Usti, non credevo di sollevare questa ridda di botta e risposta.
Grazie a tutti, ma soprattutto a
@BruceSmith
Non parliamo di nazione, di popolazione, di stato (o confederazione di) anche perché le grandezze - solo quelle - sono incommensurabili.
Parliamo di quello che succede dentro uno stadio e sul campo.
Vado allo stadio fin da quando sono bambino, a Verona, quindi ho sperimentato sulla mia pelle, in casa e in trasferta, l'abbassamento progressivo del livello di civiltà all'interno dello stadio. Da bambino potevo andare allo stadio con la sciarpa del Milan (non chiedetemi perché, non l'ho mai saputo, né osato chiederlo) a vedere Verona Milan in una calca strabordante, sulle spalle di mio papà e non mi succedeva niente. Tre o quattro anni fa, in tribuna, tra vecchiotti e papà con figli, ho visto un papà avventarsi contro 4 - quattro - rifosi del Crotone, a dieci metri da lui, e questa papà essere trattenuto dal figlio 15enne.
La mia squadra del cuore per tre anni ha smesso di giocare a marzo. Quest'anno se mai si salverà lo farà perché incontrerà quattro o cinque squadre che a marzo avranno smesso di giocare.
Quindi torniamo in topic. La mia scarsa esperienza di tifoso è uguale a quella di
@Buccaneer . Solo una volta nella metro ho trovato un tifoso dei Broncos decisamente alterato, ma ha rivolto la sua rabbia tutta contro la sua squadra. A me ha solo urlato San Francisco sucks, Denver sucks. Ed aveva obbiettivamente ragione.
Domenica abbiamo assistito a Lovie Smith e i suoi che si sono portati avanti col lavoro e hanno buttato via la #1 al draft vincendo la più inutile delle partite, che avrebbero avuto mille modi di perdere onorevolmente; i Rams giocarsela fino all'overtime contro i Seahawks, rischiando non so quante posizioni al draft (a parte che i Rams non sanno che farsene delle prime scelte); i Lions battere i Packers giocando una delle loro più belle partite, con Goff che è sembrato quasi un signor quarterback.
Ergo, dentro al campo e allo stadio il football americano a me sembra uno sport, il calcio un giuoco che esprime gravi mancanze di competitività, professionalità, civiltà.