La morte in campo

La gente vuole solo il goal
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Re: La morte in campo

Messaggio da shilton » 16/04/2012, 20:38

ma il defribillatore (che comunque sarebbe/è stato inutile) c'era oppure no?

Secondo la testimonanzia del primario cardiologo dell'ospedale di Pescara, abbonato e sempre presente sugli spalti, non è nemmeno vero che i soccorsi non siano stati tempestivi.

http://forum.playitusa.com/posting.php? ... 14&t=17201

L'autopsia di quasi sei ore non ha comunque fatto chiarezza.
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Toni Monroe
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Re: La morte in campo

Messaggio da Toni Monroe » 16/04/2012, 20:41

In una tv locale, qui (Telelombardia) facevano vedere una valigetta gialla a terra, nei pressi di Morosini e pare che si tratti di un defibrillatore ma non lo do per certo. La persona che ha mandato la mail alla tv aveva allegato una foto presa in rete e in effetti sembrava proprio lo stesso tipo di defibrillatore, colore compreso.

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Re: La morte in campo

Messaggio da shilton » 16/04/2012, 20:51

Toni Monroe ha scritto:In una tv locale, qui (Telelombardia) facevano vedere una valigetta gialla a terra, nei pressi di Morosini e pare che si tratti di un defibrillatore ma non lo do per certo. La persona che ha mandato la mail alla tv aveva allegato una foto presa in rete e in effetti sembrava proprio lo stesso tipo di defibrillatore, colore compreso.


Ieri sera si diceva come il defriballatore, che non va visto come nei telefilm americani (una scarica e via...), fosse in realtà completamente inutile in questo caso.
Tutto questo a prescindere dal fatto che ci fosse oppure no, questo è ovviamente un altro discorso.

Il ragazzo ha subito una rianimazione di 90 minuti, quando se non sbaglio per legge prima di dichiarare la morte ne devono passare 45.
Non ha mai dato nessun segno di ripresa, nessun segno di ripresa del polso e dell'attività elettrica cardiaca, niente di niente. E' stato ritenuto un fatto strano visto che di solito con le manovre rianimatorie anche un infartuato piuttosto grave ha dei minimi segni di ripresa, il povero Morosini purtroppo nulla.
I soccorsi sono stati efficientissimi da quello che si dice dagli esperti, è stato fatto tutto e purtroppo è stato inutile.

Non essendo il mio campo, correggetemi in caso avessi detto castronerie.
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Re: La morte in campo

Messaggio da johnOJ » 16/04/2012, 21:38

shilton ha scritto: Ieri sera si diceva come il defriballatore

correggetemi in caso avessi detto castronerie.

:naughty:

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Re: La morte in campo

Messaggio da francilive » 16/04/2012, 21:43

jay jay okocha ha scritto:La penso come Marco, e aggiungo che, preso un campione statistico delle morti nello sport agonistico sotto i 30 o 35 anni, non penso si discosti molto dalla stessa statistica relativa a gente comune, che non fa sport.
Per un atleta che muore, ce ne sono decine di migliaia solo in Italia che ogni settimana scendono in campo in competizioni agonistiche, charamente alcuni saranno sottoposti a controlli più stringenti ( i professionisti), ma non mi pare che le percentuali di decesso nell'attività sportiva siano in questo senso preoccupanti.

il fatto sostanziale è che i media fanno molta confusione e non considerano mai un fatto fondamentale, che andrebbe sempre chiarito quando si affronta un argomento di questo genere.
cerco di spiegare il concetto in modo molto semplice.
mi interesso di podismo.
come sapete, durante le gare (o spesso subito dopo) spesso le più lunghe, ma a volte anche già in mezza maratona, capitano dei malori, spesso fatali, anche ad atleti ben allenati, che praticano con costanza e regolarità questo sport, pur non essendo dei professionisti.
questo perchè? in teoria un atleta allenato non dovrebbe avere problemi. in realtà non è cosi, anzi.
va considerata la sostanziale differenza tra l'attività a riposo e l'attività sotto sforzo (ragione per cui tutti i test di idoneità prevedono entrambe queste situazioni da valutare).
se è vero che un atleta allenato, a riposo ha un rischio (molto) più basso di infarto rispetto ad un sedentario / atleta occasionale, è pur vero che sotto sforzo, quindi in prossimità della soglia, mantenendo lo sforzo per lunghi periodi o con punte di intensità molto alte, il rischio statistico di incorrere in un infarto è valutato nell'ordine di essere circa 80 volte superiore rispetto alla situazione a riposo.
questo spiega perchè, pur essendo molto basse le probabilità che accada, queste sono tutt'altro che nulle.

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Re: La morte in campo

Messaggio da jovocop » 16/04/2012, 22:24

giustissimo quel che dice franci... aggiungo anche un'altra cosa: la medicina non è una scienza esatta, non lo è mai. il cardiologo potrà anche essere il più bravo del mondo, ma se non sa dove cercare che cosa, è difficile che vada a fare certi esami come hanno scritto nella prima pagina in un ragazzo di 25 anni.

per esempio, si è parlato anche di rottura di un'aneurisma cerebrale tra le cause... per trovare un aneurisma cerebrale in genere si fa un consulto neurochirurgico, questo ordinerà una tac dell'encefalo e se non è esaustiva anche un'angiografia dei vasi cerebrali. ma questo si fa in ospedale, dove c'è un equipe sanitaria che segue ogni paziente. quanti di voi hanno fatto una tac al cervello prima dei 25 anni? escluso chi abbia subito traumi alla testa ovvio..

shilton non hai detto castronerie. però per Morosini si è parlato di assenza di polso (e quindi di ritmo cardiaco). il defibrillatore serve a riportare alla normalità un ritmo cardiaco anomalo come il flutter, la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare, ma non può riportare un'attività cardiaca quando questa è assente (asistole e attività elettrica senza polso). cmq è obbligatorio in tutti i carrelli dell'emergenza e in tutti i mezzi di soccorso, quindi se non c'era o se era scarico è roba penale per il responsabile dell'ambulanza

per quanto riguarda la cessazione della rianimazione cardiopolmonare non c'è un tempo massimo e uno minimo.. può durare fino alla ripresa di coscienza del paziente, fino all'esaurimento delle forze dell'operatore (e non mi sembra il caso visto che erano in 3 che si possono dare il cambio o dividersi le compressioni e le insufflazioni) o fino a che un medico non accerta la morte cerebrale guardando la risposta al dolore, gli atti respiratori e le pupille. i primi due saranno assenti, mentre le pupille saranno fisse e dilatate

l'accertamento di morte, questo si ha tempi precisi, non viene fatto nel soccorso immediato ma solo in ospedale per una eventuale donazione. non è 45 minuti ma 20 minuti di assenza di attività cardiaca in un controllo continuo con l'elettrocardiogramma, la morte che deve essere accertata è quella clinica (cerebrale), non si usa l'elettroencefalo ma si usa l'ecg perchè è sottointeso giustamente che un encefalo che non riceve sangue dal cuore per 20 minuti è andato da un pezzo. non prendetemi in parola su questa ultima parte perchè vado a memoria dalle lezioni di trapianti di un anno fa.. ma dovrebbe essere così

cmq morosini ha avuto un arresto cardiaco.. o meglio, quella che è considerata una morte cardiaca improvvisa. l'infarto può essere una delle cause dell'arresto, ma non sono la stessa cosa

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Re: La morte in campo

Messaggio da shilton » 17/04/2012, 13:24

Grazie Jovo per le doverose precisazioni.
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Re: La morte in campo

Messaggio da Leviathan » 17/04/2012, 20:43

L'Udinese si è tirata indietro e si è rimangiata la parola, secondo Bergamo TV non finanzieranno e non daranno nemmeno 1 euro alla sorella di Morosini, solo l'Atalanta pare intenzionata a mantenere la parola data sul sostenere a vita la povera ragazza.

edit. ecco il link

http://www.ecodibergamo.it/stories/Sport/630495/

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Re: La morte in campo

Messaggio da Toni Monroe » 17/04/2012, 21:04

Leviathan ha scritto:L'Udinese si è tirata indietro e si è rimangiata la parola, secondo Bergamo TV non finanzieranno e non daranno nemmeno 1 euro alla sorella di Morosini, solo l'Atalanta pare intenzionata a mantenere la parola data sul sostenere a vita la povera ragazza.

edit. ecco il link

http://www.ecodibergamo.it/stories/Sport/630495/


Leggendo l'articolo però, se le cose stanno davvero in quel modo, non è giusto dire che s'è tirata indietro e rimangiata la parola. Secondo l'articolo ci sarebbe stata una comunicazione del presidente dell'Atalanta di volersi occupare lui -e per tutta la vita- della ragazza e per questo l'Udinese si sarebbe fermata ed avrebbe fermato la raccolta fondi. Che poi, volendo, non trattandosi di donazioni una tantum (quello che si raccoglie, si raccoglie e amen) ma di un sostegno economico vitalizio, ci può anche stare che ci pensi un soggetto solo.

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