"Play for Your Brothers!"- College Football 2013
Inviato: 31/07/2013, 22:10
Ho da poco riletto l’introduzione che feci per il topic dello scorso anno e a 12 mesi- o giu’ di li’ di distanza- posso dire che confermo tutto. Anzi, se possible, quelle emozioni, sensazioni che esprimevo si sono solo rafforzate con un’altra annata di football. E spero che lo stesso sia vero anche per voi.
Veniamo da una stagione che ci ha portato tante sorprese, alcune riconforme e anche delusioni. Alabama ha ricordato a tutti chi e’ la regina del college football. I Crimson Tide, guidati dal sempre piu’ leggendario Nick Saban e da una difesa creata e modellata a sua immagine e somiglianza, hanno semplicemente annichilito Notre Dame in un BCS Championship Game che si preannunciava come uno scontro titanico tra due compagini di granitica solidita’ ma che invece ha solamente funto per Saban ed Alabama come un megafono, un palcoscenico nazionale per gridare- a pieni polmoni- che la regina non e’ ancora pronta a passare di mano la corona. E, se le impressioni avute durante la primavera saranno confermate, tutto fa pensare che I Crimson Tide saranno osso duro per tutti anche in questa stagione che ci apprestiamo a vivere.
Il mondo, l’America, cambiano e con loro anche il college football. Questa sara’ l’ultima stagione con l’attuale impostazione (mini-playoff a partire dal 2014), le conference cambiano ad ogni battito di ciglia (mi ci vorra’ un po’ per abituarmi a vedere Syracuse e Pittsburgh nella ACC), gli allenatori pure…Ma quello che c’e’ di bello e’ che il gioco rimane lo stesso; anno dopo anno. Una palla, 22 uomini, 4 down e 100 yard. Poi si puo’ parlare di Big 10, SEC, Pac-12, BCS e tutto quello che volete: ma il gioco- di per se’- rimane quello. Per fortuna, aggiungerei io. Ma non nascondiamo la testa dentro la sabbia: sono tanti I problemi e le questioni- anche di primaria importanza- che affliggono e tormentano il college football. Troppi soldi, cattiva ridistribuzione dei profitti, eccessiva enfasi da parte delle universita’ sull’aspetto atletico a discapito di quello accademico, un sistema di recruiting che sembra favorire sempre piu’ I “potenti” dello sport….Insomma, spunti di riflessione ce ne sono tanti e sono sicuro che tutti hanno le proprie soluzioni. Ma cio’ che mi rincuora piu’ di ogni altra cosa e’ vedere che quando il sabato arriva e l’ora e’ quella giusta gli stadi d’America sono pieni. Pieni. Pieni di gente, famiglie, tifosi, studenti che vivono per quelle tre ore di gioco, che trasudano passione, amore per i propri giocatori e I propri colori, che non vedono l’ora che sia “gametime” per- almeno per quelle tre ore- buttarsi alle spalle preoccupazioni, problemi della vita quotidiana e concentrarsi sullo spettacolo . Perche’ questo e’ lo sport, questo e’ il college football. E’ la passione dei tifosi, il sacrificio- fisico e psicologico- di ragazzi di 19, 20, 21 anni che in una fredda mattina di Febbraio alle 5:45- quando ancora perfino il sole sta dormendo- stanno correndo su e giu’ le gradinate dello stadio (lo so perche’ vivo proprio sopra il nostro stadio e anche io- seppur per motive diversi- ero in piedi alle 5:45) motivati da un solo pensiero: VINCERE (http://www.youtube.com/watch?v=2zIRcniUVgU.) Questa e’ passione, questa e’ dedizione, questo e’ football. Un modo di vivere, una ragione d’essere di cui la maggior parte dei tifosi vede solo il prodotto finale, molte volte ignorando quante gocce di sudore, quanto vomito, quante ripetizioni di squat, quanti “No stasera non esco; domani mattina abbiamo un workout alle 6) ci siano dietro. Il football e’ lo sport di squadra per eccellenza, perche’ nel football un individuo e’ NESSUNO senza una squadra, e’ NESSUNO senza una banda di fratelli pronti a bloccare, placcare, sputare sangue per lui, e’ NESSUNO senza altri 10 uomini disposti a sacrificare il proprio corpo, la propria gloria per lui. Nel football non si gioca per se’ stessi, non si gioca per le statistiche, non si gioca per l’Heisman o per il draft; si gioca per I propri fratelli, per la vittoria, per lasciare il campo con la testa alta indipendentemente da cosa dica il punteggio. Si gioca per l’onore. “Play for Your Brothers!” Perche’ se la nostra cultura ultra-edonistica che ci siamo costruiti ci suggerisce che possiamo avere tutto senza sforzo, senza sacrificio il football ci ricorda che da soli e senza disciplina, fisica e mentale, non si va da nessuna parte; specialmente non verso la vittoria. Sangue. Sudore. Passione. Dedizione. “One more rep than you feel like.”
Dunque, quando il 31 Agosto vedrete i giocatori del vostro college preferito uscire da quell tunnel, tra fuochi d’artificio, cheerleaders e musica, pensateci; fermatevi un attimo a riflettere cosa ci sia dietro. Perche’ c’e’ tanta passione, entusiamo, sacrificio, dedizione e voglia di essere i migliori. E in una societa’ che, sempre piu’, ci incoraggia a guardare al nostro piccolo orto, ai guadagni e alle glorie materiali, a vivere secondo freddi calcoli, e’ rinfrancante vedere come ci siano uomini che lottano, sognano e vivono per le proprie passioni.
Per me in particolare sara’ una stagione particolare ed ancor piu’ eccitante: sara’ la mia prima da coach. Certo, non sono (ancora) a livelli di college football, ma cio’ che mi fa felice e’ che saro’ anche io parte della mischia, che finalmente potro’ iniziare a fare quello che piu’ mi piace: usare le mie esperienze e lo sport per contribuire alla formazione di una nuova generazione di cittadini, di uomini, di padre, fratelli, leaders. Sono molto, molto eccitato di avere l’opportunita’ di far parte dello staff di Maiden Middle e daro’ il mio meglio per rendere questa stagione memorabile. Ma, chevvelodicoafare, sapete benissimo che il sabato saro’ tra I 30.000 del Kidd Brewer Stadium di Boone, North Carolina a guardare la mia ormai alma mater Appalachian State competere nella sua ultima stagione tra in ranghi del FCS prima dell’approdo nella Sun Belt nel FBS. Penso che abbiamo una squadra speciale composta da ragazzi speciali e allenata da uno staff davvero speciale. E poco importa se non saremo eleggibili per I playoff quest’anno: il nostro National Championship sara’ una stagione da imbattuti ed emozioni come queste http://www.youtube.com/watch?v=RhDw_1wxbP8
Come sempre spero che questo mio post iniziale serva come uno spunto di riflessione per dare inizio alla discussione. Cerchero’ di essere presente il piu’ possibile sul forum durante la stagione. Vi auguro di guardare piu’ partite possibile e godervi lo spettacolo. E…come sempre GO MOUNTAINEERS! #AlwaysAttack
Veniamo da una stagione che ci ha portato tante sorprese, alcune riconforme e anche delusioni. Alabama ha ricordato a tutti chi e’ la regina del college football. I Crimson Tide, guidati dal sempre piu’ leggendario Nick Saban e da una difesa creata e modellata a sua immagine e somiglianza, hanno semplicemente annichilito Notre Dame in un BCS Championship Game che si preannunciava come uno scontro titanico tra due compagini di granitica solidita’ ma che invece ha solamente funto per Saban ed Alabama come un megafono, un palcoscenico nazionale per gridare- a pieni polmoni- che la regina non e’ ancora pronta a passare di mano la corona. E, se le impressioni avute durante la primavera saranno confermate, tutto fa pensare che I Crimson Tide saranno osso duro per tutti anche in questa stagione che ci apprestiamo a vivere.
Il mondo, l’America, cambiano e con loro anche il college football. Questa sara’ l’ultima stagione con l’attuale impostazione (mini-playoff a partire dal 2014), le conference cambiano ad ogni battito di ciglia (mi ci vorra’ un po’ per abituarmi a vedere Syracuse e Pittsburgh nella ACC), gli allenatori pure…Ma quello che c’e’ di bello e’ che il gioco rimane lo stesso; anno dopo anno. Una palla, 22 uomini, 4 down e 100 yard. Poi si puo’ parlare di Big 10, SEC, Pac-12, BCS e tutto quello che volete: ma il gioco- di per se’- rimane quello. Per fortuna, aggiungerei io. Ma non nascondiamo la testa dentro la sabbia: sono tanti I problemi e le questioni- anche di primaria importanza- che affliggono e tormentano il college football. Troppi soldi, cattiva ridistribuzione dei profitti, eccessiva enfasi da parte delle universita’ sull’aspetto atletico a discapito di quello accademico, un sistema di recruiting che sembra favorire sempre piu’ I “potenti” dello sport….Insomma, spunti di riflessione ce ne sono tanti e sono sicuro che tutti hanno le proprie soluzioni. Ma cio’ che mi rincuora piu’ di ogni altra cosa e’ vedere che quando il sabato arriva e l’ora e’ quella giusta gli stadi d’America sono pieni. Pieni. Pieni di gente, famiglie, tifosi, studenti che vivono per quelle tre ore di gioco, che trasudano passione, amore per i propri giocatori e I propri colori, che non vedono l’ora che sia “gametime” per- almeno per quelle tre ore- buttarsi alle spalle preoccupazioni, problemi della vita quotidiana e concentrarsi sullo spettacolo . Perche’ questo e’ lo sport, questo e’ il college football. E’ la passione dei tifosi, il sacrificio- fisico e psicologico- di ragazzi di 19, 20, 21 anni che in una fredda mattina di Febbraio alle 5:45- quando ancora perfino il sole sta dormendo- stanno correndo su e giu’ le gradinate dello stadio (lo so perche’ vivo proprio sopra il nostro stadio e anche io- seppur per motive diversi- ero in piedi alle 5:45) motivati da un solo pensiero: VINCERE (http://www.youtube.com/watch?v=2zIRcniUVgU.) Questa e’ passione, questa e’ dedizione, questo e’ football. Un modo di vivere, una ragione d’essere di cui la maggior parte dei tifosi vede solo il prodotto finale, molte volte ignorando quante gocce di sudore, quanto vomito, quante ripetizioni di squat, quanti “No stasera non esco; domani mattina abbiamo un workout alle 6) ci siano dietro. Il football e’ lo sport di squadra per eccellenza, perche’ nel football un individuo e’ NESSUNO senza una squadra, e’ NESSUNO senza una banda di fratelli pronti a bloccare, placcare, sputare sangue per lui, e’ NESSUNO senza altri 10 uomini disposti a sacrificare il proprio corpo, la propria gloria per lui. Nel football non si gioca per se’ stessi, non si gioca per le statistiche, non si gioca per l’Heisman o per il draft; si gioca per I propri fratelli, per la vittoria, per lasciare il campo con la testa alta indipendentemente da cosa dica il punteggio. Si gioca per l’onore. “Play for Your Brothers!” Perche’ se la nostra cultura ultra-edonistica che ci siamo costruiti ci suggerisce che possiamo avere tutto senza sforzo, senza sacrificio il football ci ricorda che da soli e senza disciplina, fisica e mentale, non si va da nessuna parte; specialmente non verso la vittoria. Sangue. Sudore. Passione. Dedizione. “One more rep than you feel like.”
Dunque, quando il 31 Agosto vedrete i giocatori del vostro college preferito uscire da quell tunnel, tra fuochi d’artificio, cheerleaders e musica, pensateci; fermatevi un attimo a riflettere cosa ci sia dietro. Perche’ c’e’ tanta passione, entusiamo, sacrificio, dedizione e voglia di essere i migliori. E in una societa’ che, sempre piu’, ci incoraggia a guardare al nostro piccolo orto, ai guadagni e alle glorie materiali, a vivere secondo freddi calcoli, e’ rinfrancante vedere come ci siano uomini che lottano, sognano e vivono per le proprie passioni.
Per me in particolare sara’ una stagione particolare ed ancor piu’ eccitante: sara’ la mia prima da coach. Certo, non sono (ancora) a livelli di college football, ma cio’ che mi fa felice e’ che saro’ anche io parte della mischia, che finalmente potro’ iniziare a fare quello che piu’ mi piace: usare le mie esperienze e lo sport per contribuire alla formazione di una nuova generazione di cittadini, di uomini, di padre, fratelli, leaders. Sono molto, molto eccitato di avere l’opportunita’ di far parte dello staff di Maiden Middle e daro’ il mio meglio per rendere questa stagione memorabile. Ma, chevvelodicoafare, sapete benissimo che il sabato saro’ tra I 30.000 del Kidd Brewer Stadium di Boone, North Carolina a guardare la mia ormai alma mater Appalachian State competere nella sua ultima stagione tra in ranghi del FCS prima dell’approdo nella Sun Belt nel FBS. Penso che abbiamo una squadra speciale composta da ragazzi speciali e allenata da uno staff davvero speciale. E poco importa se non saremo eleggibili per I playoff quest’anno: il nostro National Championship sara’ una stagione da imbattuti ed emozioni come queste http://www.youtube.com/watch?v=RhDw_1wxbP8
Come sempre spero che questo mio post iniziale serva come uno spunto di riflessione per dare inizio alla discussione. Cerchero’ di essere presente il piu’ possibile sul forum durante la stagione. Vi auguro di guardare piu’ partite possibile e godervi lo spettacolo. E…come sempre GO MOUNTAINEERS! #AlwaysAttack