Beh, ma l'operazione "Ramo d'ulivo" è proprio un sintomo che mai come adesso la Turchia è vicina a Mosca.
Il personaggio chiave è e rimane Erdogan che più di tutti è alleato di tutti i poteri forti, ma va avanti accecato dall'odio per Assad e i curdi
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Tur ... hia-169057
In questo articolo di un anno fa, per dire, uno dei nodi oltre al supporto ad Assad era proprio legato al Pyd (il gruppo curdo presente ad Afrin), ma è evidente che a Putin ora stia bene tutto ciò (si veda l'operazione scudo dell'Eufrate, con la quale Russia e Turchia sono "arrivati primi" in zona scongiurando l'unioni delle enclavi curde di Kobane e, appunto, Afrin).
Ma il passaggio chiave di quest'ultima evoluzione credo si possa trovare all'interno del primo articolo che avevo postato stamattina in cui è scritto:
La Russia vede l'operazione di Afrin come il cuneo che aprirà ancor di più la spaccatura tra Turchia e Usa, alleati Nato. Al tempo stesso, le consente di esercitare pressione sui curdi – con cui continua a tenere aperti i canali di comunicazione - affinché accettino le condizioni del governo centrale, e sulla Turchia, affinché limiti la sua azione di sostegno alla ribellione anti-Assad dando priorità allo spauracchio del separatismo curdo.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan potrebbe dover decidere in fretta se mettere da parte la sua antipatia per Assad, ancora di recente definito un “terrorista”, e trovare un compromesso con Damasco in chiave anti-curda, in modo non dissimile da quanto avvenuto tempo fa tra Ankara e Baghdad.
Dato che ormai Assad conta poco più di nulla, mi pare evidente chi abbia il coltello dalla parte del manico e chi accetti gli ultimi sviluppi.
Io mi domando come sia possibile che gli USA e l'Europa accettino tutto ciò senza fiatare o quasi, capisco che Washington abbia la Turchia come alleato storico e negli anni passati abbia disseminato basi aeree in Anatolia, ma stiamo parlando dello stesso governo che minaccia sanzioni alla Corea del Sud (nello specifico, andando a memoria, sui rifornimenti di acciaio) per aver strizzato troppo l'occhio alla Corea del Nord.
Mi pare, ma sia chiaro che è una opinione personale, che gli USA siano più concentrati sugli sviluppi asiatici (vuoi per la presenza della China tanto cara a Trump, vuoi per le sparate da cazzodurismo con Kim Jong-un) e le altre potenze della zona se ne stanno approfittando per spartirsi l'influenza in Siria.
Fermo restando, che il vero problema che potrebbe uscire da quelle zone è più spostato ad est, con la lotta per ora economica-religiosa tra Iran (sciiti e filo russi) e Arabia Saudita (sunniti e filo USA)