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Anaheim_Angels
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Messaggio da Anaheim_Angels » 28/05/2012, 21:34

Solo io lo trovo assurdo!?



27 May, 2012


Nel marzo del 2009 Harvey Schiller era Presidente della IBAF da ormai 2 anni e non aveva fatto altro che parlare del rientro del baseball alle Olimpiadi. Lo incontrai sotto un tendone nel quale i Dodgers di Los Angeles servivano ogni ben di dio prima della finale del secondo World Baseball Classic. Dopo aver scherzato con me sul fatto che io e il mio omonimo Presidente della FIBS eravamo difficili da tenere sotto controllo, si fece serio e mi disse che temeva un complotto anti americano all’interno del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. Io gli risposi che rispettavo la sua opinione, ma per il bene del baseball era meglio che non la condividesse con nessun altro.

Sul ‘New York Times’ Greg Bishop ha scritto nell’aprile del 2009: “Anche i suoi amici più intimi si chiedono perchè Harvey Schiller abbia dedicato il suo tempo libero al tentativo di riportare il baseball alle Olimpiadi“.
Quella frase a suo tempo l’avevo girata e rigirata, ma non mi era sembrata mai promettente. Anche perchè, dal mio punto di vista, c’era da chiedersi come mai le Federazioni membre della IBAF avessero deciso di eleggere Presidente un signore quasi settantenne e che non aveva nessuna idea di cosa fosse il baseball internazionale. In una vita incredibilmente attiva, Schiller non aveva fatto in tempo ad informarsi. Pilota di elicotteri in Vietnam, un dottorato di ricerca in Chimica, Vice Presidente di Turner Broadcasting e Presidente di Turner Sports, aveva fondato Yankees Net. Era stato anche Segretario Generale e Direttore Esecutivo del Comitato Olimpico Statunitense (USOC).
In poche parole: Harvey Schiller era il classico uomo giusto al posto sbagliato. Ma un certo provincialismo del baseball internazionale non permetteva di vederlo. L’equazione era semplice: ex Segretario Generale dell’USOC, legatissimo alle Major Leagues, ci riporterà alle Olimpiadi. Nessuno sapeva che l’USOC non era esattamente il miglior punto di contatto con il CIO, vista l’annosa diatriba (risolta nel maggio del 2012, oltre 5 anni dopo l’elezione di Schiller alla IBAF) sulla divisione dei diritti (commerciali e televisivi) sulle Olimpiadi venduti negli Stati Uniti.

Quando Harvey Schiller viene eletto Presidente della IBAF il 2 marzo 2007 a Pechino (la maggioranza nei confronti del cubano Reynaldo Gonzalez, 58 a 29 è veramente schiacciante), è solo il terzo americano (dopo Leslie Mann e Bob Smith) a ricoprire la carica, il quarto se si considera la breve presidenza Fehring alla FEMBA, la Federazione alternativa dei primi anni ‘70.
“E’ tutta la vita che mi chiamano a risolvere problemi” commenta il neo Presidente ”Mai nessuno pensa a me, quando le cose vanno alla grande”.
L’Esecutivo di Schiller ha una connotazione chiara: il Presidente della Confederazione Europea (CEB) Martin Miller è il secondo Vice Presidente e questo permette anche al primo Vice Presidente di Miller alla CEB, Riccardo Fraccari, di entrare nella stanza dei bottoni. Con Schiller a New York, a Losanna il deus ex machina è John Ostermeyer, che torna a ricoprire quella carica di Segretario Generale che aveva perso nel 2001.
Il nuovo esecutivo incassa la benedizione del Commissioner della MLB Bud Selig (”Harvey Schiller è una scelta di alto profilo”) e interpreta con forse troppo entusiasmo la dichiarazione dello stesso Commissioner: “La MLB vede il rientro alle Olimpiadi come una priorità”.
Dico con troppo entusiasmo, perchè la frase in sè è bella, ma ad essa non seguono fatti concreti. Né il Commissioner, né Don Fehr (icona dell’Associazione Giocatori, MLBPA) si lasciano in effetti scappare mezza parola di incoraggiamento sul fatto che ci sia una possibilità di vedere le grandi stelle ai Giochi, semmai il baseball dovesse rientrare.
Selig e Fehr d’altra parte il loro grande successo lo avevano già ottenuto lanciando il World Baseball Classic, la cui prima edizione aveva incoronato il Giappone nel marzo del 2006 a San Diego in una finale contro Cuba: proprio le 2 squadre che era stato più difficile includere nelle 16 invitate. Il Giappone per una questione di divisione degli utili, Cuba per il fatto che l’Embargo impediva di dividere con i caraibici gli utili.
“Il Classic diventerà sempre più grande” aveva commentato Selig, leggendo uno dei mitici pizzini con i quali sempre si presenta in pubblico “I giocatori, ripensandoci, saranno orgogliosi di quello che hanno fatto partecipando”.

Per grande che sia, il Classic alla fine resta (dal punto di vista dei proprietari delle squadre di Grande Lega) un’alternativa alle Olimpiadi. Così la strategia della IBAF di Schiller e Ostermeyer è quella di mostrare la grande crescita del baseball in Europa.
Durante il Mondiale 2007 a Taiwan (vinto dagli Stati Uniti, che non ottenevano quella medaglia d’oro da più di 30 anni), Riccardo Fraccari partorisce l’idea, che condivide con Schiller, e nasce il Mondiale 2009. La IBAF lo aveva assegnato a Cuba e se lo riprende per farne la sua vetrina nel Vecchio Continente, dove ha sede il CIO.
Il piano è giocare il torneo in settembre, giusto settimane prima del Congresso CIO previsto a Copenhagen (Danimarca) in ottobre. Si giocherà anche in Svezia (con tanto di stadio nuovo, il primo specifico per il baseball costruito in Scandinavia), quindi vicino al centro delle operazioni.
Ma mentre (marzo) il Mondiale è solo un progetto, la IBAF subisce il rifiuto della Federazione Internazionale Softball (ISF) a presentare una proposta congiunta. Un mese dopo l’Esecutivo CIO decide che, tra i 7 sport (tra i quali naturalmente il baseball e il softball) che sono in lizza per i Giochi del 2016, l’Esecutivo stesso ne sceglierà 2 da sottoporre al Congresso. Un voto positivo porterà queste discipline a occupare i vuoti lasciati da baseball e softball nel 2005.
“E’ stato frustrante” ricorda Harvey Schiller “Veder cambiare le regole in corsa”.

Nell’agosto del 2009 l’Esecutivo CIO sceglie golf e rugby a 7 come gli sport da proporre al Congresso per il programma dei Giochi del 2016.
Nel settembre del 2009 si gioca in 7 differenti nazioni europee (Croazia, Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia nella prima fase; Italia e Olanda nella seconda fase; Italia per le finali) un Mondiale IBAF con 22 partecipanti e che, sono parole di Harvey Schiller: “Ottiene una visibilità senza precedenti”.
Trascinati da Justin Smoak e da uno staff di lanciatori formidabile, gli Stati Uniti vincono il torneo.

La delusione per Harvey Schiller è comunque tanta. Pensa alle spese ingenti (e inutili) per la campagna per il ritorno ai Giochi (si parla di 4 milioni di dollari) e pensa anche a sè stesso: “Quello di Presidente della IBAF è un lavoro da volontario, ma con l’impegno di una posizione a tempo pieno. Non mi ricandiderò”.
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