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da Sberl » 07/12/2015, 21:20
Grande Rod, davvero un bel topic che tocca uno dei rimpianti che ho in questa vita, cioè il grande salto all'estero. Personalmente ho perso il mio treno nell'età liceale, per pigrizia mia, un po' di paura e un po' di reticenza verso la mia famiglia. Avrei voluto coltivare un progetto simile a Gian Marco, ma non me la sono sentita, a 16 anni di buttarmi e provare a costruire qualcosa al di là dell'oceano facendomi comunque mantenere dalla famiglia. Il momento sarebbe stato giusto, era appena svanito il sogno di tentare la carriera professionistica calcistica (al termine della terza liceo il Brescia mi ha tagliato e, di fronte alla scelta di un prestito in giovanile dell'allora Serie C o il ritorno al mio paese...ho scelto la seconda perchè francamente deluso dal mondo in cui ero...magra consolazione, nessuno dei presunti fenomeni che avevo davanti ha avuto una carriera sfolgorante) e non avevo grossi legami in Italia. Perso quel treno, mi son buttato a capofitto nel costruirmi qualcosa qui in Italia...finito il liceo, iniziata medicina e lì ho dato il 110% di me stesso per arrivare dove sono ora. Non è che sia arrivato a traguardi accademici mondiali, ma mi sono laureato, mi sono specializzato e ho avuto la fortuna di trovare lavoro, seppur a tempo determinato, ma lavoro. Nel mentre è arrivata anche la compagna di vita, diventata mia moglie quest'anno e abbiamo messo radici in Franciacorta con progetti di vita futuri.
Sarei in grado di fare un salto come quello di Rod? Ora come ora no. Non son stato pronto a 16 anni, a maggior ragione non sarei pronto ora. Ma ammiro Rod e ammiro tanti di voi che l'hanno fatto e lo faranno. Io...per come sono, sarei terrorizzato. Non tanto dall'allontanarmi, sono uno che è in grado di adattarsi a tutto, ma quello che mi terrorizza è l'incertezza.
Prendete adesso...lavoro e, per gli standard italici, ho un ottimo stipendio. Contando che lavora anche mia moglie, in due riusciamo a mantenere un buon tenore di vita, riuscendo a privilegiare certe comodità che non sono attualmente così scontate (il fare la spesa prendendo i prodotti che ci piacciono senza dover fare troppi calcoli, mantenere la pay-tv e internet, qualche cena fuori, qualche sfizio ogni tanto...). Eppure...eppure il solo pensare che fra 7 mesi potrei essere a piedi lavorativamente mi spaventa da morire e continuo ossessivamente a fare i calcoli su quanti soldi riesco a mettere via, quali spese tagliare, quali spese dobbiamo affrontare (ci manca praticamente solo il saldo del fotografo del matrimonio...che son quasi 2000 euro :) ) col risultato che non mi butto mai in qualcosa a lungo termine. Dobbiamo cambiare auto, ma al momento l'investimento non me la sento di farlo proprio per il motivo sopra. E, ricollegandomi a quanto diceva Rod alcuni post fa, ho fatto anche io dei mesi dove si arrivava a fine mese tiratissimi e dei mesi senza alcun introito...e non li augurerei mai a nessuno. Sono ansioso e spaventato da tutto ciò, motivo per cui per me diventerebbe impossibile fare un cambiamento radicale, soprattutto per quanto riguarda un salto nel buio tipo il partire e vedremo. Ma grande ammirazione e rispetto per chi lo fa, ancor più per un Rod che vedo nuovamente ricambiare tutta la sua vita dopo aver raggiunto la stabilità in Australia. Scelta che razionalmente non ho condiviso, ma che posso capire.
Tornando a generalizzare...sì, noi italiani siamo più spaventati dal lasciare i legami familiari, così come siamo maestri nel criticare chi lo fa "per finta" (non avete idea di quanta gente sale al nord in ambito sanitario per entrare nel pubblico e alla prima occasione si fa trasferire vicino casa) così come siamo, per tanti motivi, quasi forzati a rimanere a casa (oh, quando cercavo casa in affitto, con un lavoro sicuro e uno quasi sicuro volevano la garanzia dei genitori per l'affitto!). Non ho idea di cosa possano costare i college americani di preciso in un anno accademico, ma so che ci sono prestiti appositi da parte delle banche per gli studenti, cosa che qua non credo sia facilmente fattibile (e siamo ben poco propensi a farlo)...motivo per cui è più facile andarsene a 18 anni da casa e iniziare a crescere. Io, lo dico candidamente, sono rimasto a casa fino ai 27 anni...perchè ho scelto di puntare al 100% sull'università senza cercarmi lavoretti extra (passando gli ultimi 2 anni la maggior parte del tempo in ospedale tra tesi, tirocini e frequenze volontarie in reparto)...il salto...beh, è stato grandissimo e andava fatto prima. Probabilmente avrei meno problemi a gestire il denaro e meno paura di buttarmi...in questo sono cresciuto decisamente tardi e me ne sto rendendo conto ora.
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