John Doe ha scritto: ↑25/09/2018, 19:40
Mike ha scritto:i bilanci delle società di A e B sono già certificati, ma come si è arrivati a Cesena con 70+ mln di debiti, Bari 30+ mln di debiti, Avellino 10+ mln di debiti, Palermo 50+ mln di debiti e via via discorrendo?
urge un intervento serio sulla materia. ma dubito che tra Figc, Coni e Governo ci sia qualcuno capace di farlo seriamente.
I revisori, per l'appunto, revisionano, sulla base dei dati della società. Certificano che quanto scritto in bilancio sia veritiero, e al massimo possono esprimere delle segnalazioni, di cui i soci dovrebbero, in teoria, tenere di conto, agendo di conseguenza verso gli amministratori. Non possono sostituirsi nella gestione dell'azienda.
I debiti possono volere dire anche poco, e le società di calcio non sono infallibili, il rischio d'impresa c'è sempre.
Se si vuole che non falliscano più le facciamo sovvenzionare direttamente dallo stato a fondo perduto, oppure se vanno male falliscono, come succede in tutto il mondo, e gli amministratori ne subiranno le conseguenze se hanno delle colpe.
non è l'unica soluzione la statalizzazione, ovviamente.
le squadre professionistiche appartengono a leghe, sempre professionistiche.
queste leghe hanno il dovere, e prima ancora l'interesse, di autotutelarsi.
innanzitutto autotutelare i conti delle altre partecipanti: una società che fallisce con 72 milioni di debiti, pensi che siano tutti debiti nei confronti del giardiniere o del magazziniere o della segretaria? o sono soldi che spariscono dalle tasche di tutti gli addetti ai lavori (giocatori in primis) e dalle casse delle altre società? allora bisogna intervenire, per salvare le famiglie dal ritrovarsi in mezzo a una strada improvvisamente (a scanso di equivoci, parlo dei dipendenti), e per salvaguardare la salute economica non solo dei club che si trovano a ridosso del baratro ma anche delle altre società.
poi autotutelare la propria immagine: ma secondo te tutti i processi e le polemiche che si sono intrecciate quest'estate, anche tra casi che non avevano per forza un legame tra loro, hanno fatto bene all'immagine della B e del movimento tutto? ebbene, il casino principale è nato proprio a causa del fallimento di ben tre società. e ancora: in un Paese come il nostro (di merda) dove tutti tifano per le solite tre o quattro squadre e
nessuno supporta il suo team locale, il fallimento di una società di provincia non fa altro che continuare a scavare il gap e a seppellire il seguito di queste squadre di provincia e dei campionati a cui appartengono o appartenevano. quest'anno tra Frosinone e Palermo che si contendono la A in tribunale, il Parma che si aggiusta le partite, il Foggia prima commissariato e poi praticamente assolto da ogni accusa, le plusvalenze Chievo-Cesena, i fallimenti Bari-Cesena-Avellino, tutte le ripescabili, Entella e Viterbese che non giocando, gli ex presidenti di Avellino e Bari che ancora fanno ricorsi, la Serie A con una partecipante che non doveva esserci, la B che parte a 19 e non si sa se finirà con lo stesso numero (che è comunque un numero dispari), la C dove ci sono squadre che non stanno giocando: tutto questo non è accettabile, non ci prendiamo in giro. e tutto questo non fa che ledere l'immagine e la credibilità delle nostre leghe e del nostro calcio.
i controlli Covisoc già ci sono, ma sono meramente contabili: 1) non entrano mai nel merito (e l'abbiamo visto nel caso plusvalenze fasulle), 2) non sono adattate alla specialità (non inventata da me ma da giudici e giurisprudenza) delle società calcistiche. ripeto, non è possibile che il Cesena arrivi a 72 milioni di debiti, una società che ha fatto quasi sempre e solo B come può accumulare 72 milioni di debiti?!
allora ci vogliono i correttivi. bilanci pubblici. spese sportive pubbliche. quelle per il campo (che rientrano nella legge melandri, tra l'altro), quelle per le giovanili (idem), quelle per i calciatori. salary cap in B e C più restrittivo di quello che c'è già. in A estendere quanto meno le regole del FFP anche alle società non interessate alle competizioni europee. disincentivare la tendenza a spendere al di sopra delle proprie possibilità. imporre modelli di società sane e sostenibili. nessuna squadra che accumula debiti a 8 cifre prima della virgola, che viene fermata appena comincia ad avvicinarsi a certi passivi.
solo una volta fatto ciò - in modo tale che nessuno possa dire "è inutile dare i soldi a queste squadre instabili" - redistribuire diversamente i proventi delle leghe. per esempio il sistema attuale divide ogni anno le squadre in sei tronconi: le squadre di A che prendono tanti soldi, le squadre di B che prendono pochissimi soldi (la mutualità dalla A alla B è la più bassa per distacco di tutti i top campionati europei), e nel mezzo le retrocesse in B che prendono la metà o un terzo di quanto prendevano in A che è comunque 3 o 5 o 10 volte quanto prendono le altre della stessa categoria, poi quelle poche che in C investono milioni per salire, quelle che riescono tutto sommato a starci in serie C, e quelle per cui il salto dalla D alla C è troppo alto per non soffrire dannatamente la mancanza di una categoria semiprofessionistica di mezzo. anche tutto questo non è molto sensato e non è accettabile.