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da Bluto Blutarsky » 15/02/2017, 18:57
Un'interessante riflessione sullo spettacolo di Grillo (e in generale sul corto-circuito tra il Grillo comico e il Grillo leader politico) di Giorgio Montanini, un giovane e bravo comico italiano che qualcuno ricorderà per una trasmissione su raiDue o raiTre di un paio d'anni fa (Nemico pubblico)
« La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Ciò che dovrebbe essere è una sporca bugia » Lenny Bruce.
Le sovrastrutture, le convenzioni, le leggi...tentano di plasmare la società per favorire il potere.
Per quanto il potere si sforzi di deformare la verità, quella resta la stessa.
Non è un'opinione, ma è oggettivo, definire antitetici e inavvicinabili i comici con i politici.
La verità è che: un politico, al di là dei propri interessi, cerca una ricetta valida e funzionale per la collettività.
Non esprime opinioni parlando solo ed esclusivamente per sé, il politico si spende per gli altri.
Un mestiere nobile, il più nobile.
Un comico fa il contrario.
Non cerca di allargare il consenso, non pensa agli altri, non vuole risolvere i problemi degli altri, se ne guarda bene...perché?
Perché a mala pena riesce a tenere a bada i suoi.
Un comico esprime solo ed esclusivamente il suo punto di vista, totalmente opinabile e senza nessuna velleità "salvifica" o risolutrice.
Infatti la comicità satirica in duemila anni non ha cambiato un comma di una legge.
Grazie a nostro signore benedetto aggiungerei.
Spetta alla politica farlo.
In questo paese, un comico satirico, capisce che il pubblico pagante ai suoi spettacoli lo identifica come qualcosa di più.
Lo identifica come punto di riferimento politico.
La cosa peggiore è che lui ci crede.
Compie una bestemmia democratica e culturale, un abominio...da comico satirico diventa politico e fonda un partito.
Un movimento.
Che però prende il 25% alle elezioni e governa la capitale d'Italia.
Lo stesso politico, non contento dell'abominio culturale e democratico fatto, rilancia come in una partita a poker con la morte, da politico sale sul palco in veste di comico satirico.
La sborra e l'acqua santa, lo stupro e la castità, la vita e la morte, la Franzoni e l'asilo nido, Grillo e l’etica..
Netflix per vendere e per ignoranza lo propone.
Dagospia ne parla senza rendersi conto che dovrebbe parlarne solo per l’inammissibile stortura culturale (e democratica visto che è anche un politico).
Linkiesta lo definisce il miglior comico italiano dicendo colpevolmente nel titolo “dimenticate la politica” (Linkiesta nello stesso articolo incensa Grillo ma fa un bellissimo complimento anche a me, complimento che purtroppo non riesco ad apprezzare in quel contesto…ma grazie lo stesso)
Grillo questo lo sa?
Evidentemente sì.
Confeziona uno spettacolo in cui parla di sé, della stortura comico-politico, risponde preventivamente alle domande che potrebbe ricevere sull’argomento…fa propaganda.
Grillo avrebbe dovuto parlare di sé quando era un comico, perché questo fa un comico: parla di sé.
Qualcuno avrà spiegato a Grillo che parlare di sé, raccontarsi, rendersi umani, è un’ottima forma di comunicazione per avvicinare le persone e per farsi percepire uno di loro…così è più facile che lo votino.
Berlusconi si faceva riprendere con le foto della famiglia sullo sfondo, Obama girava direttamente con moglie e figlie al seguito, Grillo fa lo stesso.
Non rendersi conto della gravità di quanto sta accadendo non è una giustificazione, soprattutto non fa diventare una verità oggettiva un punto di vista.
Grillo da politico compie un atto vile e perverso.
Sale sul palco da comico e quindi con un suo personalissimo ed opinabilissimo punto di vista, senza nessuna intenzione di creare consenso e arruffianarsi il pubblico (questo fa un comico satirico), ma poi sale sul palco delle piazze per chiedere voti e cercare consenso.
Grillo soffre di disturbo bipolare della personalità?
Chi è il Grillo che devo ascoltare?
Il politico da votare affinché risolva i problemi di questo paese oppure il comico che pago a teatro affinché io mi senta un po’ meno solo nonostante le pressioni e coercizioni imposte dalla società e dal potere?
Se Grillo, Dagospia, Linkiesta, Netflix, credono si possa sopportare una bestemmia culturale e democratica del genere solo perché il pubblico e l’elettorato italiano è totalmente privo di uno spirito critico, si sbagliano.
Ci sarà sempre uno, due o tre stronzi che gli diranno “guardate che io lo so che state a fa!”
Se Netflix, Dagospia, Linkiesta e tutti gli altri sono inconsapevoli dell’abominio perpetrato dal comico-politico, non giustifica l’allucinate inciampo giornalistico o distributivo che stanno in qualche modo avallando.
Era loro dovere puntare il dito sulla vergognosa mistificazione culturale e democratica.
Se sono ignorante e nego l’esistenza della Lombardia, la mia ignoranza non riesce a modificare un fatto incontrovertibile: che la Lombardia esiste.
“Non ce la faccio più…te la do io l’Italia della disinformazione,della dietrologia, della disoccupazione, l’Italia della globalizzazione, della democrazia troppo debole di Costituzione.
Se mi tagliano gli spazi alla televisione
trovo un modo alternativo per salvare la Nazione
da un futuro che va dritto verso l'autodistruzione.
Chi vi da diritto a prendere per il culo le persone? Ho un grillo per la testa, ho un grillo per la testa...”
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"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"