Concordo in pieno.Bluto Blutarsky ha scritto: ↑08/02/2018, 10:52 The Post non è un brutto film, la difesa della libertà della stampa e del suo ruolo di watchdog del potere è sincera e accorata (originale no, ma sincera sì).
Però a me quello di Spielberg continua a sembrare un cinema tremendamente vecchio. Un cinema che non c'entra più niente con la strada che i migliori film americani hanno preso da una quindicina d'anni a questa parte (diciamo dall'11 settembre in poi).
Fate il confronto fra Tre Manifesti e The Post e avrete la misura di quello che intendo.
Il primo sfuma i contorni, lavora sui mezzi toni, sui silenzi, confonde le distinzioni tra buoni e cattivi e affonda le mani nel vero marcio dell'America: coloro che la abitano, ancora intrisi di razzismo, omofobia e violenza.
Il secondo ti fa capire dal primo istante dove sta il bene, identifica i cattivi in un potere lontano e oscuro (le inquadrature della finestra con Nixon in penombra che parla come Lex Luthor sono imbarazzanti) ma comunque ci dice che gli Stati Uniti hanno al loro interno gli anticorpi per sopravvivere (l'avvocato del Ponte delle Spie, i giornalisti qui), abbonda con la retorica, per far capire i tormenti dei suo personaggi non trova di meglio che farglieli raccontare in interminabili dialoghi, assolve il popolo americano da qualunque peccato (c'è pure la ragazza che lavora per il governo ma segretamente parteggia per il Post).
Di fatto The Post è l'equivalente americano del discorso di fine anno di Mattarella. Fatto bene, ma non c'entra niente con il paese reale.
Captain Philips, Sully, Il Ponte delle spie, questo film... Tom Hanks ormai è l'istituzione americana. Sta già diventando un'icona prima ancora di sfiorire come attore. Peccato, detto da uno che l'ha adorato. Se la cava meglio Meryl Streep, ma c'è un motivo: in The Post è quasi più interessante il discorso sul ruolo della donna che quello sul giornalismo.
Le "critiche" o farei meglio a definirle osservazioni non positive sono giuste, sia sul film che su Spielberg, per questo non mi riesco a spingere oltre l'8, che è comunque 1 voto o un 1 voto e mezzo sotto i migliori film tra quelli più "moderni" (ovvero dall'11 Settembre in poi).
E' bello, ben recitato, ben scitto, ben diretto, ma resta li, si fa guardare senza travolgerti in pieno stile Spielberg degli ultimi 20 anni.
Film del genere però saranno sempre presenti nel panorama Hollywoodiano e saranno altrattanto sempre presenti agli Oscar e secondo me ci sta, su una decina di candidature ci possono essere un paio di film di questo tipo.
Concordo anche sul discorso del "ruolo della donna" e lo avevo trovato uno degli aspetti più potenti e allo stesso tempo sommessi del film fino alla scena dell'uscita del tribunale di Meryl Streep tra una fiumana di donne, che ha reso il tutto eccessivamente palese e quindi stucchevole.
P.S. Ho letto molto paragoni con "Il caso Spotlight" ma a mio avviso reggono solo per l'ambientazione, ossia una testata giornalistica, per caratterizzazione dei personaggi, sviluppo narrativo e capacità di coinvolgimento siamo su due piani diversi, il film di McCarthy è nettamente più bello.