Spree ha scritto:The goat ha scritto:i.
Io sono stato sempre (in passato a proposito di berlusconi) e tuttora (a proposito di grillo) della seconda ipotesi. Perché non ho mai giudicato gli elettori stupidi, al massimo delusi, confusi, esasperati, bisogosi di credere in un'alternativa, alla disperata ricerca di qualcosa.
E trovo un errore (che spesso viene ripetuto) confinare il tutto nella stupidità (o peggio malafede) dell'elettore medio. Vuoi perché è un modo per autoassolversi troppo comodo, vuoi perché 16 punti percentuale è una cifra così alta che battezzare il tutto con "so' tutti idioti/so' tutti fascistelli/hanno fatto loro il lavaggio del cervello", mi sembra un po' riduttivo.
Non ho mai detto stupidi. Non è una questione di stupidità, non sto nella testa degli elettori neanche io. E' una questioni di meriti e colpe.
Solo che l'idea "non è mai
colpa di chi vota" mi pare un po' così, futile. Se voti uno che poi fa danni, è colpa tua. Period. Cos' come è colpa di chi ha votato Marino se Marino fa schifo, è stata colpa di chi ha votato Berlusconi se poi in quegli anni l'Italia ha fatto cagare. Mi pare semplice. Così come sarebbe anche
merito degli elettori se l'eletto facesse bene.
Si può parlare delle motivazioni, delle responsabilità delle altre parti politiche, quanto vuoi. Ma non scarichiamo il barile, via.
Sono un poco di più d'accordo con Goat.
Dato che parliamo di numeri importanti, voglio sperare che gli elettori non siano tutti stupidi o irresponsabili ed anche io propendo per la seconda ipotesi.
Poi sappiamo tutti che molti italiani siano analfabeti funzionali, vale a dire leggono un articolo di giornale, ne capiscono solo una parte e magari la stravolgono in base alle loro opinioni politiche, ma anche qui, se la percentuale di analfabeti funzionali è tanto alta chiaro che l'individuo ha le sue responsabilità, nessuno vieta di leggere un libro ogni tanto o leggere un articolo di giornale sforzandosi di capirlo, ma non possono essere solo responsabilità individuali.
Oggi gli elettori che propenderebbero per il centro destra hanno seri problemi a scegliere un partito decente da votare, in linea di massima si dividono fra partiti di protesta con tendenze xenofobe e iper dirigiste, per non dire di peggio, ncd che al momento non si capisce bene cosa sia e perché uno dovrebbe votarlo, ed in più è pieno di gente ormai poco presentabile politicamente, tutti si aspettano che alle prossime elezioni si presentino col cappello in mano da Berlusconi o da Renzi, ed il cartello elettorale di Berlusconi, chiamiamolo come ci pare tanto quello è.
Oltretutto il centrodestra romano è pieno di gente oggettivamente poco presentabile. Ammesso e non concesso che alle prossime elezioni il candidato sindaco sia la Meloni, ed ammesso di ritenerla presentabile (pur non avendo mai considerato l'ipotesi di votarla qualche tempo fa la ritenevo tale, ma nell'ultimo anno e mezzo mi sono abbondantemente ricreduto, viste le opinioni ed il modo di presentarle) a sostenerla ci sarebbero comunque parecchie persone che definire "sinistre" è un eufemismo, ed il ricordo della giunta Alemanno potrebbe essere un freno non indifferente.
Il centrosinistra ormai è diviso fra Renzi, che oggettivamente è una macchina da consenso, ma su Roma non è fortissimo, la minoranza PD, buona per i nostalgici e solo per quelli, e viene da un'altra giunta che non ha lasciato un buon ricordo, Veltroni.
Reali possibilità che a livello nazionale qualche cosa cambi ce ne sono, il PD è in piena trasformazione e cosa sarà fra un anno è difficile da dire, il centrodestra dovrà cambiare o rassegnarsi a rappresentare un dissenso largamente minoritario, ma a livello locale dire che non ce n'è nessuna. Ed in ogni caso anche a livello nazionale senza il botto notevole dei grillini (cui io per tante ragioni non darei il voto mai e poi mai) il cambiamento degli schieramenti principali sarebbe molto più indietro. In questo ovviamente il merito di Grillo è relativo, il merito è stato quello di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto con una proposta accattivante e poco di più, ma è anche innegabile il crollo degli schieramenti precedenti.
Ed ecco che l'elettore cerca novità, e l'elettore italiano, che come abbiamo visto legge poco e si informa in modo superficiale, finisce per cercare la novità più facile. La novità più facile alle scorse elezioni è stato Marino, di grande prestigio anche se non aveva mai ricoperto incarichi amministrativi, e si è visto, alle prossime è facile che la novità sia qualche grillino.
Se Grillo non si fosse impantanato con errori strategici colossali, condannandosi alla marginalità in Parlamento con una vacua intransigenza, opponendosi anche a provvedimenti da lui stesso chiesti a gran voce perché proposti da altri (vedi ad esempio il rinvio del pareggio di bilancio o l'intervento sulle pensioni d'oro) con espulsioni a manetta, con polemiche a volte risibili, con lo spazio dato a gente totalmente impreparata come Di Battista, Sibilia o Taverna, rischieremmo davvero di vedere addirittura un premier a 5 stelle.
Gli elettori italiani hanno due grandi colpe, in primo luogo quella di non guardare mai alle proprie responsabilità e di cercare sempre e comunque un colpevole esterno, in secondo luogo quella di cercare sempre chi promette un privilegio nuovo o di mantenere un privilegio ottenuto nel passato senza mai guardare troppo oltre, ma davvero attualmente si fatica ad immaginare chi potrebbe votare un italiano per migliorare davvero la situazione: gli elettori hanno dimostrato che i politici della cosiddetta seconda repubblica non erano più di loro gradimento e di voler cambiare a tutti i costi, altrimenti ci troveremmo ancora con Bersani contro Berlusconi. Ed hanno cercato il cambiamento disponibile. Purtroppo il cambiamento è una proposta pessima per tanti motivi, sta a chi è in politica offrire qualche cosa di più presentabile, il fatto che il nuovo sia pessimo è un aiuto per i politici dei vecchi schieramenti, se non sapranno cambiare radicalmente quel che ci aspetta è l'unico cambiamento disponibile, per pessimo che sia.
Per il tema principale, Marino non è detto che sia un paraculo, certe posizioni le tiene da sempre, ed in parte anche in modo meritorio, ma qualche operazione sui diritti civili, che potrebbe anche essere condivisibile, non può modificare il fatto che Roma sia allo sfacelo ed anche se le sue responsabilità per essere arrivati a questo punto non sono elevatissime, non stia riuscendo a risolvere alcunché.
Non sono d'accordissimo con chi dice che con tanti problemi che ci sono dovrebbe dimenticare i diritti civili, ricordarsene è anche quello un modo per tornare a far politica di un certo livello, diciamo che il problema è che a volte pare volersi ricordare solo di quelli dimenticando i problemi concreti, cosa che probabilmente fa per ragioni propagandistiche, ma resta abbastanza negativa.
Anche certe prese di posizioni nette, probabilmente inevitabili se si vuole strappare con il clientelismo passato, come quanto fatto con l'opera di Roma, sono inutili se effettuate a campione solo nei casi più clamorosi. Eppure c'era la palla al balzo della bancarotta evitata col salvaroma, quella avrebbe potuto essere l'occasione per metter mano nei meandri delle partecipate, oltretutto partecipate in cui Alemanno aveva piazzato i suoi a piene mani, sarebbe anche stato facile trovare un capro espiatorio.