Da casa mia il segnale prendeva e veniva come gli pareva e quindi già all'epoca sembrava di aver a che fare coi buffering degli streams moderni. Era l'inizio di un sogno per un bambino che come me si accingeva a seguire il basket (oltre che a praticarlo). Le prime ore perse di sonno per seguire i Bulls di Jordan per me furono qualcosa di magico.
Da quel momento in poi è stato l'inizio di un nuovo amore. Il basket iniziava ad andare di moda anche in Italia, la nazionale giungeva a traguardi storici e aveva un nucleo di giocatori che ti faceva davvero innamorare per come lottava su ogni pallone.
Sono felice di poter essere stato spettatore in alcune partite sensazionali. Aver visto Danilovic giocare, gli anni di Rebraca a Treviso, Myers e Galanda, Alphonso Ford a Pesaro... e potrei andare avanti all'infinito con Ginobili, la Mens Sana di Recalcati, la Benetton di Messina o la Milano di Calabria, Djordjevic e Blair.
Seguire il basket era tutta un'altra cosa. Si comprava American Superbasket e quello era il riferimento di ogni italiano per la pallacanestro americana. Altrimenti dovevi recarti al palazzo più vicino per seguire la tua squadra dal vivo, le altre partite o le seguivi per radio o c'era il televideo.
Per noi ragazzi cresciuti in questa maniera essere appassionati di basket e giocare a questo sport ci rendeva diversi dai ragazzi che seguivano il calcio. I calciatori si comportavano in un altro modo
Era bello fare parte di questo gruppo di "minoranza", in Italia era ormai sulla bocca di tutti che il calcio fosse uno sport sporco, rovinato dai soldi e sempre di più alla mercé delle pay tv. Erano gli anni degli scandali Tanzi e Cragnotti per intenderci.
Ecco per me la pallacanestro rappresentava un mondo decisamente più pulito e con tutta una sua etica particolare attorno.
Ero un ragazzino ed era chiaro che stavo sognando. Era solo questione di tempo, questione che anche nella pallacanestro iniziassero a girare soldoni veri e gli scandali sarebbero arrivati anche lì.
Non mi dileguo troppo perché qua si potrebbe parlare all'infinito.
Voglio solo arrivare ad alcuni episodi, partite o serie playoffs in cui ho pensato per alcuni momenti che i risultati fossero decisi a tavolino:
-La famosa serie Kings-Lakers finita a gara 7 con i gialloviola che vincono
-Le varie cavalcate di Siena ai playoffs in Italia. Era palese che dovessero vincere sempre loro, arbitraggi a senso unico clamorosi ogni partita
-Le finals Heat-Mavs vinte dagli Heat di Shaq e Wade con quest ultimo che andava in lunetta una media di 20 volte a serata..
-Il caso Tim Donaghy che si vendeva le partite
Questi sono solo alcuni dei momenti in cui ho pensato che davvero il basket fosse come il wrestling.
In questi ultimi anni questo sentore poi è viavia aumentato. Con lo star system NBA e i fischi privilegiati per le stelle, le prime scelte a Cleveland quando Lebron era in Florida, CP3 che non va ai Lakers e via dicendo.
Insomma dov'è finita la passione?
MI collevo a questo post dell'utente Gerry Donato che l'ho trovato toccante e significativo:
Gerry Donato ha scritto:Beh ma c'è un limite a tutto però! E qualcuno dovrà intervenire prima o poi.
Dopo due anni in cui per vari motivi ho del tutto mollato il mondo NBA, un appassionato come me che voleva riprovare a riavvicinarsi partendo proprio dall'All Star Game per avere un quadro completo del meglio del momento (capisco che non è la scelta corretta, ma comunque i giocatori quelli sono) si è trovato uno spettacolo che lo riallontana per altri due anni come minimo.
Una cosa è chiedere di scivolare uno contro uno su ogni azione o ruotare difensivamente giocando di squadra, e nessuno penso pretenda una cosa simile. Ma almeno onorare la pallacanestro, come è sempre stato fatto fino a qualche anno fa prima che questa generazione degenerasse, è il minimo sindacale non solo per rispetto degli spettatori e di se stessi, ma anche e soprattutto per quei campioni che negli anni '80 e '90 hanno reso epici gli All Star Game ed hanno permesso a questi signori di essere così famosi e così ricchi oggi.
Forse parlo così solo in quanto over 35 ed avendo assistito ad un certo modo di stare in campo in questi eventi, quindi un under 23 non capisce di cosa stia parlando perché magari per lui è davvero normale quello che si è visto stanotte. E questa cosa parte da lontano, ovvero da quelle mostruose gare rookie contro sophomore di anni fa che ora si sono fisiologicamente traslate sulla partita della domenica.
Però la pallacanestro è ancora una cosa seria, anche per i più giovani, e questa merda allontana molte più persone di quante ne avvicina.
Insomma il trend pare chiaro. Tutti i miliardi che girano attorno a questo giochino lo stanno sottraendo alla sua stessa essenza.
La riflessione è un po' per tutti, si potrebbero dire tante altre cose ma preferisco fermarmi e lasciare spazio a voi.