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da doc G » 19/01/2018, 10:44
Occorre ammettere che, meriti suoi o meno che siano, l'amministrazione Trump in economia non sta facendo affatto disastri, anzi.
Per quel che riguarda il taglio di tasse, dobbiamo distinguere due momenti.
1) Per ora gli effetti per l'economia sono positivi. Le aziende aumentano i profitti, sono invogliate a girare una parte dei profitti ai dipendenti per mantenere una buona immagine, i capitali all'estero rientrano, una parte probabilmente verrà investita. Tutto ciò creerà un circolo virtuoso con un conseguente miglioramento ulteriore della crescita economica.
2) Tempo medio/medio lungo. Dato che gli USA non sono di certo nella parte destra della curva di Laffer e fino ad oggi, in barba a Laffer, non si è mai verificato in un paese occidentale che un taglio di tasse abbia provocato un aumento di introiti (parlando della raccolta generale, per una singola tassa a volte è accaduto) occorre vedere in primo luogo quale sarà l'aumento del PIL, dei redditi tassabili e quindi quale sarà il reale calo degli introiti, in secondo luogo quale sarà il modo per recuperare la perdita di introito. Se ci saranno tagli, come probabile, quali saranno i tagli. Qui è tutto da valutare, al momento, magari un profondo conoscitore di economia americana potrebbe iniziare ad effettuare previsioni, io no.
Per ora possiamo dire che la manovra non è assolutamente Keynesiana, in quanto è prociclica e non anticiclica come a suo tempo furono quelle di Obama, che aumentò la spesa per poi tagliare le spese quando gli USA tornarono in crescita. Ovviamente Obama lavorò sulla spesa, qui sulle tasse, è un discorso differente. Il fatto che non sia Keynesiana non vuol dir certo che sia per forza negativa.
Non è detto che non ci possano essere effetti come quelli dei tempi di Reagan. Reagan agì sulle tasse, sui tagli molto meno, parlando di uno "starve the beast" che si verificò solo in parte,, il debito aumentò parecchio ma la crescita economica fu notevole e quando arrivarono i tagli e gli aumenti di tasse di Clinton, necessari per sistemare i conti, non ci furono effetti negativi, se non in piccola parte.
Fra l'altro curioso notare che il consigliere economico di Bill Clinton (e poi anche di Hillary) e, successivamente, un consigliere ascoltato di Obama è stato quello Stiglitz che in Italia è l'idolo della destra peronista de noantri che oggi è diventata tutta trumpiana. Un Trump che Stiglitz non apprezza affatto. Uno dei tanti cortocircuiti nostrani, non certo il più clamoroso.
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