Gio ha scritto: ↑16/04/2024, 18:20
Aspe`, un attimo. Pero non mi puoi paragonare la legge internazionale con atti terrorristici, che per definizione sono azioni fuorilegge, poi sul fatto che quello che abbia fatto israele sia un atto perfettamente legale, c'e` anche da discuterne. Perche sia considerato un atto leggittimo, israele deve dimostrare senza ombra di dubbio che nel momento in cui hanno ucciso il generale iraniano stava per dare un ordine che avrebbe potuto causare vittime tra civili israeliani e non. Se in quel momento discutevano sul regalo di compleanno da fare al cugino di assad o dove andare a mangiare o stavano guardando una "partita", indipendentemente se fossero terroristi o meno, di chi o cosa avessero finaziato o ucciso o perche`, cambia poco, l'uccisione del generale e` da considerarsi un atto illegale. Stesso discorso per l'uccisione di soleimani.
Se si inizia a tirare in ballo la legalita`, o meno, bisogna essere come minimo "onesti", altrimenti vale tutto.
Mi sa che confondi la legge internazionale con un processo penale, sono due cose molto, ma molto diverse
Premesso che il diritto internazionale assomiglia piuttosto alla legge del far west che al diritto romano, ma non essendoci nessuna autorità superiore in grado di imporre delle regole quello che ne viene fuori è un codice piuttosto smilzo di buone intenzioni e sufficientemente elastico da tener dentro tutta una serie di comportamenti molto discutibili
L' unica e sola regola è questa :
uno Stato ha il diritto di ricorrere alla legittima difesa e di difendere militarmente il proprio territorio qualora sia oggetto di un attacco armato
Punto e stop, non ci sono definizioni o richieste supplementari
Stabilito che il lancio di razzi di Hezbollah è un attacco armato e che tizio è uno di quelli che organizza i lanci e porta i missili, tizio è un uomo morto, non c'è nessun bisogno di dimostrare alcunché oltre ogni ragionevole dubbio, non c'è nessun requisito di attaccarlo solo ed esclusivamente quando sta facendo qualcosa di specifico, l'unica regola è che si dovrebbe cercare di evitare vittime civili, ma sempre e solo se possibile e se questo non mette in pericolo la missione o il personale che la esegue, e che la risposta dovrebbe essere "proporzionata" ( e anche qua ognuno la intende a modo suo ) per il resto tutto è legale dal punto di vista del diritto internazionale
E se questo ti fa venire il dubbio che "una definizione così vaga e approssimativa inevitabilmente poi porta a una faida tra paesi in cui non ci si capisce più una mazza", beh sì, è proprio quello che succede, ma siccome nessun paese è disposto a rinunciare al diritto di difesa per accettare l'idea di una polizia e un tribunale sopra le parti non ci sono soluzioni migliori in vista
