Eccoci alla prima attesissima puntata di Ten things on the Chicago Bears di questa off season che ancora off season non è ma che per gli orsi è, in un certo senso, già cominciata. Pensavate che vi avrei abbandonato? No, è ancora troppo presto per assopirsi in attesa del draft. Scrivere questo tipo di post per evitarsi 10 diversi commenti è più complicato fuori dalla stagione perché non fai in tempo ad abbozzare un pensiero che subito arriva una news che stravolge tutto. Stavo buttando giù due cose sul coaching staff ed ecco che salta Getsy, e quello che ho abbozzato non va bene. E’ il triste mestiere di chi scrive gratis e senza gratificazione. Per questo ho smesso di farlo seriamente e ora, di tanto in tanto, lo faccio per @azazel che ha promesso che mi manderà a Londra a vedere i Bears con un accredito.Via con i pensieri a freddo di una stagione iniziata male e finita… finita. Ah, c'è molta roba, quindi la divido in due episodi che mi tira il culo rileggere tutto e modificare. Ciao.
1) Cominciamo quindi col dare un voto alla stagione in generale. Per quanto mi riguarda quando si finisce con un record negativo non si può (quasi) mai parlare di sufficienza ma esistono delle eccezioni e la versione 2023 dei Chicago Bears per me rappresenta una di queste. Era una squadra sulle quali non si riponevano troppe aspettative, molti analisti si aspettavano un miglioramento rispetto alle 3 vittorie del 2022, alcuni si spingevano anche a 6-7 W ma nessuno pensava che il team potesse davvero arrivare ai playoff. Soltanto qualche sito gestito da appassionati, probabilmente anche un po’ provocatoriamente, ipotizzava il titolo divisionale a Chicago perché, onestamente, la logica non portava davvero a spingersi oltre le 6 vittorie, numero ribadito anche da Huddle, giusto per rimanere alle nostre latitudini. Anche per il sottoscritto 6 era il numero magico, quindi le 7 vittorie condite dai regaloni a Detroit e Denver mi spingono a giudicare con un 6 pieno la stagione. Partenza pessima, 0-4, con le prime 3 di un imbarazzo indicibile. Poi i Bears hanno rialzato la testa, hanno cominciato a vincere qualche partita, a giocare a tratti un football decente e a difendere come si deve. Battere i Packers all’ultima avrebbe alzato di mezzo punto questa valutazione e non perché la stagione sarebbe stata nettamente migliore, ma perché una vittoria avrebbe evidenziato una volontà di imprimere un colpo deciso, di lasciare un segno sul 2023 quando, al contrario, l’approccio alla gara è stato mediocre.
2) Il voto al CS non può invece che essere sotto al par. Eberflus si conferma uno stratega difensivo ed è il punto di sufficienza di questa parte del gioco. Doveva migliorare la difesa e lo ha fatto, l’avvio così drammatico del reparto potremmo attribuirlo anche al mai del tutto spiegato allontanamento del DC Alan Williams perché da lì in avanti, a fatica e piano piano, la difesa è stata tirata fuori dalle sabbie mobili ed ha poi sterzato definitivamente con l’arrivo di Sweat. Quell’avvio devastante ha comunque padri e padrini ed è difficile capire come sia possibile passare un mese dove la squadra non gioca a nulla che sia simile al football; servono 3 partite perché la macchina si metta in moto, 4 per uno straccio di vittoria (che ha interrotto la più lunga serie di L della franchigia) ma anche nel prosieguo si sono continuati ad avere troppi blackout. Uno dei maggiori responsabili è stato l’OC Luke Getsy, che prova a rendere prima Fields un giocatore più simile al passer puro che al QB atletico con i risultati che vedremo poi tra qualche momento. L’OC ci mette troppo a capire che il coinvolgimento di Kmet è fondamentale e contribuisce con abusatissime corse centrali, sovrautilizzate nei secondi down, alla prevedibilità di un playbook statico e poco esaltante. Getsy paga perdendo il posto insieme a 4 altri assistenti (tutti legati a ruoli offensivi), Eberflus rimane, giustamente, in panca. Giustamente oerché ha portato in due mesi la difesa dall’essere la peggiore a una delle più solide sulle corse e con il maggior numero di intercetti in NFL e perché come capo allenatore sta seguendo, nei numeri, il percorso che ci si apsetta da un progetto che parte sostanzialmente da zero come quello dei Bears:ha iniziato con 3 vittorie, le ha alzate a 7 il secondo anno sfiorando (lontanamente) i playoff, per cui avrà il terzo giro omaggio. Tra l’altro nessuno, a Chicago, ha mai allenato meno di tre stagioni a parte Paddy Driscoll negli anni 50 del secolo scorso (storico assistente di Goerge Halas, passò a incarichi dirigenziali dopo due stagioni da HC) e Marc Trestman, uno che solo un pazzo poteva prelevare dalla lega canadese per fargli risollevare le sorti di una squadra NFL.
3) All’attacco il voto è 6 che, come avevo già scritto, è una media dei vari “settori”. Ai QB infatti va una sufficienza, alla OL un 5, ai WR un 7 e ai RB un altro 6. Nello specifico, per i quarterback JF al suo terzo anno non ha avuto l'esplosione che lo avrebbe dovuto rendere il QB a cui non puoi dire di no (ma affronteremo il suo caso a parte) mentre Bagent si è fatto trovare pronto vincendo anche una partita da titolare e dando l’impressione di poter essere quantomeno un backup NFL a pieno titolo. I ricevitori hanno brillato della luce emanata da DJ Moore (anche per lui un pezzettino a parte) ed un Cole Kmet che si attesta, con le sue 719 yard ricevute, come solida alternativa nel gioco aereo e non solo come “valvola di sfogo”, ma anche come uno dei TE più efficaci della lega sotto questo profilo, sicuramente da Top10 (e non come decimo). Kmet ha chiuso con 6 TD ricevuti che sono il miglior bottino del team dopo quello di DJ (8) mostrando una grande capacità di difesa del pallone, mani abbastanza educate e una fisicità decisamente importante nella protezione dell’ovale e nella conquista di qualche yard aggiuntiva. Avrei voluto vedere qualcosa in più di Tyler Scott che è stato decisamente sotto utilizzato, e questo fa parte di come Getsy abbia cercato di chiudersi dentro la fortezza delle certezze per cui, se una difesa elimina Moore dal gioco, non sai più che armi usare. Mooney, invece, ha purtroppo deluso all’esame decisivo; Darnell dopo un buon 2021 si è via via spento e non è in grado di reggere il ruolo come WR2. E’ in scadenza e forse come 3°, magari come opzione dallo slot, può dire ancora la sua, ma per ora è nettamente insufficiente e demolisce la media di reparto tenuta altissima da DJ. La OL è stata generalmente insufficiente, è migliorata col passare del tempo ma contro squadre solide ha continuato a soffrire tantissimo. JF è il QB in attività col maggior numero di sack subiti e qualche responsabilità la linea ce l’ha; di contro è anche il QB che ha avuto il maggior numero di secondi per lanciare dopo lo snap e qua arriva invece qualche merito. Due statistiche che sembrerebbero in contraddizione ma che in realtà vanno a spiegarsi in parte per il calendario che ha alternato il livello di difficoltà, ed in parte perché la OL ad un certo punto ha trovato il modo di reggere il colpo, pur rimanendo incline alla concessione del sack con ancora troppa frequenza. Anche quando ha reso mediamente bene è comunque apparsa sempre impiccata, quindi tendente al fallo. In stagione sono cambiati 3 centri ed è quindi chiaro che si debba intervenire sul mercato; per fortuna dalla prima scelta Darnell Wright sono arrivati segnali abbastanza positivi e si può confidare sul fatto che almeno un tassello sia stato incastrato nel modo giusto. Sulle corse la OL ha lavorato abbastanza bene ma la media rispetto alla protezione della tasca e alla difficoltà generale contro top team o giù di lì è innegabile e rende il totale insufficiente. Ai RB un 6, inteso al gioco di corsa nel suo complesso, che ha avuto tutto sommato una sua efficacia. Continuo a pensare che questa squadra dalla scelta di Montgomery in poi abbia rinunciato ad un certo tipo di giocatore basandosi sulla corsa potente che non paga sempre i giusti dividenti. Scelta legata probabilmente anche la presenza di tante altre necessità a roster. Herbert non fa meno bene di Monty, ha una buona media portata (4.6), ma benché abbia superato per 3 volte le 100 yard in partita soltanto in 4 in totale è andato oltre le 50, rimanendo a fine stagione dietro a JF che resta colui che più muove la catena nel running game. Il vero problema però è che quando Foreman e Johnson hanno avuto palla in mano (e magari un po’ di continuità) non si è vista tutta questa differenza tra loro e il titolare. Come detto la OL si è mostrata abbastanza efficace nel gioco di corsa e questo ha facilitato l’apertura di varchi che hanno permesso ai RB di andare a prendersi le yard “dritto e forte” in pieno stile Getsy. Solito problema però: quando ti pressano (come i Packers) hai finito di ridere. Un playmaker più variegato ed efficace non sarebbe davvero niente male, ma sappiamo che oggi non è una priorità. Aggiungo però che senza un QB come JF forse parleremmo di numeri decisamente negativi per il reparto corse, quindi il profilo rimane basso.
4) La difesa invece ha fatto il proprio lavoro per buona parte della stagione e ripeto che non c’è nulla da dare per scontato in questa lega. Il 7.5 come voto finale è più che meritato e in buona parte il merito va a Montez Sweat a cui darei persino 10 visto che è diventato il primo giocatore di sempre a risultare il migliore nella classifica dei sack in due diverse squadre nella stessa stagione. La DL prima di lui aveva convinto davvero poco; ha due T abbastanza solidi, che possono dare una buona mano sulle corse, gli end erano invece in difficoltà e mancava il rusher puro che, quando è arrivato, ha fatto svoltare l’intera linea pressando o aprendo spazi aggiuntivi agli altri. Certamente va aggiunto qualcuno in rotazione ma da novembre in avanti il 7 pieno per il fronte 4 ci sta tutto. Benissimo i LB a cui puoi dare un 8 tranquillo ma anche loro hanno, ovviamente, visto salire le proprie quotazioni dopo l’arrivo di Sweat. Edmund ed Edwards si sono confermati su ottimi standard, erano stati “pagati” per dare un grande contributo ed hanno risposto presente. Non hai il leader alla Urlacher lì in mezzo ma il pacchetto è ottimo e Jack Sanborn ti permette di chiudere il cerchio investendo pochissimo salary e potendo stare tranquillo per un paio di stagioni ancora con un giocatore eclettico, che fa della rapidità e del placcaggio le sue armi migliori. I DB per me tutti di buon livello, l’intensità delle bestemmie per il reparto è sceso ai minimi storici dopo qualche stagione. Certo, anche qua l’avvento dell’edge ha in parte svoltato la stagione; le secondarie hanno finalmente avuto tempo di gestire le coperture e di giocare anche “per il pallone” (14 gli intercetti di CB e safety). Jaquan Brisker si è confermato solido, Jaylon Johnson (unico pro-bowler insieme proprio a Sweat e che Eberflus è convinto che sarà riconfermato) ha fatto una stagione da urlo, ma sono arrivati anche segnali positivi da Spidey (Kyler Gordon) e alcune ottime prove di Tyrique Stevenson. Per me un 8 anche qua. Unico appunto, che vale un po’ per tutti i settori, è che la difesa contro i team sopra alla media ha continuato a faticare, la OL di GB è stata quasi insormontabile e anche Sweat è stato tenuto fuori dai giochi in quel caso. E’ quindi essenziale, per confermare questi numeri, aggiungere un altro edge efficace per complicare i raddoppi avversari e dare rotazione in alcuni slot del roster, sia tra i LB che sulla linea mentre, le secondarie, mi sembrano piuttosto sistemate.
5) Una piccola nota anche agli Special team a cui diamo 6.5. Bene Cairo Santos (8) che chiude la terza stagione (su quattro) oltre il 90% dei FG realizzati, unico kicker nella storia della franchigia a stare sopra al 90. Santos è andato 7/8 da oltre le 50 ed ha sbagliato due XP, e nella media ha continuato a rappresentare una certezza quasi ferrea nei piazzati, risultando sicuramente la nota più positiva degli special team. Il kicker è ora a 462 punti totali realizzati nella città del vento, ad uno solo di differenza da Paul Edinger; chiuderà la sua storia in Illinois sicuramente oltre i 500 punti e nella Top5 dei migliori marcatori. Non nego invece che Trenton Gill non mi esalta (dio, esaltarsi per un punter poi non so se sia possibile), ha bisogno di più gamba e di lasciare il pallone in aria un po’ di più; nei pochi kickoff calciati non è sembrato peggio del titolare: sufficiente. Sui ritorni, pur senza stracciarci le vesti, abbiamo visto dei buoni miglioramenti di Velus Jones che continuo a preferire, all’occorrenza, all’alternativa Scott. Io Jones lo butterei un po’ più nella mischia anche sui punt benché non sembri sempre così sicuro nella ricezione del pallone, ma ammetto che preferirei un'alternativa a Trent Taylor. Anche sui ritorni, comunque, non si va molte oltre il 6.
Fine prima parte