L'idea del professor Yasuo Hazaki, 64 anni, cattedra alla Nippon Sport Science University, ha già portato alla creazione di un compitato promotore a cui hanno aderito più di mille personalità nipponiche. "Ma questo è ancora niente", dice Hazaki alla Bbc. "Milioni di persone giocano o almeno hanno giocato a nascondino in tutto il mondo. La mia proposta dovrebbe trovare sostenitori ovunque". Qualcuno potrebbe obiettare che giocare a nascondersi non è uno sport, ma lo scienziato giapponese la vede diversamente: "Bisogna saper correre, mantenere un equilibrio e spesso un'immobilità assoluta mentre ci si nasconde, richiede intuito, agilità e gioco di squadra, è uno sport eccome. Inoltre, diversamente da tanti sport odierni che richiedono eccezionali prestazioni fisiche per essere giocati, il nascondino può essere giocato praticamente da tutti, a qualunque età, e in qualunque luogo".
Il comitato promotore ha stilato un regolamento per le partite, che si svolgerebbero così: due tempi della durata di cinque minuti ciascuno, su un campo di dimensioni a metà strada tra uno di basket e uno di calcio, sia su un terreno naturale, come ad esempio un bosco, sia artificiale, dunque costruito apposta per la gara. Si affronterebbero due squadre di sette giocatori ciascuna, facendo a turno nel chi si nasconde e chi dà la caccia. Come nel gioco praticato dai bambini di tutto il mondo, per eliminare un avversario occorre trovarlo, rincorrerlo e toccarlo. "Stiamo organizzando partite di esibizione e possibilmente un campionato in Giappone", dice il professor Hazaki. "Comprendiamo che convincere il Comitato Olimpico ad accettare un nuovo sport è difficile. Ma anche gli stessi membri del Comitato, ci scommetterei, da bambini devono avere giocato a nascondino. Così speriamo che Tokyo 2020 sia l'occasione giusta per fare di questa attività divertente e salutare una disciplina olimpica". L'importante è partecipare, diceva De Coubertin. E non farsi prendere, dopo essersi nascosti, aggiungerebbe il professor Hazaki.


