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E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 28/07/2010, 7:06

La fiera delle parole usate. Per tutti quelli che non hanno pretese di 'attualità' o che non hanno timore di utilizzar parole dall'aspetto -indiscutibilmente- vissuto, la fiera delle parole usate è il posto dove andare a farsi un giro. E comunque non è da escludere a priori che ci si possano trovar parole in buono stato; una volta ripulite, scandite nel modo giusto, chi potrebbe affermare che non siano state prese in un corso di studi, in una biblioteca? Col vantaggio di tornare a quel rapporto umano, a quello scambio di cultura, sensazioni, emozioni che con i venditori della fiera è ancora possibile; gente semplice che ha piacere di conversare con gli avventori prima ancora che interesse a vendere. Invece nei luoghi che al giorno d'oggi son deputati al commercio delle parole c'è una professionalità asettica, sterile, che non lascia soddisfatti. Non tutti. Certo alcune parole potranno aver perso un po' di consistenza, potrà capitare che alcune lettere o sillabe che le compongono siano rovinate (nulla che un buon esercizio di dizione non possa correggere, volendo) ma considerando il prezzo vantaggioso a cui si trovano ne val comunque la pena. Senza dimenticare che l'eleganza non ha a che vedere necessariamente coi luoghi dove prendi le cose che indossi o col costo che possono avere ma riguarda il modo in cui le indossi, come ricadono sulla tua figura. La fiera delle parole usate, ne troverete in ogni paese, in ogni città (anche all'estero), se vi capita fateci un salto. Tanto siete voi a dover valere qualcosa, non il vostro vocabolario. La seconda cosa è conseguenza della prima, non date retta a chi vi dice il contrario. Se certe parole in bocca a voi vi faran sembrare goffi pensate davvero che farà differenza il posto dove le avrete prese? Non è una griffe a conferirvi autorevolezza. Al limite dovrete imparare a parlare prima di andare a cercare il luogo dove procurarvi le giuste parole. Senza una proprietà di linguaggio riuscirete soltanto a mettere assieme dei mosaici, composti magari anche da pezzi che presi singolarmente sarebbero -pure- di pregio ma che non si dovrebbero mai accostare perché creano un insieme ridicolo. Come un cappello in testa a un asino..
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 29/07/2010, 7:23

Nel buongiorno c'è la decisione di esprimersi tacendo, quel tipo di manifestazione per cui potrebbero darti una cattedra e chiederti di spiegarla al mondo.. il semplice 'esserci' senza imporre nulla a nessuno. Ultimi due giorni di lavoro, ultime due corse sul bus; stamattina sarà la corsa prima, domani quella dopo. Una corsa ciascuno, la condivisione di un viaggio, di tempo, respiri.. con compagni vecchi e nuovi, un omaggio per tutti: stare insieme. E' poi questo che conta nella vita, lo stare insieme alle persone, mica il mostrare o dimostrare chissà che. La colonna sonora è di quelle adatte ai viaggi sufficientemente lunghi, sufficienti a farti sentire diversi brani prima che arrivi la fermata. Prendi posto in quella che una volta era la zona mista del bus, oggi di italiani ci siete solo tu e l'autista ma quando senti la mancanza di chi non prende più il bus non ti vengono in mente molti italiani (e molti -comunque- non siete stati mai) ma piuttosto sudamericani, asiatici, africani.. ce ne sono ancora due di africani che ogni giorno, ogni singolo giorno, si salutano. Quello più giovane dei due va verso l'altro, sorridendo, si stringono la mano e scambiano qualche parola. Quel bel rispetto abituale che fa sempre piacere incontrare. Le donne dell'est, il nucleo storico, accoglie quasi con fare materno le ragazze nuove che vanno a lavorare nella loro ditta. Indipendentemente dal fatto che le nuove siano del loro paese, della loro cultura, o no. Gli uomini ci mettono un po' di più, sono -inizialmente- più diffidenti, ma poi son pronti anche loro a dispensare strette di mano e pacche sulle spalle o anche solo cenni d'intesa. Ciascuno assecondando il proprio o l'altrui carattere. L'integrazione è una forma di ricchezza che lascerà gli idioti sempre poveri d'animo. 
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Cobain88 » 29/08/2010, 12:16

Riuppo un po' questo topic,la Musa ha tornato ha ispirarmi...


"Controcorrente.
E' questa la definizione giusta del mio modo di vedere,concepire e vivere(nel possibile) la vita.
Non che lo faccia per partito preso,non mi fraintendete.E' che spesso nessuno pensa alle straordinarie opportunita' che si hanno nel rifiutare una visione predeterminata di cio' che siamo e del mondo in cui viviamo.
Dopotutto,la mia prof. d'italiano al liceo me lo ripeteva spesso:"Dici no per il puro gusto di farlo".
Solo che all'epoca,probabilmente,non avevo la maturita' per comprendere appieno il significato di questa frase,o almeno di comprendere che,tutto sommato,non e' poi una cosa cosi' negativa.

Chi ha detto che esiste un solo modo di guardare il mondo che c'e' stato posto davanti?Nel solo atto di scrivere mi vengono in mente fior di pensatori che hanno detto il contrario...e probabilmente dietro questa mia convinzione c'e' anche il fatto di aver visto troppe volte la saga di "Matrix",mica lo nego...
Pero' l'idea di fondo e' quella:il mondo e' bello perche' e' vario.
E se il mondo e' vario,se il mondo non ha un solo colore,io voglio che il mio astuccio abbia tutti i pastelli per poterlo disegnare.
E per arrivare a questo scopo,devo posare i miei occhi dovunque ci sia anche solo una sfumatura ignota,per quanto chiara o scura possa essere.
Perche' vedere e' conoscere.
Perche' conoscere e' capire.
E capire un altro essere umano ti porta vicino al divino che c'e' in noi,qualunque cosa esso(o essa,chi lo sa) sia.

Shakespeare diceva che non ha importanza il nome che diamo alle cose,perche' tanto la loro essenza trascende i suoni che emettiamo per definirle.Forse,non ha importanza nemmeno il modo in cui le guardiamo,perche' la loro essenza trascende il punto di osservazione che scegliamo.
Ma se il punto di osservazione e' trascurabile,o,per essere piu' rigorosi(ciao Barbara!),se l'essenza di questo fenomeno inspiegabile chiamato vita e' indipendente dal sistema di riferimento in cui ci poniamo per giudicarla,allora lasciatemi la possibilita' di mettermi dove piu' mi pare,cosi' come di stancarmi e decidere di osservare tutto da un'altra angolazione,fosse pure quella diammetralmente opposta.Perche' spesso non basta mettersi nei panni dell'altro per biasimarlo,devi proprio essere nella stessa merda per poter constatare la sgradevolezza del suo odore.

Negare non significa rifutare,ma il rifiuto in se' e' la negazione del diritto ad essere umani.
Negare non significa rinunciare,ma la rinuncia e' la negazione della possibilita' di essere umani.
Negare non significa sbagliare,anzi lo sbaglio e' la conditio sine qua non del nostro essere umani.

Negare significa scegliere.Scegliere significa pensare.Pensare significa capire.Capire e' vivere.
In fondo,ci rimane poco altro.

Nego,ergo sum."
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 31/08/2010, 7:21

Ma questo non potrebbe essere, piuttosto, un desiderio di dare un'impronta personale ad ogni cosa? Un pittore che cerca i suoi tratti, i suoi colori; un musicista che cerca il suo sound.. se così fosse (se..), allora non si tratterebbe tanto di negare ma di voler indicare una strada diversa dalle altre, una propria strada, che alcuni scelgono attraverso la negazione e il rifiuto delle convenzioni, mentre altri -magari- si affidano ad uno spirito pionieristico che li porti a cercare (o addirittura costruire) nuovi sentieri, percorsi che nessuno prima aveva saputo trovare..
Affermarsi, quindi, a prescindere dal modo, indipendentemente dal possibile guadagno..

È solo una sfumatura diversa, non una verità da condividere o negare. :forza:
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Cobain88 » 31/08/2010, 16:10

Toni Monroe ha scritto: Ma questo non potrebbe essere, piuttosto, un desiderio di dare un'impronta personale ad ogni cosa? Un pittore che cerca i suoi tratti, i suoi colori; un musicista che cerca il suo sound.. se così fosse (se..), allora non si tratterebbe tanto di negare ma di voler indicare una strada diversa dalle altre, una propria strada, che alcuni scelgono attraverso la negazione e il rifiuto delle convenzioni, mentre altri -magari- si affidano ad uno spirito pionieristico che li porti a cercare (o addirittura costruire) nuovi sentieri, percorsi che nessuno prima aveva saputo trovare..
Affermarsi, quindi, a prescindere dal modo, indipendentemente dal possibile guadagno..

È solo una sfumatura diversa, non una verità da condividere o negare. :forza:

Penso che tu abbia coerentemente centrato il punto:in realta' cio' che mi ha spinto a scrivere questo testo(che forse e' una delle cose migliori che abbia mai scritto,o meglio,una delle cose piu' mie,se capisci cio' che intendo)e' proprio la volonta' di voler cercare nuove strade,che e' fortissima in questo momento della mia vita(a 6 esami dalla triennale,sai com'e')...sento tuttavia che l'unico modo per trovare queste nuove situazioni sia non dare mai nulla di scontato,di cercare possibilita' li' dove magari,vuoi per paura,vuoi per immaturita',non sognavo nemmeno di cercarle,una sorta di apertura mentale al mondo(sebbene mi sia sempre reputato un tipo molto "free mind",anche per le esperienze che ho avuto la fortuna di fare alla mia eta')

E' questo il senso del "negare":non rifiutare a priori una qualsiasi opportunita',non rinunciarvi a priori per paura di non essere adatto o capace,cercando e stanando tutto il buono che puo' esserci da stanare...in una parola,potrei dire anche "negare=crescere",ma forse in questo modo si va un po' oltre quello che cercavo di dire...

Una cosa e' certa:ho bisogno di uno psicologo,ma di uno buono  :lol2:
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 31/08/2010, 18:16

Io ho paura di come potrebbe uscirne uno psicologo, da una serie di sedute con me, non vorrei farlo cadere nel tunnel dell'alcol o delle droghe pe(n)santi.

:lol2: :lol2: :lol2:
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Cobain88 » 01/09/2010, 0:58

Oddio,finche' riusciro' a scrivere su questo topic,e in generale finche' riusciro' a scrivere,probabilmente riusciro' a rimandare l'appuntamento con lo strizzacervelli,ma purtroppo,come direbbe il cattivo della mia saga preferita,e' inevitabile,signor Anderson  :lol2: :lol2: :lol2:

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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 04/09/2010, 18:19

Considerazioni sparse, tanto per tener su il topic e non abbandonare del tutto il buon Cobain. :forza: Rispetto alle ultime cose questo post è diverso ma in fin dei conti rimane fedele al criterio del messaggio in bottiglia. :D



Prima di tutto: io se dovessi vedere da qualche parte una persona che conosco -anche bene- e mi rendo conto che non mi ha visto, molte volte non  la saluto. Mi spiego: se è probabile che la persona in questione non mi veda a meno che non sia io ad attirarne l'attenzione, non lo faccio. Proseguo per la mia strada.

C'è un ampia varietà di modi per salutarsi, che sono in relazione a diverse cose: abitudini, consuetudini, caratteri, grado di confidenza.. C'è chi saluta con enfasi, a voce alta; chi ogni volta che saluta sorride, chi non lo fa mai. Dipende anche dalla distanza: il saluto da vicino può essere accompagnato da una stretta di mano, una pacca in qualche parte del corpo (anche lì dipende dalla confidenza), un buffetto, un pizzico su una guancia.. ce n'è per tutti i gusti. Un mio conoscente ha brevettato (e se non l'ha fatto dovrebbe) un saluto di sopracciglio.. ogni tanto lo incontro, di mattina, mentre andiamo in direzioni opposte e nel momento in cui ci incrociamo io dico "Ciao" e lui -di rimando- solleva il sopracciglio più vicino al lato da dove passo io (se passo alla sua destra mi saluta col destro, se no col sinistro).

Il saluto da lontano dipende dalle situazioni: uno in macchina e uno a piedi; due a piedi; due in macchina; mentre ci si allontana, mentre ci si viene incontro.. A me ogni tanto capita di allungare un braccio in direzione della persona che sto salutando (nei casi in cui stiamo andando in direzioni diverse), credo sia un gesto istintivo e inconscio. Una volta ho pensato a quale potesse esser la ragione, perchè non era ben chiara neanche a me, ho concluso che forse è un modo per ridurre la distanza che ci separa, quasi che quel braccio proteso verso la persona potesse avvicinarla.
Per le strette di mano si potrebbe scrivere un post a parte: c'è chi la strige in modo vigoroso; chi ti porge un pezzo di carne morta; chi la stringe in modo rituale all'uso (diffuso anche dal cinema) delle gang; ci son compagnie dove ci si bacia: un bacio, due baci, tre baci.. Un bacio sulle labbra. In alcuni casi si può avere una composizione di più saluti: la stretta di mano rituale tra i ragazzi e il bacio sulle labbra alle (e tra) ragazze; il buffetto a uno e l'occhiolino a un altro..
Ci si saluta anche con un cenno del capo. Pure qui ci sono almeno un paio di varianti: un movimento dall'alto verso il basso con ritorno bloccato o, all'opposto, dal basso verso l'alto e ritorno. Ovviamente ci sono quelli che si abbracciano. Anche se si erano visti l'ultima volta la sera prima.
Io non scambio praticamente mai strette di mano con le persone con cui ho un legame molto stretto; per come la vedo io non ce n'è bisogno, il nostro rapporto non ha necessità di dimostrazioni esteriori che passino attraverso il contatto fisico. Quando c'è una conoscenza intima, profonda, ci si legge negli occhi.. Basta il semplice "Ciao". Ma non è così per tutti. Siamo tanti a questo mondo e ci sono usi e costumi diversi. Non è nemmeno questione di quali siano migliori o peggiori. Ci si comporta secondo le abitudini sviluppate.


Comunque, salutatevi, male non fa. E non compromette più di tanto.
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Cobain88 » 06/09/2010, 23:38

"Il rock.
Se non ci fosse,bisognerebbe inventarlo.
Anzi,parafrasando una persona che non ho mai conosciuto fisicamente,ma che si trova in uno dei fuochi della mia orbita intorno alla vita,direi proprio che se per qualche ragione il rock fosse illegale,preferirei farmi arrestare e sapere che la chiave della mia cella fosse distrutta,o smarrita
O vivere nella clandestinita',al limite.
Perche' il rock non e' musica.O meglio,non e' solo musica.Almeno,non per te.

E' rabbia,certo.Ma la rabbia deriva dalla passione.E la passione e' sintomo di vita,per quanto tu possa detestarla.
Come quando ti ubriachi,vomiti per tutta casa,e racconti tutto la mattina dopo al tuo migliore amico.

E' voglia di rompere gli schemi,sicuramente.Ma rompere gli schemi significa ragionare con la propria testa.
Come quando balli nella fontana di una piazza,e i tuoi amici cercano di tirarti fuori,tra una risata e l'altra.

E' satira,qualche volta.Ma dopotutto,e' bene ricordarsi di non prendere la vita troppo sul serio,tanto alla fine non se ne esce vivi comunque.
Come quando ridi al pensiero che qualcuno si possa innamorare di te.

Se non esistesse il rock,non avrei mai saputo nulla di Woodstock.E non avrei mai letto la biografia di Jimi Hendrix.
Se non esistesse il rock,non avrei mai conosciuto i Sex Pistols.E non avrei un disegno di Sid Vicious incollato nel mio guardaroba.
Se non esistesse il rock,non avrei mai ascoltato "Smells Like teen spirit".E mi sarei innamorato una volta in meno.

Non so se tra dieci,venti,trent'anni io saro' ancora qui.
E non so se ricordero' di aver scritto queste parole,onestamente.
Ma fin quando ci saro',non azzardatevi a privarmi del piacere di ascoltare del buon rock.
Perche' una vita senza rock e' come un uomo senza anima.Un contenitore privo di contenuti.
Come cio' che,purtroppo,sei.Anzi,vuoi essere.Senza che se ne possa capire il motivo.

Forever in debt to your priceless advice.

Perche' se non l'avevate capito,questo e' un epitaffio."


Toni Monroe ha scritto: Considerazioni sparse, tanto per tener su il topic e non abbandonare del tutto il buon Cobain. :forza: Rispetto alle ultime cose questo post è diverso ma in fin dei conti rimane fedele al criterio del messaggio in bottiglia. :D

Se mai un giorno dovessimo incontrarci,ti ringraziero' del supporto. :notworthy:
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 11/09/2010, 19:18

Up!

Non sono tempi facili. Ma non lo sono stati mai. Mai per tutti. I tempi son sempre stati diversi, secondo gli stati d'animo. E sugli stati d'animo hanno sempre influito cose diverse, nelle diverse stagioni emotive. Dipende un po' tutto da quel che ci governa in un dato momento. E ogni momento, di certo, potrebbe essere quello giusto per fare un bilancio; ma ogni momento, indubbiamente, sarebbe quello sbagliato per farlo. Tutto quanto va e viene, perché tutto quanto è ciclico. Un'infinita ripetizione dello stesso evento, con sfumature appena diverse che ammantano di una diversa atmosfera ciò che è immutabile. Una sorta di prova multipla cui viene sottoposto ogni individuo.. Come reagisci, tu? Ma succedono solo cose che sono già successe. Eppure c'è ancora chi si domanda Perché proprio a me? Beh..

-Benvenuto a bordo, signor Pilgrim- disse l'altoparlante. -Domande?- Billy si passò la lingua sulle labbra, riflettè un momento e infine chiese: -Perché proprio io?- -Questa è una tipica domanda da terrestre, signor Pilgrim. Perché proprio lei? Perché proprio noi, allora? Perché qualsiasi cosa? Perché questo momento semplicemente è. Ha mai visto degli insetti sepolti nell'ambra?-
-Si.- Effettivamente, Billy in ufficio aveva un fermacarte formato da un blocco di ambra levigata con tre coccinelle incastonate. -Beh, eccoci qua, signor Pilgrim, incastonati nell'ambra di questo momento. Non c'è nessun perché .-


[Kurt Vonnegut - Mattatoio N 5]
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 14/09/2010, 7:31

Il ritorno a un po' di buio (e ad un'aria più fresca).. Alla fermata il consueto mix di facce nuove e passeggeri di lungo corso, piccoli arcipelaghi umani distribuiti nello spazio accanto alla tabella che fa da riferimento per un numero crescente di autisti novizi. I ritardi che ci aiutano a non smarrire ogni certezza e una certa mancanza di coordinazione tra l'autista che apre la porta dietro e il controllore che -da solo- era posizionato vicino a quella davanti per  verificare la validità del documento di viaggio. Lungo il percorso un sole spento fa triste mostra di sé a chi passa e agli operai in pausa pre-lavoro nei cantieri tangenziali. La nebbiolina sospesa sui campi mi infonde una quiete di cui nemmeno sapevo d'aver bisogno e mi ritrovo a sorriderle, mentre una parte di me s'intrattiene con immagini di un passato non ancora venuto, ricordi da ricordare in futuro, una sorta di preparazione all'evento che mi consenta di non consegnare all'oblio dei momenti che potrebbero farmi comodo quando troppa luce mi riempie gli occhi, impedendomi di avere una visione scura delle cose. Un camioncino della nettezza urbana, col suo lampeggiante, ci fa da safety car a breve distanza dal cavalcavia. Che bella cosa. Arriviamo alla fermata e ci disperdiamo durante la discesa, come se dovessimo giocare a nascondino per tutto il giorno. Ci ritroveremo stasera, in due turni diversi, alla fermata per il ritorno alla base..
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 21/09/2010, 7:41

Nel buongiorno c'è un momento contenitore che ci raggruppa nello stesso luogo, per una triste rappresentazione di cui tutti, presto o tardi, faremo parte (in ogni ruolo possibile). Un saluto, l'ultimo possibile, a chi non ha più tempo da trascorrer con noi e tante mani da stringere, abbracci da dare o ricambiare; la solennità del momento scolpita nelle espressioni di ciascuno di noi, come fossimo tanti frammenti di una sola composizione. Poi ci disponiamo in ordine sparso e introduciamo o veniamo introdotti, secondo il grado di esperienza acquisita. Il mio mentore mi chiama a sé e mi presenta un uomo cui somigliamo entrambi: "Questo è l'uomo che mi ha insegnato a lavorare.." tre generazioni di operai che si scambiano opinioni, ricordi, esperienze.. e la memoria si stende davanti a noi come un sentiero su cui camminare insieme per un tratto. Vedo dei giganti farsi piccoli, imbarazzati e contenti di ritrovarsi al cospetto di quelli che ancora considerano di una statura superiore, pure se fossero ormai costretti a camminar curvati sotto il peso dell'inattività e degli anni. Alzo un po' la voce, io che detesto farlo, e racconto un po' della mia quotidianità al vecchio divenuto sordo quando ancora i dispositivi di protezione dell'udito si chiamavano 'tappi per le orecchie' e non proteggevano poi molto. Mi sorride, in un misto di nostalgia e approvazione. Una parte, la più prossima a loro, della storia della ditta verrà nascosta agli occhi del mondo per sempre, da oggi. Ora tocca alle nuove generazioni portare avanti il lavoro, i ricordi e il clima di familiarità che ha condotto tutti noi fin qui. Oggi si celebra, attraverso una scomparsa, il rapporto tra le persone. E pazienza se alcuni dei più giovani (e meno sensibili) non sembrano averlo compreso, il tempo li aiuterà a farlo, con l'aiuto di quelli di noi che invece lo sanno da sempre.

Salut.
Ultima modifica di Toni Monroe il 21/09/2010, 7:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Eversun87 » 21/09/2010, 14:58

ma che lavoro fai? Lo scrittore?
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Toni Monroe » 29/09/2010, 7:59

(ore 7 e 20 circa)


Nel buongiorno c'è una corsa prima affollata, come non capitava da molto tempo; i veterani si salutano con sorrisi affabili e non del tutto abituali, quasi un voler marcare il territorio di fronte ai compagni di viaggio acquisiti. L'autista quasi mi aspetto che distribuisca pacche sulle spalle a quelli che riconosce come suoi passeggeri ma per fortuna non lo fa, non sarebbe stato elegante nei confronti dei nuovi.
L'inizio di giornata potrebbe esser stato prelevato da uno dei tanti altri che abbiamo vissuto all'epoca dei pionieri, quando il bus lungo era quasi un premio alla sopportazione dimostrata quotidianamente, quando ci ammassavamo su dei bus piccoli e malmessi, tutti stipati ad affrontar gli spifferi violenti che entravano da finestrini e porte prive di guarnizioni..
Quelli di noi che c'erano si guardano e mi viene il sospetto che ci sia un muto assenso, la consapevolezza di essere apparentati da un ricordo comune.
Lungo la strada una nebbia familiare e la temperatura che si abbassa di qualche grado, man mano che la città diventa prima periferia e poi hinterland. Le fermate lungo il tragitto potremmo cantarle come una filastrocca imparata da bambini: sempre quelle, con le stesse mani che affiorano dai gradini che portano sul bus, seguite da braccia, gambe.. ed infine una figura intera che conferma l'esatta composizione del puzzle: pionieri in itinere.
Mi rendo conto che un altro settembre sta finendo e ancora aspetto di svegliarmi da uno di quelli passati, colonna sonora di una porzione di vita..
E un'altra giornata va ad iniziare, piena di significati da scoprire, attribuire o modificare..
Non è mai la stessa storia, è solo la possibilità di scriverla. Che poi la si riscriva uguale o se ne voglia cambiare una parte è solo facoltà che si sa o non si sa di avere..
E buona giornata a tutti, sì.
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Re: Message in a bottle..

Messaggio da Cobain88 » 22/11/2011, 0:37

Home sweet home.

Ho sempre pensato a questo topic,sin da quando mi sono accorto della sua esistenza(un pò come al blog che l'ha affiancato prima e preceduto poi)come una specie di diario,di rifugio sicuro dove potessi esprimermi liberamente,o almeno più liberamente di quanto il cinismo dilagante che pervade il mio modo di affrontare il mondo esterno mi consenta normalmente.
Per farla breve,qui sono Cobain.
Fuori da questo spazio,beh,c'è una proiezione di quello che sono.
Una maschera.

Si,l'analogia è abbastanza calzante.Una maschera in definitiva non sa chi è la persona che la porta.In verità,non sa assolutamente nulla di quella persona.
Dei suoi problemi.Delle sue gioie.Dei suoi dolori.
Di quanta fatica faccia,in certi giorni,a vivere,sforzo notoriamente più complesso del semplice respirare.
Di quanto invece,in alcuni giorni,a vivere si faccia un pò meno fatica.E mica perchè è successo qualcosa di straodinario.Anzi.
Spesso sono le domande più semplici a farti vivere meglio.
Le domande,non le risposte.Per queste ultime,mi sa che chiederei troppo.
O,almeno,per provare a darmi qualche risposta valida dovrei essere diversamente sobrio.

In definitiva,tra quei pochi piaceri della vita che mi spingono ad andare avanti tutti i giorni,ho sempre pensato di dover includere la riflessione.
E quando io rifletto,spesso scrivo.E quando scrivo,spesso mi rileggo.Egocentrismo allo stato puro,ne conveggo.
Ma il bello è anche,e forse proprio,quello:quando qualche volta ti capita di rileggere,a distanza di mesi o di anni,una perla degna di essere trasmessa ai posteri(che contemporaneamente non è diventata spazzatura pseudointellettualoide),allora ti senti finalmente padrone del mondo.
Del tuo unico,inimitabile,personalissimo e caleidoscopico universo.

Nessun posto è come casa,dopotutto.E meno male.
Bentornato.
Hallelujah.

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