C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
JOHN CARTER
Stessero zitti, sarebbe un gran film.
Andrew Stanton evidentemente non deve avere molta confidenza con i dialoghi dal momento che Wall-E, il suo miglior film, non è propriamente connotato da dei gran chiaccheroni.
Mi aspettavo decisamente ma decisamente di più da lui. Il trailer non mi aveva convinto, ma mi sono detto, è un film di Andrew Stanton, non dovrebbe essere una vaccata...
Produzione Disney, ma c'è tanta mano Pixar per quanto concerne sia gli artwork sia la tecnica, e si vede.
La CGI è mostruosa, l'apparato audio-video è perfettamente integrato con il girato. Non avendo granchè d'altro su cui soffermarmi, mi sono concentrato quasi esclusivamente sui VFX e dopo averlo visto una sola volta, non sono riuscito a trovargli il minimo difetto.
I fondali e tutti gli environment 3d sono sbalorditivi.
La character animation è molto probabilmente, per quanto concerne le creature organiche, la migliore mai vista. Il motion capture è perfetto.
Discutibile la fotografia, che verte interamente su tinte calde, con contrasti di saturazione non sempre azzeccati, nonostante gli ottimi colorscript.
Ok che Marte è il pianeta rosso. Ma almeno potevano farlo rosso ogni tanto, non un mix tra paesaggi stile siria-giordania e deserti dell'arizona.
Alla fine c'è persino la storia, tratta da un celebre romanzo del creatore di Tarzan.
Il tutto scade inesorabilmente ogni volta che i protagonisti aprono bocca, per pronunciare una serie di stronzate che offenderebbero l'intelligenza di un bambino di tre anni con particolari problemi cognitivi.
Per me è anche superiore ad Avatar, ma se non siete amanti dei VFX anche fini a se stessi come il sottoscritto, risparmiate pure i soldi. Una bambinata, che non diverte e soprattutto non emoziona, quando il claim dichiarato di Disney-Pixar è sempre stato quello di stimolare la fantasia dello spettatore offrendogli qualcosa di alternativo alla realtà.
Stessero zitti, sarebbe un gran film.
Andrew Stanton evidentemente non deve avere molta confidenza con i dialoghi dal momento che Wall-E, il suo miglior film, non è propriamente connotato da dei gran chiaccheroni.
Mi aspettavo decisamente ma decisamente di più da lui. Il trailer non mi aveva convinto, ma mi sono detto, è un film di Andrew Stanton, non dovrebbe essere una vaccata...
Produzione Disney, ma c'è tanta mano Pixar per quanto concerne sia gli artwork sia la tecnica, e si vede.
La CGI è mostruosa, l'apparato audio-video è perfettamente integrato con il girato. Non avendo granchè d'altro su cui soffermarmi, mi sono concentrato quasi esclusivamente sui VFX e dopo averlo visto una sola volta, non sono riuscito a trovargli il minimo difetto.
I fondali e tutti gli environment 3d sono sbalorditivi.
La character animation è molto probabilmente, per quanto concerne le creature organiche, la migliore mai vista. Il motion capture è perfetto.
Discutibile la fotografia, che verte interamente su tinte calde, con contrasti di saturazione non sempre azzeccati, nonostante gli ottimi colorscript.
Ok che Marte è il pianeta rosso. Ma almeno potevano farlo rosso ogni tanto, non un mix tra paesaggi stile siria-giordania e deserti dell'arizona.
Alla fine c'è persino la storia, tratta da un celebre romanzo del creatore di Tarzan.
Il tutto scade inesorabilmente ogni volta che i protagonisti aprono bocca, per pronunciare una serie di stronzate che offenderebbero l'intelligenza di un bambino di tre anni con particolari problemi cognitivi.
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Re: C'era una volta il Cinema
Taylor Kitsch (il mitico Tim Riggins di Friday Night Lights) sarà sovraesposto quest'anno, come lo hai visto? Su FNL a me aveva ben impressionato.
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Re: C'era una volta il Cinema
Anche questa volta mi sono lasciato invogliare dalla tua recensione, e anche questa volta hai fatto centro. Un filmone anche questo, fantastico.francilive ha scritto:MARGIN CALL
Periodo fortunato. Dopo Transiberian un altro titolo di valore assoluto. Non è stato ancora distribuito in Italia, ma credo che a differenza del film di Brad Anderson, quello lo vedremo nelle nostre sale.
Mi aveva incuriosito dalla nomination di JC Chandor per la miglior sceneggiatura. Meritatissima, tant'è che dopo aver visto Margin Call mi chiedo perchè non abbia vinto, ma si sa, è inutile mettersi a pontificare su certe questioni.
La vicenda ruota attorno ad una delle più grandi speculazioni finanziarie degli ultimi anni, che ha portato al crollo di wall street. Tutto dura poco più di 24 ore. Il tempo di disfarsi di azioni fasulle per miliardi di dollari. La questione, di per sè complessa per un profano, è spiegata a prova di coglione, un po' come Jeremy Irons, il megaboss, chiede all'ultima recluta, Zachary Quinto, che ha scoperto tutto il casino.
Margin Call eccelle a mio avviso in tre particolari essenziali:
1- la caratterizzazione dei personaggi. Sono rappresentati tutti gli stereotipi che ruotano attorno ad un ambiente senza scrupoli. Dai veterani, Kevin Spacey (come al solito una spanna sopra tutti anche senza impegnarsi troppo...) e Stanley Tucci, con fortune opposte, ma identiche amarezze nell'ingoiare consuetamente il boccone amaro. Lo specchio della disillusione, del predicare bene e razzolare male. Principi solidi, sanno sempre qual è la cosa giusta da fare, ma non hanno nessuna coerenza nel perseguirli.
Ai più giovani, Paul Bettany, Zachary Quinto e Penn Badgley, che non sapevo nemmeno chi cazzo fosse. In loro prevale lo stupore per quanto li circonda, e il cercare di emergere con doti molto differenti.
Ai megaboss, tra cui c'è spazio anche per Demi Moore, donna in carriera che, come tutti gli altri, si piegheranno alle volontà del supremo Jeremy Irons. Ovviamente per soldi.
2- i rapporti tra le varie figure. Più si sale nelle gerarchie, più i soggetti diventano meschini e senza scrupoli. E al tempo stesso incompetenti tecnicamente. Quando il megaboss Jeremy Irons ammette di prendere una vagonata di soldi (oltre 80 milioni di dollari all'anno) solo per controllare e prendere qualche decisione, si rivela in pieno il senso antidemocratico della società capitalistica, uno dei messaggi che l'autore vuol far arrivare in modo evidente allo spettatore. Un mondo che solo ed esclusivamente per soldi, rinuncia e ripudia qualsiasi ideale, ignorando le sorti di milioni di persone rovinate da certe scelte, da certe decisioni.
3- la percezione del tempo. Le scene hanno una cadenza perfetta. Si ha l'impressione di essere li con loro quella notte. Di vivere le stesse angosce, finendo per sostenere le sorti di soggetti che non sono altro che dei gran figli di puttana.
bonus - i dialoghi tra Irons e Spacey. La messa in scena del carisma più genuino. Non mi dico altro, vi ho già detto troppo.
Per me superiore al Wall Street di Oliver Stone, che in qualche modo gli ha tirato la volata.
Consigliatissimo.
Sceneggiatura molto originale e avvincente, dialoghi superlativi e poi..Kevin Spacey!
Ps. quanto è bella Demi Moore..
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Re: C'era una volta il Cinema
La prima scena in cui compare Spacey è fantastica... Subito pensi che sia triste per via dei licenziamenti... invece... Ero piegato per terra dalle risate. Veramente una spanna, se non due, sopra gli altri.Birdman ha scritto: Anche questa volta mi sono lasciato invogliare dalla tua recensione, e anche questa volta hai fatto centro. Un filmone anche questo, fantastico.
Sceneggiatura molto originale e avvincente, dialoghi superlativi e poi..Kevin Spacey!
Ps. quanto è bella Demi Moore..
La Moore trovo sia una donna di grande fascino, qualità molto meno effimera della bellezza.
Peccato per tutti i problemi che ha avuto ultimamente a livello personale. Spero si riprenda.
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Re: C'era una volta il Cinema
Faccio una premessa.Teo ha scritto:Taylor Kitsch (il mitico Tim Riggins di Friday Night Lights) sarà sovraesposto quest'anno, come lo hai visto? Su FNL a me aveva ben impressionato.
Non seguendo le serie tv era la prima volta che vedevo all'opera Taylor Kitsch. Pertanto ero assolutamente ignorante sul suo conto.
La sua è l'unica interpretazione "umana" convincente di tutto il film. Il suo personaggio è banalizzato in una maniera sconcertante, eppure riesce a tenerlo a galla. Al di là della bella presenza, mi sembra un attore valido. Da verificare in ruoli un po' più gratificanti.
A parte la Collins, la cui presenza è assimilabile a quella della Arterton in Prince of Persia, il resto del cast non mi ha convinto per niente, a cominciare da Mark Strong, molto deludente.
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Re: C'era una volta il Cinema
IP MAN 3 - THE LEGEND IS BORN
Premetto che è tutta roba mai distribuita qui da noi. Per cui ne voglio parlare anche di qua, non soltanto nel "nostro" topic, dove gli abituali frequentatori quasi certamente l'anno già visto. Va focalizzato nell'ottica dell'intera trilogia, che vi consiglio di prendere in considerazione.
Terzo film dedicato alla vita di Ip Man, leggendario martial artist cinese, celebre in occidente soprattutto per essere stato il primo maestro di Bruce Lee.
Il primo è stato un successo davvero super, sotto tutti i punti di vista.
Il secondo a mio avviso una mezza cagata, non fosse per il meraviglioso combattimento tra Donnie Yen e Sammo Hung. Insopportabili gli eccessi retorici, in verità già piuttosto traboccanti nel primo capitolo, roba che in confronto un Berretti Verdi, con il miglior John Wayne per intenderci, rischierebbe soltanto di fare la figura del documentario imparziale.
Stavolta Ip Man non è più interpretato dall'esperto Donnie Yen, ma dal giovane Dennis To, vero campione di kung fu.
Il racconto fa un passo indietro. Si tratta infatti di un prequel.
Storia lineare, ben scandita, senza sostanziali colpi di scena se non nel finale, amaro ma avvicente.
Al di là del leit motiv cinesi buoni contro giapponesi cattivi, tanto che l'unico cinese cattivo alla fine si scopre che è giapponese... ottime le ricostruzioni e perfette le coreografie dei combattimenti, in cui emerge in maniera netta il contributo di Sammo Hung, autentico maestro della disciplina. Sempre spettacolari ma estremamente realistiche. Nessun salto da dieci metri per intenderci...
Ed è proprio Sammo a regalarci il miglior combattimento, nel suo cameo iniziale, quando affronta bendato il proprio successore prima di morire.
Dennis To come attore ha ancora tanta strada da fare, ed in questo risulta inferiore a Donnie Yen, ma quando c'è da fare del kung fu...
Una via di mezzo tra i primi due capitoli. Inarrivabile il primo, Ip Man 3 riporta la serie su buoni livelli dopo le critiche che abbatterono giustamente il 2.
Consigliato.
Premetto che è tutta roba mai distribuita qui da noi. Per cui ne voglio parlare anche di qua, non soltanto nel "nostro" topic, dove gli abituali frequentatori quasi certamente l'anno già visto. Va focalizzato nell'ottica dell'intera trilogia, che vi consiglio di prendere in considerazione.
Terzo film dedicato alla vita di Ip Man, leggendario martial artist cinese, celebre in occidente soprattutto per essere stato il primo maestro di Bruce Lee.
Il primo è stato un successo davvero super, sotto tutti i punti di vista.
Il secondo a mio avviso una mezza cagata, non fosse per il meraviglioso combattimento tra Donnie Yen e Sammo Hung. Insopportabili gli eccessi retorici, in verità già piuttosto traboccanti nel primo capitolo, roba che in confronto un Berretti Verdi, con il miglior John Wayne per intenderci, rischierebbe soltanto di fare la figura del documentario imparziale.
Stavolta Ip Man non è più interpretato dall'esperto Donnie Yen, ma dal giovane Dennis To, vero campione di kung fu.
Il racconto fa un passo indietro. Si tratta infatti di un prequel.
Storia lineare, ben scandita, senza sostanziali colpi di scena se non nel finale, amaro ma avvicente.
Al di là del leit motiv cinesi buoni contro giapponesi cattivi, tanto che l'unico cinese cattivo alla fine si scopre che è giapponese... ottime le ricostruzioni e perfette le coreografie dei combattimenti, in cui emerge in maniera netta il contributo di Sammo Hung, autentico maestro della disciplina. Sempre spettacolari ma estremamente realistiche. Nessun salto da dieci metri per intenderci...
Ed è proprio Sammo a regalarci il miglior combattimento, nel suo cameo iniziale, quando affronta bendato il proprio successore prima di morire.
Dennis To come attore ha ancora tanta strada da fare, ed in questo risulta inferiore a Donnie Yen, ma quando c'è da fare del kung fu...
Una via di mezzo tra i primi due capitoli. Inarrivabile il primo, Ip Man 3 riporta la serie su buoni livelli dopo le critiche che abbatterono giustamente il 2.
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Re: C'era una volta il Cinema
500 GIORNI INSIEME
Ne avevo visto un pezzo. Ho completato l'opera, facendo che riguardarlo.
Diretto da Marc Webb, regista del prossimo Spiderman, in uscita a luglio.
Commedia sentimentale che gioca tutto sul tema della predestinazione, con un lungo tira e molla e andirivieni temporali per descrivere una storia durata appunto 500 giorni di Sole, traducendo alla lettera il titolo originale, che gioca con le parole sul nome della protagonista.
I protagonisti sono Joseph Gordon-Levitt, sulla rampa di lancio dopo una lunga gavetta nelle indie, e Zooey Deschanel, molto apprezzata negli States.
Entrambi sono caratterizzati molto bene e sarà facile immedesimarsi in una situazione, quella di Tom, di assoluta incomprensione per le assurde decisioni di lei. Scelte comuni nell'universo femminile, mettiamola così...
La storia, più che sulla relazione tra i due, gioca sul fatto di credere o meno nella casualità degli eventi, della predestinazione, delle coincidenze che condizionano il percorso di una vita. Le ossessioni di lui diventano le certezze di lei. Si capovolge una chiave di lettura delle situazioni che porta ad un finale che costituisce la vera qualità di questa produzione.
Tom, il protagonista, riuscirà a lasciarsi alle spalle Sole dopo un'esperienza che si capiva sin da subito che non sarebbe durata, affrontando finalmente quella carriera da architetto per cui ha studiato e soprattutto ricominciando il proprio countdown da Minka Kelly... Beato lui
Se vi piacciono le commedie sentimentali, 500 days of summer si rivela un prodotto originale, che va assolutamente considerato.
Non siamo di fronte a qualcosa di impeccabile. Anzi. La realizzazione poteva essere migliorata nella parte centrale, piuttosto noiosa, in quanto le paranoie di Tom vengono ribaltate in maniera un po' stucchevole sullo spettatore, che ad un certo punto vorrebbe sentirsi dire qualcosa di diverso.
Tuttavia sono presenti citazioni colte ed idee brillanti, su tutte lo split screen con la situazione desiderata e la situazione reale che hanno costruito la notevole fortuna critica alla base del successo di questo film.
Ne avevo visto un pezzo. Ho completato l'opera, facendo che riguardarlo.
Diretto da Marc Webb, regista del prossimo Spiderman, in uscita a luglio.
Commedia sentimentale che gioca tutto sul tema della predestinazione, con un lungo tira e molla e andirivieni temporali per descrivere una storia durata appunto 500 giorni di Sole, traducendo alla lettera il titolo originale, che gioca con le parole sul nome della protagonista.
I protagonisti sono Joseph Gordon-Levitt, sulla rampa di lancio dopo una lunga gavetta nelle indie, e Zooey Deschanel, molto apprezzata negli States.
Entrambi sono caratterizzati molto bene e sarà facile immedesimarsi in una situazione, quella di Tom, di assoluta incomprensione per le assurde decisioni di lei. Scelte comuni nell'universo femminile, mettiamola così...
La storia, più che sulla relazione tra i due, gioca sul fatto di credere o meno nella casualità degli eventi, della predestinazione, delle coincidenze che condizionano il percorso di una vita. Le ossessioni di lui diventano le certezze di lei. Si capovolge una chiave di lettura delle situazioni che porta ad un finale che costituisce la vera qualità di questa produzione.
Tom, il protagonista, riuscirà a lasciarsi alle spalle Sole dopo un'esperienza che si capiva sin da subito che non sarebbe durata, affrontando finalmente quella carriera da architetto per cui ha studiato e soprattutto ricominciando il proprio countdown da Minka Kelly... Beato lui
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Non siamo di fronte a qualcosa di impeccabile. Anzi. La realizzazione poteva essere migliorata nella parte centrale, piuttosto noiosa, in quanto le paranoie di Tom vengono ribaltate in maniera un po' stucchevole sullo spettatore, che ad un certo punto vorrebbe sentirsi dire qualcosa di diverso.
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Re: C'era una volta il Cinema
ho visto hereafter dell'ottimo Clint.
Mi è parso il contrario di In Time: girato alla grande, personaggi sviluppati benissimo, buoni attori, la giornalista Francese che mi arrapa oltremodo, la storia si intreccia bene, bene i dialoghi. Solo che il soggetto mi pare una merda atomica. Questione di gusti immagino.
PS Franci apriti un blog
Mi è parso il contrario di In Time: girato alla grande, personaggi sviluppati benissimo, buoni attori, la giornalista Francese che mi arrapa oltremodo, la storia si intreccia bene, bene i dialoghi. Solo che il soggetto mi pare una merda atomica. Questione di gusti immagino.
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Re: C'era una volta il Cinema
francilive ha scritto:500 GIORNI INSIEME
Ne avevo visto un pezzo. Ho completato l'opera, facendo che riguardarlo.
Diretto da Marc Webb, regista del prossimo Spiderman, in uscita a luglio.
Commedia sentimentale che gioca tutto sul tema della predestinazione, con un lungo tira e molla e andirivieni temporali per descrivere una storia durata appunto 500 giorni di Sole, traducendo alla lettera il titolo originale, che gioca con le parole sul nome della protagonista.
I protagonisti sono Joseph Gordon-Levitt, sulla rampa di lancio dopo una lunga gavetta nelle indie, e Zooey Deschanel, molto apprezzata negli States.
Entrambi sono caratterizzati molto bene e sarà facile immedesimarsi in una situazione, quella di Tom, di assoluta incomprensione per le assurde decisioni di lei. Scelte comuni nell'universo femminile, mettiamola così...
La storia, più che sulla relazione tra i due, gioca sul fatto di credere o meno nella casualità degli eventi, della predestinazione, delle coincidenze che condizionano il percorso di una vita. Le ossessioni di lui diventano le certezze di lei. Si capovolge una chiave di lettura delle situazioni che porta ad un finale che costituisce la vera qualità di questa produzione.
Tom, il protagonista, riuscirà a lasciarsi alle spalle Sole dopo un'esperienza che si capiva sin da subito che non sarebbe durata, affrontando finalmente quella carriera da architetto per cui ha studiato e soprattutto ricominciando il proprio countdown da Minka Kelly... Beato lui
Se vi piacciono le commedie sentimentali, 500 days of summer si rivela un prodotto originale, che va assolutamente considerato.
Non siamo di fronte a qualcosa di impeccabile. Anzi. La realizzazione poteva essere migliorata nella parte centrale, piuttosto noiosa, in quanto le paranoie di Tom vengono ribaltate in maniera un po' stucchevole sullo spettatore, che ad un certo punto vorrebbe sentirsi dire qualcosa di diverso.
Tuttavia sono presenti citazioni colte ed idee brillanti, su tutte lo split screen con la situazione desiderata e la situazione reale che hanno costruito la notevole fortuna critica alla base del successo di questo film.
In realtà in lingua originale lei si chiama summer, da qui il titolo (e l'evidente doppio senso).
Chiaramente chi ha tradotto il titolo in italiano non è riuscito a rendere quello che doveva: sarebbe stato troppo difficile chiamarlo '500 giorni di sole' avendo tradotto così il suo nome!? Bah, inspiegabile.
Ma i titolisti dei film sono come quelli dei giornali, così come i secondi non leggono l'articolo e danno un titolo ad minchiam i primi non guardano il film prima di deciderlo?
darioambro ha scritto:ahahah ro, tu sei davvero l'altra palla che vorrei avere
30.11.2016darioambro ha scritto:rowiz direbbe che sono un coglione
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Re: C'era una volta il Cinema
500 giorni insieme è un film culto da anni, soprattutto in questo Forum.
E' il film che di fatto ha lanciato Zoey Deschanell
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Re: C'era una volta il Cinema
Teo ha scritto:500 giorni insieme è un film culto da anni, soprattutto in questo Forum.
E' il film che di fatto ha lanciato Zoey Deschanell
a proposito, piccolo OT: com'è "New Girl"?
darioambro ha scritto:ahahah ro, tu sei davvero l'altra palla che vorrei avere
30.11.2016darioambro ha scritto:rowiz direbbe che sono un coglione
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Re: C'era una volta il Cinema
francilive ha scritto:500 GIORNI INSIEME
Ne avevo visto un pezzo. Ho completato l'opera, facendo che riguardarlo.
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Tom, il protagonista, riuscirà a lasciarsi alle spalle Sole dopo un'esperienza che si capiva sin da subito che non sarebbe durata, affrontando finalmente quella carriera da architetto per cui ha studiato e soprattutto ricominciando il proprio countdown da Minka Kelly... Beato lui
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non capisci niente, 500 days of summer è verbo
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Re: C'era una volta il Cinema
500 days of Summer e' un film di merda, Franci c'e' andato fin troppo leggero
(e Zooey Deschanel e' piacevole come un parassita intestinale)
(e Zooey Deschanel e' piacevole come un parassita intestinale)
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Re: C'era una volta il Cinema
ahhahahaha, lo sapevo che avrei sollevato un bel flame
logicamente quanto espresso è un'opinione assolutamente personale. ci sono comunque dei fattori abbastanza oggettivi nel film di webb. ottime idee, coraggio nell'innovare (tipico purtroppo solo delle produzioni indie) ma anche scene eccessivamente melense e paranoiche, nel senso ricursivo del termine.
zooey faccia da stronzetta se ce n'è una in quel film interpreta alla perfezione lo stereotipo, assolutamente reale e pertinente, della figura femminile media, che non sa che cazzo vuole dalla vita, a parte appunto il cazzo, finendo per fare delle scelte prive non tanto di logica (alla fine fare la troia, sposarsi, sono cose normali), quanto di coerenza. ma quindi andiamo OT
scherzi a parte, zooey è una buona attrice e anche come donna di spettacolo ci sa fare. non è un caso che abbia avuto tutto questo successo.
vorrei spezzare un'arancia (cit.) anche in favore di gordon-levitt. attore che va bene solo per certi ruoli, devi costruirgli il personaggio attorno, ma ha sicuramente delle qualità nel bucare lo schermo. spero di vedere al più presto altri due film con lui, hesher (quello prodotto dalla portman insomma) e quello in cui fa un malato di cancro, di cui or ora non ricordo il titolo. entrambi molto recenti.
logicamente quanto espresso è un'opinione assolutamente personale. ci sono comunque dei fattori abbastanza oggettivi nel film di webb. ottime idee, coraggio nell'innovare (tipico purtroppo solo delle produzioni indie) ma anche scene eccessivamente melense e paranoiche, nel senso ricursivo del termine.
zooey faccia da stronzetta se ce n'è una in quel film interpreta alla perfezione lo stereotipo, assolutamente reale e pertinente, della figura femminile media, che non sa che cazzo vuole dalla vita, a parte appunto il cazzo, finendo per fare delle scelte prive non tanto di logica (alla fine fare la troia, sposarsi, sono cose normali), quanto di coerenza. ma quindi andiamo OT
scherzi a parte, zooey è una buona attrice e anche come donna di spettacolo ci sa fare. non è un caso che abbia avuto tutto questo successo.
vorrei spezzare un'arancia (cit.) anche in favore di gordon-levitt. attore che va bene solo per certi ruoli, devi costruirgli il personaggio attorno, ma ha sicuramente delle qualità nel bucare lo schermo. spero di vedere al più presto altri due film con lui, hesher (quello prodotto dalla portman insomma) e quello in cui fa un malato di cancro, di cui or ora non ricordo il titolo. entrambi molto recenti.
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Re: C'era una volta il Cinema
In Hesher Gordon-Levitt recita molto bene secondo me. Lo vedi la prima volta e ti chiedi cosa cazzo ci faccia uno con quella faccia (scusate il gioco di parole) in quel ruolo. Ma in realta' ne esce una performance molto buona, nel contesto di un film che capolavoro di sicuro non e' ma di certo e' molto gradevole. 50/50 invece non l'ho visto, ma mi attira pure lui.