Mentre Italia1 ci propone Il Vendicatore, con il grande Steven Seagal, vi propongo una rapida recensione di New Police Story, una delle principali produzioni del cinema di Hong Kong, prodotto ed interpretato dal leggendario Jackie Chan.
NEW POLICE STORY
Dopo vent'anni, Jackie Chan ritorna alle origini, o meglio, ci prova.
Dopo il suo coinvolgimento nella sfera demenziale hollywoodiana, quella dei mitici Rush Hour per intenderci, Jackie si ripropone in un film che mescola molti generi. La crudeltà iniziale, del massacro nel magazzino abbandonato è mediato da un sentimento moderno, mirato a contrastare la realtà del vecchio ispettore Wing con il mondo che gli sta intorno. Una Hong Kong rincoglionita dal gioco online, in cui i criminali sono dei gamer deviati, figli di papà che trovano il proprio passatempo preferito in un videogame reale che consiste nel rapinare banche e massacrare poliziotti.
Jackie è un uomo finito, ridotto in miseria dall'alcool, ma un giovane collega lo convince, o meglio, lo costringe a ripartire, suo malgrado, per risolvere un caso troppo grosso per essere lasciato aperto.
Se le prime scene sono quasi gotiche, le ultime sono ridondantemente pop, con una memorabile coreografia all'interno di un negozio LegoÂ
Alla fine il cattivo perde, i buoni vincono e vivono felici e contenti. Fin qui nulla di nuovo.
Buone idee, interessante lo spunto di fondere il crimine reale con il mondo dell'entertainment, del gioco, del divertimento che per quasi tutti e fine a se stesso, per alcuni è una sadica trasposizione nella realtà.
Dovevano essere questi gli argomenti intorno a cui giostrare. La sorpresa finale appare totalmente gratuita, di un buonismo sin nauseante, da far sfigurare persino Cenerentola...
Insomma, se Jackie voleva rompere con Hollywood e ritrovare Hong Kong, poteva farlo in maniera più decisa, dimenticandosi di quei particolari, triti e ritriti, che riconducono su tutta la linea verso il film di cassetta americano.