Straniero nella mia città

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Spree » 07/12/2015, 11:40

BruceSmith ha scritto:io abito a 300mt da casa dei miei, quindi non dovrei nemmeno scrivere qui dentro. :biggrin:
però ho una curiosità: quanto è stato "necessario", per voi che siete andati via, prendere questa decisione?

faccio un esempio banale: non sono laureato, ho iniziato a lavorare subito dopo aver mollato gli studi. a parte la questione puramente personale, non credo di avere competenze tali da poter fare un salto di qualità in un altro paese e, cosa non secondaria, abito a milano. insomma, trovare lavoro qui è più facile che trovarlo ad Enna (con il tutto il dovuto rispetto).

immagino che per un laureato o per chi abita in zone più complicate (passatemi il termine) ci siano prospettive diverse, che magari altrove si trovino impieghi più adeguati o che qui ci sia il nulla cosmico. senza contare che, forse, una volta che devi "abbandonare" casa, non c'è poi grossa differenza nello stare all'estero o in italia a 700-800km.

Fosse per me tornerei a Padova domani. Confermo tra l'altro il discorso sul tovare lavoro: il tasso di disoccupazione in provincia di Padova è al 7%, più o meno come qui - con la differenza che l'Italiano è la mia lingua madre, mentre l'olandese no.

E' stato necessario nel senso che mia moglie, a differenza mia, ha un lavoro ben chiaro in testa, la carriera universitaria - e, soprattutto nelel materie umanistiche, i primi 5-8 anni di carriera universitaria in Italia semplicemente non esistono in questo momento.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Ndello » 07/12/2015, 13:26

Questo topic mi lacera l'anima :piango:
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Sampras87 » 07/12/2015, 13:46

bel topic, complimenti..

my two cents:

io abito in una zona (le Dolomiti) dove il tasso di disoccupazione è bassissima (attorno al 4%) dovuto al fatto di essere meta turistica sia in inverno che in estate, ma vedo che certe convenzioni sociali rimangono cmq inalterate

come ha scritto Gian Marco, anche per me l'acquisizione della prima macchina, il primo affitto o la prima spesa pagata con i miei soldi sono stati inebrianti, scariche di adrenalina pura, ma vedo che per la maggior parte dei miei amici non è cosi..

io piuttosto di stare a casa con i miei genitori fino a 30 anni (evitando le situazioni specifiche dovuti a contesti particolari come malattie varie o simili) lo trovo molto limitante nella crescita di una persona adulta: piuttosto dividerei l'appartamento con alcuni amici per dividere le spese, ma nella nostra cultura o vai fuori di casa per convivere con la tua ragazza o moglie oppure c'è qualcosa che non va..quindi rimangono in casa e si fossilizzano a 25/30 anni.. cose da brividi..
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Gian Marco » 07/12/2015, 20:03

BomberDede ha scritto:io sono "emigrato" ma molto vicino a casa (in 6 h di treno o 1 di aereo sono a casa).
questo perchè? sarò un italiano mammone forse ma non sopporterei l´idea di non poter vedere le mie 2 nonne 3/4 volte l´anno visto che so che saranno le ultime volte che potrò sedermi a bere un the con loro. Posso fare questo discorso perchè ho avuto la fortuna di trovare lavoro a Monaco e non a LA probabilmente, ma io non la vedo necessariamente come una voglia di comodità di noi italiani.
Culturalmente noi siamo molto più legati alla famiglia di altri popoli più nordici, e, nella mia scala di priorità, guadagnare due soldi in più in Olanda/America o chissà dove non valgono il gioco di non poter far parte in modo continuativo della mia famiglia (che viene prima di ogni altra cosa).
Poi io sono giovane quindi con la mia ragazza non ci sentiamo ancora "famiglia" e sarà così a lungo vista l´età (io 26 lei 22) e quindi il mio riferimento resta la famiglia in italia, forse tra qualche anno questa necessità la sentirò meno perchè avrò la mia di famiglia. Ad oggi non mi sento di mettere me stesso davanti ai famigliari però.

non condivido neanche cosa sia questo "qualcosa in più" che i miei amici italiani non rischiano. Si parla di soldi? di stile di vita? non capisco davvero cosa sia questo "in più" che uno può trovare in germania rispetto all´italia (parlando di cose importanti nelal vita eh, non 500€ al mese in più).

ah aggiungo un ultima cosa(mi sento davvero il bastian contrario della situazione :forza: :forza: ):
non trovo l´italia il più bel paese de lmondo, mi dispiace. Più bello per cosa? per l´arte? è vero siamo messi meglio di altri ma non è che Parigi/Londra/berlino fanno schifo come città.
le città italiane in cui ho vissuto sono sporche che fanno schifo(ma ho un leggero OCD per la pulizia io), la mentalità italiana mi fa incazzare come una biscia(ancora non capisco come qui in germania in metro non ci siano tornelli o sistemi di controllo dei biglietti e la gente paghi lo stesso) e il clima in 1/3 della penisola fa schifo (nebbia al nord 6 mesi l´anno) e nel restante 2/3 impazzirei (se ci sono più di 22°C divento intrattabile).
Quindi mi dispiace ma non vedo come faccia essere l´Italia il paese più bello del monrdo col 2`che arriva 3´. è un bellissimo paese ma assolutamente in media con molti altri paesi nel mondo

Questa osservazione e' assolutamente legittima, perche' effettivamente ognuno puo' intendere una cosa diversa. Ti posso dire che per me la "cosa in piu'" non erano i soldi (anche perche' ho scelto un lavoro- quello dell'insegnante- che paga molto poco), cosa a cui non ho mai pensato molto (il mio obiettivo e' quello di potermi permettere di avere uno stile di vita comodo, ma l'accumulazione del denaro non ha mai significato molto per me), ma altro. "Altro" che puo' voler dire molte cose.
Per me la cosa piu' importante e' sempre stata e continua ad essere la realizzazione e la costruzione del mio progetto di vita (a cui mi piace riferirmi come il mio "sogno americano." Sono romantico :thumbup: ), a cui ho iniziato a pensare gia' dai primi tempi che ero negli USA: ovvero, farmi una famiglia e lavorare come insegnante/coach di football. la visione di questo progetto e' la mia piu' grande motivazione. Sono cose che avrei potuto fare anche in Italia? Io assolutamente no. Ma questo perche' e' proprio il luogo stesso- l'America- che da' valore aggiunto al tutto, nel mio caso. L'Italia non mi ha mai dato ispirazione, mentre invece gli Stati Uniti si'. Le ragioni sono molteplici (e il discorso si farebbe veramente lungo), e non e' questione di considerare un Paese migliore dell'altro (e' tutto molto soggettivo): semplicemente, sin da piccolo, sono sempre stato innamorato degli Stati Uniti e dell'idea stessa del "sogno americano", e quando ci sono andato per la prima volta ho capito che quello era il posto che faceva per me. Nel mio caso conta anche molto il fattore distanza geografica: piu' km metto tra me e Perugia e piu' riesco a sentire "mio" cio' che costruisco. Non so riesco a spigarmi...Fossi a due ore di aereo magari non riuscirei ad avere la stessa mentalita'.
Personalmente se c'e' una cosa nella mia vita che penso di aver fatto decentemente fino a questo punto e' proprio l'aver gettato le basi per questa vita che mi sto costruendo. Non penso di aver fatto nulla di straordinario e se ho avuto successo fino ad ora e' anche perche' ho incontrato persone eccezionali nel mio cammino che non mi hanno mai fatto sentire non voluto, ma mentissi se dicessi che non ho piacere a guardare indietro e vedere tutti i mattoni che ho posto l'uno sopra all'altro negli ultimi sette anni...Ne sono molto orgoglioso, a dir la verita'.

Approfitto anche per rispondere a Hispa: sono d'accordo con te sul discorso della famiglia. Non perdo occasione per ripeterlo: non avrei potuto fare nulla di quello che ho fatto e sto facendo senza il supporto della mia famiglia che non riusciro' mai a ringraziare adeguatamente. Mi hanno sempre messo nelle condizioni giuste per poter dare il mio meglio. E questo e' un privilegio. Penso che il mio merito sia stato quello di sfruttare questa situazione e lavoare per trarne i massimi benefici. Sapevo quello che volevo e ho fatto tutto quello che potevo fare per arrivarci (e il lavoro continua! Siamo solo all'inizio...). Ma ripeto, non per questo mi reputo bravo o figo (non ne avrei motivo): sto solo cercando di costruire la vita che voglio e non sono disposto ad accettare nulla di meno.
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da hispanico82 » 07/12/2015, 20:58

Ma infatti qui, almeno io, non mi sogno neanche di togliere i meriti a voi che siete andati all'estero.

Ma io non concordo con l'idea dell'italiano mammone: togliendo qui sul forum, tra le persone che conosco (di tutti i ceti sociali) è sempre maggiore il numero di persone che va fuori casa (in Italia o all'estero) a lavorare. E ne conosco altri che vorrebbero farlo dopo la laurea o senza un lavoro ma non possono: qualcuno (non ricordo chi) con 300€ ha trovato il primo lavoro, ma magari non è sempre così e magari ci sono anche famiglie che 300€ non li posso o anticipare.

Quello che voglio rimarcare è che mi sembra sempliciotto il discorso fatto sul "meriti di meglio ed in Italia ti trattano come lammerda quindi molla tutto e vattene in un altro paese".

Domando: sinceramente, qui dentro, quanti di voi l'hanno fatto? A me sembra che molti siano andati fuori da neolaureati (quindi senza niente da perdere) oppure sono emigrati proprio perché hanno accettato/trovato un lavoro all'estero. Mi sembra un altro paio di maniche: anche a me, se domani mi offrono di andare a lavorare in un paese migliore dell'Italia con 500/600€ in più in busta allora prendo famiglia e bagagli e vado.

È sempre a mio avviso da fare un discorso costi/benefici: conosco ragazzi che non hanno potuto neanche accettare un lavoro a Pomezia perché tra casa, una o due ritorni a Napoli al mese e spese di vitto praticamente non riuscivano a conservare niente.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Spree » 07/12/2015, 21:02

Ma poi smettiamo di penderci per il culo, come se partire fosse un merito e restare una colpa. Entrambe sono scelte che hanno motivazioni variegate e complesse (psicologiche, economiche, familiari, eccetera) - una non è meglio dell'altra, e dovrebbe essere ovvio.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da hispanico82 » 07/12/2015, 21:03

Spree ha scritto:Ma poi smettiamo di penderci per il culo, come se partire fosse un merito e restare una colpa. Entrambe sono scelte che hanno motivazioni variegate e complesse (psicologiche, economiche, familiari, eccetera) - una non è meglio dell'altra, e dovrebbe essere ovvio.


A parte i meriti o meno, è proprio questo il punto che vorrei sottolineare: sono scelte molto complesse, mi sembra che qui la stiamo facendo troppo semplice.

Già solo se leggo le storie dei nostri foreign forumist non ne trovo una identica.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Gian Marco » 07/12/2015, 21:14

Spree ha scritto:Ma poi smettiamo di penderci per il culo, come se partire fosse un merito e restare una colpa. Entrambe sono scelte che hanno motivazioni variegate e complesse (psicologiche, economiche, familiari, eccetera) - una non è meglio dell'altra, e dovrebbe essere ovvio.


Hai assolutamente ragione. Non è affatto una questione di coraggio. E' percepita come tale da molti, ma io non l'ho mai vista sotto questa luce.

Ma infatti abbiamo tutti detto la stessa cos: è soggettivo, non c'è nulla di assoluto. Ogni situazione va valutata singolarmente.

Quello che è meno soggettivo, secondo me, sono le diverse opportunità offerte dall'Italia rispetto ad altre realtà. E questo per me è un fattore di importanza primaria.
Ultima modifica di Gian Marco il 07/12/2015, 21:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da lelomb » 07/12/2015, 21:18

hispanico82 ha scritto:Ma infatti qui, almeno io, non mi sogno neanche di togliere i meriti a voi che siete andati all'estero.

Ma io non concordo con l'idea dell'italiano mammone: togliendo qui sul forum, tra le persone che conosco (di tutti i ceti sociali) è sempre maggiore il numero di persone che va fuori casa (in Italia o all'estero) a lavorare. E ne conosco altri che vorrebbero farlo dopo la laurea o senza un lavoro ma non possono: qualcuno (non ricordo chi) con 300€ ha trovato il primo lavoro, ma magari non è sempre così e magari ci sono anche famiglie che 300€ non li posso o anticipare.

Quello che voglio rimarcare è che mi sembra sempliciotto il discorso fatto sul "meriti di meglio ed in Italia ti trattano come lammerda quindi molla tutto e vattene in un altro paese".

Domando: sinceramente, qui dentro, quanti di voi l'hanno fatto? A me sembra che molti siano andati fuori da neolaureati (quindi senza niente da perdere) oppure sono emigrati proprio perché hanno accettato/trovato un lavoro all'estero. Mi sembra un altro paio di maniche: anche a me, se domani mi offrono di andare a lavorare in un paese migliore dell'Italia con 500/600€ in più in busta allora prendo famiglia e bagagli e vado.

È sempre a mio avviso da fare un discorso costi/benefici: conosco ragazzi che non hanno potuto neanche accettare un lavoro a Pomezia perché tra casa,una o due ritorni a Napoli al mese e spese di vitto praticamente non riuscivano a conservare niente.
ultima parte però è possibile solo se vi sono alternative, altrimenti armi e bagagli e per lo meno si parte da pomezia, si farà qualche ritorno in meno o qualche pane e latte in più, ma se non si hanno davvero alternative mi pare che cibo e ritorni per i saluti siano un plus rispetto alla necessità di avere un modo per mantenersi. Poi ci son comunque le casistiche in cui si scarta una opportunita a priori perché ritenuta scomoda.
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Sberl » 07/12/2015, 21:20

Grande Rod, davvero un bel topic che tocca uno dei rimpianti che ho in questa vita, cioè il grande salto all'estero. Personalmente ho perso il mio treno nell'età liceale, per pigrizia mia, un po' di paura e un po' di reticenza verso la mia famiglia. Avrei voluto coltivare un progetto simile a Gian Marco, ma non me la sono sentita, a 16 anni di buttarmi e provare a costruire qualcosa al di là dell'oceano facendomi comunque mantenere dalla famiglia. Il momento sarebbe stato giusto, era appena svanito il sogno di tentare la carriera professionistica calcistica (al termine della terza liceo il Brescia mi ha tagliato e, di fronte alla scelta di un prestito in giovanile dell'allora Serie C o il ritorno al mio paese...ho scelto la seconda perchè francamente deluso dal mondo in cui ero...magra consolazione, nessuno dei presunti fenomeni che avevo davanti ha avuto una carriera sfolgorante) e non avevo grossi legami in Italia. Perso quel treno, mi son buttato a capofitto nel costruirmi qualcosa qui in Italia...finito il liceo, iniziata medicina e lì ho dato il 110% di me stesso per arrivare dove sono ora. Non è che sia arrivato a traguardi accademici mondiali, ma mi sono laureato, mi sono specializzato e ho avuto la fortuna di trovare lavoro, seppur a tempo determinato, ma lavoro. Nel mentre è arrivata anche la compagna di vita, diventata mia moglie quest'anno e abbiamo messo radici in Franciacorta con progetti di vita futuri.
Sarei in grado di fare un salto come quello di Rod? Ora come ora no. Non son stato pronto a 16 anni, a maggior ragione non sarei pronto ora. Ma ammiro Rod e ammiro tanti di voi che l'hanno fatto e lo faranno. Io...per come sono, sarei terrorizzato. Non tanto dall'allontanarmi, sono uno che è in grado di adattarsi a tutto, ma quello che mi terrorizza è l'incertezza.
Prendete adesso...lavoro e, per gli standard italici, ho un ottimo stipendio. Contando che lavora anche mia moglie, in due riusciamo a mantenere un buon tenore di vita, riuscendo a privilegiare certe comodità che non sono attualmente così scontate (il fare la spesa prendendo i prodotti che ci piacciono senza dover fare troppi calcoli, mantenere la pay-tv e internet, qualche cena fuori, qualche sfizio ogni tanto...). Eppure...eppure il solo pensare che fra 7 mesi potrei essere a piedi lavorativamente mi spaventa da morire e continuo ossessivamente a fare i calcoli su quanti soldi riesco a mettere via, quali spese tagliare, quali spese dobbiamo affrontare (ci manca praticamente solo il saldo del fotografo del matrimonio...che son quasi 2000 euro :) ) col risultato che non mi butto mai in qualcosa a lungo termine. Dobbiamo cambiare auto, ma al momento l'investimento non me la sento di farlo proprio per il motivo sopra. E, ricollegandomi a quanto diceva Rod alcuni post fa, ho fatto anche io dei mesi dove si arrivava a fine mese tiratissimi e dei mesi senza alcun introito...e non li augurerei mai a nessuno. Sono ansioso e spaventato da tutto ciò, motivo per cui per me diventerebbe impossibile fare un cambiamento radicale, soprattutto per quanto riguarda un salto nel buio tipo il partire e vedremo. Ma grande ammirazione e rispetto per chi lo fa, ancor più per un Rod che vedo nuovamente ricambiare tutta la sua vita dopo aver raggiunto la stabilità in Australia. Scelta che razionalmente non ho condiviso, ma che posso capire.

Tornando a generalizzare...sì, noi italiani siamo più spaventati dal lasciare i legami familiari, così come siamo maestri nel criticare chi lo fa "per finta" (non avete idea di quanta gente sale al nord in ambito sanitario per entrare nel pubblico e alla prima occasione si fa trasferire vicino casa) così come siamo, per tanti motivi, quasi forzati a rimanere a casa (oh, quando cercavo casa in affitto, con un lavoro sicuro e uno quasi sicuro volevano la garanzia dei genitori per l'affitto!). Non ho idea di cosa possano costare i college americani di preciso in un anno accademico, ma so che ci sono prestiti appositi da parte delle banche per gli studenti, cosa che qua non credo sia facilmente fattibile (e siamo ben poco propensi a farlo)...motivo per cui è più facile andarsene a 18 anni da casa e iniziare a crescere. Io, lo dico candidamente, sono rimasto a casa fino ai 27 anni...perchè ho scelto di puntare al 100% sull'università senza cercarmi lavoretti extra (passando gli ultimi 2 anni la maggior parte del tempo in ospedale tra tesi, tirocini e frequenze volontarie in reparto)...il salto...beh, è stato grandissimo e andava fatto prima. Probabilmente avrei meno problemi a gestire il denaro e meno paura di buttarmi...in questo sono cresciuto decisamente tardi e me ne sto rendendo conto ora.
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Spree » 07/12/2015, 21:22

Gian Marco ha scritto:
Spree ha scritto:Ma poi smettiamo di penderci per il culo, come se partire fosse un merito e restare una colpa. Entrambe sono scelte che hanno motivazioni variegate e complesse (psicologiche, economiche, familiari, eccetera) - una non è meglio dell'altra, e dovrebbe essere ovvio.


Hai assolutamente ragione. Non è affatto una questione di coraggio. E' percepita come tale da molti, ma io non l'ho mai vista sotto questa luce.

Ma infatti abbiamo tutti detto la stessa cos: è soggettivo, non c'è nulla di assoluto. Ogni situazione va valutata singolarmente.

Quello che è meno soggettivo, secondo me, sono le diverse opportunità offerte dall'Italia rispetto ad altre realtà. E questo per me è un fattore di importanza primaria.

Tu però credi nel sogno americano, che è statisticamente una balla - la mobilità sociale intergenerazionale negli USA è, se possibile, peggiore che in Italia ;). Gli USA offrono un sacco di opportunità, più di molti altri posti, a chi già ha delle buone o ottime basi di partenza. Per gli altri, a meno di eccezioni molto rare, niente sogno americano.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da hispanico82 » 07/12/2015, 21:26

lelomb ha scritto:
hispanico82 ha scritto:Ma infatti qui, almeno io, non mi sogno neanche di togliere i meriti a voi che siete andati all'estero.

Ma io non concordo con l'idea dell'italiano mammone: togliendo qui sul forum, tra le persone che conosco (di tutti i ceti sociali) è sempre maggiore il numero di persone che va fuori casa (in Italia o all'estero) a lavorare. E ne conosco altri che vorrebbero farlo dopo la laurea o senza un lavoro ma non possono: qualcuno (non ricordo chi) con 300€ ha trovato il primo lavoro, ma magari non è sempre così e magari ci sono anche famiglie che 300€ non li posso o anticipare.

Quello che voglio rimarcare è che mi sembra sempliciotto il discorso fatto sul "meriti di meglio ed in Italia ti trattano come lammerda quindi molla tutto e vattene in un altro paese".

Domando: sinceramente, qui dentro, quanti di voi l'hanno fatto? A me sembra che molti siano andati fuori da neolaureati (quindi senza niente da perdere) oppure sono emigrati proprio perché hanno accettato/trovato un lavoro all'estero. Mi sembra un altro paio di maniche: anche a me, se domani mi offrono di andare a lavorare in un paese migliore dell'Italia con 500/600€ in più in busta allora prendo famiglia e bagagli e vado.

È sempre a mio avviso da fare un discorso costi/benefici: conosco ragazzi che non hanno potuto neanche accettare un lavoro a Pomezia perché tra casa,una o due ritorni a Napoli al mese e spese di vitto praticamente non riuscivano a conservare niente.
ultima parte però è possibile solo se vi sono alternative, altrimenti armi e bagagli e per lo meno si parte da pomezia, si farà qualche ritorno in meno o qualche pane e latte in più, ma se non si hanno davvero alternative mi pare che cibo e ritorni per i saluti siano un plus rispetto alla necessità di avere un modo per mantenersi. Poi ci son comunque le casistiche in cui si scarta una opportunita a priori perché ritenuta scomoda.
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Ma guarda, io concordo con te, inizia a lavorare, poi si vede.

Ma rimarco che ogni situazione ha una propria soggettività che alla fine è difficile dare giudizi assoluti: per dire, due di questi ragazzi di cui ho citato la situazione hanno scelto di rinunciare perché così uno aiutava il padre che faceva lavori di manutenzione e così prendeva anche il sussidio di disoccupazione, l'altro l'ha fatto perché asseriva di non avere tempo per cercare altro e dopo un paio di mesi aveva trovato un lavoro decente.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Jakala » 07/12/2015, 21:37

hispanico82 ha scritto: Domando: sinceramente, qui dentro, quanti di voi l'hanno fatto? A me sembra che molti siano andati fuori da neolaureati (quindi senza niente da perdere) oppure sono emigrati proprio perché hanno accettato/trovato un lavoro all'estero. Mi sembra un altro paio di maniche: anche a me, se domani mi offrono di andare a lavorare in un paese migliore dell'Italia con 500/600€ in più in busta allora prendo famiglia e bagagli e vado.

Se posso esprimere il mio parere molto dipende anche dall'età e dalla tua rete sociale.
Ho cambiato città varie volte per lavoro, sempre in Italia, e non è semplice sempre ricostruirsi amicizie, abitudini.

Lavorando in una multinazionale per me sarebbe semplice trovare un visto per gli USA, un collega neolaureato lo ha appena fatto ma lui appunto sognava di andare a Chicago e alla fine c'è riuscito, per me al di là di "abbandonare" i miei genitori avrei proprio il terrore di dovermi costruire nuovamente una rete di amicizie e abitudini.
E lo dico avendo vissuto 3 mesi in Uk, dove al di fuori del lavoro non avevo vita sociale e il massimo del divertimento era andare il weekend a fare un giro a Londra.

Probabilmente se ci fossi andato più giovane, sarebbe stato diverso.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da ripper23 » 07/12/2015, 22:02

Spree ha scritto:Ma poi smettiamo di penderci per il culo, come se partire fosse un merito e restare una colpa. Entrambe sono scelte che hanno motivazioni variegate e complesse (psicologiche, economiche, familiari, eccetera) - una non è meglio dell'altra, e dovrebbe essere ovvio.

Ma infatti questo è talmente ovvio che è stato detto più o meno da tutti e non si capisce il bisogno di questa precisazione.
Giusto due esempi.

ripper23 ha scritto:Io non ci vedo niente di "migliore" nell'andare via, come non lo vedo nel restare. Sono scelte di vita, e come tali sono personali e dipendenti spesso anche da tantissimi fattori contingenti.

rodmanalbe82 ha scritto: Non penso, Hispa, qui nessuno si permetta di giudicare, anzi. Tutti abbiamo detto che le varie situazioni dipendono da fattori diversi.

Aggiungo che, anche per questo motivo, le esperienze personali sono molto interessanti ma secondo me il discorso di rod cercava di affrontare la questione in maniera più generica. Io poi non credo ci sia una "risposta" alle sue domande, perlomeno non una risposta che vada oltre semplici differenze culturali, ma questo è un altro discorso.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da boantos » 07/12/2015, 22:27

hispanico82 ha scritto: Ma io non concordo con l'idea dell'italiano mammone...

..... conosco ragazzi che non hanno potuto neanche accettare un lavoro a Pomezia perché tra casa, una o due ritorni a Napoli al mese e spese di vitto praticamente non riuscivano a conservare niente.

Boh... ma è obbligatorio tornare a casa una due volte al mese?
A 18 anni sono andato a Trieste, tornavo a casa a Natale, a Pasqua e in Estate. Diventando più grande il primo ritorno a saltare è stato Pasqua e negli ultimi anni Natale. In compenso vengono più spesso i miei a trovarci, anzi approfittano per farsi qualche viaggietto.
Il boldato scusa spiega esattamente perchè ci chiamano mammoni.

Sberl ha scritto: Tornando a generalizzare...sì, noi italiani siamo più spaventati dal lasciare i legami familiari, così come siamo maestri nel criticare chi lo fa "per finta" (non avete idea di quanta gente sale al nord in ambito sanitario per entrare nel pubblico e alla prima occasione si fa trasferire vicino casa)

Nella pagina addietro ho detto la stessa cosa, il meridionale (io lo sono) ha molto spesso quell'obiettivo, tornare nel proprio paese.
Da neolaureato una grande azienda mi aveva assunto a Palermo, ma io volevo rimanere a Trieste. Niente si sono incazzati e mi hanno rimproverato, dicendomi chiaramente che a distanza di anni avrei cambiato idea e che avrei chiesto il trasferimento vicino casa.
Se la sono legata al dito e non mi hanno più assunto. Meglio così, sono andato a lavorare da un'altra parte, ho vissuto in Corea e ho conosciuto mia moglie! Fossi andato a Palermo nulla di tutto questo sarebbe successo.
Oggi sono un nomade, pronto a valutare differenti proposte con pochissimi paletti, niente Africa perchè per me casa è dove sto con mia moglie e in Africa non ci vuole venire :laughing:

Curiosità su GianMarco.
Ma quale sarebbe sto sogno americano e perchè ti piace l'America? Non si capisce sicneramente, poi non voglio farmi i fatti tuoi ma siccome lo ripeti tante volte, me lo sono chiesto :thumbup:
Ultima modifica di boantos il 07/12/2015, 22:30, modificato 2 volte in totale.

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