Straniero nella mia città

E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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Mr. Sloan
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Mr. Sloan » 15/12/2015, 9:56

BomberDede ha scritto:
Brunetto Latini ha scritto:Un paio di domande: all'estero a cosa corrisponde la laurea magistrale italiana? E un MBA equivale a un master di 2°livello? :help:

la laurea magistrale è un Master Degree.
un MBA dovrebbe essere uguale. è sempre un master post triennale no?
un MBA e' tutt'altro, e' un corso generalmente biennale che non presuppone necessariamente un titolo precedente (o meglio, ci vuole un minimo di istruzione universitaria, ma a seconda dei casi puo' essere triennale o magistrale). E' concettualmente piu' simile ad un master di secondo livello italiano che ad un master degree estero.

Brunetto Latini
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Brunetto Latini » 15/12/2015, 9:58

E un'altra cosa, graduate e undergraduate si riferiscono al bachelor degree che corrisponde alla laurea triennale, giusto?

Wolviesix
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Wolviesix » 15/12/2015, 11:59

L'undregraduate è lo studente che fa 4 anni di corso, riceve il Bachelor's degree che è l'equivalente della triennale nostra, io la grad-school l'ho sempre vista come l'equivalente della magistrale anche per la durata identica(2 anni).

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da kachlex » 15/12/2015, 12:16

Si ma state andando fuori tema mi pare. :penso:
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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Gio » 15/12/2015, 17:22

kachlex ha scritto:Si ma state andando fuori tema mi pare. :penso:

Assolutamente! :thumbup:
Wolviesix ha scritto:L'undregraduate è lo studente che fa 4 anni di corso, riceve il Bachelor's degree che è l'equivalente della triennale nostra, io la grad-school l'ho sempre vista come l'equivalente della magistrale anche per la durata identica(2 anni).
Per Grad-School si intente tutto quello dopo il Bachelor (l'undergarduate), quindi Master e Ph.D. e non e` proprio equivalente alla magistrale italiana, si per durata (in 2 anni un master e` difficile finirlo :shades: ) che per "tittolo di studio". Ai miei tempi, prima della riforma dei 3 anni, una laurea era una via di mezzo tra un master (che generalmente si puo passare senza tesi - basta un esame - ) e un Ph.D. Il Ph.D. era/e` come il Dottorato post-laurea, con la differenza che il dottorato era solo ricerca mentre il Ph.D. include anche corsi e esami durante l'anno. Le cose saranno cambiate adesso, pero siamo sempre la`. La discriminante e` la presenza o meno di una tesi scritta.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da Giordan » 15/12/2015, 23:47

Arrivo pure io, in ritardissimo ma arrivo. Ho il vantaggio che vi ho letti tutti, con calma, alla sera tardi quando finalmente in casa mia tutti dormono.

E' proprio un bel topic, quando ciascuno si prende un bel quarto d'ora per raccontarsi e fare un bilancio della propria vita, perchè è questo che avete fatto.

La cosa che emerge nei racconti di tutti è l'importanza delle decisioni che bisogna prendere quando si è ancora molto giovani, che è poi anche il mio caso.

Non sono mai stato, per carattere, molto attaccato alla famiglia: dopo le superiori era evidente che non riuscivo più a concentrarmi sullo studio, ho trovato un buon lavoro col diploma che avevo - in un contesto in cui avere un diploma o una laurea era uguale, bei tempi gli anni '90 - e dopo pochi anni mi sono sposato, anche per andarmene finalmente da casa, motivazione fortemente condivisa anche da mia moglie.

Beninteso: abbiamo 2 famiglie normalissime, o che magari adesso dopo 15 anni di matrimonio ci sembrano normali, ma quando ci vivevamo dentro, garantisco, erano una galera. Non so quanto spesso la famiglia faccia di tutto per soffocare i propri figli in Italia, per quel che so io spesso e volentieri.

Non mi sono mai pentito di non essere stato più coraggioso, o più libero, o più intraprendente: sono quello che sono. Certo lavorare a 22 anni e sposarsi a 26 ha i suoi pro e contro: da una parte ti sistemi, dall'altra dici addio ad una "vita avventurosa", o semplicemente più libera, con più opzioni.

Non mi è mai passata per il cervelletto a 18 anni, a 20 anni, l'idea di andare a fare una esperienza all'estero: all'epoca ero totalmente e inevitabilmente concentrato sulle mie passioni - la pallacanestro e il mare - e del resto mi fregava zero.

Oggi da genitore, se c'è una cosa che mi rendo conto è assolutamente necessaria per i ragazzi, è quella di aprire loro la mente, mostrare loro tutte le opportunità che hanno, dare loro in mano il maggior numero di informazioni per poter prendere, fin da giovani, le decisioni giuste, perchè sono quelle più importanti.
Maybe I destroyed the game. Or maybe, you're just making excuses.

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da nkola » 17/01/2016, 22:42

perchè gli ultimi saranno sempre gli ultimi ...aggiungo la mia storia....dopo aver letto le altre interessanti storie....

...dalla provincia di rimini...laureato a bologna 2005 ......2006 trovo lavoro a san marino, 20 minuti da casa......che per un italiano...è sempre un surplus.... metà 2007....ricevo un e-mail da un mio ex coinquilino di università che mi dice che è in kazakistan con un azienda di pesaro.........mando il CV un po a caso..anche perchè di quel settore non conoscevo niente.... mi hanno chiamato..... cerchiamo gente per un cantiere in belgio per fare qualità
......ho deciso di cambiare vita....
la mia ex fidanzata lavorava e viaggiava in bangladesh.....quindi ci si vedeva 1 settimana al mese....e allora ho detto tanto vale viaggiare anche per me.....la monotonia casa (con i miei) lavoro e lavoro a casa mi aveva stankato...non avevo i soldi per andare a comprare niente..e affittare per andare a vivere da solo mi sembrava...stupido....

...ovvio il lavoro di cantiere è stato tutto un altro mondo....primo mese molto difficile...
1) l'inglese delle superiori di 10 anni prima è poka roba....e il primo impatto non è facile ...specialmente se hai una mezza idea e tutto è nuovo....il primo meeting in cui ho partecipato e mi hanno dato i PID me lo ricordo ancora a occhi chiusi....
2) non avevo idea di cosa fosse il cantiere ne il settore dell' oil and gas...,,è vero ti danno la casa , ti danno la macchina...prendi abbastanza di piu' di un lavoro normale in italia...ma si lavora con gente stata anni in nigeria, iran, congo on chissà qualche altro buco.......gente che io e altri giovani reclute chiamavamo "animali".....ben consci che saremmo diventati anche noi come loro...nel giro di poco...
insomma dopo i primi tre mesi duri....il resto dei due anni passai in belgio...ho imparato a conoscere le birre... ho imparato a fare la pepata di cozze e qualke altro piatto imparato dai i nuovi colleghi calabresi, abruzzesi, campani etc etc.

2010 marzo...altro cambio...non andava bene con la mia ex....e benchè mi facessi il culo non mi sembravo molto riconosciuto....e cosi ho accettato un offerta per un cantiere a rotterdam....con altra azienda italiana (piu' piccola della prima)....
a rotterdam è stata la svolta...avevo anche responsabilità...ci si faceva sempre il culo...dal 2008 al 2013 ho lavorato 6 giorni all asettimana per piu di 260 ore al mese) ma ci si divertiva alla grande...il weekend.....a rotterdam e in generale in olanda....era divertente...la topa è in abbondanza e generalmente è molto piu' aperta...
alla fine con la ex ...si è rotto...dicendo la verità... lei ha rotto con me....ma per caso e fortuna...un sabato di maggio del 2010.......in una disco a rotterdam......ho incontrato la mia futura moglie....non italiana..non olandese..ma herzegovca..
finito il cantiere a rotterdam a metà 2011....ho deciso di mettere base in olanda....e cosi viaggiavo tra olanda e i nuovi cantieri in polonia e svezia...be sapendo che sarebbe durato fino a quando non avessi trovato un lavoro in olanda....
inizio 2012 ho cambiato lavoro...offerta con agenzia olandese per una famosa azienda italiana per cantiere a brussel... piu di 1000 km di makkina alla settimana..per 15 mesi....ma insperienza importante per il curriculum...
2013 nuovo cambio......finalmente azienda in olanda...e di culo a 10 km da dove avevo deciso di comprare casa dopo il matrimonio...
come al solito ancora gente nuove....per la prima volta non un azienda italiana...ma araba....si quella che pompa petrolio a manetta per fare abbassare il prezzo..
per ora sto resistendo...è alla fine ho preso il primo contratto a tempo indeterminato della mia vita...ambiente stimolante,multiculturale......certo qualke volta mi sembra di lavorare e contribuire a gente che forse passa dei soldi a chi compie azioni meno nobili..... ma pecunia not oleat...
beh l olanda è moderna, organizzata, con una marea di opportunità.....ma devo dire che sono concentrato a fare soldi/carriera e a completare la famiglia (cosa che sembra piu difficile della prima) perchè la saudade per i 3 mesi di estate italiana e un po di colline sta diventando sempre piu' forte e la voglia di ritornare cresce......poco fa avevo come obiettivo 30 anni di lavoro e poi pensione in italia....ora mi son messo soglia a 10-15 anni e per poi fare una nuova valutazione...vedremo...

lezione imparate per ora.....
-tutte le persone hanno una parte buona....non bisogna mai fermarsi alla prima apparenza...
-l università e ingegneria italiana nel mio caso...specialmente quella del vecchio ordinamento....mi è sembrata essere un passi avanti rispetto a quelle di altri stati....posso suggerire... cercate di crearvi un metodo...e capacità di elaborare e trovare soluzioni...indipendentemente dal problema.
- quasi mai niente è regalato.....ma sudando si possono raggiungere egregi obiettivi...anche se non sia hanno botte di culo...

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Re: Straniero nella mia città

Messaggio da N3lLo » 03/03/2016, 0:20

Avevo promesso che avrei scritto, ed eccomi qui.

La mi fuga dall'Italia è divisa in due parti, la mia esperienza spagnola e la mia esperienza "all over Europe".

Nel Luglio 2009 con gli esami quasi finiti mi propongo per la tesi ad un professore che ho sempre reputato un grande e che insegnava una materia in cui ero bravo e per la quale provavo un profondo interesse. Dopo qualche mese di lavoro standard il prof mi chiama e mi propone un nuovo progetto che prevedeva 2 mesi a Madrid per collaborare con un gruppo di ricercatori della UC3M, niente di esagerato dato che non avevo un ruolo fondamentale ma un po' di soldi per vivere a Madrid due mesi non mi facevano schifo e sono partito.
Dopo qualche settimana difficile tra ricerca di casa, prime amicizie e normale adattamento ho cominciato a sentire la differenza, a sentire la città viva, le persone provenienti da tanti posti del mondo, parlare realmente altre due lingue (inglese e spagnolo), la sensazione di crescita e di maturazione che ho provato in quel momento è stata pero' difficile da assimilare, non riuscivo a spiegrami se fosse a "causa" della nazione, della mia età, della mia patria.
Come ha descritto bene Rod tutto era piu' semplice, tutto :forza: , le persone avevano voglia vera di interagire e di conoscersi e non si chiudevano nelle "comitive" di sempre, quelle che a cui sei abituato ma guardavano alla tua diversa provenienza, non solo geografica, come un qualcosa di interessante non come un "pericolo".
L'"effetto collaterale" di tutto questo è stata una sorta di esplosione di volontà dentro di me, volevo fare sempre meglio, volevo di piu' ed in 15 giorni ho sostanzialmente completato tutti i compiti di sviluppo che avevo per i successivi due mesi, nonostante la festa continua e le notti insonni.
La conseguenza è stato un contratto di 9 mesi con IMDEA NEtworks, ed un prolungamento della mia esperienza spagnola.

I 9 mesi successivi sono stati fantastici, ma non è quello di cui stiamo parlando qui ma di quello che succede quando poi torni indietro.

Tornato in Italia, a Napoli, ho cominciato a sentire tante difficoltà, da quelle logistiche a quelle personali, volevo andare a 200km/h ma qui nessuno aveva voglia realmente di rischiare, nessuno voleva realmente attaccare come volevo e per qualche mese mi sono fatto abbattere da questo sentimento di eccessiva "lentezza".
Pero' proprio in quei momenti ho cominciato a vivere Napoli in maniera diversa, a capirla piu' di prima a vedere come il potenziale inespresso fosse infinito, da li sono partiti i sogni, ho organizzato eventi, gestito un PUB per un anno ed intanto mi sono anche laureato.Ho realmente capito come la mia città potesse darmi molto piu' di tanto altro e che non era la città in se ad essere un problema ma il meccanismo assurdo di gestione del lavoro e delle prospettive che DEVE rimanere fermo per non permettere ad un grande macchina di mettersi realmente in moto, volevo combatterlo, andarsene era una sconfitta.

Acquisita questa certezza avevo deciso che avrei fatto di tutto per rimanerci a vita.

Nel Maggio 2012, successivamente ad un concorso di dottorato perso per strani motivi ho deciso di accettare una proposta di una multinazionale canadese operante nel ferroviario,ma con prospettiva sempre di finire a Napoli.
Ho lavorato 1 anno a Savona e due a Pistoia seguendo la produzione ed i prototipi della nuova Frecciarossa con soddisfazioni alterne e con un generale intorpidimento della mia voglia, della mia forza.
Piu' passava il tempo e piu' ero assuefatto all'Italia ed al modo con cui essa rallenta il ritmo per farti sentire sempre a tuo agio, ma sostanzialmente senza motivo.
Guadagnavo discretamente,poco per essere un ingegnere rispetto alle altre nazioni, lavoravo tanto e le attività che seguivo non erano proprio il lavoro dei sogni del 26enne ricercatore di Madrid ma un semplice accontentarsi, in quel momento ho realmente sentito la pigrizia forte dentro di me, dolce e spietata mi teneva ancorata ad una busta paga ed ai weekend a casa con gli amici in quella Napoli che tanto mi faceva stare bene e che era l'unico picco di vita della mia settimana.

Come in ogni favola/storia pero' il colpo di scena era dietro l'angolo.

A Luglio 2014 mi trovo a Savona per un meeting con il management di Trenitalia e con un bel po dei miei boss, ero in attesa di novità dato che la fine delle attività a Pistoia era vicina come l'apertura dei nuovi uffici napoletani della mia azienda.
Approfittando di un momento di tranquillità riesco ad avere un colloquio privato con il mio capo divisione... una cosa cosi:

Nello:"D. so che stiamo per spostarci a Napoli, prevedi il mio utilizzo li? Pensi sia possibile per me essere stabile nelle attività XXXX ( non vi voglio annoiare ulteriormente) "
D:" Certo, certo. Ma sai forse è ancora presto per parlare di posizioni e di reali prospettive, sei giovane forse altre esperienze tecniche darebbero ulteriore vigore al tuo bagablio tecnico..."
Non stavo capendo, chiedo una spiegazione piu' "spicciola"
D.: "Beh è semplice, i treni sono in giro a Napoli ci sarà anche la manutenzione, tu potresti cominciare da li, capendo i guasti, magari sostituendo qualche pezzo, riparando qualcosa. Ti serivrà"

Piccolo inciso, io lavoro come Software Field engineer, sono quindi in treno (prototipi) a fare analisi prestazionali, per lo piu' per il software di controllo del treno, testo, rilevo e modifico gestendo di solito 3/4 tecnici che si occupano della parte Hardware.

Questa era la mia attività anche in Italia, e sentirmi offrire un posto da "manutentore" (con tutto il rispetto) era per me un enorme passo indietro, mi sentivo ferito, sfruttavano la mia debolezza per fare in modo da tenermi in cantiere a dare una mano su una serie di questioni tecniche senza darmi la dovuta visibilità con una posizione che mi gratificasse realmente.

Quello è stato l'inizio, da li tramite un collega svizzero sono entrato in contatto con un team di sviluppo ed analisi software della mia azienda a Zurigo ed a Gennaio 2015 ho cominciato a lavorare per loro.
La mia vita è cambiata, è divenuta molto difficile ma molto stimolante e molto gratificante sia sotto l'aspetto relativo alle attività che seguo e coordino sia relativamente all'aspetto economico, certo vivo ormai in un aereo tra Zurigo, Berlino, Praga e Napoli ma sono felice e corro, corro sempre perchè se devo riassumere in un solo concetto la grande differenza che ho trovato tra l'Italia e le altre nazioni e che se corri, se lotti, se vai piu' forte questo ti sarà riconosciuto, in ogni ambito.

Nonostante il grande amore che provo per l'Italia e per la mia fantastica città resto dell'idea che per esplodere ed ottenere il giusto riconoscimento probabilmente i contesti extra - confine sono piu' adatti. Questo pero' ovviamente non vuol dire che sia la strada giusta, non vuol dire che sia la strada per tutti.
Concludendo, consiglio vivamente almeno di fare un esperienza fuori dai confini, almeno per avere la percezione, per capire cosa succede e poi decidere.

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