io di Benni ho letto poco ed apprezzato molto, ma non credo sia un problema un'affinità di stile, esistono anche i vari generi musicali e nessuno si preoccupa troppo di somigliare a.. troverai certamente un modo di dare la tua personale impronta alle storie che racconti per caratterizzarle. A me piacciono davvero tanto e non sono un lettore così facile da catturare, specie in questo periodo di inappetenza letteraria che sto attraversando.  :D
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 30/08/2010, 23:42

grande Sine! :notworthy:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Sine » 31/08/2010, 10:27

Beh, allora vi ringrazio nuovamente per i complimenti. :D
Avere le conferme da gente che le legge è sicuramente gratificante. Quanto a Saltatempo.... :notworthy: per venti
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 31/08/2010, 14:01

Sine ha scritto: Beh, allora vi ringrazio nuovamente per i complimenti. :D
Avere le conferme da gente che le legge è sicuramente gratificante. Quanto a Saltatempo.... :notworthy: per venti

Mi sa che mi toccherà attendere un poco per i prossimi capitoli, il confronto è duro!
:lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2:
Attenderò che Sine finisca sotto le pieghe di un'anziana signora in calore!
:lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 01/09/2010, 0:05

a) Una scoperta poco piacevole
Il casale dei signori Fattori era situato in contrada Santa Croce, non lontano da Tuscania. Il paesaggio però era irriconoscibile, perchè le impervie collinette brulle o ricoperte da boschi in quella zona diventavano morbide colline, dal profilo molto più arrotondato, interamente seminate, probabilmente a cereali. Anche il casale era una sorpresa, definirlo casale era sicuramente riduttivo, era un vero e proprio palazzo, al centro di un piccolo borgo di casupole che avevano almeno tre secoli.
La scalinata per arrivare al portale, il portale stesso, la forma delle finestre, tutto dava l'idea della ricchezza di chi lo aveva costruito, e perfino l'ipotesi che il progetto fosse del Sangallo ora sembrava meno ridicola.
Il signor Fattori attendeva seduto all'ombra, vestito di un paio di Jeans leggeri, una camicia di lino ed un paio di scarpe sportive scamosciate. Doveva avere quasi sessant'anni, ma era atletico ed abbronzato, perfino i capelli bianchi gli davano un aspetto più maturo che anziano.
“Architetto Pediconi, puntualissimo.”
“Buongiorno signor Fattori.”
“Posso offrirvi qualcosa, un caffè, un bicchiere di vino?”
“La ringrazio, ma siamo stati ora a pranzo con Don Diego. Piuttosto, le porta le sue condoglianze, mi pare sia morto un suo parente, un avvocato.”
“Si. Pietro Dominici, un mio cugino di primo grado. Uno dei pochissimi parenti stretti che ho, anzi, avevo. Sa, nella mia famiglia parecchie persone nell'ultimo secolo sono morte giovani, prima di avere figli, siamo rimasti solamente in pochi. Io, mia moglie, mio cugino, Marini, che lei ha conosciuto, mio fratello, un medico che ha lo studio vicino al comune e non è sposato, una mia cugina di secondo grado, che vive con il marito a Montefiascone, sono produttori di vino e gli unici ad avere un figlio, che sta seguendo le loro orme. Sa, si parlava tempo fa anche di una maledizione!”
“Maledizione?”
“Si, qui vicino c'erano alcune tombe etrusche, che sono crollate prima che venissero scoperte, circa ottant'anni fa, in piena epoca fascista. Allora ci fu chi accusò i miei antenati di averle distrutte apposta, perchè davano fastidio in un'azienda agricola. Fandonie, come capirà. Poi tanti miei parenti morirono negli anni successivi, ma ben quattro morirono in guerra, due nella guerra d'Abissinia e due in Grecia, nella seconda guerra mondiale, erano tutti ufficiali. Mio nonno era il podestà di un paese qui vicino e venne ucciso da balordi subito dopo la guerra, allora si diffuse quella storia della maledizione. Poi si è spenta, perchè i parenti successivi sono morti naturalmente ad età piuttosto avanzate, solo che sa, noi Fattori siamo inguaribili donnaioli, non ci piace sposarci. Anche io e mia moglie ci siamo sposati ben oltre i quaranta anni...”
“Interessante. Ma ora in questo borgo volete realizzare una struttura ricettiva?”
“Si. Una specie di agriturismo, ma di gran lusso, mi capisce. Noi ci ritireremo in un casale non lontano da qui, piccolo, ma confortevole, sa sono cinquecento metri quadri, ci staremo.”
“Immagino di si. Stringendovi bene, ma ci starete. Io a Roma vivo in 70 metri quadri, e solo perchè l'appartamento era quello dei miei nonni, altrimenti ne avrei scelto uno più piccolo.”
“A, ma a Roma è diverso. Comunque prima o poi glielo mostrerò.”
“La ringrazio, ma ora che ne direbbe di dare un'occhiata alla villa padronale? Poi, naturalmente, mi serviranno delle fotografie, delle piantine, se non le avete le farò fare io, tutto quello che avete riguardo alla storia di questo posto!”
Quattro ore impiegarono a fare il giro della villa, lo stesso tempo che avevano impiegato al Duomo, e per tutto il tempo il signor Fattori spiegò loro aneddoti della sua famiglia, da suoi antenati che facevano parte della nobiltà papalina, uno che combattè a Lepanto con i Cavalieri di Malta, un altro che era fra i protettori del Cavalier D'Arpino, un altro che era fuggito per unirsi a Napoleone, tutti di rami diversi, tutti estinti con il tempo. I nomi nobili erano andato perduti, così i titoli, a lui erano rimasti la tenuta dove era la villa, una tenuta di circa tremila ettari con svariati immobili, un palazzetto al centro di Roma, debitamente affittato, qualche appartamento fra Roma, Viterbo, Tuscania, Tarquinia, Civitavecchia, un albergo a Roma ed uno a Fiumicino. Non poteva lamentarsi, il Fattori.
Tornato a Tuscania Claudio parcheggiò come al solito fuori Porta San Marco, salutò Jack che abitava li vicino e tornò in albergo a farsi una doccia.  Voleva chiedere alla signora Lucia se poteva fare un servizio lavanderia, in quanto stava sporcando roba in quantità industriale, per quanto sudava, ma non la vide, quindi si sbrigò ad andare a mangiare, in quanto erano le otto passate anche quella sera.
Loretta gli indicò lo stesso tavolo della sera prima, e gli servì immediatamente pesci e verdure fritte come antipasto, con lo stesso vino bianco della sera prima.
Quando la ragazza portò degli spaghetti con le vongole, senza pomodoro, con un forte aroma di aglio e prezzemolo, Claudio provò a scambiare due parole.
“Sembra che io sia rimasto l'unico cliente, stasera.”
“A quest'ora di questi tempi preferiscono tutti andare a casa presto, lei è l'unico che si presenta a mangiare alle otto e mezzo. Di solito sarebbe un'ora più che comune.”
“Ma perchè tanta paura? Un assassino o una bestia, non ho ben capito, ma se non erano mai avvenute cose simili qui intorno probabilmente sarà di passaggio...”
“Lei non sa. Io non ho visto i cadaveri, per fortuna, ma si parla di qualcosa di terribile. C'è qualcosa di mostruoso che aleggia su di noi, che non sappiamo cosa sia.”
“Ma non le sembra di esagerare? Lei è giovane, non mi sembra superstiziosa!”
“Grazie per la giovane, ho quasi trent'anni, ma qui non si parla di superstizione, ma di qualcosa di tremendo, vedrà anche lei...”
“Può darsi, ma una cosa: a me proprio da fastidio sentirmi dare del lei a cena davanti ad un bicchiere di vino, non possiamo darci del tu?”
“Lei faccia come crede, ma io ai clienti do del lei. Ora vado a prenderle il secondo.”
Un Claudio gelato come se fosse in una camera criogenica smangiucchiò il secondo, costituito da crostacei grigliati, quindi finì il suo bicchiere di vino, bevve il sorbetto al limone che gli venne servito a fine pasto, pagò quasi senza proferir parola, salutò e si alzò.
Loretta, forse resasi conto di aver esagerato, abbozzò un sorriso, quindi disse:
“Ci vediamo domani sera?”
“Si, certamente.”
“Ma quanto tempo pensa di restare qui a Tuscania?
“Un paio di settimane, ma non ne sono certo.”
“Spero si trovi bene. Comunque mi dia retta, vada subito in albergo stasera.”
“Grazie del consiglio, e buonanotte.”
Forse era la fine di una giornata calda e faticosa, forse la malinconia di mangiar solo, forse Loretta che voleva tener distanze elevate, nonostante lui quella sera proprio non fosse in condizione di tentare audaci approcci, ma non aveva voglia di andare a dormire, si permise quindi due passi al fresco.
Era però l'unico a passeggiare per il centro, iniziava a sentire una certa inquietudine. Sentì anche una specie di urlo soffocato, ma senza dubbio proveniva da una televisione accesa, tenuta da qualche maleducato con il volume troppo alto.. passò davanti al comune e volle provare a guardare il panorama da li, magari sperando ci fosse un venticello fresco. Si affacciò, guardando, grazie alla luna piena, il declivio e la nera ombra della chiesa di Santa Maria Maggiore appena più in basso, quando vicino a lui sentì un rumore strano, provenire da dietro la chiesa dei Santissimi Martiri.
“C'è qualcuno?”
Provò a chiedere Claudio, ma nessuna risposta. Solo fu gelato da un movimento furtivo, come di una ombra nera e minacciosa. Restò bloccato qualche istante, poi maledisse se stesso e quegli accidenti di discorsi che gli avevano fatto quel branco di isterici in paese, che gli facevano immaginare chissà quale orrore. Andò diretto a verificare, dietro la chiesa, certo che non ci fosse nulla di strano e fosse solo la sua fantasia a correre troppo. Sentì però un fruscio venire da una zona in ombra, corse e vide qualcosa di tremendo.
Un uomo era a terra, in un lago di sangue, sventrato e con le viscere sparse intorno, con segni di morsi e graffi dovunque. Non c'era bisogno di verificare le sue condizioni, era evidente che quel poveretto non poteva essere vivo.
Claudio doveva immediatamente chiamare la polizia, ma prima c'era qualcosa che doveva fare.
Il contenuto del suo stomaco aveva un assoluto bisogno di uscire, e lui chi era per opporsi a questo desiderio? Quindi si appoggiò ad un albero e fece ciò che doveva, poi prese il telefono cellulare e, mentre correva nell'atrio del comune, chiamò la polizia.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 04/09/2010, 13:49

b) Polizia
Un insonne Claudio aveva occhiaie molto profonde e non riusciva a trattenere gli sbadigli nella sala di aspetto della locale sede della polizia, appena fuori dal centro storico, sulla strada per Tarquinia.
Dopo una lunga attesa, probabilmente dovuta al tempo necessario per rimuovere ed esaminare il cadavere, Claudio fu chiamato, entrò in un ufficio e li trovò tre poliziotti, due ufficiali ed un terzo, più giovane, al computer.
I due ufficiali Claudio li sapeva essere tali in quanto gli vennero presentati, altrimenti non avrebbe mai immaginato lo fossero. Uno era non troppo alto, paffutello, stempiato, vestito in modo formale, con giacca e cravatta, ma non troppo elegante, forse per i colori sbagliati, forse per i tessuti non eccelsi, forse per la postura. L'altro era alto e muscoloso, capelli più corvini che scuri, scapigliati ad arte in vari ciuffoni che scendevano morbidamente, barbetta di due giorni evidentemente curata, jeans logorati ad arte e maglietta lucida entrambe di stilisti conosciuti.
Per Claudio, appassionato di vecchi telefilm degli anni '70, fu semplice chiamarli Serpico ed il tenente Colombo.
A parlare per primo fu Serpico.
“Buongiorno architetto Pediconi. Lei lavora per la sovrintendenza di Viterbo, vero?”
“Si.”
“Allora, veniamo subito al dunque. Noi lo prenderemo, questo bastardo, non ci scapperà, qualunque cosa faccia e dovunque vada. Abbiamo però bisogno del suo aiuto, quindi si sforzi e ci racconti i minimi dettagli.”
“Il mio aiuto ve lo do volentieri, ma purtroppo di dettagli posso fornirvene pochi!”
“Con tutta calma, si rilassi” intervenne Colombo “cerchi di tornare con la mente ai fatti di ieri notte, si concentri e ci racconti cosa ricorda.”
“A dire il vero non ricordo molto. Stavo facendo due passi...”
“Due passi? Tutti chiusi in casa, tutti che tremano di paura, e lei fa due passi da solo?”
“Si, non credevo nelle cose che mi raccontavano.”
“Non sapeva degli omicidi?”
“Si, ma non sapevo neanche se fossero opera di un assassino o di una bestia... a dire il vero non lo so neanche adesso.”
“Neanche noi. I segni sono quelli di artigli e denti, ci sono anche rimasugli di unghioni nei cadaveri e tracce di denti, ma non hanno senso le disposizioni. Gli artigli sembrano quelli di un lupo, ma i colpi sono sferrati da un'altezza non compatibile, sembrano sferrati da un uomo alto fra 1,70 ed 1,80, per ora difficile essere più precisi, ma uomini con quegli artigli non ce ne sono. Le impronte dei denti invece sono più compatibili con quelle di un lupo, ma i morsi sono stati dati quando le vittime erano morte o stavano morendo, sono gli artigli ad aver ucciso, sono stati inferti quasi ad infierire sulle vittime, non c'è segno che esse siano state divorate neanche in parte, inoltre la posizione dei morsi, il modo con cui sono stati inferti, l'angolazione della presunta bocca del lupo sono molto strane. Noi nella bestia non crediamo nemmeno un poco.”
Aveva parlato Colombo, con tranquillità ma con una autorevolezza che sorprese Claudio.
“Già, per noi si tratta di un assassino su due gambe, lo prenderemo, con noi non ha scampo. Lo braccheremo e lo pescheremo. Vede, architetto, sono sicuro di prenderlo, sa perchè?”
Ora a parlare era stato Serpico, che Claudio proprio non riusciva ad inquadrare.
“No, perchè?”
“Perchè io sono il pistolero più veloce del West.”
Claudio rimase interdetto.
“Perchè, vuole sfidare l'assassino a duello?”
“Ma lei è un umorista! Certo, non con le pistole, ovviamente, o almeno speriamo non serva, ma la sua astuzia ferina contro la nostra intelligenza ed esperienza. Ora però bando alle ciance, questo è il tempo di agire, non è il tempo di parlare. Ci dica cosa ha visto.”
“Era notte, ma relativamente chiara, c'era la luna piena. Ho sentito dei rumori strani dietro la chiesa dei santissimi martiri...”
“Che rumori? Fruscii, come di qualcosa che si muovesse fra le siepi e le fronde.”
“Nessun urlo?”
“In quel momento no, ho sentito qualcosa alcuni minuti prima, ma non è detto fosse la vittima, stavo ancora passeggiando per il centro, potrebbe essere stata una televisione accesa o un qualche litigio in corso.”
“Evidentemente non si trattava di un televisore.”
“No, ma comunque era diversi minuti prima che arrivassi li, a quel punto quel poveraccio era sicuramente già morto. Ho sentito quindi dei fruscii, ho chiesto ad alta voce se c'era qualcuno, ho sentito altri fruscii, come di qualcuno o qualcosa che si allontanasse, sono andato a controllare...”
“Perchè è andato a controllare?”
“Non so, probabilmente le voci che avevo sentito in fin dei conti mi avevano impressionato.”
“Non l'avevano impressionata abbastanza da chiudersi in casa, ma abbastanza per andare a controllare un fruscio. Lei è un vero cuor di leone, oppure il suo comportamento è molto curioso.”
“In effetti non me lo so spiegare nemmeno io. Comunque sono andato a controllare e sotto un albero ho visto qualcosa di strano, mi sono avvicinato e sapete quel che ho visto.”
“Nient'altro? Possibile che non abbia visto altro?”
“No, il cadavere era in condizioni...”
“Non mi interessano le condizioni del cadavere, per quelle ci pensiamo noi. Non ha visto o sentito altro?”
“No.”
“Non ci aiuta molto, accidenti. Quando abbiamo saputo che un testimone era arrivato al momento dell'assassinio speravamo in qualcosa di più.”
“Mi spiace. Ma chi era la vittima?”
“Si tratta di un medico locale, tal Antonio Fattori.”
“Fattori? Parente dell'imprenditore agricolo?”
“Il fratello.”
“Mi spiace per lui, in due giorni ha perso il cugino ed il fratello.”
“Già. L'abbiamo sentito, non è lucidissimo, parla di una maledizione che aleggerebbe sulla sua famiglia. Lo sentiremo di nuovo con più calma quando sarà più tranquillo, nelle prossime ore.”
“In ogni caso lei, caro architetto, può andare. Firmi qui la sua deposizione e ci lasci lavorare, in fin dei conti non ci ha aiutato molto.”
“Mi spiace.”
“Non fa nulla, lo prenderemo lo stesso. Non so se già glielo avevo detto, ma io sono il pistolero più veloce del west, se lo ricordi bene.”
“Si, lo segnerò sull'agenda.”

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 04/09/2010, 13:53

Prima di tutto auguri a Pap!
Poi, giustamente Manzoni aveva 25 lettori, io pare che mi sia ridotto a 2, le proporzioni sembrano comunque rispettate.
Dato che mi pare ci sia un poco di stanchezza, chiedo a quei due lettori se è il caso di diradare le uscite o posso proseguire così.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 04/09/2010, 14:31

doc G ha scritto: Prima di tutto auguri a Pap!
Poi, giustamente Manzoni aveva 25 lettori, io pare che mi sia ridotto a 2, le proporzioni sembrano comunque rispettate.
Dato che mi pare ci sia un poco di stanchezza, chiedo a quei due lettori se è il caso di diradare le uscite o posso proseguire così.

non sò se io sono uno di quei 2, a ogni modo ti prego di continuare a postare :D.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 04/09/2010, 14:41

Robyus ha scritto: non sò se io sono uno di quei 2, a ogni modo ti prego di continuare a postare :D.

Quanti siete in assoluto non lo so, ho sparato due a casaccio!
Comunque grazie!
:forza: :forza: :forza: :forza: :forza: :forza: :forza:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 04/09/2010, 17:04

se fosse per me, potresti uscire mattina e sera :thumbup:

e grazie degli auguri! :forza:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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