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da PENNY » 12/01/2018, 11:43
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
La derelitta umanità che si arrabatta nella quotidianità di una tragedia irrisolta, da questo e dal dolore di una madre parte “3 Manifesti a Ebbing, Missouri”, un film che prende solo il meglio dei Coen, pattinando tra la commedia nera e gli abissi del dramma, ma riducendo al minimo quella componente caricaturale ed eccessivamente grottesca sempre presente nei film dei fratellini.
Un paesino omofobo e razzista del sud degli Stati Uniti è il palcoscenico sul quale si muovono una serie di personaggi miserrimi, perdenti abituati a stare ai bordi di una società ipocrita, abbandonati a se stessi in una piccola comunità del quale a nessuno frega niente e dove infatti dopo solo 7 mesi un caso di stupro e omicidio è stato archiviato come irrisolvibile. Quando il valzer inizia tutti i personaggi saranno travolti dagli eventi, sono uomini comuni e non importa che il fine sia buono o meno, gli altri soffriranno le conseguenze delle loro azioni. Alla fine vendetta e redenzione si intrecceranno, chiudendo un cerchio che riporterà tutti al punto di partenza ma con una evoluzione interiore per ognuno di loro.
Il cast è stellare, capitanato da una Mc Dormand perfetta, nella sua mascolinità per necessità, nella sua durezza, un interpretazione soprattutto fisica che domina la scena anche grazie a dei comprimari che la valorizzano, a partire da un sempre eccellente Woody Harrelson e soprattutto un Sam Rockwell che assurge a vero coprotagonista del film, il suo è il personaggio nettamente più interessante e l’interpretazione spero gli valga almeno una candidatura per la statuetta.
Il film è scritto da dio, 2 ore volan via senza che te ne accorga, ti innamori dei personaggi, di tutti quanti, vuoi solo vederli interagire allo sfinimento, la regia trova il ritmo perfetto nel mischiare le loro storie dedicando a tutti il giusto spazio, alla fine ci sembra di avere non uno ma almeno 3 protagonisti.
è un film su cui ci si potrebbero spendere fiumi di parole a seconda di come lo si voglia analizzare, capisco perchè sia il favorito per gli Oscar e mi stupisco non abbia vinto a Venezia, per me sta 1-2 gradini sopra il pur ottimo "The Shape of Water"
Metto le poche note negativa in spoiler
- Ho trovato eccessiva e troppo rischioso lo scambio di battute nel flashback tra madre e figlio, c’era davvero bisogno di mettere anche quel carico da 90 per farci provare più empatia per lei? Inoltre non riesco a immaginare neanche la madre peggiore del mondo che ad una figlia che dice “Spero mi stuprino per strada” risponda “Lo spero anche io”. Mi è sembrato tutto gratuito ed esagerato.
- Leziosa e pretenziosa anche la scena con il cerbiatto, l’ho trovata fuori contesto in un film di questo tipo, cosa voleva dirci il regista lì? Che in fondo lei riusciva ancora a provare sentimenti positivi verso qualcosa? Che se gli umani la deludevano trovava conforto solo nelle bellezze della natura? Mah...
- Il forestiero quindi chi era? Và a minacciarla nel negozio e dà diverse ipotesi su chi sia, lo ritroviamo a fine film, ci illudono sia l’assassino ma alla fine non lo era, possiamo anche scartare l’ipotesi che fosse un amico dello sceriffo, ma quindi? Mi sembra un personaggio scritto male, inserito solo per dar modo a Dixon di redimersi ma decontestualizzato dal resto della storia
Infine una mia teoria sul mistero del film:
Per me il padre potrebbe essere il colpevole dello stupro e dell’assassinio. Il personaggio è quello che è: una merda col vizio di alzare le mani sulle donne, inoltre ha la passione per le ragazzine, e non è estraneo a quanto pare anche all’uso del fuoco e al consumo eccessivo di alcool, visto che da ubriaco appicca l’incendio ai manifesti. Non so, unendo i punti con la scena al ristorante per me potrebbe esser lui l’assassino e i manifesti gli brucia appunto per non far di nuovo puntare i riflettori su un caso dal quale è riuscito a uscire pulito.
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